Ricordiamo i primi firmatari dell’appello sulla emergenza climatica lanciato nell’aprile 2019
Si può firmare ancora on line : https://www.petizioni.com/
Moni Ovadia – Alex Zanotelli – Edo Ronchi – Grazia Francescato – Guido Viale – Mario Salomone – Loredana De Petris – Vasco Errani – Vittorio Agnoletto – Alessandro Marescotti – Antonia Baraldi Sani – Oliviero Sorbini – Michele Carducci – Francesco Masi –
Sollecitiamo i gruppi parlamentari a fissare la discussione e ad approvare la dichiarazione di emergenza climatica prima della apertura della COP 25 in Cile (si terrà ad inizio dicembre 2019, dal 2 al 13).
Da parte nostra e’ chiaro che ci impegniamo essere vigili affinché agli slogan mediatici seguano fatti seri: lavoriamo e lavoreremo in questo senso con le forze ecopacifiste e con i nuovi movimenti giovanili e nonviolenti di ribellione alla estinzione.
Ribadiamo – come già indicava l’appello di aprile – che esiste un intreccio tra minaccia climatica e minaccia nucleare e che a nessun livello e in nessun caso riteniamo si possa permettere che il nucleare possa essere prospettato e gestito tra le soluzioni alla crisi climatica.
Il nucleare come sistema della deterrenza è la massima espressione dell’attività bellica (quindi tra le principali fonti emissive); ed il ciclo del combustibile, anche esso di possibile uso militare, con la sua eredità di scorie radioattive non smaltibili, basta da solo a mettere a rischio la sopravvivenza umana.
Per l’Italia questa contrarietà alla tecnologia nucleare per applicazioni di massa oltretutto non è una opinione personale degli scriventi: va sempre premesso che il popolo italiano si è espresso contro l’energia nucleare in modo inoppugnabile con ben due voti referendari, nel 1987 e nel 2011.
A questo proposito chiediamo al governo italiano chiarimenti sulla posizione, come minimo incresciosa nei termini in cui la abbiamo appresa dalla stampa e dai blog*, che sarebbe stata presa al Consiglio Europeo del 25 settembre.
Chiediamo infatti spiegazioni su come sarebbe maturata la scelta di votare a favore dello slittamento di due anni dell’adozione della tassonomia per la classificazione degli investimenti sostenibili, decidendo per giunta di non escludere dalla finanza sostenibile i progetti legati all’energia nucleare.
Di questa esigenza di chiarimento, fortemente indicativa di quanto ci si possa fidare delle promesse verdi del nuovo governo, invitiamo a farsene carico i parlamentari sensibili mediante gli atti istituzionali opportuni.