Pubblicato il Lascia un commento

Le ombre di Auschwitz

Le ombre di Auschwitz

Nel giorno della memoria per le vittime dei campi di concentramento nazisti, un canto-video contro ogni campo di sterminio, passato, presente e futuro, di ogni colore, giustificazione o vergognosa parte. Contro l’orrida tendenza umana e dei poteri e sette a isolare perseguitare uccidere “altri” abbiano essi un altro colore della pelle, un’altra storia, o siano dissidenti o diversi rispetto a credo politici deliranti. Orrore che si dà il permesso di sterminare annientare intere popolazioni e ceppi di umanità colpevoli solo di impersonare una versione diversa dell’esistenza o di ostacolare ipotetici progressi e sviluppi egoistici e criminali della parte maggioritaria. Ognuno può vederci e identificarci le proprie vittime nella storia passata o presente, ma vorremmo che solo venissero ricordati quelli sguardi persi e imploranti, che sembrano non comprendere l’orrore a cui sono destinati. Essi guardano anche le vittime dei campi di concentramento di oggi.

Anche oggi vi sono autentici centri-campi di detenzione e prigionia di massa, luoghi di orrore, dove si stermina e fa violenza estrema, per milioni di dissidenti, oppositori, praticanti di credo religiosi, semplici migranti, dove vien praticata ogni tipo di tortura, di lavoro forzato, di denutrizione, di continua morte causata, di espianto di organi da vivi. Sono in Cina, Corea del Nord e Libia (questi ultimi riforniti dall’Italia con respingimenti e sovvenzionamento della guardia Costiera libica). Poi un gradino sotto, ci sono centri di detenzione di massa, con violazione costante dei diritti umani, in Turchia (pagati dalla Comunità Europea) e Grecia per profughi siriani, in Myanmar, Malaysia e Bangladesh per la minoranza Rohingya perseguitata, in Israele (!) per i profughi da dittatura eritrei, in Australia per profughi e migranti, negli Usa per migranti messicani, in Italia per centri per migranti che somigliano a campi di detenzione. E chissà quanti altri in nome della ritorsione contro ogni umanità e di permesso a degradare chi non è come noi! Le fauci di Caino sono sempre grondanti di sangue.

 

 

Testo della canzone Le ombre di Auschwitz 

 

Li vedi addormentati dentro i vagoni del bestiame

gli uomini e donne rapiti alla vita

con gli sguardi lontani

verso case abbandonate arredate con bellezza

con neonati con gli occhioni stanchi

velati di tristezza.

  Li han scovati come topi in trappola

dentro rifugi ben riposti

o li hanno raccolti in strada

di terrore e rabbia avvolti.

 

Offesa al vento e legione della morte

coi teschi in volto e la bava al cervello

demolito mille volte

ribrezzo vestito di verde e di divise scure

mentre i treni solcano il freddo

e divorano la pianura

Vola nel vento, mio disperato proclama

dona tristezza, a ogni uomo, che uomo si proclama

 

Entrano nel castello terreo tra fili spinati e torri

dentro baracche come labirinti, alveari della morte

sfiniti coi capelli persi e il corpo ridotto a ombra

sembrano birilli di un gioco perverso

di sudice gabbie avvolti.

E accanto hanno altre ombre

che non torneranno mai

a quella vita semplice vita

perduta per sempre lo sai.

 

Le notti di fango vestite sprizzanti buia paura

e quei vuoti nelle camerate partiti nella paura,

gli sguardi agghiacciati

gli occhi ridotti a due fessure

ed eccoli avvolti di gas

avvinghiarsi perfino ai muri.

Vola nel vento mio disperato proclama

dona tristezza, a ogni uomo, che uomo si proclama

 

Poi fumano nel freddo attraverso bui camini

o restano nel sapone per lavare gli aguzzini

che ingoiano di patria e morte

l’oscuro tetro respiro

sono macchine oliate, ognuno al proprio posto

e sapevano e sapranno

come il sole che sorge ogni giorno

mentre le cataste dei morti

come legna tutte intorno

 

Son le ombre di Auschwitz

e di ogni altro campo lontano

che i russi  troveranno morenti

anche se liberi invano

e gridano al mondo intero che sapeva e che saprà

non saremo morti invano se nessuno dimenticherà.

 

Marco Chiavistrelli parole, musica, voce, chitarra acustica

Video Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

Oscar Bauer chitarra elettrica slide

Dino Mancino pianoforte

Nicola Maronti mellotron

Simone Sandrucci timpani

“Dedicato a tutte le vittime dei campi di concentramento passati, presenti e futuri”

 

Pubblicato il Lascia un commento

Tempi di Fraternità: Angelo Gaccione, il disarmo con Cassola e Turoldo

Intervista allo scrittore Angelo Gaccione

Sono più di 50 anni che Angelo Gaccione si batte per il disarmo, la pace e la nonviolenza. Come scrittore continua a occuparsene attraverso giornali, riviste, incontri pubblici

Angelo Gaccione, tra i fondatori della LDU - Lega Disarmo Unilaterale con Carlo Cassola

Intervista allo scrittore Angelo Gaccione  

Tra i fondatore della LDU – Lega Disarmo Unilaterale

 

Tussi: Raccontaci le tappe più salienti del tuo percorso nonviolento e disarmista.

 

Gaccione: Il mio rifiuto delle armi è cominciato prestissimo. Già da ragazzino provavo avversione verso i cacciatori del mio quartiere che mostravano doppiette, cartucciere, cani aggressivi e grappoli di piccoli uccelli abbattuti. Li legavano alle cinture per esibirli come trofei. Detestavo questa pratica violenta come detestavo quanti si recavano ai poligoni a sparare “per sport”. Strano sport quello di mirare al cuore o alla testa di una sagoma umana, seppure di cartone. Quanto ad eserciti e guerre mi bastarono i racconti di alcuni anziani che la guerra l’avevano subita sulla loro pelle e ne erano rimasti segnati per sempre, e la lettura di qualche libro. Da giovane ritenevo intollerabile che si potesse bombardare una città assassinando alla cieca anziani, bambini, malati e devastando bellezze che il genio umano aveva lasciato a noi in eredità. Sono sempre sceso in piazza contro eserciti e guerra e non mi sono mai fatto sedurre da quanti cercavano di convincermi che “in certi casi è necessaria”. È la più grande aberrazione che una mente umana possa concepire.

 

Tussi: Puoi raccontare della tua conoscenza con Carlo Cassola, lo scrittore disarmista?

