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La Terza Marcia Mondiale per la pace e la Nonviolenza. Per lanciare messaggi di pace e ponti di dialogo contro le guerre

di Laura Tussi (sito)

La Terza Marcia Mondiale per la pace e la Nonviolenza che parte a ottobre dal Costa Rica. Per lanciare messaggi di pace e ponti di dialogo contro le guerre.

di Laura Tussi su FARO DI ROMA

Con la preziosa collaborazione di Alessandro Capuzzo

La Terza Marcia Mondiale per la pace e la nonviolenza inizierà a San José de Costa Rica, il 2 ottobre 2024, Giornata internazionale della nonviolenza.
Attraverserà i 5 continenti e si concluderà in Costa Rica il 5 gennaio 2025

La Marcia Mondiale è un progetto di sensibilizzazione sulla situazione internazionale riguardo ai conflitti armati, alla violenza e alla discriminazione in atto nel mondo, e di proporre la riduzione progressiva delle spese militari dei vari paesi e lo smantellamento degli arsenali nucleari.

Le idealità e gli obiettivi della Marcia Mondiale per la pace e la nonviolenza. E’ stata la prima marcia mondiale su queste tematiche svoltasi nella storia

A quattordici anni dalla Prima Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, le ragioni che l’avevano motivata, lungi dal ridursi, si sono rafforzate. Oggi, la Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza è ancora più necessaria. Per denunciare la pericolosa situazione mondiale caratterizzata da conflitti crescenti, creare coscienza, valorizzare le azioni positive, dare voce alle nuove generazioni e alla cultura della nonviolenza in tutte le sue forme e aspetti e declinazioni.

Una realtà sempre più disumanizzata e disumanizzante con migranti che richiedono asilo e assistenza e accoglienza e solidarietà nei nostri territori e fuggono da disastri ambientali e guerre e terrorismo e manovre economiche dove le Nazioni Unite perdono di credibilità e forza

Viviamo in un mondo in cui la disumanizzazione sta crescendo, e nemmeno le Nazioni Unite sono più un riferimento nella risoluzione dei conflitti internazionali. Un mondo devastato da numerose guerre, in cui lo scontro tra le potenze dominanti ed emergenti colpisce prima di tutto le popolazioni civili.

L’occidente cosiddetto civilizzato persegue, invece di risolvere le guerre e le migrazioni forzate, in una politica di riarmo e guerrafondaia e le spese militari nel mondo crescono e aumentano esponenzialmente generando pericoli per l’umanità come l’incremento militaresco e bellicista e l’escalation nucleare

Un mondo con milioni di migranti, rifugiati e sfollati ambientali e profughi costretti ad attraversare confini permeati di ingiustizia e morte, e in cui le guerre e i massacri trovano giustificazione in dispute per risorse sempre più limitate.

La disuguaglianza globale per cui un ristretto numero di potenti detiene la stragrande maggioranza dei beni comuni del pianeta indispensabili per il sostentamento e la sopravvivenza dell’intera umanità

Un mondo in cui la concentrazione del potere economico nelle mani di pochi compromette, persino nei paesi sviluppati, ogni speranza di realizzare una società basata sul benessere per tutti.

In sintesi, è un mondo in cui la giustificazione della violenza, in nome della “sicurezza”, porta alla crescita di scontri bellici di proporzioni incontrollabili

Il 22 gennaio 2021, ricorre l’entrata in vigore del Trattato di Proibizione delle armi nucleari. Come festeggiare il suo terzo anniversario mentre continuano ad aumentare gli stati che lo ratificano e siamo già giunti al secondo incontro/confronto tra di loro?

Perché l’Italia e tutte le nazioni sotto il controllo Nato non ratificano il TPNW? E la Marcia Mondiale si fa portavoce del TPNW, nonostante tutti gli ostacoli imposti dal sistema di guerra e dall’establishment belligerante e di militarizzazione dei popoli

Dal lontano 1945, la bomba atomica ha fatto la sua entrata trionfante anche nella nostra immaginazione. Innumerevoli opere, dal fumetto al cinema, hanno descritto cosa potrebbe accadere in caso di un conflitto nucleare, ci hanno immerso in un futuro in cui l’energia atomica avrebbe potuto migliorare la vita di tutti o ci hanno rivelato i retroscena di eventi fondamentali del secolo scorso.

