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E’ cosa buona che tu esista! Alla ricerca di un nuovo umanesimo

E’ cosa buona che tu esista! Alla ricerca di un nuovo umanesimo

EVENTO: Campo MIR – Movimento Internazionale Riconciliazione tra popoli

Eremo di Betania, Padenghe Sul Garda (BS) 5 agosto 2022 alle ore 15:00 (Durata: 3 ore)

Venerdì 5 agosto 2022 alle ore 15.00 interverranno a Padenghe Eremo Betania, Laura Tussi e Fabrizio Cracolici.  Parleranno della “tempesta perfetta” che sembra addensarsi sul nostro futuro, ma anche della speranza di un nuovo mondo possibile.  Di seguito pubblichiamo la scheda di Laura Tussi e il testo da cui partirà il confronto con i partecipanti al campo Mir: https://www.peacelink.it/cerca/index.php?q=laura+tussi

Per maggiori informazioni: https://www.facebook.com/events/1818419335017295/ o lauratussi.pace@gmail.com

 

Tutto il mondo sembra svegliarsi di scatto da un torpore lungo secoli dove abbiamo anteposto il profitto (spesso di pochi) alla nostra vita, al nostro prossimo, al nostro ambiente. Occuparsi dell’ambiente significa avere cura dei nostri figli, dei nostri nipoti, degli altri, insomma del nostro futuro, ma anche rivolgere uno sguardo più umanistico verso chi per un motivo o per un altro oggi non gode delle stesse nostre possibilità. Il nucleare è l’antonomasia di questo concetto che è in sostanza la realizzazione delle sovrastrutture che l’uomo ha costruito per nascondere il fatto che è ancora pienamente dominato dai propri istinti animali seppur molto più sofisticati.

Il nucleare inteso come fornitore energetico non ha ancora i crismi di sicurezza e resilienza che il pianeta e chi lo abita necessitano, ma abbiamo tecnologie per eludere questa risorsa piuttosto agilmente, basterebbe volerlo. Oggi possiamo parlare con persone a migliaia di chilometri di distanza, ma spesso, quando lo facciamo è per promulgare i nostri interessi personali e non quelli di una società evoluta. Il desiderio di avere una vita migliore passa da una spinta personale, ma se questa è realizzata in modo egoistico allora non porta mai ad una felicità concreta. Se il nostro percorso invece viene da una condivisione di intenti, le cose sono destinate a rimanere. Siamo asserragliati dietro concetti più grandi di noi che spesso ci portano a sentirci complicati e profondi, ma quando volgiamo lo sguardo sul mondo in maniera totale ci accorgiamo che la strada su cui siamo è da cambiare. I conflitti appena scoppiati all’interno dell’evolutissima Europa ne sono una rappresentazione quasi grottesca: siamo un popolo ricco, madre della fratellanza, culla della filosofia, patria della Bellezza e l’unica cosa che riusciamo a fare davanti ad un problema nettamente politico è scatenare una guerra.

 

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Mosaico di pace – A Vienna per smilitarizzare il mondo a partire dalle armi nucleari

Ican, Beatrice Fihn: “Lanceremo un piano per la fine delle armi nucleari”

Anche i rappresentanti di diverse associazioni ecopacifiste italiane collegate a Ican partecipano alla “Settimana di iniziative antinucleari”, che prevede inoltre un convegno scientifico (il 20 giugno), oltre alla vera e propria Conferenza degli Stati firmatari del TPNW, dal 21 al 23 giugno a Vienna.

La subalternità alla Nato
Il governo italiano, a causa del controllo Nato, non partecipa ai lavori, neanche in veste di osservatore, alla Conferenza degli Stati, parti del Trattato per la proibizione delle armi nucleari.

Una crescita antinuclearista e nonviolenta
La Delegazione delle associazioni ecopacifiste italiane ha fatto propri in questo percorso vari aspetti.
La consapevolezza strategica: l’intreccio tra minaccia nucleare e minaccia ecologico-climatica.
L’obiettivo generale che può essere rafforzato da iniziative locali di denuclearizzazione.
Il TPNW deve condizionare il percorso TNP (Trattato di Non Proliferazione), quindi finalmente la guerra deve diventare un tabù e la nonviolenza è il cammino che dobbiamo imparare a percorrere.

Le interrelazioni degli ecopacifisti
Durante il grande festival, i nostri attivisti hanno potuto ascoltare in video il primo ministro della Nuova Zelanda e il ministro degli Esteri austriaco. Hanno ascoltato le testimonianze dei sopravvissuti ai test nucleari in Kazakistan, nelle Isole Marshall e in Nevada, così come i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki.
Per la partecipazione dell’Italia alla revisione del TPNW, invece, nessuna speranza si profila all’orizzonte.

Un importante intervento: Alessandro Capuzzo, movimento antinucleare di Trieste
Con la considerazione “strategica” di spazi aperti dai trattati internazionali, ha concluso la serata Alessandro Capuzzo, del movimento antinucleare di Trieste, in delegazione a Vienna.
Abbiamo confermato il nostro intento di puntare sull’evento collegato: “Give peace a chance”, che si è tenuto il 19 giugno e di cui Alessandro Capuzzo è tra i relatori rilasciando agli atti un documento.
La conferenza ha riunito rappresentanti statali, organizzazioni internazionali, comunità scientifica, sopravvissuti e società civile per discutere ed esplorare ricerche consolidate e nuove sulle conseguenze umanitarie e sui rischi delle armi nucleari.

La deterrenza nucleare è una minaccia per tutta la vita terrestre
La Conferenza scientifica di Vienna sull’impatto umanitario delle armi nucleari denuncia che la deterrenza è una minaccia per tutta la vita terrestre.
La nuclear ban week di Vienna arrivata a metà del suo percorso, prevede la revisione del Trattato di proibizione delle armi nucleari operata dagli Stati parte.
Martedì 21 giugno 2022 inizia a Vienna la conferenza di revisione del trattato di proibizione delle armi nucleari.
Ci sono all’Austria Center, parlamentari, sostenitori, esperti di politica, attivisti, creativi, funzionari delle Nazioni Unite e molti altri partecipanti della società civile e dei governi.

Ican meritato Premio Nobel per la Pace
Decisivo il ruolo di Ican che con Beatrice Fihn, direttrice esecutiva della Rete, ha preso la parola subito dopo il segretario generale dell’Onu Guterres e il presidente della Croce Rossa, Peter Mauer.

