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STOP. Il commercio con le colonie illegali

STOP. Il commercio con le colonie illegali

IL COMMERCIO CON LE COLONIE ILLEGALI
di Luisa Morgantini e Laura Tussi

AssopacePalestina invita a firmare per l’Iniziativa Cittadini Europei (ICE) per il blocco del commercio delle merci prodotte degli insediamenti illegali. Per farlo e avere ulteriori informazioni andate qui
http://www.stoptradewithsettlements.org
#StopTradeWithSettlements
L’ICE non è solo una campagna per la raccolta delle firme, una semplice petizione, ma uno strumento di partecipazione e di democrazia diretta, una sorta di legge di iniziativa popolare che chiede all’Unione europea coerenza e la formulazione di una legislazione che ponga fine all’importazione di merci provenienti dalle colonie nei territori occupati come quelli Israeliani in Palestina o quelli del Marocco nel Sahara Occidentale.
La campagna per essere valida e far sì che la Commissione Europea formuli iniziative legislative, richiede la raccolta di un milione di firme a livello europeo (58.000 per l’Italia).
Basta affari con le colonie, è tempo di regolamentare le transazioni commerciali dell’Europa con entità basate su territori illegalmente occupati secondo il diritto internazionale.
La campagna durerà un anno, ed è promossa dal coordinamento europeo per la Palestina con l’adesione di una rete di oltre cento organizzazioni non governative europee e internazionali, movimenti di base cittadini dell’Unione e Sindacati.
«La Ue considera gli insediamenti illegali un ostacolo alla pace e alla stabilità internazionali. Nonostante ciò, la Ue autorizza il commercio con tali entità. Un commercio che genera profitto dall’annessione e che contribuisce all’espansione di insediamenti illegali nel mondo», spiega la campagna.
Per l’Italia, tra i tanti promotori dell’iniziativa oltre ad AssopacePalestina ci sono La Fiom-Cgil, Arci, AssopacePalestina, Cospe, Libera, Medicina democratica, New Weapons Research Group, ECO – Ebrei contro l’occupazione, Fondazione Basso, Un ponte per…, Cultura è Libertà. Potete trovare la lista completa, italiana e internazionale,
#StopTradeWithSettlements
dove ogni cittadino e cittadina italiana può depositare la propria firma. Anche le adesioni sono sempre aperte. Firmate e fate firmare con un gesto di responsabilità e coerenza affinché il rispetto del diritto internazionale non resti sulla carta, ma venga applicato.

per info: lmorgantiniassopace@gmail.com

su Blog ODISSEA:
https://libertariam.blogspot.com/2022/04/il-commercio-con-le-colonie-illegali.html?spref=fb&fbclid=IwAR1dgXyy6h-SjsRJuXggdRJnpKJi7GclGFmd88L0yVA-6DCWVppJA-g7IDI

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Stop al commercio con gli insediamenti illegali
di Laura Tussi e Luisa Morgantini

Stop al commercio con gli insediamenti illegali
#StopTradeWithSettlements
di Luisa Morgantini e Laura Tussi

Gli insediamenti illegali sono una violazione del diritto internazionale.
L’Unione Europea e i suoi stati membri hanno l’obbligo di non riconoscere e non favorire queste violazioni e di adeguare la loro legislazione al diritto internazionale.
Contrariamente alle sue dichiarazioni, l’UE continua a favorire l’espansione degli insediamenti illegali, intrattenendo con essi rapporti commerciali.

Stop al commercio Ue con gli insediamenti illegali.
L’UE si oppone all’annessione e considera gli insediamenti illegali nei territori occupati un ostacolo alla pace e alla stabilità internazionali. Ma anche se gli insediamenti illegali costituiscono un crimine di guerra, l’UE acconsente il commercio con essi. Tale commercio consente profitti dall’annessione e contribuisce all’espansione degli insediamenti illegali in tutto il mondo.

Richiesta di Legge.
Chiediamo una legge dell’UE che metta fine al commercio con insediamenti illegali una volta per tutte. Questa legge si applicherà ovunque ai territori occupati, tra cui il Territorio della Palestina Occupata e gli insediamenti illegali di Israele lì.
La legge invierà anche un potente segnale in tutto il mondo che l’UE non ricompenserà più l’aggressione territoriale con scambi e profitti.

L’iniziativa dei cittadini europei.
Firma la petizione qui sotto per una legge storica che interrompe il commercio con gli insediamenti illegali.
Fai sentire la tua voce sulle politiche che riguardano la tua vita. L’iniziativa dei cittadini europei è uno strumento unico per contribuire a plasmare l’UE, chiedendo alla Commissione europea di proporre nuovi atti legislativi. Quando un’iniziativa raccoglie un milione di firme la Commissione decide quale azione intraprendere. Guarda le varie tappe
Se pensi di avviare un’iniziativa, consulta il Forum dell’iniziativa dei cittadini europei per una consulenza giuridica e pratica.
L’iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) può obbligare l’UE a vietare i rapporti commerciali con gli insediamenti illegali ovunque essi si trovino.
L’iniziativa dei Cittadini Europei è uno strumento democratico ufficiale che consente ai cittadini dell’UE di contribuire a plasmare l’Europa.

La petizione con la raccolta di un milione di firme.
Con la raccolta di un milione di firme, la Commissione Europea ed il Parlamento Europeo dovranno esaminare l’atto legislativo richiesto dalla petizione.
Se raccoglieremo un milione di firme la Commissione Europea dovrà prendere in esame un atto legislativo che vieterà i rapporti commerciali con gli insediamenti illegali.
Questo consentirà di inviare un forte segnale che l’UE non riconoscerà più le aggressioni territoriali con profitti derivanti dai commerci.

da Blog ODISSEA:
https://libertariam.blogspot.com/
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Dal clima al nucleare. Pamphlet ecologico

Dal clima al nucleare

di Laura Tussi (sito)

Il pamphlet ecologico postumo di Virginio Bettini in libreria

Tutta l’umanità si trova coinvolta in un momento apicale per la transizione ecologica: molte nazioni del ricco occidente sono restie a diminuire e contenere le loro emissioni di gas serra, che foreste e suolo non riescono più ad assorbire. Qualche paese europeo ha preso delle misure molto poco incisive, mentre le sovvenzioni al settore delle energie fossili e fissili come il nucleare sono di molto aumentate negli ultimi anni. Tutti noi ecopacifisti e non solo ci aspettiamo dunque un certo impegno in profonde riforme delle politiche pubbliche e dell’economia ma, si trovano sempre molte difficoltà ulteriori a implementare nuovi progetti con efficacia a livello planetario: mondiale.

