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Radio Barrio – Alex Zanotelli con Riace, musica per l’umanità

Su Radio Barrio con Massimo Laganà e Fabio Riganello

Alex Zanotelli con Riace, musica per l’umanità

La Trasmissione “Dieci minuti al Massimo” di Radio Barrio con Massimo Laganà e Fabio Riganello presentano il libro Riace, musica per l’umanità nell’incontro con Alfonso Navarra e Renato Franchi

Su Radio Barrio: Riace, musica per l'umanità

Il libro “Riace, musica per l’umanità”. Mimesis Edizioni. 2020, a cura di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici è agile e profondo allo stesso tempo: ruota intorno alla straordinaria esperienza di accoglienza e integrazione dei migranti a Riace, un paesino della Calabria orientale, un paesino spopolato dall’emigrazione verso nord dei calabresi, e fatto rivivere dai migranti, prevalentemente profughi di guerra, accolti dal sindaco Domenico “Mimmo” Lucano: un’esperienza straordinaria descritta nell’intervista a Mimmo, e proposta dagli altri autori del libro a ricevere il premio Nobel per la pace.

Scrive Alex Zanotelli nel suo pezzo “Per un’utopia possibile”: Ho gioito quando ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace, per il suo impegno contro le armi nucleari. Come credente nel Dio della vita, non posso che essere contrario a questi strumenti di morte che minacciano oggi l’umanità. Lo sono anche come missionario che ha toccato con mano la sofferenza degli impoveriti. Infatti le armi nucleari proteggono un sistema profondamente ingiusto, proteggono il 10% della popolazione mondiale che consuma da sola il 90% dei beni prodotti. Penso sia significativo legare il Premio Nobel dato a ICAN per la campagna contro le armi nucleari e la campagna per dare il Premio Nobel a Domenico Lucano, sindaco di Riace, il paese dell’accoglienza.

Vittorio Agnoletto afferma che il diritto di emigrare (citando Luigi Ferrajoli), dovrebbe diventare un nuovo principio costituente nell’architettura istituzionale a livello mondiale. Il diritto di emigrare, il diritto alla libertà di movimento oltre qualunque confine, è antico come la storia dell’umanità; non a caso è stato riaffermato con forza il 10 dicembre del 1948, nella Dichiarazione universale dei diritti umani. Nel 1966 la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici ribadisce tale diritto. Sono principi ripresi dalla Costituzione italiana all’art. 35.

Fabrizio Cracolici e Laura Tussi vanno al cuore dei problemi:

l’attività militare che trova la sua massima espressione nella guerra nucleare;

la bomba climatica che comporta quotidiani disastri e dissesti climatici per le emissioni eccessive di gas serra;

la bomba dell’ingiustizia sociale e della disuguaglianza globale dove l’1% dei ricchi detiene risorse pari a quelle controllate dal restante 99% dell’umanità.

E propongono, richiamando Hessel, delle soluzioni: Stéphane Hessel, nell’appello scritto con i resistenti francesi nel 1944 e pubblicato nel saggio Indignatevi!, suggerisce delle soluzioni alla crisi economica e di valori che attualmente sta stritolando e destrutturando il pianeta. La soluzione prevede la nazionalizzazione delle banche e delle industrie strategiche con un’economia al servizio delle persone, tramite investimenti pubblici per creare lavoro e per livellare la disuguaglianza globale e sociale per evitare la miseria dei ceti più deboli che ingenera risposte razziste e capri espiatori.

Alessandro Marescotti aggiunge nuove riflessioni e richiami storici fondamentali, ma scende anche in particolari “concreti” su che cosa significhi l’immigrazione sull’economia italiana e europea.

I dati della Banca d’Italia riportati sul report “Il contributo della demografia alla crescita economica” sottolineano che la demografia è centrale: si calcola che entro il 2041 nemmeno i flussi migratori previsti saranno in grado di invertire la tendenza demografica negativa in corso, per cui avremo molti anziani e pochi giovani, con uno sbilanciamento che sarà letale per l’economia se non arriveranno in nostro soccorso proprio loro: gli immigrati.

Anche Moni Ovadia richiama la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: Tutti gli uomini nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Questo enunciato – scrive – dovrebbe essere per ogni cittadino democratico il mantra di una fede laica e secolare che abbia al centro l’umanità in quanto tale prima di ogni successiva connotazione. Mimmo Lucano pratica questo mantra come un irrinunciabile strumento di relazione e di amministrazione di una comunità, per questo è riuscito a creare un’integrazione giusta eticamente e funzionalmente.