Una scadenza per l’eliminazione delle armi nucleari
L’ambasciatore Rüdiger Bohn stamattina è intervenuto a Vienna per la Germania ribadendo che l’obiettivo di Berlino rimane “un mondo libero dalle armi nucleari”. E fino a qui siamo nella normale retorica Nato, cui si conformano tutti gli Stati membri dell’Alleanza.
L’incontro coglierà il problema di una maggiore flessibilità in entrata del Tpnw e riuscirà a fissare una scadenza per l’eliminazione delle armi nucleari per gli Stati dotati di armi atomiche che decidessero di aderire al Trattato.
Alla conferenza di Vienna, denominata “Segmento di Alto Livello”, si susseguono le dichiarazioni degli Stati e gli interventi della società civile.

Mosaico di pace: https://www.mosaicodipace.it/index.php/rubriche-e-iniziative/rubriche/approfondimenti/la-parola-a-voi/3088-a-vienna-per-smilitarizzare-il-mondo-a-partire-dalle-armi-nucleari-2

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Disarmare il mondo dal nucleare? A Vienna si cercano soluzioni e la strategia giusta

Disarmare il mondo dal nucleare? A Vienna si cercano soluzioni e la strategia giusta

Mentre Putin e Biden agitano la minaccia nucleare, a Vienna si è discusso il TPNW, Trattato per l’abolizione delle armi di distruzione di massa nucleari.

La prima conferenza delle parti sul TPNW a Vienna, è stato un evento di interesse mondiale per l’abolizione delle armi nucleari che riguarda l’intera umanità.

A Vienna si sono trovate soluzioni per il disarmo con il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari e il Premio Nobel per la Pace ICAN.

Le centinaia di partecipanti al Forum di Vienna sono stati accolti dal saluto di Beatrice Fihn, direttrice dell’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN).

Beatrice Fihn ha lanciato un proclama: “lanceremo un piano per la fine delle armi nucleari”.

Gli ecopacifisti partecipanti al Forum di Vienna

Anche i rappresentanti di diverse associazioni ecopacifiste italiane collegate a ICAN hanno partecipato alla  “Settimana di iniziative antinucleari”, che ha previsto un convegno scientifico (il 20 giugno), oltre alla vera e propria Conferenza degli Stati firmatari del TPNW, dal 21 al 23 giugno 2022 a Vienna.

Il governo italiano, a causa del controllo e della subalternità Nato, non ha partecipato ai lavori, neanche in veste di osservatore, alla Conferenza degli Stati parti del Trattato per la proibizione delle armi nucleari.

Le delegazioni delle associazioni ecopacifiste hanno fatto propri in questo percorso vari aspetti.

La consapevolezza strategica: l’intreccio tra minaccia nucleare e minaccia ecologico-climatica.

L’obiettivo generale che può essere rafforzato da iniziative locali di denuclearizzazione.

Il TPNW deve condizionare il percorso TNP (Trattato di Non Proliferazione), quindi finalmente la guerra deve diventare un tabù e la nonviolenza è il cammino che dobbiamo imparare a percorrere.

L’inclusività multiculturale del Forum

Nel suo discorso introduttivo Beatrice Fihn ha sottolineato come l’organizzazione abbia lavorato duramente  per rendere il Forum e gli eventi della settimana il più inclusivi possibile. Beatrice Fihn, direttrice esecutiva di ICAN, ha concluso i lavori del Forum il 19 giugno scorso ospitando sul palco il numeroso staff di volontari (circa 40 persone) che con le attività di servizio hanno supportato organizzativamente l’incontro.

Il suo commiato è stato una decisa esortazione, tra gli applausi e le grida di giubilo dei partecipanti, a rimboccarsi le maniche sostanzialmente sulle modalità di lavoro fin qui percorse. Lo slogan è semplice e rischia anche una declinazione semplicistica: “The ban is the plan”. Si pensa cioé che il disarmo nucleare sarà la conseguenza della adesione progressiva degli Stati al TPNW.

Un meritato Premio Nobel per la pace a ICAN

Nel suo intervento Beatrice Fihn ha sottolineato che: “L’adozione di questo TNPW è frutto del ruolo chiave della società civile. Lavoreremo con i governi per implementare e universalizzare il Trattato” è stato concordato in una assemblea mattutina di ICAN.

Durante il grande festival, i nostri attivisti che sono collegati a ICAN con le varie associazioni ecopacifiste, hanno potuto ascoltare in video il primo ministro della Nuova Zelanda e il ministro degli Esteri austriaco. Hanno ascoltato le testimonianze dei sopravvissuti ai test nucleari in Kazakistan, nelle Isole Marshall e in Nevada, così come i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki.

Per la partecipazione dell’Italia alla revisione del TPNW, invece, nessuna speranza si profila all’orizzonte.

L’intervento di Alessandro Capuzzo, movimento antinucleare di Trieste

Con la considerazione “strategica” di spazi aperti dai trattati internazionali, ha concluso la serata Alessandro Capuzzo, del movimento antinucleare di Trieste, in delegazione a Vienna.

Abbiamo confermato il nostro intento di puntare sull’evento collegato: “GIVE PEACE A CHANCE”, che si è tenuto il 19 giugno e di cui Alessandro Capuzzo è stato tra i relatori rilasciando agli atti un documento.

La conferenza ha riunito rappresentanti statali, organizzazioni internazionali, comunità scientifica, sopravvissuti e società civile per discutere ed esplorare ricerche consolidate e nuove sulle conseguenze umanitarie e sui rischi delle armi nucleari.

Il nucleare è la minaccia assoluta

La Conferenza scientifica di Vienna sull’impatto umanitario delle armi nucleari ha denunciato che la deterrenza è una minaccia per tutta la vita terrestere.

Lunedì 20 giugno, si è svolta, come da programma, all’Austria Center, la Conferenza scientifica sull’impatto umanitario delle armi nucleari organizzata dal governo austriaco.

Basandosi sulle precedenti conferenze di Oslo (marzo 2013), Nayarit (febbraio 2014) e Vienna (dicembre 2014) , Vienna ha fatto il punto sui risultati chiave di queste conferenze, e ha presentato nuove ricerche nelle sue tre sessioni di lavoro:

  • Fatti chiave su conseguenze e rischi umanitari  delle armi nucleari;
  • impatto delle armi nucleari sulla gente e sul pianeta
  • i rischi della deterrenza nucleare.