I rischi del nucleare civile e Fukushima.
Dobbiamo tenere ben presente il caso dell’ac­qua contaminata della centrale giapponese di Fukushima, la quale rischia di essere riversata nell’Oceano Pacifico: Tepco (gestore della cen­trale di Fukushima) ritiene che non esista altra soluzione che non sia lo sversamento delle ac­que radioattive nell’Oceano Pacifico. In effetti il problema si pone: il migliaio di cisterne – le quali contengono milioni di litri di acqua contaminata, a seguito del loro utilizzo per raffreddare i reattori danneggiati dal sisma e dal successivo Tsunami – costruite nel sito saranno praticamente colme nel 2022. Si pensa di costruirne di nuove, ma si valuta anche la possibilità di sversamento in mare (come era stato consigliato dall’agenzia in­ternazionale dell’energia atomica nel 2014): non si potrà immagazzinare più di una certa quanti­tà di acqua, quest’ultima pari a 1,37 milioni di tonnellate. Ogni giorno ne vengono utilizzati 200 m3, misura fondamentale per evitare che i reattori fondano e si verifichi un nuovo disastro ambien­tale (Pieranni 2019).
Sono temi su cui riflette questo saggio Pamphlet ecologico di Virginio Bettini scomparso nel 2020. Ecologo, ecologista, parlamentare europeo verde arcobaleno, docente universitario a Venezia, giornalista, pacifista, ha anche partecipato nel 1979 alla fondazione di Nuova Ecologia di cui è stato il primo direttore

Libro a cura di Maurizio Acerbo, Fabrizio Cracolici, Laura Tussi
Introduzione di Maurizio Acerbo
Intervento di Paolo Ferrero
Postfazione di Alfonso Navarra
Contributo di David Boldrin Weffortsu Blog ODISSEA

 

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Einstein e Russell contro la guerra

EINSTEIN E RUSSELL CONTRO LA GUERRA

Appello contro l’atomica: il rischio attuale di guerra nucleare.

B. Russell

Questo, dunque il problema che vi presentiamo, netto, terribile e inevitabile: dobbiamo porre fine alla razza umana oppure l’umanità dovrà rinunciare alla guerra?” È un passo dell’appello e manifesto contro il pericolo atomico lanciato nel 1955 da Bertrand Russell e Albert Einstein. È uno dei più forti e importanti documenti mai scritti sul pericolo nucleare per il genere umano. Purtroppo poco raccolto dalle cancellerie, ma ha avuto una vasta risonanza non solo nel mondo del pacifismo. Sin dal 1945 i due scienziati avevano denunciato al mondo i rischi incalcolabili dell’atomica. Negli anni ’50, la guerra fredda e la costruzione della bomba all’idrogeno, molte volte più distruttiva della bomba su Hiroshima, in possesso delle due superpotenze USA e Urss, rendevano la situazione internazionale altamente drammatica per l’umanità. Russell scrive ad Einstein proponendo che i più eminenti uomini di scienza avrebbero dovuto fare qualcosa di grande effetto per far comprendere alla gente e ai governi le catastrofi che potevano essere causate e che la guerra nucleare avrebbe potuto significare l’estinzione della vita sul pianeta. Einstein disse di concordare pienamente: era necessario fare qualcosa che lasciasse il segno, sia nella coscienza della gente comune che in quella dei leaders politici.
Russell scrisse allora una prima bozza del documento e lo inviò ad illustri scienziati per invitarli a firmarlo: non fu facile, le risposte positive non furono molte perché la guerra fredda colpiva ovunque.

Il manifesto appello contro il baratro nucleare.

A. Einstein

Einstein prima di morire scrisse una lettera a Russell in cui comunicò la sua firma. Altri grandi scienziati firmarono nei giorni successivi. Russell presentò in una conferenza a Londra il manifesto contro l’atomica. L’impatto delle azioni nel mondo fu positivo, oltre le aspettative del momento. Si attivarono altri scienziati e intellettuali. Ebbero impulsi positivi anche i movimenti pacifisti; si organizzarono in vari paesi movimenti per la messa al bando della bomba atomica. Prenderà il via una notevole campagna antinucleare. Tra l’altro un gruppo di 52 Nobel per la scienza firmerà la dichiarazione di Mainau con cui si chiede a tutti i paesi di rinunciare alla forza come soluzione decisiva per le controversie. Nel 1957, Russell con Rotblat fonda il movimento di Pugwash, dal nome del villaggio canadese sede delle riunioni iniziali degli scienziati pacifisti, che si proponeva di impegnare gli scienziati dei due schieramenti della guerra fredda a discutere e proporre vie per il disarmo.

Attualmente – corre l’anno 2022 – è in atto un appello di pace per tutti i popoli e rivolto a tutti i potenti per commemorare il baratro nucleare a partire da Fukushima e in seguito la guerra in corso in Ucraina. Fermiamo con l’unione dei movimenti ecopacifisti europei russi e ucraini la guerra militare in Ucraina e fermiamo la guerra economica energetica che sta montando a livello globale. Dobbiamo chiudere in tutta Europa i reattori nucleari e gli impianti nucleari, senza tassonomia. Per finanziare il nucleare esigiamo il disarmo a partire dalle armi nucleari già proibite dal trattato ONU – TPAN. Lavoriamo insieme per il modello energetico rinnovabile: la pace con la natura sarà la strada per consolidare la pace tra gli esseri umani.
Il ricordo di Fukushima ci deve spronare a uscire dalla minaccia nucleare evidenziata dalla guerra.