 

Gaccione: Erano gli anni Settanta e avevo letto sulla terza pagina del quotidiano milanese “Corriere della Sera” diversi suoi elzeviri disarmisti. Eravamo in piena guerra fredda, com’è noto, ed i pericoli di una catastrofe nucleare erano altissimi. La sua richiesta perentoria di abolire gli eserciti e farla finita con la stupidità della corsa agli armamenti che ci impoveriva e minacciava il mondo di sterminio, mi convinse a scrivergli per proporgli una battaglia comune. In seguito ci incontrammo e poi prese avvio l’idea di una Lega per il disarmo. Una lega che proponesse il disarmo unilaterale del nostro bellissimo e amato Paese; che si facesse capofila, che mettesse in pratica il primo gesto di disarmo senza contropartite affinché questo grande gesto di civiltà fosse imitato da altre nazioni di buona volontà. Ritenevamo che per la storia culturale che l’Italia può vantare, dovesse dare un esempio luminoso a tutto il mondo. Sarebbe stato il primo passo per rompere la catena e finirla una volta per tutte con quella assurda e anacronistica divisione tra Patto di Varsavia e Nato. Quelle idee e quel messaggio sono di un’attualità estrema, soprattutto ora che disastri climatici, pandemie e armi di sterminio di massa sono divenuti cogenti e così maledettamente ultimativi.

Angelo Gaccione e i suoi libri con Carlo Cassola, lo scrittore disarmista

 

Tussi: Parlaci della tua esperienza nella LDU – Lega Disarmo Unilaterale e dell’incontro con padre David Maria Turoldo.

 

Gaccione: Non si è dispersa del tutto quella esperienza, e non è venuta meno nemmeno con la morte di Cassola. Alcune intelligenze irriducibili hanno continuato ad agitare e diffondere quelle idee. Si è irrobustito il movimento nonviolento e i gruppi disarmisti – dai Disarmisti esigenti a tutti gli altri gruppi italiani e stranieri fino all’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons insignita nel 2017 del Premio Nobel per la Pace, alle prese di posizione del papa e di prestigiose figure della cultura scientifica – e numerosi sono gli Stati che hanno sottoscritto l’impegno a non produrre e ospitare ordigni nucleari sul loro territorio. Quello che lascia sconcertati è invece la scarsa presenza in letteratura di questa consapevolezza. Turoldo fu tra i rarissimi uomini di chiesa in quegli anni a ribadire senza ambiguità, come facevamo io, Cassola e i tanti amici disarmisti e obiettori, il disarmo unilaterale. Uscire dalla logica di morte era un imperativo morale e concreto anche per lui. Negli incontri che abbiamo fatto assieme, non arretrava di un passo davanti ai pavidi e agli opportunisti. Sono contentissimo a distanza di diversi anni dalla sua morte, di aver creato un Comitato di Odissea per fargli dedicare un giardino qui a Milano.

 

Tussi: Quali sono le personalità che più ti hanno influenzato nel corso della tua storia di vita?

 

Gaccione: Ho imparato più dalle durezze della vita che dai libri. Da uomini e donne che la povertà non è riuscita a rendere malvagi. Dall’esempio di alcune vite esemplari e dalla coerenza che le ha contraddistinte. Ma non sono stato insensibile a certe preziose e luminose idee libertarie che mi hanno chiarito molte cose. Sono sempre stato istintivamente avversario del potere, di tutti i poteri, quelle idee hanno reso consapevole quell’istinto.

Angelo Gaccione e il carteggio con Carlo Cassola, autore del libro La Rivoluzione Disarmista

 

Tussi: Come nasce la rivista Odissea?

 

Gaccione: L’ho raccontato nell’introduzione al libro Satyricon in cui abbiamo raccolto tutti gli scritti che lo scrittore Giuseppe Bonura aveva pubblicato su “Odissea”. Li raccogliemmo in occasione del Convegno che si è tenuto su di lui a Fano e della targa ricordo che è stata messa in sua memoria. In sintesi potrei dirti che si era reso oramai necessario avere un organo di stampa raccogliendo attorno al suo progetto intellettuale uomini e donne che si erano tirati fuori disgustati dall’andazzo politico e morale del nostro Paese. Per prendere posizione, tornare a parlare, produrre idee e metterle in circolazione. Avrei dovuto dirigere questo giornale due anni, e invece, fra i 10 anni di edizione cartacea e i 9 in Rete, di anni ne sono passati 19.

 

Tussi: Vorrei che chiudessi questa conversazione con un messaggio alle nuove generazioni tra memoria e futuro.

 

Gaccione: Speriamo che le generazioni future abbiano davvero un avvenire. Guasti climatici e armi nucleari pongono una tragica ipoteca su tutti noi e sul futuro. Occorre battersi ora, in prima persona e senza delegare. Il futuro si costruisce agendo nel presente. Lo so, si è spesso sconfortati e le difficoltà ci abbattono. Quando sono sconfortato, io cerco di tenere presente i versi del poeta partigiano Egidio Ferrero che ho letto a Spotorno sul cippo ai partigiani caduti: “Se lungo la strada / uno è stanco, si chieda: / – Ce n’è un’altra più dritta?”. E non dimentico le parole dello scrittore Giorgio Pressburger: “Senza solidarietà non esiste umanità”.

Articoli correlati

  • Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza

    CULTURA
    A Roma a San Lorenzo il Primo Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza

    Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza

    Quattro giorni di presentazioni di libri, incontri, film, workshops, stands a cura di numerose realtà italiane e non solo per aprire dialoghi e confronti su diritti, Mediterraneo e migranti, Obiezione di Coscienza, disarmo nucleare, educazione alla nonviolenza, cultura di pace
    17 gennaio 2022 – Laura Tussi
  • Il ruolo profetico mondiale di papa Francesco

    PACE
    Estratto dal saggio “Coronavirus: dove porta la sua Arca papa Francesco-Noé?”

