di LAURA TUSSI
Padre David Maria Turoldo fu poeta, filosofo, sacerdote, autore, traduttore, fondatore di riviste e giornali. Su di lui sono stati pubblicati centinaia di libri e documenti, ma senza dare ampia notizia della sua partecipazione alla Resistenza del 1943-45 contro il nazifascismo. Fa eccezione il libro “David Maria Turoldo, il Resistente” a cura di Guerino Dalola e ANPI Franciacorta, con prefazione di Laura Tussi – Campagna “Siamo tutti Premi Nobel per la Pace con ICAN” e Fabrizio Cracolici – ANPI direttivo provinciale Monza e Brianza, Mimesis Edizioni.
Turoldo era amico del card. Martini che lo ha sostenuto e appoggiato negli ultimi anni di isolamento
La nascita del trattato su Turoldo e la Resistenza Partigiana Antifascista
Il trattato dal titolo “David Maria Turoldo, il Resistente”, a cura di Guerino Dalola, in collaborazione con Donatella Rocco, Antonio Santini, Mino Facchetti, Pierino Massetti, Gian Franco Campodonico e di ANPI Franciacorta, Mimesis Edizioni, consiste in un importante saggio autoprodotto con il patrocinio di vari enti e associazioni, tra cui la Città di Chiari, il Comune di Coccaglio, il Comune di Cologne, i Servi di Maria – provincia di Lombardia e Veneto e l’associazione Gervasio Pagani.
Due le linee generali – ed altrettante le preoccupazioni principali – che hanno ispirato la ricerca, oltre al desiderio di rendere omaggio a un grande personaggio che ha ancora uno stuolo di amici ed estimatori.
La Resistenza pluralista che nasce da varie realtà politiche
Innanzitutto, l’ennesima riconferma che la Resistenza al nazifascismo non è, non è stata e non sarà mai monopolio di una forza politica piuttosto che un’altra o di un gruppo piuttosto che un altro; è invece stata – ed è – il risultato della collaborazione di varie forze politiche e sociali, di diverse espressioni culturali e professionali, di persone e gruppi che si sono messi insieme per realizzare un grande obiettivo condiviso. “Tra i morti della Resistenza – scriverà Turoldo – vi erano seguaci di tutte le fedi. Ognuno aveva il suo Dio… e parlavano lingue diverse e avevano pelle di colore diverso”.
L’unico Trattato su David Maria Turoldo protagonista della Resistenza
In secondo luogo, anche l’inquinamento della memoria e delle coscienze (non solo quello atmosferico!) sta soffocando il mondo. Per avere la certezza che quanto accaduto non possa mai più ripetersi, non basta essere “anti”; diventa infatti sempre più urgente impegnarsi nella progettazione e nella realizzazione di un mondo fondato sulla collaborazione e sulla solidarietà, sul confronto e sul rispetto reciproco, sulla fratellanza e sull’attenzioni agli ultimi. Campi in cui primeggia la figura di padre Turoldo, uno dei grandi sognatori, dei grandi progettisti e degli operai più attenti ed impegnati nella costruzione di quel mondo.
I contatti con la Resistenza bresciana soprattutto nella Franciacorta
Padre David Maria Turoldo è stato un grande Resistente a Milano, ma era in contatto anche con la Resistenza bresciana, soprattutto nella zona della Franciacorta.
Secondo Turoldo la figura del Partigiano riveste certamente una eccezionale e fondamentale importanza, ma in uno specifico momento e in una determinata situazione.
La Resistenza come scelta e anche stile di vita da realizzarsi nell’impegno quotidiano
Invece, sempre secondo Turoldo, essere Resistente è una scelta di vita che non può verificarsi solo in un determinato tempo e in uno spazio contingente. La Resistenza, i Resistenti attuano un impegno quotidiano, da realizzarsi nel percorso di ogni giorno, senza distrazioni, nel corso di una intera esistenza.