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Together for peace

Istituto Comprensivo Nicolini Di Giacomo

Plesso Severino – Napoli

Nome del progetto: Together for peace

 

Finalità

L’obiettivo di questa esperienza è quella di aiutare gli alunni a comprendere e a conoscere la triste realtà della guerra così attuale e vicina a loro. Agli alunni saranno proposti esempi di vita e di scelte di vita per dire no alla guerra attraverso comportamenti ed azioni che mirano al bene comune e al rispetto delle regole fra stati, fra popoli, fra le persone di una città, fra compagni di scuola.

Partecipanti: Gli alunni delle classi quinte.

Questa iniziativa nasce in merito alla settimana di studio e di riflessione sul ruolo della donna nel contributo alla pace nel mondo. Ogni classe ha conosciuto ed approfondito una figura femminile che nel passato ha lavorato per la pace. Per le classi quinte le docenti hanno proposto di approfondire una figura femminile contemporanea che si impegna quotidianamente per la difesa della pace nel mondo e la tutela ambientale del nostro pianeta, la giornalista Laura Tussi.

Attraverso una mail è iniziato uno scambio relazionale di opinioni ed è stato proposto alla giornalista un’intervista online nella quale si rende disponibile, insieme a Fabrizio Cracolici, di rispondere alle domande che proporranno gli alunni.

  • delle classi quinte

Svolgimento

L’intervista avverrà il giorno 25 marzo dalle ore 12 alle ore 13 in modalità virtuale.

Gli alunni delle classi quinte somministreranno le domande ai due interlocutori in modo tale da interagire e creare un clima collaborativo ed attivo con i piccoli partecipanti. Poiché gli argomenti sono molto ampi ed abbracciano tante aree, una quinta si è concentrata sulla macroarea guerra/pace, l’altra sugli aspetti ecologici che comporta una guerra.

1)Con quali parole convincerebbe Putin a deporre le armi?

2)Sappiamo che in molte piazze d’Italia e d’Europa si stanno organizzando marce e manifestazioni per la pace, secondo lei servono davvero?

4)A noi bambini questa situazione preoccupa molto, quali sono gli scenari possibili per un futuro di pace?

5)Ma la guerra esiste solo tra Russia ed Ucraina?

6)Secondo lei, il bullismo e il cyberbullismo sono atti di guerra?

7)Abbiamo saputo che l’associazione “ICAN”, vincitrice del premio Nobel nel 2017, si interessa del disarmo nucleare, è un’associazione ancora attiva?

8) Quale ruolo hanno le associazioni per il disarmo nelle trattative diplomatiche?

9)In che modo questa energia nucleare “cattiva”, queste armi di distruzione di massa possono essere convertite in energia “buona” per l’uomo?

10)Gli attivisti per l’ambiente, come Greta Thumberg, ultimamente sembrano tacere in un momento in cui sarebbe stato importante sentire la loro voce. come mai? Cosa ne pensa?

Conclusione

Dall’intervista i ragazzi potranno imparare tanto… non solo da ciò che verrà loro trasmesso e condiviso ma sarà data loro la possibilità di vedere come vivere scegliendo comportamenti responsabili ed attivi per la pacenel mondo a partire dal loro quotidiano, nel loro ambiente familiare, tra i loro amici: stare bene con se stessi e con gli altri rispettando chi c’è accanto e le regole del vivere e del convivere per un mondo di Pace…

DATA

LE DOCENTI

17/03/2022

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DAL CLIMA AL NUCLEARE. PAMPHLET ECOLOGICO

DAL CLIMA AL NUCLEARE. PAMPHLET ECOLOGICO

di Laura Tussi


AgoraVox Italia

Dal clima al nucleare
di Laura Tussi (sito)

 

Il pamphlet ecologico postumo di Virginio Bettini in libreria.

Tutta l’umanità si trova coinvolta in un momento apicale per la transizione ecologica: molte nazioni del ricco occidente sono restie a diminuire e contenere le loro emissioni di gas serra, che foreste e suolo non riescono più ad assorbire. Qualche paese europeo ha preso delle misure molto poco incisive, mentre le sovvenzioni al settore delle energie fossili e fissili come il nucleare sono di molto aumentate negli ultimi anni. Tutti noi ecopacifisti e non solo ci aspettiamo dunque un certo impegno in profonde riforme delle politiche pubbliche e dell’economia ma, si trovano sempre molte difficoltà ulteriori a implementare nuovi progetti con efficacia a livello planetario: mondiale.

I rischi del nucleare civile e Fukushima.
Dobbiamo tenere ben presente il caso dell’ac­qua contaminata della centrale giapponese di Fukushima, la quale rischia di essere riversata nell’Oceano Pacifico: Tepco (gestore della cen­trale di Fukushima) ritiene che non esista altra soluzione che non sia lo sversamento delle ac­que radioattive nell’Oceano Pacifico. In effetti il problema si pone: il migliaio di cisterne – le quali contengono milioni di litri di acqua contaminata, a seguito del loro utilizzo per raffreddare i reattori danneggiati dal sisma e dal successivo Tsunami – costruite nel sito saranno praticamente colme nel 2022. Si pensa di costruirne di nuove, ma si valuta anche la possibilità di sversamento in mare (come era stato consigliato dall’agenzia in­ternazionale dell’energia atomica nel 2014): non si potrà immagazzinare più di una certa quanti­tà di acqua, quest’ultima pari a 1,37 milioni di tonnellate. Ogni giorno ne vengono utilizzati 200 m3, misura fondamentale per evitare che i reattori fondano e si verifichi un nuovo disastro ambien­tale (Pieranni 2019).
Sono temi su cui riflette questo saggio Pamphlet ecologico di Virginio Bettini scomparso nel 2020. Ecologo, ecologista, parlamentare europeo verde arcobaleno, docente universitario a Venezia, giornalista, pacifista, ha anche partecipato nel 1979 alla fondazione di Nuova Ecologia di cui è stato il primo direttore.

Libro a cura di Maurizio Acerbo, Fabrizio Cracolici, Laura Tussi
Introduzione di Maurizio Acerbo
Intervento di Paolo Ferrero
Postfazione di Alfonso Navarra
Contributo di David Boldrin Weffort

su Blog ODISSEA
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Accendi la Pace

Brano musicale della cantautrice, Testimonial di Pace, Agnese Ginocchio 

Accendi la Pace 

L’ultimo brano di Pace contro la guerra in Ucraina e nel mondo dedicato alla storia della “Fiaccola della Pace”

 

di Laura Tussi

 

Guerra in Ucraina, e non solo… “Fermiamo la guerra, Accendiamo la Pace”.

