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Fermiamo la guerra invece che alimentarla!

Fermiamo la guerra invece che alimentarla!

a cura di Laura Tussi – PeaceLink, giornalista

 

pubblicato sul profilo facebook da Giorgio Cremaschi

 

Su contropiano.org un punto della situazione su quanto avviene e sta avvenendo in questi tragici momenti.

Alessio Ramaccioni: Il nuovo gruppo parlamentare Manifesta ha votato contro la risoluzione parlamentare che invia armi all’Ucraina. Vi è il tentativo di portare la vicenda sul tema della diplomazia e della pace, ma le informazioni di guerra e come anche la stampa sono censurate e unilaterali. Le censure vanno ad artisti, musicisti, direttori d’orchestra, intellettuali e così via.

Giorgio Cremaschi: a proposito di censura di guerra, non un solo telegiornale ha chiesto ragione del voto a quelli che hanno votato contro l’invio di armi in Ucraina. Noi siamo di fronte all’informazione più impensabile.

Vi sono circostanze a senso unico e se uno si pone in dubbio viene linciato e assimilato come servo di Putin.

La russofobia che dilaga porta alle logiche di guerra. In un campo così difficile far vivere la voce della ragione contro il delirio bellicista è praticamente impossibile e se ci dicono che siamo servi di Putin non ha importanza: noi siamo contro la guerra e contro tutte le guerre e contro l’escalation militare soprattutto.

Si presenta sempre più la paura della guerra e la decisione di inviare armi all’Ucraina contro la Russia è un atto di guerra per cui siamo e risultiamo essere in guerra contro la Russia. E’ una cosa gravissima è un meccanismo di escalation militare irrefrenabile. La stampa e l’opinione pubblica vogliono punire gli oligarchi, ma in realtà gli oligarchi si salvano sempre come in tutte le guerre.

Le sanzioni colpiranno l’economia della povera gente. L’industria delle armi ha fatto risalire le quotazioni in borsa. L’azienda Leonardo Finmeccanica è cresciuta.

Ieri si è violata la costituzione facendo entrare l’Italia nel conflitto.

Secondo la logica guerrafondaia e bellicista, i bombardieri Nato devono combattere contro i russi. In Europa subentra troppa poca paura della terza guerra mondiale e dell’escalation militare e bellica e si arriva sull’orlo del baratro. Vi sono molte manifestazioni per dire basta, per dire no alla partecipazione dell’Italia alla guerra. La guerra è lo strumento surrettizio sia per quando serve estendere le cosiddette democrazie come in tutte le guerre della Nato sia per la denazificazione di una nazione come l’Ucraina. Se vogliamo fermare la guerra dobbiamo discutere e discutiamo del cessate il fuoco, dell’intervento positivo dell’ONU, dell’apertura di trattative vere e con promesse e accordi di pace. È necessario fermare la guerra come strumento di soluzione di tutto ciò che avviene.

Fermare l’avanzata belligerante significa fermare l’invio degli armamenti e delle armi. Questa è una discriminante non solo in politica, ma nella morale e nell’ambito dell’etica.

L’ideologia della guerra è l’ultimo pezzo del pensiero unico neoliberista di questi ultimi trent’anni. Un pensiero che si è trasferito in un atto di estrema violenza. I guerrafondai sono i più liberali e i fascisti. I guerrafondai ci hanno spiegato che non ci sono alternative al neoliberismo che sfocia sempre nella guerra. Per fermare la guerra ci vuole la politica. Un compromesso di pace su due guerre, l’una prima dentro l’Ucraina che deve essere considerato uno stato multietnico e plurilingue. E l’altra in cui bisogna stabilire un compromesso di disarmo della Nato che deve sciogliersi e ritirarsi dall’est. Quindi tornare all’ONU e non alla Nato. Un accordo che garantisca la ritirata della Nato dai confini della Russia altrimenti si va incontro alla terza guerra mondiale.

 

Alberto Fazolo: Si riaggancia a quello che dice Giorgio Cremaschi ossia la poca paura del conflitto perché un’escalation che porti alla terza guerra mondiale è alta tra la Russia e l’Ucraina. L’avanzata bellicista in Donbass viene sciolta con il nodo del nazismo. La cronaca di questa guerra racconta che le truppe russe hanno occupato i nodi nevralgici, ma evitano le città. La Russia non entrando in città e l’Ucraina con la distribuzione delle armi ai cittadini portano in modo negativo e guerresco regolamenti di conti, attività criminali e si afferma l’inferno in queste città con una elevata lacerazione sociale.