Resistenza come liberazione autentica dell’umanità perché la libertà deve sempre essere riconquistata e la pace messa in atto
La liberazione autentica dell’umanità, oltre che dal nazifascismo e dalle dittature, richiede una militanza, una acribia nel tempo, un impegno molto più profondo sul piano culturale, relazionale, politico, sociale, familiare. L’impegno del Resistente non ha fine e scadenze, perché la libertà non si rinnova da sola, ma deve essere sempre riconquistata con l’impegno di ognuno di noi.
Infatti la Resistenza non è mai finita.
La libertà oltre gli schieramenti partitici per la costruzione di un mondo libero e di pace
Turoldo non ha mai voluto schierarsi con nessun partito politico, perché, lui stesso spiegherà, la libertà, la costruzione di un mondo migliore, i diritti delle persone, la solidarietà, il progresso alternativo che non è tale se non è per tutti, il soccorso a chi vive nell’indigenza, a chi vive nelle difficoltà, a chi vive nel bisogno, il rispetto di tutte le fedi politiche e religiose, non sono istanze appartenenti all’uno o all’altro schieramento partitico, ma sono valori appartenenti alla nostra comune umanità.
La Resistenza come testimonianza di pace soprattutto con esempi concreti
Per il Resistente il vero campo di lotta è la normalità, la testimonianza, non solo con le parole, ma con esempi di vita. Il Resistente non è solo antifascista.
La vera scelta del Resistente è un’alternativa totale, a favore di una società, di un contesto sociale, completamente diversi, per una nuova presente e futura umanità, perché la pace non è solo mancanza di guerra, ma è nonviolenza, è costruzione di convivenza solidale e fraterna.
Le fonti storiche non danno la ricostruzione storiografica di Turoldo come Partigiano
Le esperienze di Turoldo furono molteplici come Partigiano in una delle vicende più importanti della sua vita: la Resistenza. Ma le fonti storiche non danno ricostruzione storiografica editata di ampio respiro di padre Turoldo per la sua attività nella lotta di Liberazione nazionale e per il contributo notevole che ha offerto nella ricostruzione morale e materiale del nostro Paese.
La testimonianza del Comandante Partigiano Aldo Aniasi, poi sindaco di Milano
“Una lacuna nella storia del pensiero democratico e antifascista di impronta cattolica alla quale bisognerebbe pensare di porre rimedio”, così scrive Aldo Aniasi, comandante partigiano, assessore e sindaco di Milano, deputato e ministro socialista e presidente della FIAP federazione italiana associazioni partigiane. Scrive sempre Aldo Aniasi, che come uomo della Resistenza padre Turoldo privilegiò sempre una scelta unitaria, lo spirito unitario della Resistenza, lo spirito dell’unità antifascista.
Turoldo e i suoi molteplici rapporti con gli intellettuali antifascisti
Intrattenne rapporti con comunisti, socialisti, azionisti e incontrava personaggi come Eugenio Curiel, Rossana Rossanda e altri importanti dirigenti della sinistra.
Uno dei risultati più significativi dell’intero lavoro di confronto e dialogo realizzato nel convento di San Carlo a Milano per iniziativa di padre Turoldo e padre De Piaz è la nascita e la diffusione – soprattutto da parte di Teresio Olivelli, Claudio Sartori ed altri collaboratori bresciani – del giornale clandestino antifascista “Il ribelle”.
Il giornale clandestino “il ribelle” e la predicazione in Duomo a Milano
Anche la predicazione in Duomo su incarico del Cardinale Schuster diventa espressione della Resistenza di padre Turoldo. Appena dopo la Liberazione del 25 Aprile 1945, saranno ventinove i Lager visitati da padre Turoldo alla ricerca di sopravvissuti e riuscirà a riportare in salvo a casa circa duecento prigionieri.
Turoldo visita i Lager dopo il 1945. Per non dimenticare
Scrive Turoldo “Una sola possibilità affinché non si ripeta quanto è avvenuto: ricordare e capire, far ricordare e far capire. Così ho visto la sola Europa possibile, quella della solidarietà dei sopravvissuti”.