La mostra “La bomba” ci racconta il fenomeno dell’atomica attraverso il mondo contemporaneo del fumetto e dell’immaginario, presentando tavole originali, manifesti cinematografici, riviste e giornali dell’epoca, video e oggetti simbolici

Con il Museo del Fumetto, come Marcia Mondiale per la Pace e per la Nonviolenza, abbiamo allo studio diverse iniziative, tra queste una mostra sui fumetti dedicati alla Nonviolenza.

Verso la terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza con partenza a ottobre dal Costa Rica.

Dopo le due marce mondiali del 2009-2010 e del 2019-2020 che hanno percorso i cinque continenti, la Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza è prevista per il 2024 e il 2025.

La presenza di Rafael de la Rubia, ideatore della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza e coordinatore delle prime due edizioni, ha consentito di organizzare una serie di incontri in Italia per lanciare la terza Marcia Mondiale, in programma dal 2 ottobre 2024 al 5 gennaio 2025, con partenza e arrivo a San José in Costa Rica.

Il primo di questi incontri si è svolto sabato 4 febbraio 2024 a Bologna al Centro di Documentazione delle Donne. Rafael de la Rubia ha approfittato dell’occasione per un breve ricordo delle prime due edizioni della marcia

 La prima, partita dalla Nuova Zelanda il 2 ottobre 2009 e terminata a Punta de Vacas il 2 gennaio 2010 ha aggregato intorno al progetto più di duemila organizzazioni. Data l’importanza dei temi della pace e della nonviolenza e il forte valore simbolico che fin da subito ha acquisito la prima marcia mondiale, si è pensato per la seconda di cambiare paradigma e di tentare di organizzare una nuova marcia a partire dalle attività di base, senza un’organizzazione centralizzata.

La riuscita della Marcia per la Pace e la Nonviolenza in America Latina ha consentito di verificare che questo tipo di approccio funziona, con le attività di base e senza una organizzazione centralizzata

Così è partito il progetto della seconda Marcia Mondiale. Partita da Madrid il 2 ottobre 2019 e conclusa sempre della capitale spagnola l’8 marzo 2020. Ha coinvolto più organizzazioni locali della precedente Marcia ed é durata diversi giorni di più, malgrado i problemi generati, soprattutto in Italia, dall’inizio della pandemia Covid19.

Un nuovo inizio ufficiale in Italia dopo la convulsa conclusione del 2020 quando la pandemia impedì il passaggio della delegazione internazionale

E nonostante questo l’entusiasmo, il desiderio di continuare insieme permea ancora tutte le realtà legate alla marcia, con la grande consapevolezza e concretezza del momento che stiamo vivendo.

Gli incontri del 2023 a supporto della marcia mondiale per la pace e la nonviolenza tenuti a Brescia con istituzioni e associazioni

Il Presidente dell’ANPI ha garantito che investirà la sua associazione di una discussione sul tema nell’ottica di trovare modalità di azione utili a far conoscere l’iniziativa della Marcia mondiale per la pace e la nonviolenza e a sostenerla.

Una ingente e consistente presenza e partecipazione del mondo pacifista e antimilitarista e dell’attivismo nonviolento in contrasto e opposizione con le basi militari e nucleari della Nato

La delegazione di attivisti pacifisti attribuisce una valutazione positiva degli incontri ed invita tutte le realtà pacifiste ed antimilitariste a svolgere iniziative analoghe a questa, a partire da Pordenone-Aviano, sedi nucleari e basi Nato, consegnando il testo della Denuncia a Prefetture, Province e Comuni capoluogo delle città ove essi operano. Contestualmente i denuncianti faranno circolare un invito a condividere il testo della Denuncia a cittadini ed associazioni sensibili.