Vi è una destabilizzazione dell’Europa per l’aumento di arsenali nucleari e militari che sono sempre più un grave pericolo. Questa volta la destabilizzazione è con la Nato. Tutti hanno le armi nucleari. Vanno fermate queste due guerre. Bisogna far capire che vanno individuate le criticità di questi conflitti: la guerra in Donbass con la denazificazione del paese e il secondo conflitto la guerra tra Russia e Nato con la ripresa del dialogo internazionale.

 

Eleonora Forenza:

È necessario impegnarsi a fermare la macchina mostruosa dell’informazione militarista. Ieri in parlamento vi è stato un discorso del segretario Letta che giustifica l’invio di armi con l’articolo 11 della Costituzione italiana che, invece, al contrario, ripudia la guerra. Questo è il ritorno al suprematismo eurocentrico e si ascoltano i telecronisti che la guerra è nel cuore dell’Europa. Si dice che noi siamo occidentali e dobbiamo ricordare alla Russia che ha perso la guerra fredda. Il rischio dell’escalation militare non è quello di cui hanno bisogno l’Ucraina e l’Europa. La guerra è iniziata nel 2014 con più di 14.000 morti in Donbass. Se provi a portare avanti le ragioni della pace e la hybris guerrafondaia, se provi a dire che rafforzare la presenza Nato a est non è la soluzione per la pace, vieni tacciato come filo Putin e rossobruno.

Noi in realtà non siamo con Putin che ha una prospettiva di pensiero e ideologica neozarista, una cultura machista e all’opposto della libertà. E allo stesso tempo, non possiamo assumere una prospettiva suprematista e atlantista. Il parlamento europeo diventa un attore silente rispetto ai tanti progrom verificati come a Odessa e dal 2014 inizia una politica che porta l’Unione Europea impegnata a inviare denaro e stipulare accordi con la politica di liberalizzazione. Attualmente subentra l’importanza di raccontare la verità. Eschilo diceva che la verità è la prima a morire in guerra. Abbiamo il dovere di non autocensurarci per le responsabilità gravi dell’Europa e della Nato.

 

Valerio Evangelisti:

La storia Ucraina è lunghissima. Ma è più interessante vedere cosa accade nella seconda guerra mondiale quando i nazisti sono accolti dagli ucraini come liberatori e Bandera era uno stretto complice di Hitler. I gruppi neonazisti sono corpi armati che esibiscono simboli nazisti. Quando si parla di democrazia dove sono gli esponenti dei partiti comunisti in Ucraina: sono tutti in prigione. Putin è un personaggio negativo. Molto negativo, ma ha conquistato il cuore della sua popolazione rispetto agli altri leader passati e ha dimostrato energia. Ma è un vero bugiardo.

Putin è un esponente dello zarismo riscoperto è un insieme di ambiguità, di bugie e di reazioni isteriche di fronte alle obiezioni.

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Conflitto in Ucraina: intervista di Laura Tussi a Luigi Mosca

AgoraVox Italia

Conflitto in Ucraina: intervista di Laura Tussi a Luigi Mosca

Intervista di Laura Tussi a Luigi Mosca, fisico delle particelle elementari, ex Direttore del ‘Laboratoire Souterrain de Modane’. Membro delle associazioni: ‘Abolition des Armes Nucléaires’ e ‘Disarmisti Esigenti’.

La situazione attuale in Ucraina potrebbe avere una svolta diversa tenendo conto del TPAN, il Trattato Onu di Proibizione delle Armi Nucleari, ottenuto grazie al contributo importante dell’ICAN, la Campagna Internazionale per l’abolizione degli ordigni di distruzione di massa nucleari, di cui molte associazioni pacifiste a livello nazionale e mondiale sono parte, ed insignita del Premio Nobel per la Pace nel 2017?

Il TPAN, dal 22 gennaio 2021, data della sua entrata in vigore, fa parte del Diritto Internazionale, quindi, se il Diritto Internazionale verrà rispettato per quanto riguarda le armi nucleari, il TPAN dovrebbe allora impedire che il conflitto degeneri in una guerra nucleare regionale o addirittura mondiale. Purtroppo la Storia ci insegna che le violazioni del Diritto Internazionale non sono rare, ma si puo’ sperare che, anche indipendentemente dal TPAN, una simile follia estrema non si verifichi.