    Il ruolo profetico mondiale di papa Francesco

    Allegato a questa pagina web vi è il saggio completo centrato su un nuovo rapporto fra etica e politica nella prospettiva di costruire una nuova coscienza storica in relazione ai drammatici problemi della nostra epoca.
    8 gennaio 2022 – Antonino Drago
  • Mai più l’arma nucleare

    PACE
    Per l’Appello di Stoccolma si realizzò la campagna più estesa dei partigiani della pace nel mondo

    Mai più l’arma nucleare

    Nell’Appello di Stoccolma i partigiani della pace proclamano: “Noi esigiamo l’assoluto divieto dell’arma atomica. Noi consideriamo che il governo il quale utilizzasse contro qualsiasi paese l’arma atomica, commetterebbe un crimine contro l’umanità e dovrà essere considerato come criminale di guerra”
    7 gennaio 2022 – Laura Tussi
  • Nobel e intellettuali partigiani della pace, ieri e oggi

    DISARMO
    Rivista.eco rilancia l’appello dei 50 Premi Nobel per la riduzione delle spese militari nel mondo

    Nobel e intellettuali partigiani della pace, ieri e oggi

    Un appello di oltre 50 premi Nobel e diversi presidenti di accademie della scienza nazionali per la riduzione della spesa militare che, a livello globale, è quasi raddoppiata dal 2000 ad oggi, arrivando a sfiorare i duemila miliardi di dollari statunitensi l’anno
    21 dicembre 2021 – Laura Tussi
Pubblicato il Lascia un commento

Su la Testa: Riace. Musica per l’Umanità

Rivista Su la Testa – Argomenti per la Rifondazione Comunista

 

Direttore: Paolo Ferrero

 

Riace. Musica per l’Umanità

REDAZIONE SU LA TESTA

RECENSIONI

 

 

di Oliviero Sorbini

 

Laura TUSSI e Fabrizio CRACOLICI (a cura di), Riace. Musica per l’Umanità, con intervista a Mimmo Lucano, Mimesis Edizioni, Milano 2019

Perché leggere un saggio corale, con contributi diversi fra loro per contenuti e obiettivi? La domanda è lecita, e me la sono posta prima di iniziare a leggere questo libro.

Oggi posso rispondere. Il testo in questione è una sorta di instant book, con molteplici e variegati contributi che come filo conduttore ha, nella prima parte, l’esperienza di Riace e quella conseguente patita da Mimmo Lucano. E altro ancora: la musica per l’umanità, la musica per la pace e la solidarietà.

Apre il libro Alex Zanotelli, con grande assertività e soffermandosi su due concetti apparentemente ben distanti fra loro: il pericolo nucleare e il rifiuto dell’Altro. Apparentemente!

Segue Vittorio Agnoletto, che si sofferma sulla storicità del fenomeno dell’immigrazione e il suo far parte dell’intero passato dell’umanità. E poi, di seguito: analisi contenutistiche e suggerimenti per riflettere; Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti, Moni Ovadia e Gianmarco Pisa, fino ad arrivare all’intervista di Laura Tussi a Mimmo Lucano. Inutile riassumerla, meglio leggerla. Per spiegare cosa è stato e rappresenta il “modello Riace”, e chi è Mimmo Lucano, non servono le mie parole.

L’ultima parte del libro vede gli interventi di musicisti quali Agnese Ginocchio, Gianfranco D’Adda, Renato Franchi, Marino Severini, impegnati sui temi della pace, e del giornalista Daniele Biacchessi, coinvolto anch’egli in quello che potremmo definire il “movimento musicale pacifista”.

L’intervento di chiusura di Alfonso Navarra non è soltanto riepilogativo, ma anche propositivo, come si addice ad un attivista antinucleare impegnato da decenni. Il nuovo umanesimo è la nonviolenza: questo concetto è contenuto nella sua conclusione.

Durante la lettura, mi sono rivisto sedicenne ad ascoltare ore di interventi durante le riunioni dei collettivi. Non sempre capivo tutto, qualche volta ero in silenzioso disaccordo, altre volte in entusiastico accordo. A volte mi domandavo: che ci azzecca questo? E qualche volta rimanevo con il mio dubbio, ma in altre occasioni, solo continuando ad ascoltare, comprendevo poi la connessione. Così è stato per me, con questo libro.

Aver letto Riace. Musica per l’Umanità, con intervista a Mimmo Lucano è stato per me come aver preso parte a una riunione, un sano collettivo con molte eccellenze. Per questo, malgrado sia nato come instant book, lo ritengo un valido strumento per apprendere e riflettere, al di là del progredire delle vicende di Mimmo Lucano a cui sostanzialmente il testo è dedicato. Non dimentichiamo che una quota della vendita di ogni libro va in parte a sostenere il pagamento delle spese legali dei processi di Lucano.

Efficaci e dissacranti la cover e le illustrazioni di Giulio Peranzoni e Mauro Biani, celebri illustratori e vignettisti.

Tutti gli interventi hanno un loro “perché” oggi, e lo avranno domani. La storia del sindaco Lucano non è nata per caso – è quella di chi si impegna a proprio rischio per riaffermare i migliori valori e ideali degli esseri umani – e non sarà l’ultima. Quei valori che Moni Ovadia definisce, nel proprio intervento, propri di chi è prima di tutto un Mentsch.

Il libro, senza dubbio, suggerisce una prospettiva: l’uso delle arti, in questo caso la musica, da parte dei Mentsch per contrapporsi alla brutale forza delle armi. Attraverso le arti, i Mentsch possono crescere di numero e trovare, con la creatività, nuovo ottimismo e grande forza.

 

Pubblicato il Lascia un commento

Daughter of mother earth – Figlia della Madre Terra

Una composizione dedicata alla pace e all’ambiente e a tutti noi figli di Madre Terra

 

Daughter of mother earth – Figlia della Madre Terra

 

Questa canzone accompagnata dal filmato è dedicata a tutti gli attivisti per la pace e l’ambiente

 

Link al video

https://youtu.be/bnh1SUnqsHE

Musica e testo: Marco Chiavistrelli

https://www.youtube.com/channel/UCAM5P-LNwJwZveQ0QiXhAiQ

 

Video: Fabrizio Cracolici e Laura Tussi

https://www.peacelink.it/cerca/index.php?q=laura+tussi

 

Traduzione: Chiara Monetti

https://www.linkedin.com/in/chiara-maria-monetti-0385587

 

Consulenza: Oliviero Sorbini

https://www.olivierosorbini.it/

 

Questa canzone accompagnata dal video è dedicata a tutti gli attivisti per la pace e l’ambiente

 

FIGLIA DELLA MADRE TERRA

 

Ti hanno vista piangere giù nell’ Amazzonia,

in mezzo alla foresta che più non si rinnova,

gemere tra gli alberi, strapparti capelli e grida,

poi gettarti stanca al suolo o mia dolce amica.

 

Figlia della madre terra figlia del futuro,

figlia che ti specchi al sole come fosse oro,

oro di sogni spezzati e di popoli sconfitti,

Figlia della madre terra vola nel vento.

 

Hanno visto i tuoi capelli biondi

spargersi per strade,

liquefatti negli incendi dell’ Australia terrorizzata,

lacrime dal volto bello sulla terra arsa,

dare acqua agli animali bruciati e sopraffatti.

