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La storia della marcia per la pace Perugia-Assisi: nonviolenza creativa contro la guerra attuale

La storia della marcia per la pace Perugia-Assisi: nonviolenza creativa contro la guerra attuale

Alla luce della grave congiuntura di guerra e di oscurantismo che attualmente, a partire dal conflitto tra Russia e Ucraina, sovrasta il mondo, vogliamo riproporre il significato di rilevanza estrema di una manifestazione per la pace come la marcia Perugia Assisi come esempio e emblema delle tante manifestazioni attuali contro la guerra, che si svolgono in ogni paese e città del mondo.

La marcia per la pace contro Nato e contro la guerra tra Russia e Ucraina e altri conflitti nel mondo

L’idea della marcia per la pace e la fratellanza tra i popoli Perugia Assisi, la cui prima edizione risale al 24 settembre 1961, è una concezione che sottolinea come tutto fosse partito dalla ricerca di un’alternativa. Un’opzione, un  dovere da percorrere in contrapposizione alla realtà e alla logica della guerra certamente, ma anche un’alternativa concreta di contrasto al dolore delle donne che lo sguardo di Capitini incontrava nella campagna umbra: madri, mogli e figli di uomini gettati nell’agone bellico, vittime predestinate che la patria aveva chiamato alle armi o meglio mandato alla morte.

Con le pagine di In cammino per la pace, Capitini tornava su quelle che si sarebbero potute considerare le varie caratteristiche fondamentali della marcia, contro ogni guerra. Attualmente potremmo dire contro la terza guerra mondiale a frammenti che sempre più si estende. E diventa globale.

Le caratteristiche di una autentica e coerente Marcia per la pace.

Un nucleo indipendente di pacifismo integrale da far evolvere in chiave nonviolenta.

Un percorso di consapevolezza della pace in pericolo anche per i periferici e meno informati.

Un atto ‘spirituale’ in quanto occasione di parlare ai violenti di nonviolenza attiva e ‘in avanti’, chiara e razionale, ma anche critica dei mali esistenti e sempre tendente a promuovere larghe solidarietà e decise non collaborazioni.

Un tentativo di collegamento tra ciò che rappresenta il riformatore della nonviolenza San Francesco, ovviamente aldilà dell’autorità confessionale, e ciò che incarna la grande personalità di Gandhi.

Tutto questo in una marcia, nella prima di una lunga serie di marce per la pace e la nonviolenza, e al tempo stesso una marcia che noi oggi possiamo prendere a simbolo di tutte le manifestazioni contro la guerra possibili e auspicabili per testimoniare un impegno che è insieme individuale e collettivo.

Una Marcia per la pace coerente: da Gandhi a Capitini

Ripercorrere la storia della marcia ideata dal filosofo perugino e connessa a quella delle innumerevoli altre marce per la pace e la nonviolenza, come per esempio la marcia del sale voluta sempre da Gandhi in chiave anticolonialista e le marce dei pacifisti anglosassoni animati da Bertrand Russell, costituisce una opportunità particolarmente preziosa.

Tanto più se la ricostruzione avviene per immagini: se infatti l’occasione di rimarcare ancora una volta un tratto peculiare del marciare per la pace, per la nonviolenza, per la liberazione degli oppressi, per l’autonomia di chi è schiacciato dalle forme degenerate del potere e soffocato dall’impotenza di far sentire la propria voce di denuncia.

La peculiarità sta tutta nell’essere questo atto del marciare una decisa opposizione alla marcia di guerra. La guerra che ancora attualmente ci sovrasta e ci coinvolge. E che potrebbe sfociare nella terza guerra mondiale. Nell’apocalisse nucleare. Anche solo per un errore informatico.

Le manifestazioni contro la guerra come Resistenza e Nonviolenza creativa

Ma si tratta in verità di una posizione di opposizione che non si esaurisce. Che non esaurisce la propria spinta propulsiva in una mera reazione alla prudenza: essa muovendo dal dichiarare insufficiente quella realtà che esclude, che tende ad annullare la differenza per neutralizzare l’impossibilità di dissenso, si fa finalmente e prepotentemente opposizione creativa. Resistenza e Nonviolenza creativa. Per scongiurare la guerra. Nonviolenza creativa per mettere in atto tutti gli strumenti a nostra disposizione per costringere i potenti a abbandonare la decisione ultima della terza guerra mondiale e del conseguente Armageddon nucleare: costringere i signori della guerra, i poteri forti, a abbandonare gli ordigni di distruzione di massa nucleari, le cui testate sono stoccate in tutte le basi Nato, in Russia e in diversi paesi nel mondo.

Resistenza e Nonviolenza creativa con noi partigiani della pace. Non ci si limita a contestare e contrastare la violenza, ma a attualizzare l’impegno nel ricercare un’alternativa possibile nel prospettare un’altra strada: una strada altra.

Il percorso del cammino della nonviolenza attiva contro l’apocalisse nucleare per costruire insieme il futuro.

Su questa strada altra si incammina la nonviolenza, il cui termine non a caso Capitini desiderava venisse scritto e immaginato tutto attaccato: non un qualcosa che esiste e permane solamente in virtù del suo opposto, ma una realtà progrediente che fuoriesca dalla logica oppositiva per approdare a un terreno di condivisione, di confronto tra differenze, sempre comunque di coevoluzione e di creatività.

