Invicta Palestina – Moni Ovadia: il dialogo per la pace
Moni Ovadia si ricollega e riflette sul tema di Agenda Onu 2030 – Obiettivo “Pace, Giustizia e Istituzioni solide” con molteplici spunti di approfondimento nonché analizzando la vignetta dell’acuto vignettista Vauro che ritrae un padre e un figlio palestinesi a Gaza.
In una vignetta del mio amico Vauro, i missili israeliani piovono da tutte le parti. Il bambino dice a suo padre: “Papà ho paura” il padre risponde: “Perché hai paura? Non siamo mica a New York”. Noi abbiamo tolto a una parte dell’umanità persino il diritto alla paura. Abbiamo visto milioni di volte la ripetizione dell’efferatezza che ha portato alla distruzione delle Torri Gemelle con 2890 morti circa, ma non abbiamo visto con la stessa frequenza le immagini dei morti innocenti iracheni e afghani delle cosiddette “guerre umanitarie”.
Parto da questa considerazione perché ci sono paesi i cui governi, ma anche una parte considerevole dei cittadini, sono gravati – anche se la parola è impropria – dalla logica del privilegio, ossia che noi abbiamo diritto a essere come siamo, non è un privilegio dovuto al luogo di nascita.
Che merito abbiamo per essere nati in un posto invece di un altro? Nessuno.
Non esiste un merito. Infatti anche Mimmo Lucano e Alex Zanotelli dicono di non chiedere mai a una persona da dove viene: “L’ha portata il vento”…
La legalità internazionale è stata, da parte di ripetuti governi israeliani, calpestata con una indecenza che non ha limiti. Consideriamo che nessun governo israeliano ha fatto quello che doveva essere il dovere sacrale di un governo democratico, ossia stabilire i confini dello Stato di cui quel governo è governo. Lo Stato di Israele non ha una costituzione. Quindi non ha stabilito i suoi confini. Per cui l’arbitrio è la regola in tutte le cose che riguardano il conflitto israelo-palestinese. In particolare, il conflitto con i paesi arabi ha altre modalità ancorché si basa comunque su questa politica dello stato dei fatti compiuti. Politica del totale dispregio per le risoluzioni internazionali e, conseguentemente, per le istituzioni internazionali preposte alla pace. E tutto questo ad opera del governo e dell’autorità militare di un paese in cui il saluto comune è pace, invece di dire “Ciao”, “Buongiorno” si dice “Shalom” cioè Pace. La pace è addirittura iscritta nelle priorità della lingua.
Nei Link l’intervista a Moni Ovadia di Laura Tussi: testi integrali
https://www.peacelink.it/pace/a/47552.html
https://www.peacelink.it/ospiti/a/47600.html
su Invicta Palestina: Centro di Documentazione sulla Storia, Cultura, Tradizioni della Palestina
Articoli correlati
-
Contribuì alla rinascita dell’umanità lacerata e persa
Il 18 maggio 1944 moriva il partigiano Dante di Nanni
In momenti cupi come quello del periodo nazifascista, molti giovani hanno sacrificato la propria vita per il raggiungimento della Pace e della Libertà, per porre fine a una feroce guerra. Vogliamo mantenere viva la Memoria.17 maggio 2020 – Laura Tussi e Fabrizio Cracolici -
Il sistema concentrazionario e gli orrori del nazifascismo
Il principio speranza
Il principio speranza di Ernst Bloch e il principio responsabilità di Hans Jonas sono importanti moniti per la pace. La biblioteca civica popolare di Nova Milanese e l’archivio storico della città di Bolzano hanno raccolto più di 200 videotestimonianze12 maggio 2020 – Laura Tussi -
I Palestinesi sono ora convinti che la loro causa non sia una priorità dell’opposizione siriana
Come i Palestinesi vedono la guerra siriana
Un sondaggio del settembre 2012 rilevò che quasi l’80% degli intervistati in Cisgiordania e Gaza sostenevano i manifestanti e l’opposizione siriana. Ma nel corso degli anni, quando la rivolta siriana si trasformò in un sanguinoso conflitto settario, le posizioni iniziarono a cambiare.Adnan Abu Amer -
Partendo dai grandi padri partigiani e dalle grandi madri costituenti della democrazia
Agenda ONU 2030: la pace vive!
Pedagogia della pace, didattica della storia, narrativa della memoria, ecodidattica sono locuzioni di senso e significato che implicano un interesse nei confronti della storia passata, della tutela dei grandi beni comuni della pace, della memoria e dell’ambiente9 maggio 2020 – Laura Tussi