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Il Blog dei Lavoratori e Delegati indipendenti di Pisa: agire localmente e pensare internazionalmente per il mondo del lavoro in un’ottica geopolitica di pace

di LAURA TUSSI

Conoscete il Blog di Lavoratori e Delegati Sindacali?

Si tratta di un piccolo grande esperimento di #informazione libera da influenze e da copyright, che raccoglie al suo interno istanze, richieste e problematiche provenienti dal mondo del lavoro…ma non solo!

Un Blog di Lavoratori e Delegati sindacali che nasce a Pisa per raccogliere e diffondere le istanze e le richieste e problematiche provenienti dal mondo del lavoro, anche a livello nazionale e internazionale. Ma non solo. Nello specifico, per fare informazione collegata all’attualità e approfondimenti di un passato più o meno recente, con prospettive orientate verso il futuro prossimo. Ne parliamo con il direttore Federico Giusti.

Abbiamo chiesto a Federico Giusti, tra gli animatori del blog delegati e lavoratori indipendenti, di raccontarci della loro esperienza iniziata anni or sono e ormai consolidata. Nel panorama asfittico della informazione, il blog si presenta come strumento aperto e incline alla libera discussione. Federico Giusti tiene a precisare che oggi sia indispensabile ricostruire una cassetta degli attrezzi aggiornata che unisca la critica al pensiero della sinistra neoliberale a una opposizione contro i dettami di Maastricht, fino a analizzare lo smantellamento del welfare per restituire linfa vitale ai precetti neoliberisti dello stato leggero e della centralità del mercato e delle spese belliche e militari. Gli animatori del blog hanno recentemente criticato la supponenza anche di settori della informazione comunista europea verso le elezioni europee e al contempo la sottovalutazione delle contraddizioni che vanno emergendo rispetto alla cosiddetta svolta green. Abbiamo rivolto a Federico alcune domande che ci auguriamo siano di interesse per i nostri lettori.

Partire dal lavoro, dai lavoratori e dalle lavoratrici per approdare a temi quali il pacifismo, la critica al neoliberismo, l’attualità politica, il sindacalismo. È questo l’obiettivo del blog dei lavoratori e delegati sindacali di Pisa, un piccolo grande esperimento di informazione libera da influenze e da copyright, come ci spiega uno dei curatori Federico Giusti.

PisaToscana – «Oggi è indispensabile ricostruire una cassetta degli attrezzi aggiornata che unisca la critica al pensiero della sinistra neoliberale a una opposizione contro i dettami di Maastricht, fino a analizzare lo smantellamento del welfare per restituire linfa vitale ai precetti neoliberisti dello stato leggero e della centralità del mercato e delle spese belliche e militari». Esordisce così Federico Giusti, fra gli animatori del blog di lavoratori e delegati sindacali di Pisa.

Un progetto prima di tutto d’informazione che nasce per raccogliere e diffondere le istanze e le richieste e problematiche provenienti dal mondo del lavoro, anche a livello nazionale e internazionale. Ma non solo. Nello specifico, per fare informazione collegata all’attualità e approfondimenti di un passato più o meno recente, con prospettive orientate verso il futuro prossimo.

Come nasce il blog delegati e lavoratori indipendenti?

Nasce per due bisogni reali: costruire informazione a partire dai luoghi di lavoro e dopo avere preso atto della inadeguatezza dei siti sindacali che sovente non offrono spazi adeguati agli approfondimenti, la stessa considerazione vale per alcune testate divenute organo di organizzazioni politiche. Il blog si avvicina anche ai grandi temi geostrategici e della politica internazionale

Quali sono i vostri obiettivi e quali risultati vi ponete?

Volevamo un blog autoprodotto, magari anche un po’ rozzo, ma senza spendere un euro dei soldi raccolti con le sottoscrizioni e le deleghe sindacali che devono essere indirizzati a scopi proficui, un blog per offrire spazio alle lotte in corso, anche quelle intraprese da soggetti sindacali diversi dal nostro. Ovviamente con lo sguardo rivolto agli scenari attuali e contro le guerre in atto nel mondo.

Un Blog per aprirsi poi al contributo critico di quanti vogliono cooperare al rovesciamento della narrazione mainstream, in una sorta di libera agorà per animare dibattiti e confronti anche sulle prospettive dei negoziati e delle trattative di pace. Giusto?

