Rai – Libro: La violenza non è il mio destino
A novembre siamo in Rai…
Informiamo che giovedì 24 novembre 2022 su Rai3 la trasmissione Sopravvissute ospiterà la nostra Tiziana Di Ruscio, autrice del libro Mimesis Edizioni, un testo di forte denuncia dal titolo La violenza non è il mio destino. Tiziana testimonia in Rai la sua storia di violenza che è quella che accomuna tante donne non solo in Italia, ma in tutto il mondo.
Laura Tussi e Fabrizio Cracolici autori della prefazione e postfazione del libro.
La violenza non è il mio destino
Prefazione di Laura Tussi
Tiziana Di Ruscio, bambina, ragazza e adesso donna e madre.
La sua storia di vita, narrata in questo libro di drammatica verità, rasenta però l’incredibile e l’indicibile.
È un susseguirsi di eventi di violenza sia psicologica sia fisica sia sessuale che accomuna molte donne nel mondo e nella storia dell’umanità.
Donne che diventano succubi del potere e della violenza perpetrati dal sistema patriarcale, maschilista, misogino.
La prima legge innovativa sulla violenza sessuale è la numero 66 del febbraio 1996 dopo anni di lotte nell’ambito della tutela delle donne, come riporta nella sua introduzione l’amica Rita Trinchieri.
Rita, in stretta collaborazione con Tiziana, ha fondato l’associazione contro la violenza di genere “Il nastro rosa” e insieme con la ferma testimonianza, la forza della verità, la legge dell’amore propongono questa terribile narrazione, che rasenta l’inverosimile, in varie scuole per sviscerare e raccontare l’accaduto, senza preamboli, pudori, reticenze anche alle nuove generazioni.
Il titolo del libro è “La violenza non è il mio destino” .
Un titolo fortemente vissuto dall’autrice che subisce la violenza come un “baratro” esistenziale, un annientamento della vita, un annullamento della sua dignità e identità di donna.
Tiziana vive un nuovo “destino” una rinascita, dopo aver preso la sua vita in mano, dopo essersi riappropriata di se stessa, in seguito alla denuncia alle autorità e, scrivendo questo suo libro, denuncia i misfatti di violenza sessuale e fisica perpetrati e subiti da parte del marito. ‘Violenza’ e ‘Destino’ sono i due vissuti, i due archetipi ambivalenti e nettamente contrastanti che Tiziana descrive molto bene in questo racconto autobiografico.
La storia di Tiziana è da lei descritta in modalità narrative crude e dirette perchè “la violenza non deve essere romanzata”, la violenza non va edulcorata con parole che potrebbero renderla più accettabile e giustificabile: la violenza deve essere solo e esclusivamente denunciata.
Un grido di dolore scaturisce da queste pagine che comunque lasciano, alla fine, trapelare un nuovo “destino”, un cambio di rotta, una speranza nel futuro. Un futuro di pace e nonviolenza, all’interno della famiglia con i suoi figli, nel rapporto con le persone, con gli amici, con tutti coloro che possono aiutare Tiziana a uscire dal baratro della violenza.
Da queste pagine trapela un senso profondo di fiducia nel futuro, nel destino, nell’intima bontà dell’essere umano, per apportare un significativo contributo di pace, nonviolenza e serenità che dovrebbero prendere spazio nel nostro tessuto sociale, nel mondo, a partire dalla famiglia, che spesso, al contrario si trasforma in una gabbia, in una prigione psicologica dove vengono perpetrate violenze di ogni tipo, a partire dalla violenza sessuale. (…) continua
Introduzione di Rita Trinchieri
Spesso nelle coppie la violenza, qualsiasi maschera indossi, viene banalizzata se non addirittura negata, quasi a considerare la donna come complice dell’aggressore perché non si ribella (non sa o non vuole); ma questo è il vero risultato della violenza esercitata, dal momento che la vittima è confusa, soffre e non riesce a riconoscere quegli atti contro di lei come reale violenza perché in verità chi la esercita è una persona cara, un membro di quella famiglia che dovrebbe proteggere dai mali esterni, una persona che dovrebbe essere la custode della fiducia e dell’accoglienza.
Quest’opera di distruzione perpetrata nel tempo porta a una perdita di personalità, d’identità.
La donna si sente svalutata, limitata nella libertà economica, di movimento, le viene impedito di uscire da sola, imputando il tutto a pericoli esterni, insomma queste limitazioni vengono fatte passare per “protezione”.
Le donne non denunciano spesso per timore di ritorsioni e vendette, non denunciano perché hanno vergogna quasi fossero loro stesse le colpevoli, si sottomettono perché si sentono responsabili di quei comportamenti al limite dell’umano, a volte tacciono perché hanno timore delle ripercussioni sui propri figli (…)
Postfazione di Fabrizio Cracolici
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Costituzione Italiana Art. 3
Ma che società è questa?
Una società da sempre basata sulla forza maschile e la sottomissione femminile.
L’uomo va alla guerra, la donna cresce figli per mandarli alla guerra.
Così è sempre stato e il sistema patriarcale non intende in nessun modo cambiare.
Leggi importanti sono state scritte a tutela della donna, ma il problema di fondo rimane, perché sono leggi troppo spesso pensate per cambiare tutto senza cambiare niente.
Prendiamo ad esempio le famose quote rosa. Stabilire per legge un minimo sindacale di rappresentanza femminile significa che comunque la quota maschile rimane predominante ma con la connotazione del politicamente corretto.
Ancora oggi esistono palesi disuguaglianze per esempio sul posto di lavoro, mansioni manuali e sottopagate alle donne e ruoli di responsabilità lautamente remunerati a uomini.
Che fare?
Come mutare radicalmente questo stato di cose?(…) continua