Il TPNW trattato Onu che proibisce le armi nucleari

Martedì 21 giugno 2022 ha avuto luogo a Vienna la Conferenza di revisione del Trattato di proibizione delle armi nucleari.

Erano presenti all’Austria Center, parlamentari, sostenitori, esperti di politica, attivisti, creativi, funzionari delle Nazioni Unite e molti altri partecipanti della società civile e dei governi. Decisivo il ruolo di ICAN che con Beatrice Fihn, direttrice esecutiva della Rete, ha preso la parola subito dopo il segretario generale dell’ONU Guterres ed il presidente della Croce Rossa, Peter Mauer.

L’ambasciatore Rüdiger Bohn è intervenuto a Vienna per la Germania ribadendo che l’obiettivo di Berlino rimane “un mondo libero dalle armi nucleari”. E fino a qui siamo nella normale retorica Nato, cui si conformano tutti gli Stati membri dell’Alleanza.

L’incontro ha colto il problema di una maggiore flessibilità in entrata del TPNW e riuscirà a fissare una scadenza per l’eliminazione delle armi nucleari per gli Stati dotati di armi atomiche che decidessero di aderire al Trattato.

Alla conferenza di Vienna, denominata “Segmento di Alto Livello”, si susseguono le dichiarazioni degli Stati e gli interventi della società civile.

Il percorso della proibizione delle armi nucleari a Vienna conclude una tappa importante  

La conferenza di Vienna è terminata con una dichiarazione di impegno per un mondo libero dalle armi nucleari. La sintesi del presidente austriaco ha previsto un piano d’azione per implementare il TPNW. Appuntamento in Messico tra cinque anni per la seconda revisione del Trattato.

L’incontro a Vienna degli Stati parti del Trattato di proibizione delle armi nucleari, sostanzialmente, si è concluso con l’approvazione di una DICHIARAZIONE e con la sintesi del presidente austriaco della Conferenza ONU Kmennt, che includerà il PIANO DI AZIONE per l’implementazione del Trattato.

*saggista e attivista pacifista

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PAMPHLET ECOLOGICO

 

PAMPHLET ECOLOGICO, Mimesis Edizioni

Libro postumo di Virginio Bettini in prossima edizione Mimesis dal 10 marzo 2022 in tutte le librerie

 

a cura di Maurizio Acerbo, Fabrizio Cracolici, Laura Tussi

Introduzione di Maurizio Acerbo

Intervento di Paolo Ferrero

Postfazione di Alfonso Navarra

Contributo di David Boldrin Weffort

 

Pamphlet ecologico

di Virginio Bettini

 

Prefazione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

“I contenuti del libro di Bettini espongono quanto abbiamo proposto, insieme all’autore, nelle iniziative e nelle presentazioni in pubblico di vari nostri libri.

Con Virginio Bettini, in particolare negli ambienti ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, proponiamo i moniti del grande Partigiano Deportato, Padre Costituente dell’ONU Stéphane Hessel “la nonviolenza come cammino che dobbiamo imparare a percorrere” e “Esigete un disarmo nucleare totale”, a partire da ICAN – Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, che è stata insignita Premio Nobel per la Pace 2017 e di cui tutti noi attivisti per il disarmo nucleare siamo parte attiva. Bettini, insieme a Giorgio Nebbia e Gianni Mattioli, è stato tra i più grandi e principali oppositori al progetto del nucleare in Italia. Un vero riferimento dell’ecologismo politico equiparabile ad altri maestri come Laura Conti e Alexander Langer. Tutti questi grandi ecologisti sottolineano come i temi dell’ecologia urbana, del paesaggio e del nucleare civile devono essere approfonditi così come le problematiche relative alle riemergenti tecnologie nucleari, che cercano sempre di rialzare la testa nonostante le sconfitte.

Abbiamo sempre registrato, durante le presentazioni dei nostri libri in pubblico, una grande attenzione dei giovani agli interventi orali di Virginio Bettini in queste iniziative molto partecipate; e ora invitiamo i nostri lettori in particolare a leggere il Pamphlet di Bettini, perchè, nella dispiegata ed argomentata forma scritta, l’autore inquadra sistematicamente la questione ecologica nei suoi attuali termini scientifici, e nei diversi aspetti in cui si articola.

Basta scorrere l’indice per capire che tutta la complessità dell’ecologia è scomposta e trattata da Bettini in modo semplice (non semplicistico) nei vari elementi, senza perdere le connessioni e gli intrecci delle diverse problematiche che concorrono a rappresentare il terreno di lotta per una unica, letteralmente vitale alternativa al malsviluppo dominante.

Nel cammino nonviolento che  dovremo percorrere  per uscire positivamente dalle emergenze che ci stanno minacciando, tra cui i dissesti climatici, il rischio della guerra nucleare e la disuguaglianza sociale globale, proponiamo il portato valoriale dell’ecologia sociale ed in essa non dimentichiamo il Pamphlet ecologico di Virginio Bettini…”

Intervento di Paolo Ferrero

Vicepresidente del Partito della Sinistra Europea

“…Il volume che avete tra le mani, a cura di Laura Tussi, Maurizio Acerbo, Fabrizio Cracolici, è quindi un omaggio a Bettini ma un favore a noi: la sua qualità non è facilmente riscontrabile nel panorama editoriale odierno. La proposta scientifica dell’Ecologia del paesaggio, come punto di incontro delle relazioni sociali con quelle naturali, è una pietra miliare imprescindibile per la trasformazione sociale. Questo libro giustamente la ripropone e aprirà nuove prospettive a chi non ne ha mai sentito parlare.

Da ultimo, questo è un libro che fa pensare su noi stessi. E’ un libro postumo di Bettini, che nell’introduzione ricorda Alex Langer e Laura Conti ed è dedicato a Giorgio Nebbia, altro padre fondatore dell’ecologia politica italiana. Questo libro segnala come la schiera degli scienziati rossi ed esperti, capaci di analizzare la realtà e di progettare percorsi di trasformazione, si stia molto assottigliando e sottolinea la difficoltà che abbiamo a riprodurre la cultura critica di alto livello. Per questo è una testimonianza – una rammemorazione come avrebbe detto Walter Benjamin – è un libro sul che fare, ma è anche un invito a studiare, perché la trasformazione chiede lotta e passione ma anche intelligenza e preparazione”.

