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USA, Russia, Ucraina: cosa sta accadendo?
di Laura Tussi
In collaborazione con Maurizio Acerbo, segretario Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista/ Sinistra Europea
Siamo in diretta sulla pagina del partito della rifondazione comunista e dei giovani comunisti per trattare dell’evoluzione dell’escalation della crisi in Ucraina, USA, Unione Europea, Russia e Nato, afferma Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale PRC/SE. Questa situazione di aspro conflitto è una tensione sempre più pressante: è una guerra nel cuore dell’Europa.
Una seconda guerra fredda che coinvolge, oltre alla Russia, la Cina.
L’informazione massmediatica è orientata in maniera acritica rispetto alla versione statunitense.
La situazione ai confini della Russia è definita la più pericolosa nel mondo. In questo webinar e seminario online intervengono varie personalità: Alberto Negri, giornalista e inviato di guerra. In un paese dove l’informazione porta ‘l’elmetto’ è bene che gli spazi indipendenti siano riconosciuti.
Barbara Spinelli europarlamentare e grande giornalista. Eleonora Forenza ex europarlamentare. Silvio Marconi che ha scritto il libro “Donbas, i neri fili della memoria rimossa”. Giovanni Savino che vive in Russia e insegna storia contemporanea in una università a Mosca. Gregorio Piccin il responsabile Pace di rifondazione comunista.
Alberto Negri ha scritto sul quotidiano Il manifesto un articolo molto interessante sulla crisi come simulazione di guerra di carattere economico per l’approvvigionamento di gas tra la Russia e l’Europa.
Alberto Negri sul quotidiano Il Manifesto scrive che pare evidente che per il gas vi è una battaglia in corso con entrambe le amministrazioni americane di Trump e Biden.
La Russia fornisce il 40% del gas in Europa.
L’Italia ha una forte dipendenza dalla Russia di un terzo dell’approvvigionamento del gas. Gli Stati Uniti cercano di colpire la Russia sulle forniture del gas e ha aumentato le forniture del gas alla Cina.
Gli USA vogliono staccare l’Europa dalla dipendenza della Russia. Gli Stati Uniti hanno come alternativa il metano. I russi hanno il gas meno costoso: è un problema economico ed ecologico.
Gli Stati Uniti non sono un’alternativa e hanno stroncato le altre forniture. In Libia hanno creato profughi e instabilità nel Mediterraneo per le forniture di gas e per l’instabilità in Libia si interviene nel 2011 contro Gheddafi.
Nel 2018 gli Stati Uniti vedono l’uscita dal trattato nucleare con l’Iran, il secondo paese al mondo per riserve di gas. In tutti questi paesi vi sono embargo e sanzioni statunitensi e il gas scarseggia in Europa. Gli USA ostacolano le situazioni geopolitiche in medio oriente.
Nel 2011 Assad fa un accordo con l’Iran per il gasdotto che doveva arrivare fino alle sponde del Mediterraneo. Perché non si voleva costruire questo gasdotto? poi si è innescata una dipendenza forte dalla Russia. Gli USA vogliono trarre vantaggi economici. La Merkel ha acettato il gas e le forniture USA. Non ci può essere guerra per motivi energetici e strategici perché il conflitto in Ucraina non è ben visto dalla Cina.
I cinesi sono più interessati alla stabilità perché le merci passano attraverso la Russia e per questo la guerra è improbabile. Purtroppo gli europei sono risucchiati dai populismi dell’Est e la questione Ucraina non si può gestire solo con l’entrata nella Nato e nell’Unione Europea.
L’Ucraina e Kiev si sono già confermate come dentro la Nato e l’Europa, perché si sono concessi i finanziamenti ai partners militari, alla Nato.
La questione statunitense è la situazione che adorano perché riporta a avere il nemico russo non tanto per la Russia e la Cina, ma per lo spauracchio per noi europei clienti degli USA.
Questa crisi è una tensione e un clima di propaganda che fa perdere di vista gli interessi dell’unione europea. La Russia in realtà è un pezzo di Europa. Noi Europa cadiamo nella trappola degli USA. La Nato la paghiamo noi e decidiamo cosa fare.