E’ uscito, proprio in un momento così drammatico che il mondo sta vivendo, l’ultimo brano della cantautrice per la Pace Agnese Ginocchio, dal titolo “Accendi la Pace”, dedicato alle vittime di guerra.

Nel meraviglioso e emblematico videoclip a corredo, in cui viene descritta la storia della Fiaccola della Pace, alcuni fotogrammi delle infinite tappe che hanno segnato l’incessante attivismo di una delle donne impegnate sul cammino di Pace della nostra terra.

Agnese Ginocchio, musicista, compositrice, attivista, testimonial, Presidente del Movimento Internazionale per la Pace e la Salvaguardia del Creato III Millennio,  è la seminatrice della nostra terra che sparge la Pace ovunque. E’ icona delle battaglie per la giustizia sociale, esempio incrollabile di educatrice dei popoli al rispetto della natura e dell’umanità. Con in mano una chitarra che traduce in musica la sua arte di pensare, con l’impegno personale speso direttamente sul campo, tra i giovani e tra gli adulti, ha costruito negli anni , un percorso fatto di amore, di solidarietà, di amicizia, di disponibilità ad offrire, dove ogni momento ed ogni iniziativa spinge l’umanità a lottare contro i soprusi, l’arroganza e la prepotenza nella speranza di un mondo dove non ci siano odio, discriminazioni, guerre. Formata alla scuola di padre Raffaele Nogaro Vescovo, di don Tonino Bello, don Lorenzo MIlani, di padre Alex Zanotelli.  Nel linguaggio che usa Agnese per cantare, per parlare, per comunicare, “Pace” non è mai una semplice parola, ma è sentimento, coscienza, necessità, che diventa virtù. Non esiste giorno senza la sua presenza nelle strade, nelle scuole, nelle città, nei borghi, tra la gente. Non vi è giorno in cui non venga impiantato un “albero della Pace” sul lunghissimo sentiero della Pace costruito tra i comuni della nostra massacrata terra. Di Agnese mi inebria il suo modo genuinamente tenace di insistere in un mondo che tende a scoraggiarsi e a deporre le armi, in un’epoca squallidamente vuota di princìpi morali, in un contesto sociale che non tollera le “ripetizioni” e che si scoccia di parlare di ideali. Agnese ripete all’infinito che le ingiustizie sociali dominano questa maltrattata terra. Non vibra corda o non urla parola se non per richiamare l’Umanità a rendersi conto che tutto potrebbe finire da un momento all’altro se non facciamo qualcosa, se non cambiamo, se i capi del mondo non si fanno l’esame di coscienza. Agnese è contro il silenzio che oscura tutti i mali che esistono sul pianeta. Agnese ama un mondo che non vuole amarsi, il mondo che stiamo perdendo, il mondo che sta svanendo tra crimini ambientali, nelle ingiustizie sociali, consumando violenze contro gli indifesi, i poveri e gli onesti. Tutte le gesta di Agnese, in tutti i campi in cui si offre da decenni volontariamente, sono autentici capolavori di umanità, generosi atti di partecipazione, attestazioni di incrollabile impegno.

La sua ultima canzone, “Accendi la PACE” dedicata alle vittime di guerra, (musica e testo di Agnese Ginocchio, arrangiamento del Maestro Niki Saggiomo) corredata di un video, in questo momento drammatico della storia che stiamo vivendo, fondatrice e presidente della sezione provinciale del “Movimento Internazionale per la Pace e la Salvaguardia del Creato Terzo Millennio” vuole essere, in ogni passo delle sue mirabili intenzioni, la voce e l’inno dei tanti giovani protagonisti della grande mobilitazione della Fiaccola della Pace, la grande Marcia itinerante con a capo la Fiaccola, dedicata ai percorsi della memoria storica dei 100 anni della grande guerra.
Una “memoria” che ha attraversato in tanti anni tantissimi comuni, dal più grande al più piccolo, di Terra di Lavoro e anche della Campania, coinvolgendo scuole e alunni, unendoli nel grido della Pace. ”Così esordisce il giornalista Nicola Ciaramella, direttore del Corriere di S. Nicola che alla cantautrice ha dedicato articoli e pagine intere del suo percorso impegnato:”Nel video-documentario che accompagna il brano, sono state riportate alcune delle Marce con la Fiaccola della Pace svolte in questi anni. “Impossibile riportarle tutte, -scrive Agnese Ginocchio in un suo post su facebook- mai basterebbe un solo brano. Durante il lavoro di montaggio mi son accorta che mancavano ancora tante scene, così ho deciso di allungarlo a oltre 15 minuti inserendo un altro mio brano composto anni or sono, ma tuttora attuale: si tratta di “Bandiere di Pace”, eseguito proprio alcuni giorni fa dagli alunni del plesso della primaria don Milani di Brezza dell’IC di Grazzanise, una delle nostre “Scuole di Pace”, durante la manifestazione della Pace “No War” contro la guerra in Ucraina. In realtà, “Bandiere di Pace” completa “Accendi la Pace”, proprio perché dedicato alla storia delle “Marce per la Pace”. I brani sono stati arrangiati dal maestro polistrumentista Niki Saggiomo di Napoli, che ringrazio per la pazienza dimostrata (a causa delle norme anticovid ha lavorato parecchio; infatti abbiamo dovuto inserire le parti del coro e le seconde voci rafforzate “a distanza” comunicando via whatsapp”), come ringrazio il coro Gospel africano della comunità dei missionari comboniani di Castel Volturno (le scene riprese sono presso la Chiesa del Centro Fernandez dove il coro si incontra). Ringrazio, infine, la rappresentanza simbolica degli alunni di scuole aderenti alla mobilitazione della Fiaccola della Pace e Rete Pangea di Scampia dove abbiamo girato un’altra scena presso il Giardino della Nonviolenza e dei Cinque Continenti, con i giovani di “Dignità e Bellezza” e con la famiglia di Stefania Formicola, il cui figlioletto ”Mario” ha partecipato alla parte di una strofa”. Per tutte le didascalie che compongono il video collegarsi alla pagina fb della cantautrice per la Pace ( link: https://fb.watch/bSTHf9Yyuy/ )  da dove si può accedere al video che accompagna il brano: Questo invece il link del brano su youtube:

 

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Un dibattito pacifista: la guerra nucleare è follia

Un dibattito pacifista: Marescotti e Novara

Il Centro psicopedagogico per la pace, l’educazione e la gestione dei conflitti

Un dibattito pacifista: Marescotti e Novara

La guerra nucleare è follia

di Laura Tussi

Introduzione: l’impegno pacifista e nonviolento.