Introduzione di Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

“…E’ impossibile riassumere il suo enorme contributo di studioso e attivista, come militante politico e di movimento, come rappresentante istituzionale. Il suo ruolo nei Verdi e poi l’avvicinamento e la candidatura con Rifondazione Comunista. Il movimento antinucleare gli deve tantissimo e ogni volta che in una lotta prepariamo le osservazioni per la VIA dovremmo rendergli omaggio. Da Virginio abbiamo sicuramente da tenere ferma la lezione che l’impegno ambientalista non può essere solo enunciazione di principi o trasformarsi in ideologia, ma deve utilizzare in maniera critica i saperi scientifici confrontandosi con la complessità della realtà. Non è mai diventato un politicante e ci ha lasciato una miniera che va custodita e esplorata, un patrimonio di passione e ricerca che chi non rinuncia a un impegno rossoverde non può che considerare essenziale. Questo pamphlet ce lo ricorda come compagno “commoneriano” (sia nel senso di Commoner che di commons, beni comuni) appassionato e ironico che fino all’ultimo ha cercato di cercare di interpretare il mondo e di cambiarlo”.

La lezione di Virginio Bettini

Contributo di David Boldrin Weffort

“…Per troppo tempo la maggioranza degli scienziati ha idealizzato una posizione di osservatori estranei e neutrali ai processi storici, relegando il loro ruolo a semplici consiglieri tecnici al servizio del potere. Nicholas Maxwell, filosofo della scienza, ha recentemente definito l’attuale impresa scientifica un tradimento della ragione e dell’umanità, poiché incapace d’influenzare e migliorare il presente nel suo miope accumulo di conoscenza. Ora, “suonato l’allarme” per la crisi climatica, la scienza può ritirasi nella torre d’avorio o agire coerentemente con azioni di disobbedienza civile come recentemente esortato da Charlie J. Gardner e Claire F. R. Wordley sulla rivista Nature Ecology and Evolution. L’impresa scientifica ha, dunque, l’opportunità di riassumere quel carattere liberatorio che ne ha caratterizzato gli albori, quando la rivoluzione copernicana ha sovvertito l’oscurantismo medioevale. In particolare, l’ecologia, come ha affermato Murray Bookchin, ha un carattere intrinsecamente rivoluzionario perché studiando le relazioni tra organismi e il loro ambiente, non può sottrarsi dalla critica dei sistemi sociali che determinano le relazioni tra la specie umana e l’ambiente. Virginio Bettini lo aveva capito prima di molti altri muovendosi disinvolto dalle cattedre accademiche alle assemblee dei tanti comitati per la difesa del territorio. E oggi, più che mai, dobbiamo seguire il suo esempio”.

Postfazione di Alfonso Navarra

Questo prezioso manualetto di Virginio Bettini va inquadrato in un contesto pre-pandemico: nella cronologia di scrittura, appartiene ad un “prima” della crisi da coronavirus.  Allora non era così chiaro come adesso che il “dopo” la catastrofe sanitaria in corso pone in modo evidente e pressante un “cambiamento di rotta” della barca comune dell’Umanità  che la porti in via definitiva fuori dal mare delle tempeste in cui rischia di naufragare.

Questo porto sicuro del “dopo” si potrebbe chiamare Green New Deal mondiale ed esso può essere raggiunto solo se si segue la bussola culturale della terrestrità, un concetto che in qualità di portavoce dei Disarmisti esigenti ho elaborato partendo dalle intuizioni base di Morin-Hessel (la coscienza planetaria), dalla visione dei popoli indigeni (l’umanità e’ figlia della Madre  Terra) e dalla consapevolezza gandhiana che “la nonviolenza efficace sono i progressi nel diritto internazionale”.

La rete di educazione alla terrestrità promossa dai Disarmisti esigenti, connessa all’iniziativa della Carta della Terra, vuole creare le premesse culturali per l’armonizzazione di campagne e strategie politiche, a partire da ICAN (Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari) – Premio Nobel per la Pace 2017, che concretizzino i diritti dell’Umanità e della Natura cui deve essere subordinata la legittimità degli Stati: la terrestrità è, a conti fatti, il necessario antagonista culturale del sovranismo militarista, la deriva in cui rischiamo invece di inabissarci.

Il libro di Virginio Bettini, con la prefazione dei giornalisti e attivisti Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, è ricco di informazioni concentrate, attendibili, essenziali, una miniera di idee e di indicazioni per la costruzione del Green New Deal globale e delle sue varie articolazioni continentali, nazionali, locali, persino di comportamenti personali.

Appartiene ad un “prima” la crisi pandemica che prepara un “dopo” di reale svolta, di reale trasformazione: cioè un dopo, in cui l’Umanità fa la pace con la Natura violentata ed in questo percorso fa la pace anche con sé stessa.

Da questo punto di vista, per tutti i movimenti alternativi, mi sento di consigliarlo come strumento imprescindibile di dati e di riflessioni, capace di lasciare un segno di crescita intellettuale, ma anche morale ed emotiva, a disposizione delle persone che stanno maturando ed approfondendo una conversione ecologica.

 

 

 

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PeaceLink: disarmo nucleare e inquinamento atmosferico

È necessario più che mai disincentivare le spese militari e investire sulla pace

PeaceLink: disarmo nucleare e inquinamento atmosferico

I poteri forti attuano investimenti negli armamenti come gli F 35, le bombe nucleari nato B 61-12, i droni e nelle grandi opere inutili come la TAV e le opere militari come il Muos. I poteri forti incentivano le grandi opere colossali e militari per incrementare la domanda di acciaio

Il riarmo nucleare e l'inquinamento atmosferico sono dettati da un sistema malato: da poteri forti distinti e separati, ma comunque poteri forti

È necessario più che mai disincentivare le spese militari e investire sulla pace.

I poteri forti attuano investimenti negli armamenti come gli F35, le bombe nucleari nato B 61-12, i droni e nelle grandi opere inutili come la TAV e le opere militari come il Muos.

La richiesta di acciaio ormai scarseggia sul mercato globale. Invece i poteri forti incentivano le grandi opere colossali e militari per incrementare la domanda di acciaio in un sistema e in un mercato che sono in realtà al tracollo e al collasso.

Le politiche globali devono al contrario investire sulla pace cioè la riqualificazione ambientale e le bonifiche delle città e dei siti contaminati e inquinati come Taranto che subisce politiche scellerate e corrotte altamente inquinanti.

Le politiche globali con l’impatto negativo sull’ambiente non rispettano la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale e la tutela della sicurezza sul lavoro e non rispettano, costituzionalmente parlando, la salute e la vita di operai, lavoratori e cittadini.