Il nome è nato per caso partendo tuttavia da due principi per noi basilari: la indipendenza del sindacato da organizzazioni politiche, più o meno grandi, e dalla necessità di rimettere al centro il lavoro e le soggettività che lo caratterizzano dopo i processi di ristrutturazione avviati sul finire degli anni Settanta, con le lotte per liberare i popoli oppressi dall’imperialismo statunitense.

Quindi questi i vostri obiettivi: dare voce al conflitto e alla discussione, alle lotte sociali per la pace e offrire strumenti contro i processi di militarizzazione della società, del variegato mondo della conoscenza e al contempo guardare ad altri continenti animati da proteste e iniziative delle quali si sa ben poco

Noi siamo lontani dalla narrazione guerresca mainstream e dall’ortodossia bellicista e comunicativa dei media.

Molti articoli non hanno autore anche se a scriverli poi resta un gruppo ristretto, per noi chiunque li condivida è libero di riprenderli anche senza menzionarne la fonte, nel caso di articoli a firma individuale è un altro discorso

Blog e radio e ora anche un centro di studi? Vero?

Da quasi due anni collaboriamo attivamente con  Radio Grad, molti interventi su due rubriche settimanali in particolari: Il Megafono e Cub informa, rubriche frutto del lavoro  di ricerca realizzato dal Blog. Pensiamo che tra scritto e parlato si possa realizzare il giusto mix per costruire informazione e coscienze diffuse, per fornire strumenti utili ad aprire vertenze conflittuali e acquisire un punto di vista critico su innumerevoli questioni anche di geopolitica internazionale.

Volete dare vita a un centro studi con la collaborazione di ricercatori sociali. Per essere sempre più indipendenti da realtà politiche e sigle sindacali e così via

In queste settimane poi dovrebbe prendere corpo l’idea nata con Stefano Macera ed Emiliano Gentili, due ricercatori sociali con i quali si collabora proficuamente da oltre un anno. Abbiamo dato vita a un centro studi aperto per discutere di alcuni argomenti senza dipendere da qualche realtà politica o sigla sindacale, ci mettiamo a disposizione invece delle realtà sindacali e sociali di base per approfondire i temi del lavoro e le più svariate argomentazioni politiche e inerenti le molteplici realtà sociali.

Avete una idea del vostro lettore medio?Quante visualizzazioni avete in media? ma stanno crescendo…

Quotidianamente abbiamo circa 500 visualizzazioni. Sono poche al confronto di altri siti, ma se pensiamo al carattere volontario dei contributi, al fatto che gli animatori del blog hanno altri impegni prioritari, ad un prodotto realizzato a costo zero, il risultato è sicuramente positivo. E ultimamente, con il contributo di altri volontari e giornalisti, ci stiamo ampliando. Ci legge chi naviga su Fb, militanti sindacali e politici, ma anche semplici cittadini, lavoratori e lavoratrici che sui motori di ricerca si imbattono in qualche articolo del blog e iniziano a visualizzare ogni giorno dei pezzi magari diffondendoli via social.

Avete una tipologia di lettori solo militanti o di altro tipo?

Non pensiamo di avere una tipologia di lettori solo militanti, prova ne siano anche gli apprezzamenti per articoli scritti da singoli e che trattano argomenti non spendibili nell’immediato per qualche vertenza sociale. Tenete conto che abbiamo pubblicato anche pezzi già editi su altri siti dopo averli letti e apprezzati. Non siamo mai stati amici del copyright trovandolo ostacolo per la libera discussione e circolazione delle idee sui contesti più caldi di lotte e di idee e ideali per la pace nel mondo.

Voi pensate di essere un sito autosufficiente? o vi aprite a molteplici collaborazioni?

Dovremmo prendere atto che non esiste un sito autosufficiente. Chi pensa di esserlo ha talvolta trasformato la controinformazione in fonte di reddito, noi vorremmo anche aprirci ad altre collaborazioni senza la pretesa di essere la sola fonte rivoluzionaria oggi esistente. Ci fa un po’ ridere l’idea di chi pensa di potere competere con i grandi media, il nostro compito è ben diverso.