L’intervista a Mimmo Lucano, è di concreta attualità: Mi sono trovato per una casualità ad accogliere una nave sulle coste di Riace, con dei profughi: da quello sbarco mi sono avvicinato a questi esseri umani. Tanti elementi hanno fatto breccia nella mia sensibilità, per esempio la questione curda e le rivendicazioni politiche, che durano da più di un secolo, di questo popolo senza uno Stato, a cui viene impedito persino di parlare il proprio idioma.

Le conclusioni sono di Alfonso Navarra ricordano che: La nonviolenza di cui parlava il partigiano Hessel, e da me condivisa, non era e non è l’ideologia passiva e moraleggiante del “sopportate le ingiustizie e sforzatevi di perdonare i prepotenti”, ma l’intelligenza strategica fondata sulla forza dell’unione popolare.

La nonviolenza efficace: questa via in cui i mezzi sono omogenei ai fini è quanto mi permetto ancora di suggerire a chi, alla ricerca di un nuovo umanesimo, ha fame di verità e sete di giustizia.

Note: Trasmissione “Dieci minuti al Massimo” di Radio Barrio con Massimo Laganà e Fabio Riganello:
https://www.mixcloud.com/ilbarrio/dieci-minuti-al-massimo-17-aprile-2021-radio-barrio/

Diretta Facebook:
https://www.facebook.com/libreriailmosaico/videos/433804291110499

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La violenza non è il mio destino: il posto delle parole

Il posto delle parole diretto da Livio Partiti presenta:

La violenza non è il mio destino: il posto delle parole

Tiziana Di Ruscio, bambina, ragazza e adesso donna e madre. La sua storia di vita, narrata in questo libro di drammatica verità, è un susseguirsi di eventi di violenza psicologica, fisica, sessuale che accomuna molte donne nel mondo e nella storia dell’umanità

Il posto delle parole intervista Tiziana Di Ruscio autrice del Libro La violenza non è il mio destino, Mimesis Edizioni

Il posto delle parole diretto da Livio Partiti presenta:

Tiziana Di Ruscio vive la violenza in un incubo tra vita e speranza, tra disagio e volontà di riscatto. Il riscatto dato dall’essere riuscita a denunciare. E soprattutto una emancipazione, una liberazione morale nello scrivere questo fondamentale libello per la sua esistenza.

L’introduzione di Rita Trinchieri pone in evidenza la prima legge del 1996 che riconosce la violenza sessuale come reato contro la persona.

La prefazione di Laura Tussi e la postfazione di Fabrizio Cracolici denunciano l’atto della violenza sessuale tra le mura domestiche.

Le illustrazioni di Giulio Peranzoni, Mauro Biani e Francesca Quintilio rappresentano, in una cornice di verità narrativa, la sconcertante realtà. Inoltre conclude il racconto, il parere dell’esperta, la psicologa Mizar Specchio

 

La violenza non è il mio destino, Mimesis Edizioni

 

Prefazione di Laura Tussi

 

“Tiziana Di Ruscio, bambina, ragazza e adesso donna e madre.

La sua storia di vita, narrata in questo libro di drammatica verità, rasenta però l’incredibile e l’indicibile.

È un susseguirsi di eventi di violenza sia psicologica sia fisica sia sessuale che accomuna molte donne nel mondo e nella storia dell’umanità.

Donne che diventano succubi del potere e della violenza perpetrati dal sistema patriarcale, maschilista, misogino.

La prima legge innovativa sulla violenza sessuale è la numero 66 del febbraio 1996 dopo anni di lotte nell’ambito della tutela delle donne, come riporta nella sua introduzione l’amica Rita Trinchieri.

Rita, in stretta collaborazione con Tiziana, ha fondato l’associazione contro la violenza di genere “Il nastro rosa” e insieme con la ferma testimonianza, la forza della verità, la legge dell’amore propongono questa terribile narrazione, che rasenta l’inverosimile, in varie scuole per sviscerare e raccontare l’accaduto, senza preamboli, pudori, reticenze anche alle nuove generazioni.

Il titolo del libro è “La violenza non è il mio destino” .

Un titolo fortemente vissuto dall’autrice che subisce la violenza come un “baratro” esistenziale, un annientamento della vita, un annullamento della sua dignità e identità di donna.