Nel libro “Fuga da Kabul. Il ritorno dei talebani in Afghanistan” si sostiene che il discredito del ritiro dall’Afghanistan ricade sull’Europa, e su tutto l’occidente.
I profitti creati vanno agli USA e le perdite le paghiamo noi con l’aumento del costo del gas e della luce.
Barbara Spinelli:La questione è parallela allo sfondo che delinea Negri. Il quadro disegnato da Alberto Negri è giusto. Il paradosso in Europa consiste nel fatto che sono tutti atlantisti, tutti sostenitori della costituzione e della resistenza partigiana antifascista, a parole, ma poi è subentrato l’europeismo e con il PD il vero titolo per loro, per un ruolo istituzionale è essere atlantista.
L’ideologia atlantista. I Verdi tedeschi che dovrebbero essere ecopacifisti cambiano le loro posizioni in atlantiste in tratti di identificazione con la Nato in una visione caratteristica con ‘l’elmetto’. L’atlantismo è una ideologia basata su una non realtà, uno strumento propagandistico in un momento in cui la ragione per cui la Nato fu costruita nel dopoguerra non ha più senso e adesso serve come modello di dominio USA in Europa e su altri scacchieri militari e geopolitici e strategici.
Gli Stati Uniti sono interessati all’Europa e all’estremo oriente. Questa russofobia che regna nell’informazione è un atteggiamento molto bellicoso verso la Cina e Taiwan. Questa è disinformazione: il governo russo si dà per scontato che ha invaso l’Ucraina. Si parla di presenza di soldati russi nei confini con l’Ucraina sul territorio russo. Subentra un silenzio totale sulle manovre nato in Ucraina iniziata nel settembre del 2021. Manovre con USA in testa. E tra cui anche l’Italia. L’esercitazione militare Rapid trident sul territorio ucraino. Questo allarmismo sulla progressiva invasione russa è un modello di interventismo. Se ne sono visti molti altri. Gli Stati Uniti e l’Ucraina vogliono ristabilire l’interventismo militare con la Nato e con l’Australia e il Giappone e la Corea del sud.
L’aspetto insopportabile è che la guerra per il gas è presentata come una battaglia per i diritti umani, per la pace del mondo libero. Per un atteggiamento che contrasti e riveli queste politiche non sussiste nessuna sinistra forte. Ma la sinistra classica storica del PD è di un atlantismo disinformatore e acritico. I Verdi hanno posizioni atlantiste in Germania, ma anche in Francia.
La sinistra non può allearsi con i Verdi che in Francia vogliono l’interventismo in Ucraina, in modo ipocrito, per i diritti dell’uomo e in nome dei diritti umani. Noi continuiamo a lavorare per costruire una sinistra europea. In Italia sono recisi i legami con la storia della sinistra dal movimento popolare socialista italiano. Il socialismo con il comunismo in passato in Italia erano sempre in autonomia dagli USA. Attualmente abbiamo le piaghe dell’atlantismo e del neoliberismo. In passato la sinistra italiana e l’Europa erano vicine alla sinistra latinoamericana. Invece negli ultimi anni sono contro i governi di sinistra dell’America latina. Il vecchio comunismo era in grado di criticare l’unione sovietica. Oggi persiste al contrario una politica di complicità dei nostri governi rispetto alla Nato e alla guerra di Erdogan contro i curdi.
Eleonora Forenza: il dramma ai confini dell’Europa con la complicità dell’Europa e dei politici italiani. È la questione del ruolo europeo nella vicenda dell’Ucraina dal 2014 a oggi e l’esperienza della carovana antifascista in Donbass nel 2017 organizzata dalla Banda Bassotti. La partita del gas e la questione Ucraina e l’atlantismo sono come una nuova religione con l’allargamento a Est della Nato. La questione Ucraina non si svincola dal movimento paramilitare neonazista e in Ucraina il negazionismo è forte. Vi è una connessione con il rafforzamento dei movimenti neonazisti.