Ultimamente alcuni giornalisti free lance e volontari stanno animando le vostre pagine con articoli e scritti e reportage e persino saggi di ampio spessore

E così visioniamo e valutiamo e constatiamo un maggior numero di visite generali sul blog riguardanti ampie argomentazioni scottanti sui temi più caldi della geopolitica internazionale che ripercorrono le fasi politiche più salienti per giungere all’analisi e all’argomentazione di eventuali accordi di pace tra le controparti in conflitto armato che sussistono attualmente nel nostro pianeta.

su Italia che cambia e FARO DI ROMA

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Marcia mondiale per la pace e la nonviolenza: un giro del mondo per fermare guerre e armi

di Laura Tussi

Tre mesi attraverso 5 continenti per parlare di #Pace e #Nonviolenza!

Con Alessandro Capuzzo abbiamo parlato della World March for Peace and Nonviolence, la marcia mondiale per la pace e la nonviolenza che partirà il 2 ottobre da San Josè, in Costa Rica, per farvi ritorno il 5 gennaio.

Tante anche le tappe in Italia! Per scoprirle leggete l’articolo della nostra Laura Tussi

La marcia mondiale per la pace e la nonviolenza. Un lungo cammino contro le guerre.

In cosa consiste e il perché della terza marcia mondiale per la pace e la nonviolenza e le motivazioni e gli ideali.

Ne parliamo con Alessandro Capuzzo uno dei principali coordinatori e animatori.

Una marcia aperta a tutte le persone che toccherà decine di paesi e attraverserà l’intero pianeta, partendo e tornando in Costa Rica. È la Marcia mondiale per la pace e la nonviolenza, un grande evento giunto alla sua terza edizione che vuole sensibilizzare i popoli e spingere le istituzioni a bandire le armi, in particolare quelle nucleari.

Denunciare la pericolosa situazione mondiale caratterizzata da conflitti crescenti, creare coscienza, valorizzare le azioni positive, dare voce alle nuove generazioni e alla cultura della nonviolenza. È questo l’obiettivo dichiarato della terza marcia mondiale per la pace e la nonviolenza, promossa dall’associazione internazionale Mondo senza guerre e senza violenza. L’edizione 2024 della marcia durerà un anno intero: partirà infatti il 2 ottobre da San Juan, capitale del Costa Rica, e farà tutto il giro del pianeta per rientrare il 5 gennaio di nuovo in Costa Rica, dove è prevista una grande manifestazione finale. 

Alessandro Capuzzo è uno dei referenti italiani della marcia, un’idea nata e promossa dall’ampio movimento umanista internazionale che ha le sue basi di riferimento specifiche in Sudamerica. Ma sono diverse le istanze che alimentano questa iniziativa: «La marcia – spiega Alessandro Capuzzo – prende le mosse dal movimento umanista in quanto tale, ma con tutte le sue forme sfaccettate che sono diverse, e partecipano anche persone e associazioni esterne al movimento umanista. Io per esempio non ho mai fatto parte di quel movimento,  però sono stato coinvolto nella marcia fin dalla prima edizione e personalmente vivo a Trieste, estremo nord-est della cosiddetta Italia che è meta di tutte e tre le edizioni della marcia». 

La terza marcia mondiale per la pace e la nonviolenza è promossa da un’associazione internazionale che si chiama Mondo senza guerre e senza violenza e è già giunta alla terza edizione. E la prima si è svolta nel 2009. La seconda si è svolta nel 2020 e questa terza edizione durerà tre mesi. Quali sviluppi?

La terza edizione della marcia partirà il 2 ottobre da San Juan Costa Rica e farà tutto il giro del pianeta e tornerà il 5 gennaio di nuovo in Costa Rica dove è prevista ovviamente una grande manifestazione finale.

La marcia è stata una idea promossa cioè nata grosso modo dal movimento umanista internazionale che ha le sue basi di riferimento specifiche in Sudamerica ed è un’idea che ha preso spunto non solo dal movimento umanista. Da quali altre istanze?