Proprio a questa strada altra e di nonviolenza creativa siamo chiamati a guardare, magari con la cura verso il passato della nonviolenza in cammino, la memoria dei nostri padri, dei nostri partigiani, ma soprattutto con l’attenzione rivolta alle nuove generazioni e alla realtà del costruire insieme un nuovo futuro possibile.

Memoria e futuro: una soluzione nonviolenta

Occorre applicare l’esercizio responsabile di una coscienza critica nei confronti delle varie forme di espressione della realtà insufficiente di cui diceva Capitini e che sono davanti agli occhi di tutti: micro e macro violenze. Reiterate oppressioni con implicazioni e ricadute sociali, politiche e economiche. Situazioni di sfruttamento di dominio dei corpi e delle menti, di genti, popoli e minoranze, che appaiono autoriprodursi. Logiche di profitto a tutti i costi che spesso e volentieri sacrificano la nobiltà di mezzi sull’altare di un fine solo apparentemente nobile. E poi ancora azioni violente dettate dalla sete di prestigio, esclusioni sociali per motivi ideologici e culturali. E ancora stragi. Massacri. Morti.

La strada di ogni marcia per la pace e la nonviolenza sia il cammino di tutti, la strada maestra da condividere fin nelle sue innumerevoli possibili diramazioni.

Sia la strada e la comprensione reciproca che dal semplice buon senso e della mera tolleranza ci fa arrivare finalmente all’inclusione e alla valorizzazione dell’altro nella sua autonomia.

Sia in ultima istanza la strada di una sempre rinnovata fiducia nella capacità trasformativa di ogni donna e di ogni uomo. Contro la guerra. In ogni spazio, in ogni tempo.

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Resistenza e Nonviolenza creativa: libro contro la guerra. A San Vittore Olona – Milano

Resistenza e Nonviolenza creativa: libro contro la guerra

Evento promosso da A.N.P.I. San Vittore Olona e Associazione Culturale La Zuppiera, con il patrocinio del Comune di San Vittore Olona

Presentano:

RESISTENZA E NONVIOLENZA CREATIVA: libro contro la guerra

MIMESIS EDIZIONI

Un libro a più voci, sulle orme dei partigiani, per una nuova resistenza contro le minacce militare-nucleare, ecologico-climatica e della diseguaglianza sociale, con la forza della nonviolenza e gli strumenti della creatività.

In Italia abbiamo una settantina di bombe atomiche a Ghedi vicino a Brescia e ad Aviano in provincia di Udine e verranno adesso rimpiazzate dalle nuove e più terribili e sofisticate e mortifere bombe nucleari: le B 61-12.

E dobbiamo reagire non con la violenza, ma con la “nonviolenza creativa” cioè una nonviolenza che trova gli strumenti per dire no.

Per dire basta.

Significa disobbedienza civile, manifestazioni, e trovare tutte le strade che abbiamo per forzare tutti i poteri forti oggi a smetterla con questo pericolo nucleare. Ecco il lavoro che tocca a noi fare.

 

Ne parliamo con l’autrice Laura Tussi

e con Fabrizio Cracolici.-.

Venerdì 11 Novembre

Ore 21

Villa Adele

Via F.lli Bandiera 12,

San Vittore Olona.-.

 

Con intervento musicale di

Alessandro Tinti.-.

 

Parte del ricavato della vendita del libro sarà devoluto alla

Fondazione Vittorio Arrigoni – Vik Utopia, Restiamo Umani

Link evento:

https://fb.me/e/3Dsrsqfm6

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Pamphlet ecologico: il Pensiero di Virginio Bettini. Con l’Università IUAV di Venezia

Pamphlet ecologico: il Pensiero di Virginio Bettini

Pamphlet ecologico: il Pensiero di Virginio Bettini

 

Presentazione del libro Pamphlet ecologico di Virginio Bettini on line e a contatto, in presenza e in collaborazione con l’università IUAV di Venezia.

Evento in diretta facebook presso IUAV di Venezia.

Pamphlet ecologico, è un libro postumo di Virginio Bettini, un uomo libero e giusto, un maestro per generazioni di studenti, un supporto scientifico per centinaia di comitati ed associazioni ambientaliste. Virginio è stato docente dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (ora Università IUAV di Venezia), eurodeputato dei Verdi arcobaleno, e uno dei maggiori esponenti dell’ecologismo scientifico (una parola orrenda in uso negli anni ’90).
Il libro, che tratta temi di ecologia, città paesaggio e pianeta, risponde a molte domande, ed è a cura di Maurizio Acerbo, Fabrizio Cracolici, Laura Tussi, con la prefazione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici; l’introduzione di Maurizio Acerbo, un intervento di Paolo Ferrero, la postfazione di Alfonso Navarra e il contributo di David Boldrin Weffort parla dei temi dell’ecologia per il futuro nostro e del pianeta, in modo semplice, lucido, simpatico e soprattutto contro la guerra.

Mercoledì 9 novembre 2022 dalle ore 16:00 alle 17:00

Link dell’evento:

https://fb.me/e/2mRDGzDv5

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