Il caso Taranto propone il diritto alla salute e alla vita soppiantato dalle logiche politiche bieche di profitto, dalla ricerca del massimo profitto dei padroni, dei poteri forti votati alla tirannia del capitalismo neoliberista e finanziario e votati al becero ricatto capitalista che vede contrapposti lavoro o salute e lavoro o vita.

I sistemi forti dettano legge. A Taranto la società civile organizzata in cittadinanza attiva è contro il mostro dell’acciaio, la fabbrica della morte, il siderurgico infernale.

L’Associazione PeaceLink – Telematica per la pace è inoltre affiliata dal 2006 alla Rete internazionale ICAN – Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari e per il disarmo nucleare, insignita del Premio Nobel per la Pace nel 2017. PeaceLink è membro ICAN assieme a altre associazioni, come Disarmisti Esigenti e Wilpf, operanti sul territorio nazionale e assieme a oltre 500 ONG, realtà associative, Onlus operanti in tutto il mondo per la messa al bando degli ordigni nucleari. PeaceLink porta avanti, con varie attività e iniziative a livello nazionale e internazionale, l’importante testimone del Premio Nobel per la pace a ICAN per il disarmo nucleare.

Per quanto riguarda l’ambito della siderurgia, a Taranto vi è un alto tasso epidemiologico di incidenza tumorale per vari agenti inquinanti emessi dall’impianto siderurgico più grande d’Europa. Nel quartiere tamburi molte persone sono affette da malattie cancerogene, tre persone su 18.

PeaceLink ha sollevato un terremoto politico e giudiziario, una contrapposizione netta tra politica partitica e magistratura.

Il 26 luglio 2012 il Gip – Giudice per le Indagini Preliminari Patrizia Todisco emette la sentenza “con la salute e la vita non si può mercanteggiare”.

I deputati alla camera e al Senato hanno votato decreti legge salva Ilva e ammazza Taranto.

I poteri forti, i partiti, le autorità ecclesiastiche hanno un atteggiamento omertoso e hanno nascosto la verità con l’omertà e il silenzio, occultando la verità di inquinamento e malattie e morte.

Da indagini su Taranto emerge una equazione tra le lobby dell’acciaio e i poteri forti per tenere nascosti i dati sull’inquinamento: è una verità amara e tragica, ma è la verità.

Note: Il riarmo nucleare e l’inquinamento atmosferico sono dettati e imposti da un sistema malato: da poteri forti distinti e separati, ma comunque poteri forti

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Il Premio Nobel per la pace per il futuro dell’umanità

Premio Nobel per la pace 2017 per il disarmo nucleare universale

Il Premio Nobel per la pace per il futuro dell’umanità

ICAN, una campagna per rafforzare l’impegno antinucleare, oggi sottovalutato e tralasciato, che è impegno per un mondo fondato sulla forza dei diritti umani e dell’umanità

ICAN - Siamo tutti Premi Nobel per la Pace

La proibizione giuridica delle armi nucleari, votata da una Conferenza ONU il 7 luglio 2017, è una conquista quasi a portata di mano da parte del movimento pacifista mondiale. Il suo valore sarebbe “storico” e farebbe fare dei passi avanti a tutta l’architettura del diritto internazionale (incluso il diritto alla libera circolazione delle persone sulla Terra che è casa di tutti): un percorso che possiamo far coincidere con la nonviolenza efficace.

L’assegnazione all’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons del Nobel per la Pace è un riconoscimento a coloro che, in tutto il mondo, si sono impegnati da lungo tempo, e in particolare dalla nascita dell’Iniziativa Umanitaria (Oslo 2013), per l’eliminazione delle armi nucleari, e chiama tutti noi a unificare i nostri sforzi, al di là delle legittime e anche importanti differenze tra le organizzazioni della società civile (che rimangono una ricchezza, non un limite).

Noi lanciamo la proposta concreta a tutti i disarmisti e gli antinuclearisti di condividere le speranze che la campagna ICAN ha aperto alla possibilità di liberare l’umanità dal rischio dell’olocausto nucleare: non è cosa da poco che si certifichi da parte del Comitato per il Nobel l’importanza del Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPAN) adottato dalla Conferenza ONU di New York il 7 luglio 2017.

Beatrice Fihn, direttrice esecutiva di ICAN, che è andata a ritirare il premio a Oslo il 10 dicembre 2017, ha dichiarato: “Every single partner organisation owns this prize and we all need to use it to maximize the impact of our organisations work on the ban treaty”. “Ogni singola organizzazione partner possiede questo premio e tutti dobbiamo usarlo per massimizzare l’impatto del lavoro delle nostre organizzazioni sul trattato di divieto”, sostiene Beatrice Fihn.

Nel nostro Paese abbiamo l’urgenza di sollecitare un cambiamento di rotta da parte del governo: l’Italia dovrebbe ratificare al più presto il TPAN, in coerenza con l’art. 11 della nostra Costituzione, anche per dare impulso all’alternativa di un’economia di pace.

Per essere coerenti e credibili con quanto sopra richiesto, dovremmo anche liberarci con decisione autonoma, unilaterale, delle bombe atomiche USA ospitate nelle basi o fatte transitare (in “momenti eccezionali”?) nei porti “nuclearizzati”, in incostituzionale – e ormai del tutto anacronistica – ottemperanza della “condivisione nucleare NATO” da parte dell’Italia.

Tutti i gruppi possono aderire a ICAN – e invitiamo caldamente a farlo – compilando il seguente form: http://www.icanw.org/become-partner.

Abbiamo aperto – su iniziativa dei Disarmisti Esigenti, PeaceLink e altre associazioni – un canale YouTube, in cui raccogliamo i brevi video-appelli di personalità dell’attivismo nonviolento che invitano i movimenti di base a fare parte costruttiva, creativa e attiva della rete internazionale ICAN.

Per collegarsi bisogna andare sul canale YouTube “Siamo tutti premi Nobel per la pace con ICAN”.

Tra le associazioni che promuovono la campagna quelle con cui collaboriamo più strettamente sono PeaceLink e i Disarmisti Esigenti. PeaceLink – telematica per la pace, oggi è molto impegnata sul caso ILVA e si è costituita parte civile del maxiprocesso “Ambiente svenduto” contro l’inquinamento industriale del più grande colosso siderurgico d’Europa che continua a mietere vittime nella città di Taranto. I Disarmisti Esigenti sono un coordinamento di associazioni basate sui grandi moniti e appelli all’umanità del partigiano francese Stéphane Hessel con il suo libro postumo pubblicato in Italia Esigete! Un disarmo nucleare totale.