Quindi la marcia prende le mosse dal movimento umanista in quanto tale, ma con tutte le sue forme sfaccettate che sono diverse, e partecipano anche persone e associazioni esterne al movimento umanista.

Per esempio non ho mai fatto parte di quel movimento – afferma Alessandro Capuzzo –  però sono stato coinvolto nella marcia fin dalla prima edizione e personalmente vivo a Trieste, estremo nord-est della cosiddetta Italia che è meta di tutte e tre le edizioni della marcia.

La marcia ha come suoi ideali principali, come dice il nome stesso, la nonviolenza e in questo caso la nonviolenza attiva e come primo atto di tutte le tre edizioni è stato posto la contrarietà alle armi nucleari. Atto imprescindibile.

Infatti già nella scorsa edizione, la seconda, è stato fatto un buon lavoro di affiancamento di Ican coalizione internazionale che ha promosso il nuovo trattato di proibizione delle armi nucleari fin dalla presentazione di quella seconda edizione a Madrid. Questo spunto diciamo viene portato avanti anche nella terza edizione dove si sta cominciando a parlare di denuclearizzazione del Golfo di Trieste dove vivo, afferma Alessandro Capuzzo. Ma soprattutto di una nuova edizione con un secondo trattato.

Il trattato per la Nuclear Free Zone del Sudamerica e del centro America è stato ratificato una ventina di anni fa e nel team internazionale della terza marcia mondiale per la pace vorrebbe produrre una seconda edizione del trattato stesso in modo che diventi aderente ai principi del TPAN

Certo il TPAN/TPNW trattato di proibizione delle armi nucleari poiché la Nuclear Free Zone è stata concepita ben prima. Ovviamente. Ecco questo diciamo è un nuovo argomento che è entrato non ora, ma nelle edizioni passate della marcia mondiale e è il bisogno di obiettori di coscienza. Quindi in questa terza edizione si cerca e si cercherà di metterci in collegamento con le organizzazioni e i personaggi e personalità che si occupano attivamente di obiezione di coscienza nelle sue varie forme.

Ecco una forma in particolare viene molto tenuta d’occhio e considerata ed è l’intervento civile di pace cioè quella che Langer chiamava i corpi civili di pace. Queste per sommi capi le principali direttive?

Poi ci sono diverse altre questioni che fanno parte del manifesto della terza marcia mondiale. Ma insomma sarebbe dilungarsi troppo nell’elencarle tutte. Specialmente la marcia è strutturata in un coordinamento internazionale e sussiste e sovrintende ed è quello che esprime anche l’équipe che fa più o meno il giro del mondo e questo organismo diciamo si suddivide poi in team che chiamiamo le segreterie continentali e poi corrispondono a delle chat di attività.

Insomma ogni continente ha le sue persone addette che fanno parte degli International team, ma che si occupano anche nello specifico proprio di quel continente. Giusto?

E poi ci sono le realtà statuali. Cioè ogni paese ha un suo coordinamento. Con una base sufficiente per costruire un percorso credibile all’interno di quel singolo Stato. Non tutti gli Stati possono venir percorsi in tre mesi dalla marcia mondiale: questo è ovvio. Quindi si fa una cernita degli Stati in cui sussiste una base sufficiente per costruire un percorso credibile e attivo. Ecco per quanto adesso non so fare l’elenco preciso degli Stati coinvolti, magari questo lo vedremo in un altro momento. Però funziona così. Un team internazionale dove ci sono dei coordinamenti continentali e poi man mano dei comitati nazionali. Ancora più in basso, se così si può dire, ci sono le realtà cittadine locali. Perché nelle varie città ad esempio Milano, dove voi abitate, vi è un comitato milanese di accoglienza della marcia mondiale che sta organizzando iniziative in preparazione dell’arrivo della marcia e di accoglienza per il momento in cui la marcia arriva.

Da questa edizione che, a differenza delle prime due, si svolge non a dieci, ma a cinque anni di distanza tra la seconda e la terza, è in programma di proseguire a cadenza quinquennale da qui in avanti con le marce mondiali successive. E’ così? Quali saranno i passi che seguiranno questa terza edizione?

