In memoria di Giovanni Sarubbi
Caro Giovanni, oggi mercoledì 7 aprile 2021, ci sentiamo tutti più soli.
Soli perché ci mancherai tantissimo e ci mancherà il tuo modo di essere amante della vita e grande uomo di Pace.
Hai dedicato la tua esistenza ad una pratica e a una fede: la Resistenza.
Ma chi è Giovanni per chi non lo sapesse?
Giovanni Sarubbi, fondatore e direttore della rivista telematica ildialogo.org è, e da adesso lo descriveremo sempre vivo nelle nostre lotte, un grande pacifista che mai “si è girato dall’altra parte” davanti a un’ingiustizia. Mai ha negato il suo aiuto amico ai più fragili.
Persona schietta di quelle che “non le manda a dire”, Giovanni prima di tutto orgogliosamente si dichiara Antifascista e Comunista.
Due parole, due modelli di vita che oggi danno parecchio fastidio.
Ebbene sì. Giovanni ama dare fastidio e lo fa con la cultura trasmessa dalla Resistenza Partigiana Antifascista e dalla Nonviolenza attiva.
Attento analista del tempo moderno, Giovanni da sempre indaga e denuncia ogni forma di ingiustizia sociale, da ogni tipo di violenza al razzismo, dalla mala politica al suprematismo. Forte critico del modello e del sistema finanziario, politico, sociale attuale. Decostruttore del costrutto capitalista e demolitore del pensiero unico neoliberista. Sempre contro tutti i prepotenti e i guerrafondai.
Del dialogo tra religioni fa il suo cavallo di battaglia e lo fa partendo dalle comunità di base, ossia da chi pratica il proprio concetto di religione libero da strutture di potere che ne possano infrangere il significato originario più profondo, e facendosi fervente e attivo promotore della Giornata del Dialogo Cristiano-Islamico.
Leggere e comprendere i suoi editoriali significa tradurre nella pratica quotidiana la tanto amata frase di Don Milani “I care”. Sì, perché a differenza del pensiero fascista del “Me ne frego”, Giovanni contrappone il pensiero dell’amore, della vita, della nonviolenza e della lotta e il verbo inclusivo di chi ha veramente compreso e fatto proprio il portato valoriale dell’eredità che ci è stata trasmessa da donne e uomini che per amore e dignità e non per odio hanno saputo riscattare tutti i mali del mondo.
Tanto abbiamo da dire su e per te caro Giovanni, ma la cosa migliore che possiamo fare ora è continuare il tuo operato, ringraziando ogni giorno che abbiamo avuto l’onore di trascorrere con te.
Un abbraccio che accoglieLaura e Fabrizio
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