Il trattato ONU è stato varato a New York nel Palazzo di Vetro da 122 nazioni dietro la spinta determinante della società civile internazionale organizzata in ICAN. A questa stesura erano presenti di persona Alfonso Navarra, storico ecopacifista, attivista nonviolento storico compagno di lotte insieme a Peppino Impastato e importante protagonista delle battaglie per il disarmo nucleare da Comiso ai porti a rischio nucleare, Giovanna Pagani, dirigente di WILPF Italia, e lo scienziato italo-francese Luigi Mosca.

Con Alfonso Navarra, Fabrizio Cracolici, Adelmo Cervi e Alessandro e Luciano Marescotti in particolare abbiamo scritto i libri La follia del nucleare e Antifascismo e Nonviolenza: essi tracciano il percorso che ha condotto l’ONU e la società civile internazionale al trattato del 7 luglio 2017. Lo slogan positivo della cultura di pace che sta alla base di questi trattati si riassume nel motto “Prima l’umanità, prima le persone”. Questo adagio, nella nostra interpretazione, applicata specialmente all’Italia, ma con un’ottica globale, contrappone la nuova cultura della pace del XXI secolo al rischio di una subcultura parafascista e sovranista e autoritaria e suprematista

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Memoria e futuro

In tutte le librerie dal 6 maggio 2021

Memoria e futuro

Il libro Memoria e futuro di Alfonso Navarra, Luigi Mosca, Laura Tussi, Fabrizio Cracolici è frutto di un impegno collettivo portato avanti dai Disarmisti Esigenti con i contributi di Vittorio Agnoletto, Moni Ovadia, Alex Zanotelli e molti altri

Libro Memoria e futuro in tutte le librerie dal 6 Maggio 2021

Libro Memoria e futuro, Mimesis Edizioni in tutte le librerie dal 6 maggio 2021

 

Il libro Memoria e futuro, Mimesis Edizioni è frutto di un lavoro collettivo portato avanti dai Disarmisti esigenti nati dall’appello Esigete! Un disarmo nucleare totale di Stéphane Hessel e Albert Jacquard e dai loro stretti collaboratori, membri anch’essi di ICAN, la Campagna Internazionale per la messa al bando delle Armi Nucleari, Premio Nobel per la Pace nel 2017. Memoria e futuro è focalizzato sulla cultura della pace del XXI secolo e lancia la proposta di una Rete per l’Educazione alla Terrestrità (RET).

La RET è orientata verso una cittadinanza planetaria organicamente pervasa di coscienza ecologica e strutturata su un ordinamento internazionale, “per assicurare la pace e la giustizia tra le Nazioni” (art. 11 della Costituzione italiana), che riconosca e tuteli i diritti dell’unica umanità e della natura. Collegandosi all’iniziativa della Carta della Terra

dell’UNESCO, la RET include, per l’appunto, l’omonimo progetto “Memoria e futuro”, esposto in queste pagine nelle sue finalità, nei suoi obiettivi e nelle sue scadenze (progetto erede dell’esperienza dell’iniziativa “Per non dimenticare” di Nova Milanese e Bolzano).

Il libro è stato scritto nel periodo di attesa dell’entrata in vigore ufficiale, fissata al 22 gennaio 2021, del Trattato per la proibizione delle armi nucleari, il TPAN (TPNW in inglese), e si propone come strumento di lotta per una mobilitazione politica di base, considerata decisiva per un futuro di progresso dell’umanità, consapevole della necessità di un lavoro culturale adeguato come retroterra: un lavoro che affondi le sue radici nella memoria valorizzante l’esperienza della Resistenza, caratterizzata dal valore dell’amore per l’umanità. L’identificazione della Resistenza con il punto di vista e il riscatto degli sfruttati e degli oppressi è la continuità da conservare e da integrare con il valore del rispetto verso il sistema complessivo della vita….” continua

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Tempi di Fraternità – Il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari

La Rivista Tempi di Fraternità nella sezione Disarmo nucleare presenta:

Tempi di Fraternità – Il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari

Il TPAN è valso il Premio Nobel per la Pace a ICAN – Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari nel 2017: uno dei tanti tasselli del lavoro e del percorso per la pace del XXI secolo, il diritto alla pace

Per l'educazione alla pace a partire dal disarmo nucleare

Il 22 gennaio 2021 è entrato in vigore a livello mondiale il TPAN – Trattato ONU di Proibizione delle Armi Nucleari – che è valso il Premio Nobel per la Pace a ICAN (Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari) nel 2017: uno dei tanti tasselli del lavoro e del percorso per la pace del XXI secolo – il diritto alla pace – insieme alle Costituzioni nate dalla Resistenza al nazifascismo, insieme alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, alle Carte della terra, alle Cop per il clima, all’Agenda Onu 2030 e così via.

Il trattato, per entrare in vigore, richiedeva la ratifica

da parte di almeno 50 Paesi. E il cinquantesimo Paese,

l’Honduras, lo ha ratificato il 24 ottobre 2020!

È illegale quindi, per i paesi che lo hanno firmato, consentire qualsiasi dislocazione, installazione o diffusione di armi nucleari o di altri dispositivi esplosivi nucleari sul proprio territorio o in qualsiasi luogo sotto la propria giurisdizione, e rafforza la posizione internazionale contro le armi nucleari, perché si tratta del primo strumento legale che le vieta esplicitamente.

Si è dato così corso alla storica approvazione del trattato da parte dell’Assemblea generale Onu, avvenuta il 7 luglio 2017. In quella occasione una larga maggioranza di Paesi (122) votò a favore, mentre si oppose una minoranza costituita dai nove Paesi dotati di armi nucleari e dai loro alleati, tra cui l’Italia. È urgente oggi che la prepotenza di una minoranza di Paesi sia sottoposta alla volontà espressa dalla maggioranza e si affermi finalmente la Democrazia, sia in ambito ONU che nel mondo.

Il percorso del diritto rispetto al trattato di proibizione

delle armi nucleari è collegato al ruolo delle convenzioni di Ginevra che prevedono, tra l’altro, l’obbligo di prendere le precauzioni necessarie per limitare il più possibile gli effetti di un attacco bellico sulla popolazione civile. I civili in guerra quindi sono sacri, altrimenti si commette un crimine di guerra, un crimine contro l’umanità.