 

Figlia della madre terra figlia del futuro,

figlia che ti specchi al sole come fosse oro,

oro di sogni spezzati e di popoli sconfitti,

Figlia della madre terra vola nel vento.

 

Ma a cosa penserai, ma quale vita avrai

avrai tristezza o fortuna,

ma quale voce avrai quale silenzio sai

cadrà dal vento sui tuoi occhi

dal vento sui tuoi occhi…

 

Ti hanno vista gemere su sponde di morti fiumi,

tra pesci agonizzanti in mezzo a neri veleni,

inchinarti a ciminiere col volto sofferente,

provare a risvegliare il cuore della gente.

 

Figlia della madre terra figlia del futuro,

figlia che ti specchi al sole come fosse oro,

oro di sogni spezzati e di popoli sconfitti,

Figlia della madre terra vola nel vento.

 

Eri lì o fuggitiva tra profughi del deserto,

coi campi arsi dal cambiamento

col sacro cerchio  distrutto,

guida coraggiosa di carovane in rotta,

rotte del silenzio immane di una civiltà sconvolta.

 

Figlia della madre terra figlia del futuro,

figlia che ti specchi al sole come fosse oro,

oro di sogni spezzati e di popoli sconfitti,

Figlia della madre terra vola nel vento.

 

Ma a cosa penserai, ma quale vita avrai

avrai tristezza o fortuna,

ma quale voce avrai quale silenzio sai

cadrà dal vento sui tuoi occhi

dal vento sui tuoi occhi…

 

Ora vedo i tuoi capelli alla testa di molti fronti,

fronti di giovani culture e di umanità in rivolta,

dare voce a quella storia che sembrava morta,

figlia della madre terra con te la terra è risorta.

 

Figlia della madre terra figlia del futuro,

figlia che ti specchi al sole come fosse oro,

oro di sogni spezzati e di popoli sconfitti,

Figlia della madre terra vola nel vento,

vola nel vento, vola nel vento.

 

DAUGHTER OF MOTHER EARTH

 

Were you there o fugitive among the desert refugees,

with the fields scorched by change

with the sacred circle destroyed,

courageous guide of caravans en route,

routes of the immense silence of a shattered civilization.

 

Daughter of mother earth daughter of the future

Daughter who mirror yourself in the sun as if it were gold,

gold of broken dreams and defeated peoples,

Daughter of mother earth fly in the wind.

 

But what will you think about, but what life will you have

will you have sadness or luck,

But what voice will you have what silence you know

Will fall from the wind on your eyes

From the wind on your eyes..

 

Now I see your hair at the head of many foreheads,

foreheads of young cultures and humanity in revolt,

giving voice to that history that seemed dead,

Daughter of mother earth with you the earth has risen.

 

Daughter of mother earth daughter of the future

Daughter who mirror yourself in the sun as if it were gold,

gold of broken dreams and defeated peoples,

Daughter of mother earth fly in the wind,

fly in the wind, fly in the wind.

Pubblicato il Lascia un commento

Il miracolo della corda

Recensione

Il miracolo della corda

Una storia che non si può narrare tanto facilmente. Ma Monica, la figlia di Elvio Alessandri, riesce nel suo intento fino ad arrivare a scrivere un libello narrativo e riflessivo sulla Resistenza partigiana dei suoi cari.

Elvio Alessandri, Partigiano di soli 13 anni nella Resistenza Antifascista

Recensione al libro

Il miracolo della corda

Autori: Elvio e Monica Alessandri

Recensione: Laura Tussi

Immagine di copertina: Demetrio Buroni

Progetto grafico: William Buroni

 

Gli Alessandri sono una nota e conosciuta famiglia di Cagli, un paese nelle Marche. La loro è una vita tumultuosa.

La loro è una storia difficile.

Una storia che non si può narrare tanto facilmente. Ma Monica, la figlia di Elvio Alessandri, riesce nel suo intento fino ad arrivare a scrivere un libello narrativo e riflessivo.

Un libricino, un pamphlet che racchiude una grande memoria. La storia nella Storia.

Monica Alessandri, l’autrice del libro, narra minuziosamente e raccoglie la memoria e l’importante testimonianza di suo padre Elvio.

Elvio è un giovane partigiano. Di soli tredici anni. Lui ha fatto la Resistenza con suo padre Imbriano primo di molti fratelli. Imbriano imbraccia il fucile da caccia con il piccolo Elvio e si dà alla macchi da Partigiano.

Questo libello non ha nessuna ambizione, nessuna pretesa. Ma semplicemente il desiderio di provare a narrare i fatti e le piccole vicende con umili riflessioni.

Eventi istantanei, ma immensi, rimasti nei cassetti della memoria nell’interminabile alfabeto della storia scritta con la S maiuscola e con la consapevolezza di raccontare i tanti piccoli fatti della grande storia.

Gli Alessandri sono una famiglia molto unita. Politicamente tutti seguirono l’idea socialista del loro padre che intorno al 1900 lottò a fianco della classe operaia e contadina contro il potere dei padroni che dominavano e soffocavano con arrogante autorità i diritti dei più deboli. Negli anni ‘20 del Novecento, la famiglia Alessandri fu la più perseguitata proprio perché aveva apertamente dichiarato la sua avversione contro il regime fascista.

Gli atti di violenza fascisti e squadristi che subì Imbriano furono molti.

L’umiliazione e il sopruso.

Erano i tempi in cui gli antifascisti ascoltavano Radio Londra.

E anche la scuola non si sottraeva allo squallido gioco propagandistico dell’organo di regime. L’educazione dei giovani balilla era imperniata di arroganza, di competizione sfrenata, di vanto spudorato del sopruso verso i più fragili, i più umili, gli ultimi. Elvio è costretto da questa subcultura ignobile. Ma con suo padre e con tutta la famiglia avevano già scelto. Avevano scelto da che parte stare. Di parteggiare e non essere indifferenti.

Le leggi razziali nel 1938 imperversavano.

La famiglia Alessandri pur consapevole del pericolo, si adoperò per mettere in salvo una famiglia ebrea e ci riuscì. Nel 2005 alcuni membri della famiglia Alessandri sono stati insigniti del titolo di Giusti tra le nazioni.

Si avvicina l’armistizio.

Badoglio annuncia l’armistizio.

È l’8 settembre del 1943. Così Imbriano e Elvio impugnano le armi e si danno alla vita clandestina come partigiani con altri compagni.

Quello è un periodo intenso.