Tiziana vive un nuovo “destino” una rinascita, dopo aver preso la sua vita in mano, dopo essersi riappropriata di se stessa, in seguito alla denuncia alle autorità e, scrivendo questo suo libro, denuncia i misfatti di violenza sessuale e fisica perpetrati e subiti da parte del marito. ‘Violenza’ e ‘Destino’ sono i due vissuti, i due archetipi ambivalenti e nettamente contrastanti che Tiziana descrive molto bene in questo racconto autobiografico…”

 

Postfazione di Fabrizio Cracolici

 

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Costituzione Italiana Art. 3

 

Ma che società è questa?

Una società da sempre basata sulla forza maschile e la sottomissione femminile.

L’uomo va alla guerra, la donna cresce figli per mandarli alla guerra.

Così è sempre stato e il sistema patriarcale non intende in nessun modo cambiare.

Leggi importanti sono state scritte a tutela della donna, ma il problema di fondo rimane, perché sono leggi troppo spesso pensate per cambiare tutto senza cambiare niente.

Prendiamo ad esempio le famose quote rosa. Stabilire per legge un minimo sindacale di rappresentanza femminile significa che comunque la quota maschile rimane predominante ma con la connotazione del politicamente corretto.

Ancora oggi esistono palesi disuguaglianze per esempio sul posto di lavoro, mansioni manuali e sottopagate alle donne e ruoli di responsabilità lautamente remunerati a uomini.

Che fare?

Come mutare radicalmente questo stato di cose?

È qui che tutti noi, assieme dobbiamo lavorare per costruire un tessuto sociale sano, capace di ripensarsi, una società equa, dove donna e uomo possano assieme sradicare completamente quel patriarcalismo e maschilismo che da troppo tempo è alla base di regole più o meno scritte che devono cambiare.

Tiziana, oltre ad aver avuto il coraggio di denunciare l’orrore che ha subito, senza romanzarlo, nella sua narrazione trasmette un grande insegnamento di vita: tenacemente bisogna riappropriarsi di ciò che naturalmente dovrebbe essere un diritto, il diritto alla felicità…” continua.

Note: La violenza non è il mio destino intervista su “Il posto delle parole”
https://ilpostodelleparole.it/libri/tiziana-di-ruscio-la-violenza-non-e-il-mio-destino/

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Tempi di Fraternità – Il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari

La Rivista Tempi di Fraternità nella sezione Disarmo nucleare presenta:

Tempi di Fraternità – Il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari

Il TPAN è valso il Premio Nobel per la Pace a ICAN – Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari nel 2017: uno dei tanti tasselli del lavoro e del percorso per la pace del XXI secolo, il diritto alla pace

Per l'educazione alla pace a partire dal disarmo nucleare

Il 22 gennaio 2021 è entrato in vigore a livello mondiale il TPAN – Trattato ONU di Proibizione delle Armi Nucleari – che è valso il Premio Nobel per la Pace a ICAN (Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari) nel 2017: uno dei tanti tasselli del lavoro e del percorso per la pace del XXI secolo – il diritto alla pace – insieme alle Costituzioni nate dalla Resistenza al nazifascismo, insieme alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, alle Carte della terra, alle Cop per il clima, all’Agenda Onu 2030 e così via.

Il trattato, per entrare in vigore, richiedeva la ratifica

da parte di almeno 50 Paesi. E il cinquantesimo Paese,

l’Honduras, lo ha ratificato il 24 ottobre 2020!

È illegale quindi, per i paesi che lo hanno firmato, consentire qualsiasi dislocazione, installazione o diffusione di armi nucleari o di altri dispositivi esplosivi nucleari sul proprio territorio o in qualsiasi luogo sotto la propria giurisdizione, e rafforza la posizione internazionale contro le armi nucleari, perché si tratta del primo strumento legale che le vieta esplicitamente.

Si è dato così corso alla storica approvazione del trattato da parte dell’Assemblea generale Onu, avvenuta il 7 luglio 2017. In quella occasione una larga maggioranza di Paesi (122) votò a favore, mentre si oppose una minoranza costituita dai nove Paesi dotati di armi nucleari e dai loro alleati, tra cui l’Italia. È urgente oggi che la prepotenza di una minoranza di Paesi sia sottoposta alla volontà espressa dalla maggioranza e si affermi finalmente la Democrazia, sia in ambito ONU che nel mondo.