Scrive Ernesto Balducci “Il grande dono di David è di essere nato povero, in mezzo ai poveri, agli ultimi… David è rimasto un povero. I poveri sono fuori del perimetro della storia”.
Turoldo contro l’abrogazione del divorzio e dell’aborto per non imporre i dettami religiosi a chi non crede
In occasione degli appositi referendum, padre Turoldo vota contro l’abrogazione del divorzio e dell’aborto, perché i principi religiosi non possono essere imposti a chi non crede: la religione va spiegata e proposta, mai imposta con una legge.
Turoldo, De Piaz e Bettazzi per la liberazione di Aldo Moro
Nella primavera del 1978, padre Turoldo, insieme al confratello De Piaz, avvia una trattativa con le Brigate Rosse, per la liberazione di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana. L’iniziativa a cui partecipa anche il vescovo di Ivrea monsignor Luigi Bettazzi, presidente di Pax Christi, viene bloccata dall’opposizione delle autorità ecclesiastiche.
Iniziative come Nomadelfia per una rigenerazione della cultura
La Corsia dei Servi e Nomadelfia furono le iniziative più care sia a Turoldo sia a padre De Piaz, basate su concetti di primaria importanza: tanto la fede che le scelte politiche diventano operative e efficaci solo nell’ambito di una cultura che permetta di uscire dall’inerzia di una fede accolta solo per tradizione e pregiudizio, per tentare invece una rigenerazione dalla vera cultura con maggior impulso possibile.
L’incontro con Cassola e Balducci per la fondazione della LDU – Lega per il Disarmo Unilaterale
Invitato a un congresso sul disarmo nucleare nel febbraio 1978, Turoldo ebbe l’occasione di incontrare Carlo Cassola, che lo invitò al convegno nazionale della LDU – Lega per il Disarmo Unilaterale.
La prosecuzione della LDU con le Associazioni pacifiste affiliate alla rete internazionale Ican Premio Nobel per la pace per il disarmo nucleare universale
Gli aderenti attuali della Lega per il Disarmo Unilaterale sotto la sigla “Disarmisti Esigenti” stanno lavorando all’interno della campagna ICAN – International Campaign to Abolish Nuclear Weapons e con molte altre associazioni del panorama italiano affiliate a ICAN, tra cui anche PeaceLink- Telematica per la Pace, alla ratifica del trattato ONU, il TPAN, per la proibizione delle armi nucleari, varato a New York a palazzo di vetro nel luglio 2017 da 122 nazioni e dalla società civile organizzata in ICAN.
ICAN grazie alla costituzione del trattato Onu per l’abolizione delle armi nucleari è stata insignita Premio Nobel per la Pace 2017.
La Salmodia della speranza che illustra gli orrori del cosiddetto secolo breve: il Novecento
E poi ricordiamo la Salmodia della Speranza che attraversa la drammatica esperienza dell’Europa prima e durante la Seconda Guerra Mondiale: il trionfo dei dittatori, il nazismo, il fascismo, il razzismo, i grandi massacri, i Lager, Hiroshima e Nagasaki, la Resistenza.
Per una Chiesa pluralista e cosmopolita che accolga tutti quegli innocenti che ancora nascono solo per morire
Per una Chiesa che accoglie i diversi, gli emarginati, gli oppressi, gli ultimi, le vittime di cui tutti siamo parte nel contesto sociale, comunitario, culturale e nel mondo, nel terribile deserto della sopraffazione e della violenza dove tante voci chiedono libertà, giustizia e verità per tutti quegli innocenti che ancora nascono solo per morire come a Gaza e in tutte le guerre imposte dalla Nato e dai poteri forti che detengono gli ordigni di distruzione di massa nucleari e che pretendono il monopolio sulle materie prime nel mondo.
Laura Tussi