La vita si è sbizzarrita a mettere in scena il peggio dell’uomo, l’uomo forte, ma anche il meglio dell’impegno e il sacrificio di tutte le persone per un riscatto di dignità contro le nefandezze e la violenza fascista.

Da un lato gli istinti più abietti e spregevoli, dall’altro il valore, gli ideali, l’altruismo, il coraggio.

In mezzo l’indifferenza, zona d’ombra senza dignità.

Il racconto rende solo un’immagine sbiadita della realtà che Elvio, Imbriano e i compagni hanno vissuto in modo così vibrante e intenso come partigiani. Purtroppo nonno Imbriano perde la vita durante gli scontri.

Il titolo del libro. Perché questa frase? Il miracolo della corda?

Il nodo al centro della corda, quello creato dalle esperienze fortemente condivise, non lo scioglie nemmeno la morte. È indistruttibile.

La morte può uccidere gli uomini, ma non le loro idee, i loro ideali. Non i legami in vita che essi hanno creato.

E Elvio, raccontandosi, conferma che ha un nodo in comune con ogni persona che ha amato e ama la libertà e la pace e per cui ha lottato e rischiato la vita.

Articoli correlati

  • Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza

    CULTURA
    A Roma a San Lorenzo il Primo Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza

    Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza

    Quattro giorni di presentazioni di libri, incontri, film, workshops, stands a cura di numerose realtà italiane e non solo per aprire dialoghi e confronti su diritti, Mediterraneo e migranti, Obiezione di Coscienza, disarmo nucleare, educazione alla nonviolenza, cultura di pace
    17 gennaio 2022 – Laura Tussi
  • Nobel e intellettuali partigiani della pace, ieri e oggi

    DISARMO
    Rivista.eco rilancia l’appello dei 50 Premi Nobel per la riduzione delle spese militari nel mondo

    Nobel e intellettuali partigiani della pace, ieri e oggi

    Un appello di oltre 50 premi Nobel e diversi presidenti di accademie della scienza nazionali per la riduzione della spesa militare che, a livello globale, è quasi raddoppiata dal 2000 ad oggi, arrivando a sfiorare i duemila miliardi di dollari statunitensi l’anno
    21 dicembre 2021 – Laura Tussi
  • I 60 anni di Amnesty International a "Più Libri Più Liberi"

    MIGRANTI
    Migranti e diritti

    I 60 anni di Amnesty International a “Più Libri Più Liberi”

    Spegnere la luce sui fatti può essere una grave violazione dei diritti umani. Ne parlano due giornaliste, un artista e un attivista
    14 dicembre 2021 – Lidia Giannotti
  • I partigiani della pace

    STORIA DELLA PACE
    Un soggetto politico, strumento di partecipazione, informazione politica e culturale per i popoli

    I partigiani della pace

    Alcuni dei fondatori di questo movimento furono Picasso, Einstein, Neruda e tra gli italiani Nenni, Vittorini, Guttuso, Quasimodo, Ginzburg, Einaudi e molti altri
    8 dicembre 2021 – Laura Tussi
Pubblicato il Lascia un commento

Ucraina – Una piattaforma condivisa per la Pace

di Laura Tussi

Mercoledì 26 gennaio 2022 si è svolto un seminario online molto partecipato che ha posto le basi per un approfondimento sulla crisi in Ucraina e le tensioni fra Russia e Nato. Ne è scaturita l’esigenza di proseguire il confronto a più voci per elaborare una piattaforma pacifista contro l’escalation militare e la guerra.

Questo seminario online nasce da esigenze di approfondimento sulle questioni della pace e della guerra con riferimento alla situazione esplosiva dell’Ucraina.

Con gli interventi autorevoli di Gallo, Marescotti, Mosca, Pagani, Baracca, Zanotelli e molti altri.

Vi è un grande interesse intorno all’Ucraina che giustifica le molte persone collegate a questo webinar oltre 180 collegamenti nel webinar di PeaceLink.

In queste slides vi sono le ragioni per cui siamo qui. In questa visione di scontro tra le milizie e gli strumenti bellici ravvicinati, i due contendenti a distanza sono alle strette. Queste sono conseguenze negative nei rapporti di fiducia tra le superpotenze che determinano una estrema angoscia a livello globale e planetario.

La società civile Ucraina, con il movimento pacifista, ha una posizione critica verso le due superpotenze. Molto critica. I pacifisti ucraini hanno messo online un appello per l’escalation verso la grande guerra in Ucraina, a Kiev, in Crimea e nel Donbass con una risposta di USA, Nato contro Russia tramite interventi aggressivi e con posizioni pericolose e deliranti. La carta delle Nazioni Unite ha lanciato un appello alle superpotenze per mettere da parte l’influenza di esse sull’Ucraina. Le due superpotenze hanno stanziato le truppe in atto in Ucraina e ai confini e i pacifisti sostengono vivamente e muovono appelli per non fornire armi alle parti contendenti. La posizione dei pacifisti ucraini è radicale. I loro obiettivi sono incentrati sull’assenza di militarizzazione, nessuna corsa agli armamenti, i conflitti vanno risolti pacificamente, ripudiare l’escalation della violenza delle due superpotenze, ridurre le spese militari, smilitarizzare il sistema con una condivisione dal basso della pace. Noi di PeaceLink lanciamo un appello perché tutte le persone interessate per la pace diano disponibilità. Il rischio della guerra ha esiti imprevedibili. Lanciamo idee per come fare riferimento a tutti i soggetti che si battono per gli stessi nostri obiettivi. Domenico Gallo, che è una persona di pace, un giurista e un magistrato, sostiene che è stata diffusa una conferenza stampa di Blinken, il segretario di Stato degli Stati Uniti di America. Gli Stati Uniti hanno dato una risposta scritta alle richieste della Russia condivisa con gli alleati Nato. Anche noi abbiamo partecipato alle risposte di Blinken. Chiedeva una neutralità attiva. Ma non avviene nessuna neutralità attiva nelle scelte di incrementare la pressione e la minaccia militare per contrastare la Russia.

Noi come Italia non possiamo essere neutrali, perché siamo una parte in conflitto. L’oggetto è la questione dell’estensione della Nato in Ucraina perché questa è la controversia. L’estensione a est è una minaccia in senso tecnico. L’estensione è un dispositivo militare ostile ai confini della Russia ed è una minaccia come la Russia con l’esercitazione militare intorno ai confini dell’Ucraina: evidente ostilità tra i due paesi. La Russia minaccia e dall’altra parte un’imponenza della presenza militare Nato a est. Trent’anni fa, durante la prima guerra del Golfo del 1991, ci fu una forte mobilitazione della società italiana con tanta gente in manifestazione nelle piazze. Il governo italiano sosteneva l’iniziativa bellica di Bush. Anche se l’Italia non avesse appoggiato questa missione militare degli Stati Uniti, avrebbero continuato nei loro intenti.