E’ veramente fondata l’ipotesi per cui l’escalation militare in Ucraina potrebbe avere esiti davvero irreversibili e sfociare nel baratro di una apocalisse nucleare?

L’Ucraina, dalla fine della Guerra fredda, normalmente non possiede più armi nucleari, quindi se queste venissero usate lo sarebbe da parte della Russia, qualora questa si trovasse in difficoltà con le sole armi convenzionali, cosa che potrebbe succedere in funzione dell’importanza dell‘appoggio strategico’ all’Ucraina da parte del complesso USA/NATO. Naturalmente è veramente sperabile che, qualunque sarà l’evoluzione di questo conflitto, una simile follia (come ho già detto) non si produrrà.

Questo Premio Nobel per la pace può apportare speranze a livello locale e mondiale?

Ritengo proprio di si’. Fino ad ora 134 Stati hanno aderito al TPAN (122 che hanno votato la sua adozione il 7/7/2017, e 12 che l’hanno firmato ulteriormente): tra questi, 59 l’hanno anche ratificato.

D’altra parte, il Premio Nobel ad ICAN ha ancora aumentato l’effetto di stigmatizzazione delle armi nucleari da parte del TPAN. Un effetto concreto è quello di oltre 100 agenzie di finanziamento (banche, fondi di pensione, etc) che hanno, in conseguenza, già deciso di cessare di finanziare le industrie che producono varie componenti degli armamenti nucleari!

Ora si tratta di convincere gli Stati che posseggono (od ‘ospitano’) delle armi nucleari a disarmare aderendo al TPAN. Qui la strategia è in buona parte ancora da inventare : per questo rimando, in particolare, ad un mio articolo sull’Agenzia di Stampa Internazionale ‘Pressenza’ dal titolo : « Entrata in vigore del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari: quali prospettive ? »

Come possono legarsi i temi della Tassonomia Ue nucleare con il conflitto in Ucraina?

Qui rispondo con una domanda : “Riuscireste ad immaginare che cosa succederebbe se la Russia bombardasse anche uno solo dei 15 reattori nucleari installati in Ucraina?

La carenza di disponibilità del gas fornito dalla Russia potrà essere motivo di inserimento del nucleare nella Tassonomia Ue?

Certamente no! Sarebbe invece un forte motivo per accelerare al massimo la produzione di energie rinnovabili!

Non trovandomi io stesso in Ucraina non mi è possibile rispondere direttamente a questa domanda. Come ognuno di voi, sento o leggo, ora per ora, le informazioni : da come capisco vi è un insieme di paura e di determinazione (dai 18 ai 60 anni) a ‘difendere la Patria’…

Vi è pero’ un gruppo di pacifisti che ha lanciato un appello pressante e molto pertinente per una ‘descalation’ in vista di giungere a degli accordi di pace.

Il popolo ucraino si rende conto che la Nato ha interesse esclusivo a militarizzare i confini con la Russia e che la Russia ovviamente non è d’accordo?

Da come mi risulta, la popolazione ucraina appare molto ‘frammentata’ nelle sue convinzioni e orientamenti : vi è la componente russofona a l’Est e a Sud-Est, evidentemente su posizioni anti-NATO, vi è probabilmente una componente moderata, e poi una componente su posizioni di estrema destra, come il ‘Pravyj Sector’, e presenti anche nell’esercito (battaglione Azov) e che includono anche elementi neo-nazisti/neo-fascisti. Naturalmente vi è poi il Presidente Volodymyr Zelensky, che ha introdotto nella Costituzione il progetto di adesione dell’Ucraina nella NATO.

Intervista pubblicata il 23 febbraio, segue aggiornamento del 24 febbraio

Ecco un breve aggiornamento, tenuto conto degli eventi in queste ultime ore, a seguito della decisione di Vladimir Putin, questa mattina, di entrare in guerra con l’Ucraina, ufficialmente con lo scopo di ‘disarmarla’ per proteggere la popolazione russofona da un ‘genocidio’:

direi così, in modo molto sintetico : vi sono due provocazioni, in atto da diversi anni:

– quella della NATO che si è estesa praticamente fino ai confini con la Russia, in flagrante violazione della promessa (purtroppo solo verbale) di Reagan a Gorbatchev di NON estendere la NATO al di là della Germania riunificata,

– e quella del governo dell’Ucraina che non ha rispettato gli accordi di MinskII del 2015 che prevedevano la concessione di una relativa autonomia amministrativa al Donbass. Al contrario alla popolazione russofona è stato persino negato l’uso della lingua russa nello spazio pubblico (scuole, etc.) !