In vari periodi sono state abolite le armi biologiche,

chimiche, le mine antiuomo, ma le armi nucleari,

chissà perché, non sono mai state messe al bando. Finalmente il TPAN le dichiara illegali, perché sono armi indiscriminate, come quelle prima indicate.

Ci viene raccontato che, nonostante il numero notevole di ordigni custoditi nei depositi nucleari e i giganteschi investimenti in nuove e più “efficaci” tecnologie, un attacco nucleare, grazie alla dissuasione attraverso la minaccia della reciproca distruzione totale, è impossibile.

Ma in realtà potrebbe non essere così.

Il 26 settembre 1983, i dispositivi di difesa della allora

Unione Sovietica segnalarono un attacco missilistico

da parte degli Stati Uniti: «Missili termonucleari americani in arrivo. Colpiranno il territorio dell’Unione Sovietica fra 25/30 minuti». La procedura prevedeva di informare immediatamente i superiori. Petrov era un analista, riteneva che il messaggio fosse un errore del sistema: non informò i superiori. Nessun missile colpì l’Unione Sovietica: il sistema era stato ingannato da riflessi di luce sulle nuvole.

Petrov ricevette un richiamo, e perse la promozione a

colonnello, ma il suo gesto di disobbedienza aveva evitato una possibile tragedia nucleare.

La partita però non è vinta: occorrerà ora mobilitarsi

per pretendere l’attuazione del trattato anche per quei

Paesi, che in fondo sono i Paesi che detengono le armi

atomiche, ben consapevoli che il nucleare insieme a tutti gli armamenti muovono interessi politici ed economici enormi. E chi muove questi interessi non starà a guardare e a subire ciò che il trattato imporrebbe.

Le associazioni del mondo pacifista, felici per il risultato ottenuto anche grazie allo sforzo della società civile italiana e internazionale, si stanno già impegnando affinché il numero degli Stati aderenti al Trattato possa aumentare, a partire dall’Italia.

E queste istanze vanno promosse nelle scuole di ogni

ordine e grado. L’educazione alla pace deve essere inserita nell’educazione civica – sono previste 33 ore annue – partendo dal fatto che in una democrazia le regole evitano la guerra; con le regole il conflitto viene gestito e non degenera nella legge del più forte. Educazione civica e educazione alla pace includono tematiche con punti in comune. In realtà l’educazione alla pace all’interno dell’educazione civica promuove la cittadinanza attiva e la nonviolenza. L’ONU definisce l’educazione al disarmo come una disciplina che va promossa nelle scuole. Importante nell’educazione al disarmo è la cittadinanza digitale che ha molta attinenza con la cittadinanza attiva per poter attuare con determinazione le varie campagne informative e per imparare a distinguere le notizie vere da quelle false.

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No euromissili Si ospedali – 7 aprile 2021

La dichiarazione da noi sottoscritta, che sarà letta dal palco a Buchel durante la marcia di Pasqua

No euromissili Si ospedali – 7 aprile 2021

7 aprile: giornata mondiale onu della salute.
NO euromissili SI ospedali – solidarieta’ con buchel, la nuova comiso.
In dialogo con papa Francesco (“il nucleare è immorale!”), usciamo dalla pandemia della guerra contro la natura e quindi delle guerre fratricide tra gli umani

No euromissili SI Ospedali: appello

Quella che segue, è la dichiarazione da noi sottoscritta (ed eventualmente da altri che volessero aggiungersi), che sarà letta dal palco a Buchel durante la marcia di Pasqua

 

Quella che segue, è la dichiarazione da noi sottoscritta  (ed eventualmente da altri che volessero aggiungersi), che sarà letta dal palco a Buchel durante la marcia di Pasqua.
Per aderire: alfiononuke@gmail.com
7 APRILE: GIORNATA MONDIALE ONU DELLA SALUTE
NO EUROMISSILI – SI OSPEDALI – SOLIDARIETA’ CON BUCHEL, LA NUOVA COMISO
IN DIALOGO CON PAPA FRANCESCO (“IL NUCLEARE E’ IMMORALE!”), USCIAMO DALLA PANDEMIA DELLA GUERRA CONTRO LA NATURA (E QUINDI DELLE GUERRE FRATRICIDE TRA I GLI UMANI)
In occasione della Giornata mondiale della salute proclamata dall’ONU ribadiamo, in dialogo ideale con il Papa, quanto abbiamo già proposto con il nostro appello NO ARSENALI SI OSPEDALI (si vada online al link: https://www.petizioni.com/no_arsenali_si_ospedaliApre in una nuova finestra): per “stare bene” in modo solido, razionale, universale, occorre convertire le spese militari in investimenti per la salute pubblica. La salute delle persone logicamente esige un ambiente risanato, nella prospettiva di una conversione ecologica dell’economia. In questa ottica, c’entra moltissimo, come recita il nostro appello, aderire al Trattato di proibizione delle armi nucleari, ritirarsi dalle guerre neocoloniali in cui siamo coinvolti come italiani ed europei, cessare il fuoco in tutti gli angoli del mondo! E c’entra sicuramente anche il “digiuno di giustizia”, promosso da “Cantiere Casa Comune”, che chiede, il 7 aprile, davanti al Parlamento italiano, contro le politiche migratorie razziste, nuove leggi in attuazione del diritto umano della libertà di circolazione. Dobbiamo mostrare concretamente più umanità e solidarietà con le vittime di questo Sistema, che è presidiato dall’arma atomica a difesa, con la minaccia dell’annientamento, del privilegio dei pochi super-ricchi e super-potenti.