2003: la seconda guerra nel Golfo vide manifestazioni in tutto il mondo contro la guerra. L’opinione pubblica era una potenza mondiale: ma non poteva incidere direttamente nelle scelte compiute dal potere alto. Dalle potenze e superpotenze. La scelta di estendersi a est della Nato, che ingloba paesi sovietici, crea contrapposizione militare minacciosa per la Russia. Tutti i paesi europei hanno accettato l’adesione di nuovi paesi Nato con protocolli di adesione che sono emendamenti estesi a altri paesi, approvati secondo le loro procedure governative costituzionali. Ma dove erano i pacifisti? Quando venivano approvate queste leggi di estensione Nato a est. Dove erano i pacifisti?

Nel Consiglio Atlantico tutti i membri devono essere d’accordo per far entrare un paese nella Nato.

Noi in Italia, in quanto appartenenti alla Nato, partecipiamo alla dislocazione della minaccia militare. Chiediamo al governo italiano di fare gesti distensivi. La risposta scritta di Blinken e nel sollecitare altre misure è una politica assurda che prevede le porte aperte alla Nato. Vogliono far entrare la Finlandia nel conflitto per accerchiare la Russia e acuire il forte contrasto. Noi pacifisti e ecopacifisti possiamo ritirare gli assetti militari e fare gesti distensivi.

La neutralità attiva è un contributo per disinnescare la crisi e evitare l’ingresso dell’Ucraina nella Nato.

Secondo la ferma posizione di Alex Zanotelli dobbiamo capire e leggere la realtà con gli occhi dell’altro. Siamo una parte del problema perché siamo parte della Nato: l’Unione Europea è alleata con gli Stati Uniti e i nostri apparati televisivi non ci aiutano a leggere la realtà. La crisi di Cuba è interessante.

Come a Cuba oggi si verifica la stessa situazione.

La Nato invia missili in Ucraina per sparare su Mosca come durante la crisi a Cuba.

Questo è un invito a non leggere la realtà da noi stessi, ma cercare di capire l’altro. Tra i documenti Usa è chiaro che la politica statunitense vuole portare l’est europeo all’interno della Nato. All’Italia chiediamo alcune cose come la neutralità attiva. L’Italia è già coinvolta nel conflitto perché la sesta flotta americana a Napoli è partita con l’esercitazione Usa con un esercizio navale tramite i cacciabombardieri F-35 dotati e armati di missili nucleari e queste cose il governo italiano non può accettarle e permetterle.

È necessario appoggiare la resistenza in Ucraina con giochi di diplomazia. Il nostro appello è quello di scendere in piazza come pacifisti.

Secondo Elio Pagani si raccomanda la neutralità del nostro paese. Vi è una grave disparità tra i contendenti. Il Pil della Nato e quello russo. Il rapporto tra il Pil Usa e Russia: il Pil statunitense è 11 volte maggiore di quello russo.

La Russia è minacciata con un pesante squilibrio economico e militare dall’Europa e dalla Nato e non può accettare esercitazioni militari della Nato. È un conflitto tra un blocco capitalistico ossia gli Usa e la Russia capitalistica e questo è molto differente dalla prima guerra fredda. La prima guerra era basata su ideologie contrapposte, ma oggi vi sono di mezzo interessi economici e nazionalistici.

L’obiettivo Nato è sostituirsi all’ONU.

Come liberarci dal vincolo nato a rimettere l’ONU al centro? Secondo Nicola Cufaro Petroni non occorre creare un allarmismo negativo e armare e arrivare a contrapposizione senza via d’uscita. Al contrario vi sono segnali che non sono negativi.

I russi per il momento non hanno posto nessun ultimatum. Per cui in realtà la situazione non è così come i massmedia la dipingono. Per il momento vi è una trattativa e sarebbe possibile che nella trattativa rientrino il ritiro delle bombe nucleari da Ghedi e Aviano e liberarci da questo retaggio. Una trattativa che abbassa la tensione. Il fronte europeo non è monolitico per esempio per il gasdotto nord Stream; i tedeschi hanno un atteggiamento meno guerrafondaio degli Usa.

I paesi dell’Europa, in particolare la Germania, possono fare a meno degli Stati Uniti e non sono propensi a una soluzione drastica in Ucraina.

Dalle notizie del New York Times, il governo ucraino ha abbassato i toni e questo dipende dal fatto che l’Ucraina ha paura di provocare la reazione della Russia.

Il governo ucraino ha una posizione meno oltranzista degli Stati Uniti. Questi sono segnali che dobbiamo rivalutare per far capire che questa guerra non è inevitabile: ma si può davvero evitare la guerra. Questi sono motivi per cui è opportuno confrontarsi sul non allarmismo.

Angelo Baracca sostiene che nel riferimento storico dei missili a Cuba, non fu la Russia a installare missili a Cuba perché gli Usa li installarono a Gioia del Colle e in Turchia.

La nostra mobilizzazione è importante perchè deve andare oltre la guerra in Ucraina per lanciare il movimento della pace. Il movimento della pace in Italia è in crisi dopo il 2003 contro la guerra in Iraq. Per cui è frammentato e senza una voce unica. Ma vi sono messaggi diversi.

L’occasione di PeaceLink per lanciare una unità del movimento della pace. Se la guerra in Ucraina non ci sarà, non staremo fermi, ma è il momento di mobilitarsi e evitare altri pericoli come le atomiche in Italia e la mancata adesione del nostro governo al trattato di proibizione delle armi nucleari.

Dopo il 1991 quando la Nato ha cambiato fisionomia perché è diventata un’alleanza aggressiva con un allargamento decisamente aggressivo, l’Europa non attua più una politica estera vera perché tutti i paesi sono frammentati con interessi distinti. La Germania ha interessi importanti sull’Ucraina per questioni energetiche ed economiche. L’Unione Europea non ha una politica estera e questo è un fattore deleterio per la situazione attuale. Giorgio Ferraris dice che il suo contributo evidenzia come si evolve il contesto e la crisi Ucraina. La guerra ha motivazioni economiche in cui la transizione energetica gioca una importante interrelazione…

Segue su Agoravox.it

Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell’ambito delle scienze della formazione e dell’educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN – Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui PressenzaPeacelinkIldialogoUnimondoAgoraVox ed ha ricevuto il premio per l’impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. – Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana – con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti.  Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: “Scuola e didattica” – Editrice La Scuola, “Mosaico di Pace”, “GAIA” – Ecoistituto del Veneto Alex Langer, “Rivista Anarchica”. Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.