In conclusione : mentre è da condannare fermamente la decisione di Putin di invadere militarmente l’Ucraina (in particolare la sua delirante accusa di ‘genocidio’ della popolazione russofona), è necessaria anche una presa di coscienza delle responsabilità dell’occidente (il complesso USA/NATO) nel processo che ha condotto alla situazione attuale.

Personalmente, da diversi anni, propongo un’apertura di dialogo con la Russia, prima di tutto sullo statuto delle popolazioni russofone nei Paesi dell’Est, altrettante ‘bombe a ritardo’, di cui la prima sta già esplodendo in Ucraina e la prossima potrebbe essere nei paesi baltici dove, in Estonia ed in Lettonia, circa un terzo della popolazione è russofona e, per più della metà, si ritrova senza più alcuna nazionalità!

Inoltre questi due Paesi, che si trovano al confine diretto con la Russia, sono attualmente integrate nella NATO!

Questo articolo è stato pubblicato qui

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Tenda Antinucleare con Moni Ovadia e Alex Zanotelli

EVENTO

Tenda Antinucleare con Moni Ovadia e Alex Zanotelli

1 dicembre 2021

Esigiamo da Draghi e Cingolani il rispetto dei referendum sui beni comuni!

Organizzata per protesta contro l’eventualità che la UE consideri il nucleare, insieme a gas e CCS, tecnologia «verde» su cui investire. Davanti al MITE in via Cristoforo Colombo, organizzazione: Disarmisti esigenti, WILPF Italia, Missione Mediterraneo.
Con la collaborazione di Radio Nuova Resistenza

La settimana la concepiamo anche come una sorta di festival delle idee trasmissibili attraverso Radio Nuova Resistenza.
Ogni giorno un tema da sviluppare: a) come dibattiti attuati in trasmissioni radio; b) con eventi proposti tramite facebook.

1 dicembre (mercoledi) – la giustizia sociale e ambientale: il bilancio della COP26

Ore 17.00 – Un appello ai giovani dei Fridays e di XR – colloquio trasmesso per radio con Moni Ovadia. Introducono Alfonso Navarra, Patrizia Sterpetti e Ennio La Malfa, Ennio Cabiddu relaziona su Glasgow

Ore 18.00 – I rapporti tra nucleare civile e militare con Luigi Mosca da Parigi, coadiuvato da Alfonso Navarra. Antonia Sani relaziona sul TPAN. Elio Pagani sullo studio relativo alla legalità delle armi nucleari in Italia – Evento Fb

2 dicembre (giovedi)

Ore 17.00 –Una lotta unitaria sui referendum per i beni comuni- Interviene su banche armate e fossili Antonio De Lellis (ATTAC)

Ore 18.00 – l’impatto ambientale e territoriale delle attività militari – evento fb

3 dicembre (venerdi) – la lotta antimilitarista e nonviolenta delle donne

4 dicembre (sabato) – la tassonomia verde

Ore 17.00 – colloquio radiofonico con Fabio Amato della Sinistra al Parlamento Europeo: la partita è ancora aperta

Ore 18.00 – l’acqua è vita ed i referendum sui beni comuni vanno rispettati con Alex Zanotelli– evento fb

5 dicembre domenica – legge di bilancio e PNRR

Ore 17.00 – colloquio radiofonico con Massimo Scalia, Vittorio Bardi

 

Ore 18.00 – uno studio per un PNIEC alternativo illustrato da Keivan Motavalli – evento fb

6 dicembre (lunedi) – 100 per 100 rinnovabili anche nella tassonomia

Ore 17.00 – colloquio radiofonico con Giuseppe Farinella sulla situazione delle FER in Italia

Ore 18.00/19.30 – energia di pace e cultura della terrestrità – intervengono Antonella Nappi, Fabrizio Cracolici, Laura Tussi

7 dicembre martedi – per il clima fuori dal fossile (e dal nucleare anch’esso fossile)

Ore 17.00 – colloquio radiofonico con Mario Agostinelli ed esponenti di «PER IL CLIMA FUORI DAL FOSSILE»

Ore 18.00 – IL COORDINAMENTO ANTINUCLEARE EUROPEO evento fb Roma – Bruxelles – Parigi – Treviri (Luigi Mosca – Daniele Barbi – Alfonso Navarra, altri…)

CHI SIAMO

Siamo qui sotto il Ministero della transizione ecologica – MITE quali associazioni membre della Campagna ICAN (per la proibizione delle armi nucleari) nel mondo e in Europa, ma anche personalità (Moni OvadiaAlex Zanotelli) e organizzazioni ecopacifiste coerenti e conseguenti, consapevoli del legame indissolubile esistente tra nucleare civile e nucleare militare, interpreti della volontà antinucleare dei popoli: in modo inequivocabile di quello italiano che si è espresso in due voti referendari nel 1987 e nel 2011.