Nel 2014 il presidente del parlamento europeo convoca la sessione parlamentare europea alla presenza e all’approvazione dell’assemblea dell’Unione europea e dell’Ucraina che contempla il flusso di denaro con il trattato di libero scambio tra Europa e Ucraina, implementato per correggere lo slancio e rafforzare l’esportazione dall’Ucraina all’Europa. Si chiudono i commerci con la Russia. Qui il rapporto tra Europa e Ucraina e la politica di liberalizzazione.
Nel 2017 il ministro degli esteri ucraino si reca a Bruxelles per suggellare una politica di liberalizzazione. Il ministro degli esteri Ucraino ha fatto pervenire alla Farnesina l’ordine di bloccare la carovana antifascista in Donbass.
A questo punto richiedono l’arresto e l’estradizione della carovana antifascista al fine di essere processata dal tribunale ucraino per azioni terroristiche. Noi della carovana antifascista avevamo le valigie cariche di generi di prima necessità perché dal 2014 nel fronte e come esito della politica Ucraina fascista ci fu la messa al bando del partito comunista ucraino. Sollevazione nell’aprile del 2014. La narrazione è riunificata nei media come incipiente invasione della Russia e con connivenze con i neonazisti e la Nato. Con la disinformazione, gravi violazioni nella stampa in Ucraina. I collaborazionisti con i nazisti, ma non vi è nessuna traccia nell’informazione italiana. Gli accordi di Minsk prevedono che l’Ucraina è uno Stato multinazionale con le repubbliche che hanno diritto di veto sull’Europa e la Nato.
Silvio Marconi:Ricostruisce il profilo e i caratteri delle forze neonaziste che dopo il 2014 hanno un peso enorme in Ucraina.
Si è parlato degli accordi di Minsk e sono di compromesso sull’ istituzione della Nato in Occidente. L’Ucraina voleva liquidare le repubbliche del Donbass. Compromesso sul territorio fallito dell’Ucraina di liquidare le repubbliche del Donbass. Ricordiamo che i nazisti in forze armate in Ucraina e la politica di collaborazione con i collaborazionisti ha radici profonde. Qualunque vero antifascista europeo prova ribrezzo per quanto avvenuto. Il neonazismo e il neofascismo in Europa sono accomunati con quelli dell’Ucraina. In Ucraina ci sono situazioni che provocano i focolai del fascismo e a livello europeo che è un laboratorio politico militare in cui i paesi europei lavorano in maniera scoperta. Le verità storiche e politiche dell’Ucraina: è un paese di laboratorio del neofascismo a livello europeo e intercontinentale. Le cronache non rivelano mai il comando della Nato nella strategia della tensione in Italia. Oggi vi è dimenticanza, oblio e abitudine ad abituarsi a identificarsi con l’atlantismo come fosse una nuova faccia dell’antifascismo.
Nel 2016, il periodo successivo a Maidan, vengono messi fuori legge i partiti comunisti e una commissione ha eliminato dalla televisione la produzione russa come lo scrittore Bulgakov ad esempio la sua opera principale “Il maestro e Margherita”.
Giovanni Savino: nel ricostruire queste vicende vi è quella di chi cerca valori nell’internazionalismo e nella pace tra i popoli guardando ai processi e agli eventi che accadono anche in Russia.
la Russia cosa vuole? Ha un atteggiamento infantile: la guerra probabilmente non ci sarà anche se la tensione esiste. Gli avvenimenti presenti nei confini della Russia e dell’Ucraina vedono dai 100 ai 150mila uomini dislocati al confine con armamenti non modernissimi. Se avvenisse una guerra questa sarebbe ingestibile da parte della Russia. La Russia vuole il riconoscimento di grande potenza che è molto importante per Putin. La Russia ritiene di poter giocare un ruolo importante nell’equilibrio mondiale. La Russia era la più grande potenza e poteva radunare milioni di lavoratori nel mondo ed è crollata anche per l’estensione delle tante lotte sostenute a livello mondiale. Putin ha una tattica che è quella di voler ottenere il riconoscimento di grande potenza. Ma l’impero russo fino al 1917 era un dato di fatto che fosse una grande potenza.