Pubblicato il Lascia un commento

Il Manifesto – Manifestazioni in Italia contro Tassonomia nucleare 

Il Manifesto – Manifestazioni in Italia contro Tassonomia nucleare

Tassonomia Ue, prime proteste

Di Laura Tussi

 

Si rende noto che mercoledì 2 febbraio 2022 la commissione europea dopo vari rinvii licenzierà l’atto delegato sulla tassonomia verde che purtroppo, salvo clamorose sorprese, includerà il nucleare e il gas tra le fonti energetiche meritevoli di investimenti finanziari sostenibili. Per questo, contro questa probabile decisione anche in Italia si terranno due manifestazioni di protesta a Cagliari e a Milano.

A Cagliari sarà il comitato nonucle-noscorie Sardegna a manifestare davanti alla sede della rappresentanza del governo in Sardegna. Anche a Milano manifestano i Disarmisti esigenti davanti alla sede di rappresentanza dell’Unione Europea. In queste due manifestazioni Alfonso Navarra e Ennio Cabiddu e altri attivisti antinuclearisti manifesteranno per i prossimi decisivi passaggi che l’atto delegato dovrà attraversare con particolare riguardo all’esame da parte del parlamento europeo.

 

Pubblicato il Lascia un commento

Il Manifesto – Appello per la ratifica del Trattato di proibizione delle armi nucleari

TPAN – Le ratifiche espresse dai vari paesi sono al momento nel numero di 59

 

Il Manifesto – Appello per la ratifica del Trattato di proibizione delle armi nucleari

 

Il 22 gennaio 2022 ricorre il primo anniversario della entrata in vigore del TPAN – Trattato per la proibizione delle armi nucleari adottato nel 2017 in una Conferenza ONU a New York anche grazie alla pressione dal basso di una rete internazionale comprendente oltre 500 organizzazioni pacifiste, insignite per questo loro contributo di un Premio Nobel per la pace.

di Laura Tussi, Antonia Sani, Alfonso Navarra

Fonte: Il Manifesto – https://ilmanifesto.it/lettere/appello-per-la-ratifica-del-trattato-di-proibizione-delle-armi-nucleari/

Il 22 gennaio 2022 ricorre il primo anniversario della entrata in vigore del TPAN – Trattato per la proibizione delle armi nucleari adottato nel 2017 in una Conferenza ONU a New York anche grazie alla pressione dal basso di una rete internazionale comprendente oltre 500 organizzazioni pacifiste, insignite per questo loro contributo di un Premio Nobel per la pace.

Le ratifiche espresse dai vari paesi sono al momento nel numero di 59, e continuano ad aggiungersi. Questo processo di allargamento avvicina sempre di più l’abolizione giuridica effettiva delle armi nucleari nel mondo, che accompagna e favorisce la loro eliminazione materiale.

Da subito il Trattato, valido solo per chi lo sottoscrive, produce un effetto culturale e politico globale di “stigmatizzazione” della deterrenza minandone la legittimità.

Come associazioni Wilpf Italia e Disarmisti esigenti, membri ICAN, impegnate da almeno 10 anni insieme nella campagna per la denuclearizzazione e per la ratifica del TPAN da parte del nostro paese, siamo oggi qui a prospettare la realtà imbarazzante e amara della nostra società politica. Sono centinaia i parlamentari che, nel corso degli anni, hanno sottoscritto il “Parliamentary Pledge” della Campagna ICAN in favore del trattato, ma continuiamo a registrare il rifiuto del Parlamento – nonostante le 10.000 firme raccolte e la mozione della senatrice De Petris – di presentare la richiesta di ratifica.

Alla vigilia della prima conferenza di revisione del TPAN, che si terrà dal 22 al 24 marzo di quest’anno a Vienna, sarebbe comunque importante che lo Stato italiano partecipasse almeno in veste di osservatore.

L’ombra della NATO imperversa e impedisce che l’Italia assuma una posizione autonoma, come una sorta di muro a fronte dei parlamentari firmatari che dichiararono le preoccupazioni espresse nel Preambolo del Trattato circa le catastrofiche conseguenze umanitarie che risulterebbero da un qualsiasi uso di armi nucleari.

Armi “totalmente disumane e ripugnanti”, che potrebbero portare all’estinzione della vita per un conflitto che potrebbe essere scatenato persino per errore.

Ci rivolgiamo in questo primo anniversario a tutto il popolo italiano affinché si renda conto del danno rappresentato dalla presenza di bombe nucleari in varie località del nostro paese (ufficialmente segrete).

Denunciamo l’indifferenza parlamentare in presenza della non ratifica, da parte del nostro Parlamento, che ci espone all’insaputa della maggior parte dei cittadini ai danni del ritorno dello stesso nucleare civile (da essi bocciato in due referendum, nel 1987 e nel 2011): si veda la vicenda in atto della proposta di inserire nella tassonomia UE delle fonti sostenibili anche il nucleare cosiddetto civile.

Con la presente ci rivolgiamo a deputati e senatori affinché la proposta di ratifica dello Stato italiano al Trattato di proibizione delle armi nucleari venga al più presto presentata e votata.

Questa adesione vorremmo fosse concepita anche come un impulso ad adottare, da parte dello Stato italiano, una efficace strategia complessiva che coinvolga gli stessi Stati dotati di armi nucleari in serie trattative per il disarmo in attuazione dell’articolo VI del Trattato di non proliferazione.

Disarmisti esigenti – Laura Tussi e Alfonso Navarra cell. 340-0736871  – WILPF Italia – Antonia Sani cell. 349-7865685

Pubblicato il Lascia un commento

Il conflitto in Ucraina e il ruolo del movimento per la pace

Un forum per promuovere un appello contro la guerra

Il conflitto in Ucraina e il ruolo del movimento per la pace

In questa pagina web riportiamo le voci di tutti coloro che stanno partecipando ai webinar di PeaceLink con lo scopo di definire una piattaforma comune di obiettivi finalizzati a evitare una degenerazione dell’aspro confronto in atto fra la Russia e la Nato
22 gennaio 2022

Redazione PeaceLink

Il 19 gennaio 2022 si è svolto il primo seminario online finalizzato a comprendere il conflitto in Ucraina.No alla guerra in Ucraina

Qui raccogliamo i materiali prodotti fino a ora. Tutti coloro che vorranno inviare o segnalare qualcosa di utile troveranno in questa pagina web un punto di raccolta e prima organizzazione dell’informazione relativa a questo complesso conflitto.