Si è così. Per questo si sta pensando anche a costruire eventi e iniziative dopo il passaggio della marcia mondiale. Prima ovviamente della manifestazione finale del Costa Rica, ma anche a seguire per mantenere in un certo senso viva l’attenzione durante il periodo che intercorre fra una marcia e l’altra e ovviamente con iniziative pensate appositamente per questo.

Con chi si svolge l’iniziativa e in partnership con quali istituzioni e con quali persone?

Ti posso rispondere che faccio parte dell’équipe internazionale e mi occupo in specifico dell’area di Alpe Adria e l’area che circonda la mia città Trieste e che comprende grosso modo il Triveneto fino a Bologna in Italia e che comprende l’Austria parte della Germania e la Cechia e la Slovenia e la Croazia. Stiamo tentando di vedere se riusciamo a coinvolgere in qualche modo anche la Bosnia. Ecco questa è l’area di mia competenza diciamo dove cerco di innescare i gangli della marcia mondiale per la pace e la nonviolenza sia nei termini di passaggio sia per il coordinamento delle attività nei singoli paesi e nelle singole località.

Promotrice Mondo senza guerre e senza violenza che sono una realtà internazionale presente anche in Italia. E chi vi partecipa?

Ovviamente, esatto. All’iniziativa partecipa il pubblico. Quindi il pubblico e tutti. Forse anche nessuno qualche volta. Ma insomma di solito è tutto il pubblico: può essere l’attivista come può essere il curioso come può essere qualcuno che magari la pensa diversamente in modo negativo, ma comunque è il pubblico. E’ la marcia mondiale a rendere evidente il discorso della Pace al più alto livello possibile. Ma soprattutto nel creare una coscienza internazionale il più vasta possibile della tematica pacifista.

In che modo si possono creare legami fra territori così eterogenei?

E creare connessioni, cioè far sapere qui quello che succede nelle Filippine piuttosto che in Cile piuttosto che in Messico o altrove ancora e mettere per quanto possibile in contatto realtà che non sono tanto distanti o culturalmente troppo diverse tra loro come per esempio l’interno dell’Europa e la Spagna con l’Italia piuttosto che la Slovenia con l’Austria e così via.

Oggi è fondamentale sensibilizzare rispetto all’importanza della pace. Ci sono speranze?

Insomma certo cercando anche di vedere questa difficoltà incredibile, se si riesce a fare qualcosa con la Palestina, dove la marcia passerà in Europa e arriverà in Europa intorno all’8 novembre mentre in seguito passerà in Italia. Quindi la marcia passerà per una ventina di città italiane. Già molte realtà si sono organizzate tramite questo comitato nazionale che esiste per ospitare il passaggio della marcia mondiale con le loro iniziative.

Personalmente come ti poni nei confronti di questa iniziativa? Quali sono le tue aspettative?

Come organizzatore e come facente parte di queste équipe di motivazioni che dipendono strettamente da noi, ma dipendono anche dalla situazione in cui ci troviamo nel confrontarci. Questo è chiaro.

Credo  che la marcia sia in questo momento una buona opportunità per far emergere quel sentimento contrario alla guerra che esiste nella base di tanti popoli e del nostro in particolare. Vero?

Si è così. Se riusciamo a sfondare formativamente, il riscontro fra la gente può essere senz’altro positivo. Non so se si riesce a raggiungere uno zenit diciamo di influenza diretta su quanto succede sulle istituzioni eccetera, però qualcosa di positivo credo che la marcia lo lascia senz’altro. A meno che non vada a finire, e questo ci tengo a dirlo, lo stavo dimenticando, a meno che non vada a finire come nel 2019/2020 quando a febbraio 2020 due giorni prima dell’ingresso in Italia del team internazionale della marcia è scoppiata la pandemia e una ventina di città che avevano preparato una marea di iniziative sono rimaste completamente bloccate e è stato un vero trauma. Letteralmente.

Per sapere come partecipare clicca qui.

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