Come ammoniscono gli ecopacifisti tedeschi che marciano il lunedì di Pasqua a Buchel, la “nuova Comiso” (perché pare sia stata scelta ad essere la prima ad ospitare le nuove atomiche americane B-61-12):

CI serve un piano di pace! 
Nessun ulteriore riarmo della NATO! La guerra non è mai una soluzione!”
 (…)
L’unico modo per prevenire una guerra nucleare è abolire tutte le armi nucleari! Ecco perché chiediamo come gesto forte la firma del trattato sulla proibizione delle armi nucleari da parte del governo federale”…
Questi obiettivi degli ecopacifisti tedeschi sono i nostri obiettivi di attivisti sociali italiani (riferiti alla situazione italiana, in  particolare la ratifica del TPAN da parte dello Stato italiano) e li vogliamo manifestare il 7 aprile a Roma che ospita lo Stato del Vaticano. La Santa Sede, infatti, quale Stato riconosciuto dall’ONU è stato tra i primi a ratificare il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari, da poco entrato in vigore.
 Siamo perciò ragionevolmente sicuri di poter trovare, in piena autonomia di posizioni laiche, ma attenti alle evoluzioni progressive in ogni ambito culturale,  una forte voce alleata nella condanna di Papa Bergoglio ad ogni logica e pratica (“immorale!” oltre che illegale), di deterrenza…
Alex Zanotelli – missionario comboniano
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Ennio Cabiddu – Sardegna pulita
Marco Palombo – attivista nonviolento contro le guerre
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Angelica Romano e Fabio Alberti – Un ponte Per
Fabrizio Cracolici e Laura Tussi – PeaceLink
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Padre Turoldo, il Partigiano

Su La Provincia di Sondrio.
Un saggio indaga attraverso testimonianze questo aspetto del sacerdote

Padre Turoldo, il Partigiano

Guerino Dalola ha raccolto una serie di ricordi di chi ha lavorato con il religioso durante la Resistenza. Resoconto della Presentazione del Libro “Turoldo, Il Resistente” presso la Libreria Il Mosaico di Tirano

Libro Mimesis "David Maria Turoldo, il Resistente"

David Maria Turoldo, il Resistente (Mimesis Edizioni). È stato poeta, filosofo, sacerdote, autore, traduttore, fondatore di riviste e giornali.

La convinzione cristiana della dignità insopprimibile di ogni uomo ha fatto di lui anche un resistente antifascista – come osservano nella prefazione la giornalista Laura Tussi e Fabrizio Cracolici – e lo ha spinto a combattere tutta la vita contro ogni forma di oppressione politica, sociale e culturale. Di questo tratto di padre Turoldo si è parlato nell’incontro online promosso dalla Libreria Il Mosaico di Tirano e che è il centro del libro, scritto da Guerino Dalola nell’ambito di Anpi Franciacorta Brescia.

David Maria Turoldo, il Resistente.

Il saggio è la naturale elaborazione delle testimonianze di chi ha avuto frequentazioni assidue con Turoldo: Donatella Rocco, Antonio Santini, Mino Facchetti, Pierino Massetti, Gianfranco Campodonico.

Durante il pomeriggio il primo ricordo è andato a Bruno Ciapponi Landi, che ha perpetuato la memoria dell’amico Turoldo e di padre Camillo De Piaz.

Fra i due religiosi entrambi legatissimi alla madonna di Tirano c’era una Fratellanza cristiana.

“L’eredità ideale e valoriale di padre Turoldo è universale e tocca tutti noi” ha esordito il libraio Alberto Gobetti.

L’idea di lottare, per cui dal disumano si conquisti l’umano, è un tema destinato a interrogarci sempre.

Pensiero condiviso dall’assessore alla cultura Sonia Bombardieri, secondo cui il pensiero dei serviti è attuale anche oggi per tante ragioni.

Anche a Tirano abbiamo chiamato il programma culturale su Turoldo, “Il resistente uomo”, identificando la resistenza di padre David non solo come quella legata al periodo bellico, ma anche la resistenza come forma di vita.

A Tirano ci siamo presi un impegno portare avanti una scuola di padre Camillo De Piaz che sia anche scuola di padre David, un momento annuale, speriamo di iniziare presto, un percorso di riflessione sui punti fondamentali che sono l’eredità culturale, storica, religiosa e laica che entrambi ci hanno lasciato.

Pierino Massetti di Anpi ha ricordato come padre Turoldo sia stato riconosciuto come partigiano – la sua è stata una resistenza non armata – ma nessuno ne ha mai parlato.

Guerino Dalola, che ha conosciuto Turoldo, ha rimarcato: Partigiano non è una parolaccia.

La resistenza è per tutti, per sempre.

Donatella Rocco, d’altro canto, ha ricordato una virtù di padre David: la coerenza come traduzione in pratiche del pensiero. Uno dei suoi fondamentali insegnamenti è stato il martellare in noi giovani questi concetti: studia, preparati alla vita, impara bene il lavoro che sceglierai.

Ricordo la sua capacità di ascolto, un ascolto con estrema attenzione e curiosità.

Sia lui sia Camillo De Piaz ascoltavano chiunque, intuivamo che avevano una conoscenza e una preparazione grande, ma si mettevano dal punto di vista di chi ascoltava e questo ci dava un senso di rispetto, ci sentivamo tenuti in considerazione.

Ci hanno insegnato anche a prenderci le nostre responsabilità e dunque a fare delle scelte.

L’insegnamento era: quando sei in una situazione di dubbio, mettiti sempre dalla parte dell’ultimo, in ogni senso. Cosa rimane di queste grandi persone? se ognuno, nella sua misura e nel suo quotidiano, può fare riferimento a queste domande, allora forse può avvicinarsi in un filone di speranza.

In fondo questi sono personaggi che sapevano credere nell’uomo: prima sii uomo, poi vedi di essere cristiano, dicevano.

Fabrizio Cracolici ha parlato della Resistenza come messaggio per i giovani del futuro, mentre Laura Tussi ha ricordato l’impegno di Turoldo per porre fine a qualsiasi tipo di guerra, il suo attivismo politico in difesa degli ultimi e degli oppressi: nel 1978 è stato invitato ad un congresso sul disarmo, ha spiegato Tussi, dove ha conosciuto Carlo Cassola, grande scrittore degli ultimi che ha scritto la rivoluzione disarmista che lo ha messo ai margini dell’establishment.

Padre Antonio Santini dei Servi di Maria ha ricordato il concetto caro a padre Turoldo: la povertà placenta di tutti i valori. Nella mia vita non ho mai voluto abolire la povertà, ma la miseria – dice padre David – la povertà è la placenta di tutti i valori.

Oggi, in questo tempo così balordo e diseguale, in un tempo nel quale sempre più si concentrano ricchezze nelle mani di pochi….Vorrei che fossimo tutti convinti di quanto sia giusta la tesi condivisa oggi anche da scienziati, di rifarci alla povertà, quale valore ispirante la stessa economia. E ancora: la disgrazia sta nel negare la povertà, invece di accoglierla, sta nel volerne uscire da soli o nel pretendere di non appartenervi o di esserne usciti. La povertà è una dimensione essenziale all’uomo.

Clara Castoldi

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