La Germania e la Francia hanno un atteggiamento differente rispetto all’Italia atlantista. Il nostro paese durante la prima guerra fredda apre fabbriche in Russia e nella guerra fredda aveva una forte autonomia dagli USA e dalla potenza Nato. L’Italia è il partner commerciale importante per la Russia, ma soprattutto rispetto alla produzione di macchinari e nella costruzione di elettrodomestici e quindi questo atlantismo si percepisce poco. L’establishment russo intesse affari e ha interessi con la borghesia italiana, come Eni e Ansaldo molto presenti in Russia. Tanto atlantismo, ma denaro, gas, petrolio arrivano dalla Russia. La borghesia italiana fa affari con la Russia. Banca intesa e Unicredit in Russia hanno capitali, banche, filiali ed interessi e questo circuito di affari continua.
Gregorio Piccin: responsabile Pace partito della rifondazione comunista sostiene che il ruolo in Italia della Nato ha un impatto sulle spese militari ed è connesso in una rete complessa di guerra. Questa crisi non è risolta. Le guerre vedono sempre complice l’Italia soprattutto nella frizione con la Russia. In gioco è la pace nelle relazioni economiche, commerciali, energetiche provocatrici di esibizione di forza folle. L’imbarazzante sottomissione del governo italiano alla Nato e agli USA è normale.
L’Italia è presente nelle missioni Nato in Iraq dal Sael alla Siria ed è un avamposto USA nel mondo.
Ghedi e Aviano custodiscono le atomiche Nato. Ghedi sta ampliando la base per ospitare le B 61-12 bombe nucleari statunitensi. I nostri porti al centro della logistica militare nucleare. Sigonella con droni e lavori di ampliamento. Il Muos a Niscemi in Sicilia per il controllo degli USA in tutto il mondo. Le spese militari aumentano con un delirio guerrafondaio tramite transazioni di miliardi di dollari al giorno. L’industria bellica è un pilastro economico. Questa nostra normalità belligerante è un modello di difesa e offesa organico e coerente con la Nato. La produzione e proiezione di forza come legittimo strumento di politica estera è contro il dettato costituzionale. Emergenza democratica e costituzionale. Sono presenti responsabilità nelle guerre e anche in Etiopia, Libia, Spagna, Grecia durante il periodo fascista e responsabilità oggi perché ancora si parla di riarmo negli interessi sul Mediterraneo.
È sensata la richiesta di riduzione delle spese militari che purtroppo non aggredisce la normalità belligerante e l’adesione alla Nato e tutto ciò che comporta. Per il Sipri di Stoccolma l’80,4% del mercato mondiale di sistemi d’arma è controllato dall’Europa e dagli USA, nucleare compreso. Il blocco Euroatlantico è responsabile della guerra mondiale a frammenti. L’unione europea è in fase di riarmo aperto. È necessario il recupero e il rilancio delle sovranità democratiche popolari. È tempo di tornare alla pace e agganciare la questione alla nostra quotidianità e alla nostra vita. Bisogna rendere consapevoli i cittadini e l’intera umanità che gli investimenti nella sanità, nella scuola, nel territorio, nella cultura e nella vera transizione ecologica sono un dato di fatto e la Nato e la guerra e i sistemi inventati non c’entrano nulla in tutto questo. Questi sono temi molto importanti e vi è sproporzione di forze tra ciò che riusciamo a dire e la comunicazione dei media. Ma non dobbiamo perdere la volontà di un’altra visione di guerra prevalente: noi purtroppo siamo immersi in una estrema propaganda di guerra.
La grande stampa è schierata nettamente a sfavore della pace. Per la questione di Assange, fino agli anni ‘70 ci sarebbe stato un coro nella stampa in difesa di questo giornalista di inchiesta. Ora la stampa tratta Assange come una spia. Questo clima è molto pesante e riguarda tutto l’occidente. La Brexit è festeggiata come una vittoria antiimperialista. Lo schieramento vicino agli Stati Uniti adesso e sempre più atlantista è schierato con strategie aggressive: è necessario un nuovo movimento per la pace sempre più rinnovato. L’antifascismo è un nuovo internazionalismo nel dopo guerra con le lotte per la pace e le manifestazioni dei partigiani della pace, ad esempio con La Pira il sindaco di Firenze che lottava per la distensione durante la guerra fredda.