Il percorso del diritto rispetto al trattato di proibizione

delle armi nucleari è collegato al ruolo delle convenzioni di Ginevra che prevedono, tra l’altro, l’obbligo di prendere le precauzioni necessarie per limitare il più possibile gli effetti di un attacco bellico sulla popolazione civile. I civili in guerra quindi sono sacri, altrimenti si commette un crimine di guerra, un crimine contro l’umanità.

In vari periodi sono state abolite le armi biologiche,

chimiche, le mine antiuomo, ma le armi nucleari,

chissà perché, non sono mai state messe al bando. Finalmente il TPAN le dichiara illegali, perché sono armi indiscriminate, come quelle prima indicate.

Ci viene raccontato che, nonostante il numero notevole di ordigni custoditi nei depositi nucleari e i giganteschi investimenti in nuove e più “efficaci” tecnologie, un attacco nucleare, grazie alla dissuasione attraverso la minaccia della reciproca distruzione totale, è impossibile.

Ma in realtà potrebbe non essere così.

Il 26 settembre 1983, i dispositivi di difesa della allora

Unione Sovietica segnalarono un attacco missilistico

da parte degli Stati Uniti: «Missili termonucleari americani in arrivo. Colpiranno il territorio dell’Unione Sovietica fra 25/30 minuti». La procedura prevedeva di informare immediatamente i superiori. Petrov era un analista, riteneva che il messaggio fosse un errore del sistema: non informò i superiori. Nessun missile colpì l’Unione Sovietica: il sistema era stato ingannato da riflessi di luce sulle nuvole.

Petrov ricevette un richiamo, e perse la promozione a

colonnello, ma il suo gesto di disobbedienza aveva evitato una possibile tragedia nucleare.

La partita però non è vinta: occorrerà ora mobilitarsi

per pretendere l’attuazione del trattato anche per quei

Paesi, che in fondo sono i Paesi che detengono le armi

atomiche, ben consapevoli che il nucleare insieme a tutti gli armamenti muovono interessi politici ed economici enormi. E chi muove questi interessi non starà a guardare e a subire ciò che il trattato imporrebbe.

Le associazioni del mondo pacifista, felici per il risultato ottenuto anche grazie allo sforzo della società civile italiana e internazionale, si stanno già impegnando affinché il numero degli Stati aderenti al Trattato possa aumentare, a partire dall’Italia.

E queste istanze vanno promosse nelle scuole di ogni

ordine e grado. L’educazione alla pace deve essere inserita nell’educazione civica – sono previste 33 ore annue – partendo dal fatto che in una democrazia le regole evitano la guerra; con le regole il conflitto viene gestito e non degenera nella legge del più forte. Educazione civica e educazione alla pace includono tematiche con punti in comune. In realtà l’educazione alla pace all’interno dell’educazione civica promuove la cittadinanza attiva e la nonviolenza. L’ONU definisce l’educazione al disarmo come una disciplina che va promossa nelle scuole. Importante nell’educazione al disarmo è la cittadinanza digitale che ha molta attinenza con la cittadinanza attiva per poter attuare con determinazione le varie campagne informative e per imparare a distinguere le notizie vere da quelle false.

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Renoir: un viaggio intorno all’amore

Recensione al libro Renoir

Renoir: un viaggio intorno all’amore

Il nuovo avvincente libro di Massimo Laganà, narra accattivanti racconti di donne e uomini che emozionano, perché in essi trapelano le nevrosi del quotidiano. Nei vari racconti pone in risalto l’amore e la passione facendo emergere la condizione umana in tutte le sue sfaccettature psicologiche.

Renoir, il nuovo avvincente libro di Massimo Laganà, narra accattivanti racconti di donne e uomini che emozionano, perché in essi trapelano le nevrosi del quotidiano, le nevrosi di sempre: così dalla narrazione articolata nei vari racconti si evince la condizione umana in tutti i suoi risvolti e in tutte le sfaccettature psicologiche.

Il libro è introdotto dalla prefazione di Gabriella Kuruvilla e riporta le sapienti note dell’editore Morellini.

Renoir: nove storie con uno stile brillante che sviscerano i colori dell’animo umano, con cui l’autore dipinge geografie e tipologie delle tappe dell’esistenza come un abile ed esperto pittore, che pone in risalto amore e passione.