PER COSA PROTESTIAMO IN MODO PACIFICO

Siamo qui a protestare e digiunare: diciamo NO a ogni forma di “tassonomia” (le regole per classificare, una parola che dovremo abituarci ad usare perché tira in ballo migliaia di miliardi di dollari) che, tendendo all’obiettivo della decarbonizzazione contro il riscaldamento globale del Pianeta, includa la tecnologia “atomica”, comunque declinata, tra le energie “verdi”, o quasi “verdi” (“transizionali”, nella formula di compromesso che si sta prospettando tra Francia e Germania).

COSA VOGLIAMO DAL GOVERNO ITALIANO IN NOME DEI REFERENDUM

Cittadine/i che non amiamo essere prese/i per i fondelli, siamo indignati perché osserviamo il governo italiano non rispettare il mandato popolare e non darsi da fare affinché la Commissione Ue, in qualità di custode dei trattati e di promotore delle politiche di Green New Deal, si astenga il 7 dicembre dall’approvare un regolamento che giudichiamo funzionale ad un green washing di proporzioni colossali.

Cingolani dovrebbe incontrare una nostra delegazione e convenire con noi che non deve essere avallato un mistificatorio timbro di sostenibilità a fonti e tecnologie antiecologiche (non solo il nucleare, ma anche il gas e il CCS), permettendo che enormi flussi finanziari si indirizzino verso di esse con garanzia e sovvenzioni pubbliche, cioè con i nostri soldi di contribuenti.

Auspichiamo che, anche attraverso la pressione decisiva dell’opinione pubblica risvegliata, la transizione ecologica della UE, e con essa quella italiana, segua una strada coerente per la giustizia sociale e ambientale sulla base di una Pace effettiva con la Natura!

 

ADESIONI E INFO

Unitevi a Disarmisti esigenti, WILPF ItaliaMissione MediterraneoLaudato si’ & partners per il no al nucleare, sì al disarmo negli accordi di Parigi sul clima, sì alle rinnovabili:

https://www.petizioni.com/rispettarereferendum   – cell. 340-0736871

Per maggiori informazioni:
Alfonso Navarra
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E’ morto Virginio Bettini

Era nato a Nova Milanese nel 1942

E’ morto Virginio Bettini

Ha collaborato con Barry Commoner e con lui pubblicò a doppia firma “Ecologia e lotte sociali” nel 1976. Insieme andarono in Vietnam per denunciare i disastri causati dalla diossina lanciata dagli USA nella guerra chimica. E’ stato europarlamentare verde.
Laura Tussi21 settembre 2020

Testimonianza di Maurizio Acerbo

È morto Virginio Bettini, pioniere dell’ecologia, marxista antinucleare.

Apprendiamo con grande tristezza che è morto nella sua casa di Nova Milanese Virginio Bettini, pioniere dell’ecologia italiana insieme a Giorgio Nebbia che definiva il suo “vero unico compagno di viaggio”.

Nel 1970 era negli USA con Barry Commoner di cui tradusse in italiano il fondamentale libro “Il cerchio da chiudere” e con lui pubblicò a doppia firma “Ecologia e lotte sociali” nel 1976. Insieme andarono in Vietnam per denunciare i disastri causati dalla guerra chimica USA. Si è sempre definito “commoneriano”.

La sua è stata una vita di studio, ricerca e attivismo.

Dal 1971 al 2012 ha insegnato all’Università di Architettura di Venezia (IUAV), ecologia, analisi e valutazione ambientale ed ecologia del paesaggio. Autore di libri, ricerche e articoli che hanno dato un contributo essenziale all’ambientalismo critico nel nostro paese ha messo il suo sapere al servizio dei movimenti e delle comunità, da Seveso, alla mobilitazione antinucleare, al no tav.