Come giornalista, scrittrice e attivista per la pace, per l’antifascismo e la nonviolenza sono molto motivata a relazionare i seminari online proposti da PeaceLink per il loro alto livello di idealità inerente i temi di cui tutti insieme noi pacifisti ci occupiamo e in cui soprattutto crediamo.

Nell’ambito di un webinar di PeaceLink condotto da Alessandro Marescotti, Daniele Novara, noto pacifista e pedagogista, tratta degli argomenti in questione con una posizione netta inerente il problema della guerra in campo pubblico e sull’impatto della guerra nel mondo della scuola.

Quale può essere il ruolo del mondo educativo in questo difficile momento dove stiamo proiettando dentro di noi e introiettando psicologicamente narrazioni di guerra “giusta” che lascia segni nell’immaginario e nell’inconscio personali e segni e cicatrici di inquietudine nell’immaginario collettivo e nella coscienza collettiva? Uno dei primi libri di Daniele Novara, Educazione al disarmo, del 1984 nella collana Scegliere la Pace, apre la strada a molti altri studi sulla pace e sulla gestione dei conflitti.

Alessandro Marescotti, che conduce il dibattito, chiede come è nato il Centro psicopedagogico per la pace, l’educazione e la gestione dei conflitti che per noi pacifisti è stato e sarà sempre un punto di riferimento e lo è tuttora.

Daniele Novara ha sempre voluto scegliere fortemente e in modo molto motivato di fare il pedagogista.

Alla sua epoca si doveva decidere per il servizio militare o per l’obiezione di coscienza e lui ovviamente scelse l’obiezione per la sua idealità forte e con una ferma decisione nata e derivante dalla lettura e dall’esperienza formatasi sui libri di Milani, Dolci, e soprattutto Silone per il suo fervente Antifascismo.

 

Le scelte dettate dalle idealità.

Daniele Novara ha avuto la fortuna e l’onore di frequentare e conoscere Danilo Dolci che considera il suo maestro e che attuò tecniche gandhiane in tutta Italia.

Dolci lo coinvolse nella collaborazione per un progetto educativo alla pace e per creare un centro permanente e fu incoraggiato da ambienti pacifisti negli anni ‘80 che erano contro gli euromissili stoccati e stanziati anche a Comiso. Nel 1989, con la caduta del muro di Berlino, il Centro psicopedagogico per la pace, l’educazione e la gestione dei conflitti è cresciuto, tra moltissime esperienze e studi pratici, attivi e teorici, perchè la pace non è una questione di buoni sentimenti, ma significa sapere gestire i conflitti, ossia essere attivi e intelligenti nelle situazioni di contrarietà non solo nei microsistemi, ma anche nei macrosistemi soprattutto tramite la nonviolenza gandhiana.

È necessario attivare la resistenza nonviolenta perché combattere la violenza con la violenza e la guerra con la guerra non è assolutamente la soluzione.

Gandhi, come Mandela, King e tanti promotori di movimenti nonviolenti nel mondo attuarono questo sistema.

Anche con la caduta della guerra fredda, in Europa furono attuate tecniche nonviolente.

L’Ucraina non ha scelto la nonviolenza e rischia di finire in un massacro, in una vera e propria carneficina, portando il mondo verso l’ecatombe.

 

E’ sempre più necessario imparare a gestire i conflitti anche a livello microsociale.

Alessandro Marescotti, Presidente di PeaceLink, chiede a Daniele Novara come si è evoluta l’idea del Centro psicopedagogico per la pace, l’educazione e la gestione dei conflitti.

Novara risponde che sono stati attivati tanti corsi a tema e oggi questa realtà è diventata un istituto pedagogico che opera nelle situazioni di conflittualità, nella radice dei conflitti da cui si parte sempre per costruire relazioni e comportamenti di comunicazione a partire da una buona gestione dei conflitti.

“Questa è un’area di lavoro ed impegno che nasce dal mio essere obiettore di coscienza. La mia speranza è fare solo il pedagogista e mi ritrovo a fare sempre il pacifista in questo mondo eterno di guerre” sostiene Novara.

Marescotti dice che sulla rivista Vita ha letto che nella guerra in Ucraina non conta chi ha ragione. E questo ovviamente è dettato dall’incubo dell’escalation nucleare che prevede la morte totale, l’ecatombe umana, la fine di tutto. E quindi tutti noi ci chiediamo se la scuola ha consapevolezza dell’ecatombe nucleare? Di cosa significa inverno e guerra nucleare? Ci sono cose che a scuola sono attuate e messe subito in pratica per l’emergenza educativa, cercando di individuare proposte educative e pedagogiche di nonviolenza, basate sulla nonviolenza attiva.

 

La guerra nucleare è follia: la scuola deve aiutare a imparare a pensare.

La scuola deve educare ad essere attivi.

Un’educazione alla pace per fare imparare a pensare, ad aprire il dibattito, a portare il confronto tra ragazzi che devono parlare anche a tavolino, devono trovare la forza per contestare e dire no e basta e ribellarsi a un destino che toglie loro il futuro. Un destino di guerra, di disuguaglianza sociale, di catastrofe climatica, di violenza strutturale.

La guerra è ormai in un immaginario molto pericoloso.

Non vi è più speranza e le armi alimentano la guerra.

Occorrono il confronto e il dialogo e la solidarietà e la cooperazione perché si tratta della nostra vita, dei nostri figli, dei nostri bambini. Alimentare la speranza nella “pedagogia della speranza” come sosteneva e praticava Freire.

 

La dimensione della speranza contro le guerre, per opporci al delirio nucleare.