Il cuore dei protagonisti è segnato da addii e abbandoni, in rapporti affannati tra figli e genitori e poi ancora tra amanti mai amati, sospesi in viaggi e transizioni d’infinito. Personaggi che scoprono momenti di sospensione e pausa dell’umano, della vita, che ormai colma e satura di desideri, scopre quanto sia fondamentale il sentimento ultimo della felicità: il più importante.Recensione di Laura Tussi a Renoir, Libro di Massimo Laganà

In questa controversa mappa dei sentimenti, l’autore, Massimo Laganà, conduce il lettore con l’entusiasmo del cuore da Milano alla Sicilia, in un susseguirsi di vicende che racchiudono l’intimità del sentire umano e che coinvolgono il lettore nel trovare in se stesso e nell’altro da sé un proprio simile.

I dettagli sottili della narrazione, l’intimità del racconto si affollano e i confini umani si dissolvono e così, dalle crepe del reale, di una realtà commovente, si sprigiona l’anelito incessante e universale di un’umanità sospesa nell’infinito delle molteplici esistenze, degli amori inesausti, degli affetti sottesi nell’intimità dei gesti.

Nell’eterno.

Laganà sceglie per i suoi racconti luoghi suggestivi e inconsueti per iniziare a narrare le sue storie di sentimenti, persone, affetti. Di stati d’animo che comunque sempre riportano alla felicità. Sentimenti e condizioni umane che sempre conducono alla bellezza e all’amore.

La profondità psicologica dei testi è una scelta stilistica che permette a colui che legge di immedesimarsi nell’io dei protagonisti. Le storie, i sentimenti, gli umori, i pensieri che l’autore racconta, rivolgendosi a personaggi in parte vicini a lui e contemporaneamente lontani e irraggiungibili rappresentano la verità dell’umano.

Il linguaggio di Massimo Laganà assume energia e forza dalla tipica narrazione dei luoghi in cui è ambientata ciascuna storia.

E così permette l’immedesimazione in ciascuno dei personaggi come se fossero varie sfaccettature e interpretazioni di un unico attore, di un solo uomo o uomo solo.

Le storie raccontate trasportano il lettore in un giro dell’Italia da sud a nord, ma soprattutto in un percorso profondo intorno all’essere umano.

Intorno all’uomo.

Intorno all’amore.

Note: Massimo Laganà: Giornalista e scrittore, lavora per il settimanale Oggi, dove ha anche un blog, che si chiama L’informazione dilaga. https://www.morellinieditore.it/autore-massimo-lagana-162190.html 
Libro Renoir:
https://www.lafeltrinelli.it/libri/massimo-lagana/renoir/9788862988346

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Evento con Padre Alex Zanotelli

“Riace. Musica per l’umanità”. Un nuovo umanesimo integrale contro ogni legge ingiusta.

17 aprile 2021 ore 17:30

Online with Facebook Live ()

La vicenda di Riace ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica alcuni interrogativi che, in un periodo come quello che stiamo vivendo, non possono più essere ignorati. Le leggi devono essere sempre rispettate, anche quando ingiuste, oppure la disobbedienza civile può ancora incidere sulla nostra società? Riace e il suo sindaco hanno offerto un modello di convivenza pacifica e plurale, oltre che virtuosa per il territorio.
Ne parliamo con i curatori del volume, Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, e alcune delle figure che, negli ultimi anni, si sono contraddistinte per il loro impegno civile, padre Alex Zanotelli e Alfonso Navarra. Musica di Resistenza di Renato Franchi.

 

Il ricavato del libro Riace, Musica per l’Umanità sarà devoluto al progetto in aiuto dei bambini farfalla di Gaza

#riace #mimmolucano #integrazione #immigrazione #mimesiseditore #resistenza

Per maggiori informazioni: evento su Facebook

 

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No euromissili Si ospedali – 7 aprile 2021

La dichiarazione da noi sottoscritta, che sarà letta dal palco a Buchel durante la marcia di Pasqua

No euromissili Si ospedali – 7 aprile 2021

7 aprile: giornata mondiale onu della salute.
NO euromissili SI ospedali – solidarieta’ con buchel, la nuova comiso.
In dialogo con papa Francesco (“il nucleare è immorale!”), usciamo dalla pandemia della guerra contro la natura e quindi delle guerre fratricide tra gli umani

No euromissili SI Ospedali: appello

Quella che segue, è la dichiarazione da noi sottoscritta (ed eventualmente da altri che volessero aggiungersi), che sarà letta dal palco a Buchel durante la marcia di Pasqua