La relazione introduttiva di Alessandro Marescotti si è basata su alcune slides (cliccare qui) mentre la relazione di Domenico Gallo ha portato all’attenzione questioni di grande rilievo che sono state poi sistematizzate in un intervento scritto (cliccare qui).

Di particolare interesse è stata la relazione di padre Alex Zanotelli (dal minuto 22 del video incluso in questa pagina web) che ha messo in evidenza come il nodo di fondo della tensione in atto risieda nella richiesta dell’Ucraina di entrare nella Nato.

I materiali sull’Ucraina sono stati raccolti in un apposito dossier (cliccare qui).

Mercoledì 26 gennaio alle ore 21 vi sarà un nuovo appuntamento del forum con un webinar a più voci. Chi vuole prenotarsi può scrivere a questa email: a.marescotti@peacelink.org

Il link per connettersi online mercoledì prossimo è www.peacelink.it/riunione

Note: Per seguire le informazioni sull’Ucraina consigliamo di iscriversi alla mailing list pace cliccando qui https://lists.peacelink.it/pace/2022/01/maillist.html (seguire le istruzioni sulla sinistra)
E anche si cliccare sul tag #Ucraina di Sociale.network https://sociale.network/tags/Ucraina

Allegati

Pubblicato il Lascia un commento

Il Giorno intervista Laura Tussi

Alessandro Crisafulli, giornalista de Il Giorno: una panoramica ‘Per non dimenticare’ l’accoglienza

Il Giorno intervista Laura Tussi

Dodici anni or sono Alessandro Crisafulli, giornalista del quotidiano Il Giorno, ha intervistato Laura Tussi sul progetto Per non dimenticare e sul concetto di Intercultura
15 gennaio 2022

Alessandro Crisafulli – Il Giorno

Il Giorno intervista Laura Tussi

Alessandro Crisafulli, giornalista de Il Giorno, in una panoramica ‘Per non dimenticare’ l’accoglienza

 

Dodici anni or sono Alessandro Crisafulli, giornalista del quotidiano Il Giorno, ha intervistato Laura Tussi sul progetto Per non dimenticare e sul concetto di Intercultura

 

di Alessandro Crisafulli – Il Giorno  

 

Laura e le sue cinque lauree sempre in prima linea per i diritti degli ultimi.

 

In tasca cinque lauree, non una. In testa mille idee, non una. Davanti, invece, un unico obiettivo: dare il suo contributo, piccolo o grande che sia, non importa, per un mondo almeno un po’ migliore. Non il fumo, bensì libri, eventi, pubblicazioni, video. Laura Tussi è un vulcano: una donna che è insieme docente, ricercatrice, scrittrice, giornalista, pedagogista.

“La sua determinazione e la sua tenacia sono davvero incredibili – racconta di lei l’amico Moni Ovadia – tutti sappiamo che senza santi in paradiso, nel campo dell’università, non c’è possibilità di fare strada se non sei amica del Barone o dell’amico: lei invece è uno dei rari esempi di chi crede ai valori della conoscenza, aldilà dei favori che si possono ricevere”. E questa grande conoscenza la mette al servizio di ciò in cui crede attraverso una serie di eventi sul territorio brianteo, promossi insieme al Comune di Nova Milanese e all’Istituto comprensivo via Prati Desio per il quale lavora.

Con un occhio puntato verso i più deboli, come ad esempio i tanti stranieri che arrivano in Brianza e fanno fatica a integrarsi, magari anche perché a volte incontrano ostacoli di vario tipo: “Gli episodi di crescente intolleranza e sfruttamento del lavoro degli immigrati e le umiliazioni dei giovani che devono dimostrare di essere degni del paese in cui sono giunti i loro padri, chiedono il coraggio della parola che sappia condannare le ingiustizie, le discriminazioni, lenire il silenzio degli oppressi, condannando la tracotanza degli oppressori, per cui sono necessari i programmi politici finalizzati al dialogo tra culture in cerca di soluzione ai problemi di sicurezza fisica dei migranti, gli spazi di libertà, di opportunità lavorative, dove il concetto di intercultura assume molteplici accezioni”.

Un concetto quello di intercultura che Laura cerca di mettere sempre nella sua vetrina personale: “Intercultura significa attenzione per il diverso, inteso come l’altro da noi, il più debole, il più umile, lo sconosciuto. E’ colui che non si vuol far conoscere.

Significa condividere con l’altro la propria interiorità, la passione, la sofferenza, il dolore di essere giudicati diversi”.

Allegati

Articoli correlati

  • Mimmo Lucano incubo numero 2

    PACE
    Canzone-video per Riace e Mimmo Lucano

    Mimmo Lucano incubo numero 2

    Contro la demonizzazione di un uomo giusto. In collaborazione con Fabrizio Cracolici e con la musica e i testi del cantautore Marco Chiavistrelli
    10 gennaio 2022 – Laura Tussi
  • Un’immagine al futuro per la solidarietà e la pace

    PACE
    Evento online in occasione del 20 Dicembre, Giornata Internazionale della Solidarietà

    Un’immagine al futuro per la solidarietà e la pace

    Solidarietà e inclusione, diritti e benessere sono condizioni necessarie per un’idea positiva della pace, pace con diritti e con giustizia sociale
    30 novembre 2021 – Laura Tussi
  • I Giardini di Pace e Memoria

    PACE
    Un ponte Alife e Teano con il Gemellaggio dei Giardini dei Diritti Umani e della Nonviolenza

    I Giardini di Pace e Memoria

    Giornata internazionale dei Diritti Infanzia e Adolescenza e Giornata nazionale dell’Albero è avvenuto il Gemellaggio tra il “Giardino dei cinque Continenti e della Nonviolenza di Scampia” ed il “Giardino della Pace, della Memoria e del Creato, presidio di Pace, di Nonviolenza e di legalità”
    23 novembre 2021 – Laura Tussi
  • Contro l’intolleranza

    PACE
    Gli ideali illuministi: risposta e alternativa alle strategie inquisitoriali

    Contro l’intolleranza

    Nella Spagna del Settecento, i resoconti dei viaggiatori concordano nella descrizione di una chiesa intollerante, caratterizzata dalla persistenza di forme di religiosità barocche e da una forte presenza dell’inquisizione
    29 agosto 2021 – Laura Tussi