Come possiamo portare nella scuola la dimensione della speranza? La dimensione della resistenza nonviolenta è basata sulla non collaborazione e il boicottaggio che consistono in parte nella resistenza gandhiana.

Il parlamento italiano decide di mandare armi in Ucraina, alimentando la guerra e questo è letteralmente disgustoso e segnala la mancanza di senso politico. Una classe politica estremamente ignorante e che non conosce la Storia. L’Ucraina non ha nessuna possibilità sulla Russia. L’Ucraina è un paese povero e spera che la Nato intervenga con la terza guerra mondiale, ma convintamente non possiamo permettere che divampi la terza guerra mondiale perché sfocerebbe nella guerra nucleare. Nella conflagrazione finale. Il discorso della speranza: come possiamo portare la speranza progettuale a scuola? Restituire attivismo e restituendo progettualità ai ragazzi. Il covid è stato una situazione tragica e stantia. La guerra incupisce ancora di più questo periodo, questo clima di odio e di nazionalismo esacerbato.

Occorre applicare l’articolo 11 della Costituzione italiana che ripudia la guerra e i temi della nonviolenza, della pace e argomenti pedagogici, di alto pensiero e non gli argomenti dell’epicalità bellica.

 

Il clima di pressione che fomenta la terza guerra mondiale e il baratro nucleare.

Sta subentrando un clima di pressione che fomenta la terza guerra mondiale. Ma gli italiani sono consultati per la volontà di entrare in guerra? L’Italia manda armi in Ucraina e entra in gioco una dinamica in cui il confine di guerra contro la Russia è molto labile. Molta manipolazione dell’opinione pubblica da entrambe le parti. Ci sarà l’inverno nucleare? La scuola ormai è in uno stato letargico. Freire spronava a prendere coscienza e non a subire: subiamo purtroppo l’idea della guerra nucleare. Franco Fornari negli anni ‘60 scrisse un libro con un personaggio che aveva un grave delirio psicotico per cui voleva la guerra nucleare a ogni costo. E così l’informazione, pur di fare audience, strumentalizza.

Al contrario di tutto questo, subentra il bisogno di costruire la ricomposizione e la cooperazione e spingere i belligeranti a parlare tra loro e a fare mediazione e a non aizzare la guerra nucleare. La guerra è una via senza ritorno, una strage efferatissima. Porterà solo all’estinzione del genere umano e alla fine della nostra storia. L’adolescente ha performances cognitive migliori dell’adulto, ma deve avere accesso a informazioni corrette e reali. Come si vince la guerra nucleare? Nella guerra nucleare perdono tutti. Solo con il primo colpo. Non c’è un tempo. La Nato è in grado di difendere l’Europa? E’ una falsità. Non esiste la difesa nucleare. La deterrenza è un concetto di non utilizzo assoluto delle armi nucleari.

La guerra nucleare è follia. Il conflitto ha a che fare con le nostre relazioni, dal verbo latino cum-fligere ed è diverso dalla guerra che è drammatica e significa disperazione e comporta distruzione. Conflitto e guerra non sono sinonimi, secondo la pedagogia di Novara.

 

Alessandro Marescotti presenta il progetto SUPERPACE.

Alessandro Marescotti presenta il grande e ambizioso progetto SUperPace, le scuole e le università per la pace con gli studenti e gli insegnanti per dare vita a un dibattito di coscientizzazione contro la guerra con SUperPace.

Come collaborare e promuovere una scuola a una presa di coscienza sulla pace? SUperPace è una rete di collegamento, è un raccordo tra realtà che praticano educazione alla pace. Un database di docenti, insegnanti, studenti, ricercatori per far emergere la positività della scuola. È un progetto che punta a una ricerca/azione educativa.

Il progetto SUperPace ha come riferimenti normativi l’articolo 11 della Costituzione repubblicana, l’Agenda ONU 2030 nell’obiettivo 16 che riguarda la pace e le istituzioni solide e l’obiettivo quattro sull’educazione alla nonviolenza.

Altri obiettivi sono la dichiarazione ONU sul diritto alla pace, all’educazione e al disarmo promossa dall’ONU nel 2002; nella progettualità didattica e educativa vi è un interscambio tra scuola e territorio di arricchimento reciproco per sviluppare l’educazione alla pace attraverso collegamenti con la piattaforma educativa Indire in una ricerca – condivisione – cooperazione che sono i cardini del progetto SUperPace.

È infatti necessario essere responsabili e aiutare alla consapevolezza per uscire dall’idea dello scontro. È necessario sviluppare un approccio potente con idealità, idee e ideali. Ogni scuola dovrebbe esporre la bandiera della pace. Infatti chi è impegnato nell’educazione è impegnato in politica e nella politica della pace. Il fascismo voleva impartire una diseducazione, un indottrinamento distorto e imporre nei militanti il militarismo. Anche con l’imposizione ai balilla dei disvalori dell’efferatezza violenta, della competizione a oltranza. Poi anche la scuola si è ribellata.

Come proclamava Maria Montessori, perseguitata dal fascismo: “Tutti parlano di pace, ma nessuno educa alla pace. A questo mondo, si educa per la competizione e la competizione è l’inizio di ogni guerra. Quando si educherà per la cooperazione, e per offrirci l’un l’altro solidarietà, quel giorno si starà educando per la pace “.

Per approfondire:

https://www.peacelink.it/pace/a/49042.html

Dialogo fra Alessandro Marescotti e Daniele Novara

Contro la cultura della guerra educa alla pace

Nel webinar è stato presentato il progetto SUPERPACE (Scuole e Università per la Pace), un database online per collegare le esperienze di educazione alla pace e per favorire la cooperazione educativa.

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Il maestro Bimbisvegli

Il maestro Bimbisvegli

Un maestro per fare scuola dal basso che fa rima con pace e Nonviolenza.
Intervista a Giampiero Monaca con il progetto Bimbisvegli

Giampiero Monaca, il maestro attivista che si ispira a Montessori, Don Milani, Freinet, Freire e molti altri illustri pedagogisti della storia dell’educazione per condurre e portare avanti un progetto condiviso da genitori e alunni e di impronta pedagogica ed educativa dal titolo Bimbisvegli che purtroppo ha incontrato il lassismo e il menefreghismo di alcune istituzioni.
Ma ne parlerà il maestro Monaca in questa intervista inedita e esclusiva per fare il punto della situazione sul progetto Bimbisvegli.