 

Quella che segue, è la dichiarazione da noi sottoscritta  (ed eventualmente da altri che volessero aggiungersi), che sarà letta dal palco a Buchel durante la marcia di Pasqua.
Per aderire: alfiononuke@gmail.com
7 APRILE: GIORNATA MONDIALE ONU DELLA SALUTE
NO EUROMISSILI – SI OSPEDALI – SOLIDARIETA’ CON BUCHEL, LA NUOVA COMISO
IN DIALOGO CON PAPA FRANCESCO (“IL NUCLEARE E’ IMMORALE!”), USCIAMO DALLA PANDEMIA DELLA GUERRA CONTRO LA NATURA (E QUINDI DELLE GUERRE FRATRICIDE TRA I GLI UMANI)
In occasione della Giornata mondiale della salute proclamata dall’ONU ribadiamo, in dialogo ideale con il Papa, quanto abbiamo già proposto con il nostro appello NO ARSENALI SI OSPEDALI (si vada online al link: https://www.petizioni.com/no_arsenali_si_ospedaliApre in una nuova finestra): per “stare bene” in modo solido, razionale, universale, occorre convertire le spese militari in investimenti per la salute pubblica. La salute delle persone logicamente esige un ambiente risanato, nella prospettiva di una conversione ecologica dell’economia. In questa ottica, c’entra moltissimo, come recita il nostro appello, aderire al Trattato di proibizione delle armi nucleari, ritirarsi dalle guerre neocoloniali in cui siamo coinvolti come italiani ed europei, cessare il fuoco in tutti gli angoli del mondo! E c’entra sicuramente anche il “digiuno di giustizia”, promosso da “Cantiere Casa Comune”, che chiede, il 7 aprile, davanti al Parlamento italiano, contro le politiche migratorie razziste, nuove leggi in attuazione del diritto umano della libertà di circolazione. Dobbiamo mostrare concretamente più umanità e solidarietà con le vittime di questo Sistema, che è presidiato dall’arma atomica a difesa, con la minaccia dell’annientamento, del privilegio dei pochi super-ricchi e super-potenti.

Come ammoniscono gli ecopacifisti tedeschi che marciano il lunedì di Pasqua a Buchel, la “nuova Comiso” (perché pare sia stata scelta ad essere la prima ad ospitare le nuove atomiche americane B-61-12):

CI serve un piano di pace! 
Nessun ulteriore riarmo della NATO! La guerra non è mai una soluzione!”
 (…)
L’unico modo per prevenire una guerra nucleare è abolire tutte le armi nucleari! Ecco perché chiediamo come gesto forte la firma del trattato sulla proibizione delle armi nucleari da parte del governo federale”…
Questi obiettivi degli ecopacifisti tedeschi sono i nostri obiettivi di attivisti sociali italiani (riferiti alla situazione italiana, in  particolare la ratifica del TPAN da parte dello Stato italiano) e li vogliamo manifestare il 7 aprile a Roma che ospita lo Stato del Vaticano. La Santa Sede, infatti, quale Stato riconosciuto dall’ONU è stato tra i primi a ratificare il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari, da poco entrato in vigore.
 Siamo perciò ragionevolmente sicuri di poter trovare, in piena autonomia di posizioni laiche, ma attenti alle evoluzioni progressive in ogni ambito culturale,  una forte voce alleata nella condanna di Papa Bergoglio ad ogni logica e pratica (“immorale!” oltre che illegale), di deterrenza…
Alex Zanotelli – missionario comboniano
Alfonso Navarra – Disarmisti esigenti
Ennio Cabiddu – Sardegna pulita
Marco Palombo – attivista nonviolento contro le guerre
Mario Agostinelli – Laudato Si’
Angelica Romano e Fabio Alberti – Un ponte Per
Fabrizio Cracolici e Laura Tussi – PeaceLink
Silvano Tartarini – obiettore di coscienza alle spese militari
Vittorio Pallotti – Centro di Documentazione Manifesto pacifista internazionale
Oliviero Sorbini – Federazione Italiana media ambientali
Mario Di Padova – Lega Obiettori di coscienza
Carla Biavati – IPRI-CCP
Giorgio Poidomani – attivista Fridays for Future Milano

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Il Dialogo per la Pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo

