Carbon Tracker: rischio perdite da 22 miliardi di euro nel 2030 per le centrali a carbone europee
Carbon Traker, uno dei più importanti “think tank” europei con sede a Londra, ha pubblicato uno studio “Lignite of the living dead” nel quale si indicano possibili perdite nei prossimi anni per le aziende europee che gestiscono centrali a carbone. Già adesso 196 delle 619 centrali a carbone è in perdita, senza calcolare i danni ambientali.
La previsione scaturita da una attenta analisi degli indici economici (BAU) delle principali aziende europee che operano nel settore della produzione di energia con centrali a carbone indica che nel 2030, nello scenario di applicazione degli accordi Parigi sul clima (B2DS) , saranno quasi tutte in rosso. Chiuderle, come indica lo studio, eviterebbe perdite per ben 22 miliardi di euro.
Interessanti alcuni dati che emergono dal rapporto per alcuni paesi: la Germania, che è il paese con il maggior numero di centrali a carbone, chiudendole eviterebbe 12 miliardi di perdite, la Polonia dove si svolgerà il prossimo anno la COP24 eviterebbe perdite per 2,2 miliardi. Per l’Italia che già prevede la dismissione delle 6 centrali a carbone esistenti i costi sono quasi a zero ma con una significativa riduzione dell’inquinamento ambientale e della emissione di CO2.
Giuseppe Farinella