È stato anche parlamentare europeo verde nel 1989. Più tardi si avvicinò a Rifondazione Comunista e fu nostro candidato nel 2001 e partecipò al Forum Ambientalista condividendo la necessità di un approccio #rossoverde anticapitalista.

Avevo preso l’impegno di scrivere la prefazione al suo ultimo lavoro, Ecologia del paesaggio, dedicato alla memoria di Giorgio Nebbia e realizzato con la collaborazione dei suoi amici e concittadini Laura Tussi e Fabrizio Cracolici di Peacelink. Insieme a loro cercheremo di farlo uscire in tempi brevi.

Virginio Bettini, come Rossana Rossanda, si è dichiarato fino alla fine marxista.

Una conferenza su paesaggio bene comune:

Le nuove generazioni che scoprono l’ecologia tramite Fridays For Future Italia faranno bene a riscoprire chi ha fatto la storia dell’ambientalismo in Italia.

 

Testimonianza di Ermete Ferraro

CI HA LASCIATI OGGI VIRGINIO BETTINI

Nato nel 1942, grande studioso ecologista ed illustre docente universitario, autorevole esponente verde in Italia ed anche al Parlamento Europeo, una vita trascorsa nell’impegno ecopacifista. Un grave lutto per il mondo ambientalista, nel quale aveva portato il messaggio eco-sociale di Barry Commoner, e per tutto il movimento ecologista e verde.

 

Testimonianza di Giovanna Baracchi

Triste questa giornata in cui ci lascia Virginio Bettini ex europarlamentare. Conobbi Virginio nel 2018, durante la campagna elettorale in cui prese vita Potere al Popolo. Decidemmo poi di presentare anche il suo libro “Dal paesaggio alla civitas” in collaborazione con Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

L’impronta delle persone conosciute che stanno lasciando questo mondo non si ferma, il vuoto che ognuno di loro sta lasciando è enorme, a noi procedere. Caro Virginio voglio ricordarti battagliero come furono le nostre poche ma accese discussioni, sempre e comunque dalla stessa parte. Un sorriso il tuo che andrà a rimpolpare il mio bagaglio assieme a quanto hai saputo trasmettermi.

 

Testimonianza di Fabrizio Cracolici e Lura Tussi

Caro Virginio,

Vir come volevi che ti chiamassimo io e Laura.
Quanti insegnamenti e quanta voglia di lottare per un mondo migliore ci hai trasmesso.
Cittadino del mondo, ci lasci per l’ultimo viaggio al tuo rientro a Nova Milanese, la tua città natìa.
Abbiamo condiviso con te gioie e tristezze per quello che avviene nel mondo e tu caro fratello e padre ci hai tenuto per mano e ci hai insegnato a non arrenderci, a non chinare mai la testa, perché dopo una sconfitta, per l’umanità c’è sempre una grande conquista.
Severo con i prepotenti e dolce con chi dona se stesso al bene comune.
Se oggi siamo persone migliori, lo dobbiamo a te che ci hai tenuto per mano in questo tempo malvagio.
Un dono è stato incontrarti e ti giuriamo che continueremo la tua lotta per un mondo migliore.
Una lacrima, una carezza e un abbraccio che accoglie caro Vir.
Ti vogliamo bene.
Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

Testimonianza di Alfonso Navarra

Mi ha appena telefonato Laura Tussi che gli era vicina di casa a Nova Milanese. E’ morto Virginio Bettini, forse di infarto, nella sua abitazione, dove viveva solo. Aveva 78 anni. Antinucleare storico, già europarlamentare dei Verdi, allievo di Barry Commoner, stava per pubblicare un libro sulla crisi ecologica e i modi per superarla. L’ultimo suo intervento pubblico e’ stato nell’incontro dei comitati, il 19 settembre a Milano, riuniti presso la Panetteria occupata per organizzare iniziative contro le atomiche tattiche a Ghedi e la corsa al riarmo e alle guerre. Ha parlato in tono appassionato, ma anche con accenti pessimistici, della necessità di dare profondità’ scientifica alla nostra azione sapendo individuare come movimento il terreno di lotta del porre limiti sociali all’invadenza pericolosissima della tecnoscienza.

Laura Tussi e Fabrizio Cracolici con Virginio Bettini (a destra)

Note: Virginio Bettini intervistato per PeaceLink da Alessandro Marescotti e Laura Tussi https://libera.tv/2014/10/08/peacelink-intervista-virginio-bettini/

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