Mimesis Edizioni: http://mimesisedizioni.it/libri/fuori-collana/mimesis/il-dialogo-per-la-pace.html

IL DIALOGO PER LA PACE

Il Dialogo per la Pace richiama a un impegno all’interno degli ambienti A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), nella Scuola e nell’Associazionismo sociale e culturale, per attualizzare e realizzare il monito del Partigiano, Deportato e Padre Costituente dell’ONU Stéphane Hessel :”La nonviolenza è il cammino che dobbiamo imparare a percorrere”. Il nostro contributo si focalizza su una innovativa “Pedagogia della Resistenza” (“Creare è resistere, resistere è creare”, sempre Stéphane Hessel) che porti a riconoscere l’Essere Umano quale appartenente a un’unica razza: la razza umana. Per questo motivo il libro rievoca il motto di Vittorio Arrigoni “Restiamo Umani”, nel continuare a credere convintamente in un mondo senza bandiere, barriere, limiti, confini. La “coscienza planetaria” realizza un’appartenenza culturale e cosmopolita della donna e dell’uomo contemporanei, sempre uguali nei diritti e diversi nei propri caratteri, indipendentemente da ogni longitudine e latitudine, “contro ogni razzismo”.

Con i contributi culturali di: Daniele Biacchessi, Giulio Giorello, Alberto L’Abate, Alessandro Marescotti, Alfonso Navarra, Daniele Novara, Nanni Salio, Brunetto Salvarani, Giovanni Sarubbi, Olivier Turquet.

Laura Tussi, docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell’ambito delle scienze della formazione e dell’educazione. Collabora con diverse riviste telematiche come www.pressenza.com/it/www.peacelink.itwww.ildialogo.org. Autrice dei libri: Sacro (2009), Memorie e Olocausto (2009), Il Dovere di ricordare (2009), Il Pensiero delle Differenze (2011), Educazione e Pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana – con Fabrizio Cracolici, Presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo – Il Decalogo Oggi. Un cammino di Libertà (2012). Collabora con con diverse riviste di settore, tra cui: “Rassegna dell’Istruzione”, “Scuola e Didattica”, “CEM Mondialità Rivista Anarchica”. Promotrice del Progetto “Per Non Dimenticare” della Città di Nova Milanese e Bolzano e del Progetto Arci Ponti di Memoria (www.lageredeportazione. org e www.pontidimemoria.it). www.youtube.com/lauratussi

Fabrizio Cracolici è tecnico nel settore ferroviario. Si occupa di ricerca storica contemporanea ed è nipote di Ignazio Cracolici, capostazione ferroviario, inviato al confino in Istria/Dalmazia durante il ventennio, per avere ripudiato il fascismo. È Presidente della sezione ANPI di Nova Milanese. È autore del libro Un racconto di vita partigiana. Il ventennio fascista e la vicenda del Partigiano Emilio Bacio Capuzzo (Mimesis 2012), con Laura Tussi.

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Educazione e Pace

Mimesis Edizioni: http://mimesisedizioni.it/libri/fuori-collana/mimesis/educazione-e-pace.html

Educazione e Pace

La scuola deve promuovere la pedagogia dell’incontro, dell’accoglienza reciproca, del dialogo costruttivo, per evitare il conflitto a livello individuale e collettivo, per incentivare una predisposizione alla pace in un mondo che si concepisca privo di guerre e di scontri armati. L’educazione alle differenze comporta la capacità di oltrepassare i propri confini, i propri particolarismi e di imparare a ricercare e a interconnettere le differenze attraverso un
pensiero transitivo, capace di interagire dialetticamente e trasversalmente tra lingue, culture, fedi, valori, riconoscendo la creatività delle differenze, del pluralismo di forme e colori, di suoni e odori, di idee e valori apportati dalle genti che attraversano i nostri territori.

Laura Tussi, docente e giornalista, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell’ambito delle scienze della formazione e dell’educazione. Collabora con diverse riviste telematiche come «www.peacelink.it», «www.politicamentecorretto. com», «www.ildialogo.org». E’ autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il Disagio Insegnante (Aracne 2009), Il Dovere di Ricordare (Aracne 2010), Il Pensiero delle Differenze (Aracne, 2011) Collabora con l’Istituto Comprensivo Prati Desio (MB) e con diverse riviste di settore, tra cui: Rassegna dell’Istruzione (Mondadori, Le Monnier – MIUR), Scuola e Didattica (La Scuola).