Un progetto in grado di smuovere in tutti i sensi le coscienze di grandi e piccoli sulla necessità di fare scuola dal basso e con i mezzi a disposizione.
Quando questi mezzi non vengono investiti nella guerra e per le spese militari e l’addestramento militaresco dei più piccoli, come in epoca fascista.
Giampiero, quali motivazioni ti hanno portato a seguire le orme dei grandi della pedagogia? 

Tutto l’avventuroso percorso con le bimbe e i bimbisvegli è nato dalla costante osservazione grata e meravigliata, dei meravigliosi “scatti cognitivi” cui siamo testimoni e in parte artefici insieme alle nostre alunne ed alunni, in classe, quasi quotidianamente. Come maestro ed adulto accompagnatore di questi “cuccioli d’uomo e donna” che crescono, non smetto mai di restare affascinato quando una di loro sviluppa il primo pensiero logico astratto, o uno di loro impara in modo definitivo il valore delle quantità o il senso del tempo. Questo camminare insieme, mi ha portato, sin da subito, a osservare quali e quanto profondi possano essere i pensieri dei bambini su temi sociali o umani, a volte la loro schiettezza disarmata e disarmante ha bisogno solo di piccole rimodulazioni per diventare un progetto o un ideale applicabile alla società, in grado di rendere il mondo un po’ più bello e giusto. Dice spesso Francesco Tonucci “una società a misura di bambino è migliore per tutti”. Ecco Bimbisvegli è quello spazio intellettuale e fisico, emotivo, cooperativo, aperto, nonviolento, solidale in cui i piccoli sono incentivati a progettare azioni per una società migliore per tutti.
Il termine stesso Bimbisvegli racchiude in sé i due pilastri su cui si incardina l’intero intervento educativo.
Bimbi: si sostengono negli alunni tutti i diritti basilari dell’infanzia, tutte le caratteristiche delle tappe evolutive che ognuno di loro attraversa, ponendo in essere attività prevalentemente basate su un approccio empatico, affascinante, coinvolgente, sensoriale.

Ricordandoci del delicato momento evolutivo in cui si trovano i bambini di età 6-11 anni, molte attività saranno introdotte con il gioco: fare tutto con il gioco, ma niente per gioco.

I bambini, piccoli individui in formazione, vengono accolti nel loro bisogno di esprimere la loro fantasia, emotività, corporeità, empatia.

Svegli: si riconosce ai bambini, futuri adulti, cittadini del mondo che sarà, importanza e diritto a osservare il mondo, porsi domande, trovare e proporre soluzioni: esprimersi con la consapevolezza di essere ascoltati.
Per sostenere e favorire questa inclinazione a coinvolgersi per il bene comune e diventare futuri cittadini, solidali, critici e attivi, si coinvolgono i bambini nella maggior parte delle decisioni di classe: si leggono notizie d’attualità, si presentano personaggi del passato e del presente, che con il loro esempio e con il coraggio di scelte coerenti hanno saputo illuminare e rendere il mondo più bello e giusto.
Siamo tutti “nani su spalle di giganti”, i nostri bambini che imparano grazie a noi a guardare un po’ più in là, ma anche noi insegnanti, io per primo non posso che riconoscere con gratitudine che l’esempio e le competenze professionali dei miei genitori (mamma super maestra montessoriana, papà educatore e sociologo) alle esperienze ed all’approfondimento del metodo scout e alle lezioni di pedagogia del professor Remo Fornaca e di psicologia dell’età evolutiva dei professor Rocco Quaglia ed Aldo Bertinetti, hanno rappresentato per me un substrato di metariflessione e di formazione assai fertile.

Bimbisvegli, tra l’altro, è un progetto molto flessibile e può essere praticato in città come in contesto rurale e, praticamente a costo zero, fatto questo non da poco data le ristrettezze dei finanziamenti e la tendenza a sospingere principalmente progetti patrocinati da enti bancari e benefattori che in cambio richiedono, quasi sempre, una qualche complicità con il sistema capitalistico o finanziario.

Bimbisvegli no, è un progetto praticato da persone libere, che mira alla formazione di persone libere, sin da piccoli.

l’Italia spende quotidianamente 98 milioni di euro per sovvenzionare l’intero apparato militare del nostro Paese. Quando ricordo questo dato a scuola, solitamente gli adulti sono increduli, i bambini si indignano fortemente.

Grazie all’esercizio della “matematica con i numeri giusti” è facile impostare problemi che evidenziano quanti serramenti isolanti per le nostre scuole, o quante palestre, o addirittura quante scuole o ospedali in paesi poveri si rinuncia a finanziare. Ogni settimana, sopra le nostre teste passano due caccia militari da addestramento che dall’aeroporto di Cameri vanno a quello di Pisa. Con i bambini e le bambine, ricordiamo che solo di carburante viene bruciato il valore di 80000 dosi di vaccino o di 25 apparecchiature di ventilazione o lo stipendio annuo di 10 infermieri e 5 medici.

 

Il modello scolastico Bimbisvegli può definirsi un progetto disarmista, antimilitarista, nonviolento e per la pace? 

Certamente lo è nel quotidiano, come si può desumere dagli esempi qui sopra, ma anche grazie ad alcuni strumenti specifici come, ad esempio la “linea del tempo dei disobbedienti che han reso il mondo più bello e in ogni aula è presente una linea del tempo sulla quale vengono inseriti personaggi significativi dei quali via via, la classe prende consapevolezza.

Ogni evoluzione, ogni scoperta, sia a livello storico/sociale, che bio/fisiologico avviene per divergenza dalla norma e dalle consuetudine. Il coraggio di cambiare idea, di scegliere la propria strada, di essere originali con l’obiettivo di trovare soluzioni a situazioni di ingiustizia per rendere il mondo migliore e la società più equa, viene presentato grazie a personaggi del passato ed attuali che lo hanno incarnato: da Antigone a Don Milani, da Yehoshua Ben Youssef a Montessori, da Ipazia a Vittorio Arrigoni, da Luther King a Renato Accorinti, da Greta Thunberg a David Grassi, da Falcone e Borsellino a Peppino Impastato. Tutti trovano il proprio posto, sotto forma di figurine disegnate dai bimbi e poste in questa semplice linea del tempo (posta al di sopra della lavagna), via via che se ne parla in classe, diventando una specie di “pantheon laico” che contemporaneamente permette a tutti di avere continuamente un riferimento etico e storico temporale.

In quale personaggio della nonviolenza ti rispecchi maggiormente?

Non oso accostarmi ad uno o una nello specifico, certamente Rosa Parks e Danilo Dolci, Peppino Impastato, Vittorio Arrigoni…come ho scritto nella dedica del film Antigone, girato insieme ai nostri alunni e visibile su youtube, a noi spetta soprattutto trovare il nostro personale equilibrio tra il coraggio di ardere, illuminando la strada agli altri e la forza di sopravvivere per raccontare la storia raccogliendo il testimone. Tra Antigone e tra Peppino e Giovanni Impastato, tra M.L.K e Rosa Parks. Una anticipazione: stiamo sottotitolando il film Antigone in ebraico e palestinese, affiancando i titoli in ogni scena, rendendo simbolicamente possibile la visione del film da una platea mista, in una notte di tregua tra fratelli in guerra. E’ quasi il succo della scuola stessa: imparare la storia passata per riconoscere ed evitare qualche errore futuro.

 

Come trovi la forza di continuare nonostante il menefreghismo e il lassismo delle istituzioni?

“Due strade incontrai nel bosco ed io ho scelto quella meno battuta, questo ha fatto tutta la differenza” sarò idealista, ma quando ho ascoltato questi versi di Frost da Robin Williams in “L’attimo fuggente” mi è cambiata profondamente la vita, ed ancora oggi, in tutta questa vicenda di confronto con le scelte di colei che percepisce lo stipendio da dirigente della mia scuola, mi sono reso conto che da sempre ogni mia scelta personale e professionale è sempre stata in qualche modo diretta verso strade alternative, forse per spirito di esplorazione o per creatività, senza giudizio per chi sceglie altri percorsi, sono fatto così.
In un futuro prossimo potremo attivare una innovativa collaborazione che sposa le nostre cause comuni tramite le presentazioni dei libri che trattano di Resistenza e Nonviolenza creativa, dal Premio Nobel per la pace per il disarmo nucleare universale con note di Resistenza tra Memoria e futuro per una nuova umanità?

Speriamo davvero, il mondo ha sempre bisogno di costruttori di pace, lo dimostrano, se mai ci fosse stato bisogno di una conferma, gli eventi di crisi internazionale. La pace vera, basata su libertà e giustizia, deve essere sperimentata vissuta, introiettata, con occhi aperti come bimbe e bimbisvegli, che imparano sin da piccoli come funziona il mondo ed imparano per essere cittadini critici ed affidabili, persone felici e solidali, impegnate a rendere il mondo un po’ più bello e giusto.

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La violenza non è il mio destino – Testimonianze da Pineto, Teramo

PRESENTAZIONE

La violenza non è il mio destino – Testimonianze da Pineto, Teramo

Sabato 12 marzo 2022

ore 17:00

Sabato 12 marzo alle 17 l’associazione il Nastro Rosa presenterà “la violenza non è il mio destino” nella sala teatro polifunzionale a Pineto. L’evento nasce con la finalità di trattare un fenomeno purtroppo ancora oggi più che presente: la violenza contro le donne. “Come associazione lavoriamo da anni sul territorio per contrastare questo fenomeno e sopratutto per sdoganarlo affinché la conoscenza dello stesso possa aprire nuove strade e promuovere una nuova coscienza basata prima di tutto sul supporto alle vittime, affinché nessuna donna si senta abbandonata, non solo da un punto di vista giuridico ma anche umano. Ogni giorno molte donne vivono una guerra invisibile ed è necessario affrontare questa piaga con costanza affinché non sia relegata solo a poche date convenzionali. Ringraziamo anticipatamente le testimonianze che avremo modo di ascoltare e che promuoveranno l’importanza del racconto di chi ha vissuto e vive determinate situazioni”. L’evento inizierà con i saluti istituzionali e sarà accompagnato da un intermezzo musicale e moderato dal giornalista Braccilli. A completamento delle testimonianze sarà dato spazio a una tavola rotonda. Verrà proiettato un video a tema inerente la presentazione del libro LA VIOLENZA NON è IL MIO DESTINO, a cura di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici – PeaceLink

Per maggiori informazioni:

Tiziana Di Ruscio
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Evento – Pamphlet ecologico: il pensiero ecologico di Virginio Bettini

AgoraVox Italia

Evento – Pamphlet ecologico: il pensiero ecologico di Virginio Bettini

​Siamo di fronte a un momento chiave per la transazione ecologica: molti dei paesi occidentali sono lungi dal ridurre le loro emissioni di gas serra, che foreste e suolo non riescono più ad assoribire. Alcuni Stati europei hanno preso delle misure, tutt’altro che incisive, mentre le sovvenzioni al settore delle energie fossili sono più che raddoppiate negli ultimi dieci anni. Ci si aspetterebbe allora un certo impegno in profonde riforme delle politiche pubbliche e dell’economia ma, nonostante le buone idee non manchino, si fatica ancora a implementare nuovi progetti con efficacia su scala globale.

Virginio Bettini (1942-2020) è stato pioniere dell’ecologia “italiana commoneriana”.
La sua è stata una vita di studio, ricerca e attivismo.
Dal 1971 al 2012 ha insegnato all’Università di Architettura di Venezia (IUAV), ecologia, analisi e valutazione ambientale ed ecologia del paesaggio. Autore di libri, ricerche e articoli che hanno dato un contributo essenziale all’ambientalismo critico nel nostro paese ha messo il suo sapere al servizio dei movimenti e delle comunità.
Interverranno:
Paolo Ferrero, Vicepresidente del Partito della Sinistra Europea
Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea
David Boldrin Weffort, Ricercatore
Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, PeaceLink
Renato Franchi, Musica

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