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La bicicletta di Giulio Regeni

Canzone e video per Giulio Regeni

La bicicletta di Giulio Regeni

Testo e musica di Marco Chiavistrelli noto compositore e cantautore che ha cantato con varie personalità del mondo dello spettacolo da Battiato a De Gregori, dai Nomadi agli Area, da Guccini a Bennato e è impegnato in movimenti alternativi con importanti lotte sociali

La bicicletta di Giulio

Canzone e video per Giulio Regeni

La bicicletta di Giulio

di Marco Chiavistrelli.

Editing:

Fabrizio Cracolici & Laura Tussi

 

Quando l’attore Pif recuperò la bicicletta di Giulio Regeni che era rimasta a Cambridge, dove studiava quando si era recato in Egitto, scrissi questa canzone. Fabrizio e Laura ne hanno fatto oggi un video.

Giulio amava andare in bici, me lo immagino tra il fiume e i boschi. Giulio amava studiare, ricercare, vivere. La sua esistenza è stata interrotta in uno stato barbaro dove i servizi segreti possono violentare e torturare per nove giorni un innocente, orrendamente, fino alla morte. Con la coda di depistaggi e falsificazioni. La madre lo riconobbe dalla punta del naso e disse che di fronte al cadavere del figlio aveva visto passare tutto il male del mondo. Questa canzone cerca di ricordare ancora, con mille altre testimonianze, quella vita spezzata, i suoi studi, le sue passioni, come se quella bicicletta potesse ancora parlare.

Giulio Regeni

  

LA BICICLETTA DI GIULIO

 

Il diritto era smarrito nella grande fossa

senza umana religione,

con l’esercito che avido trabocca

nello stato e ne è padrone,

coi sevizi assatanati di ricchezza ebbra

abuso di violenza

col governo che rintraccia ombre

e uccide gli innocenti e copre teste,

così Giulio che volava tra pirati furbi

e eroi di base afflitti

nel vedere la miseria e la violenza

abbattere  l’Egitto,

così quel fiore dolce di valore e grande  intelligenza

si ritrovò distrutto ed incolore

della vita umana a farne proprio senza.

 

Quanti bei ricordi in quella bicicletta

sulle rive del fiume del vento la presenza,

o nei boschi di Cambridge il respiro fiero

dei canoisti in canotta col cuore più leggero…

 

Dimmi perchè poi studiare non può esser bello

descrivere il mondo come è

parlare con questo e quello,

e rinnovare con le parole l’oscuro lato di noi

che spesso ci soverchia l’anima e ci spenge

con tutti i nostri perchè.

 

E le piaghe si rinnovano ogni giorno

in quel corpo martoriato

mentre a Giulio scotennano il cuore

e arroventano il costato,

e le perfide ferite sotto i piedi

e quelle orecchie mutilate

ed il respiro che diviene rantolo

e trasuda sul selciato.

Se per nove giorni l’hanno spinto

nell’inferno in terra

e hanno divertito i loro istinti più bestiali

la putrida violenza col sorriso,

che non voleva avere nuovi giorni

e quel ragazzo un po’ spigliato che quieto domandava cose

e studiava sempre senza fare mai peccato..

 

Quanti giorni lievi su quella bicicletta

le foreste arcane e dal fiume quella brezza

e quei suoi sorrisi di fidanzata

quei capelli sottili come seta profumata…

 

Dimmi perchè il mondo non vola

sulle terrazze del tempo

e perchè la rossa aurora

a volte mi fa piangere dentro,

dimmi perchè la razza umana

non scopre di essere la sola

a emozionarsi allo stormire del vento

che tra le fronde un lamento lieve fa…

Sperando nella libertà, la mia bicicletta va.

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GiocOvunque...anche a scuola!

GiocOvunque: idee per una bella scuola

L’Associazione GiocOvunque nasce dieci anni fa, nel 2011, dall’azione di un gruppo di amici, a vario titolo professionisti e formatori nel campo dell’animazione e del gioco. L’idea è stata quella di avere uno strumento autonomo e indipendente, anche dalle proprie realtà lavorative, per la realizzazione di progetti, eventi, attività legate al gioco in tutte le sue forme e con l’obiettivo specifico di riuscire a portare il gioco ovunque.
Il logo dell’Associazione, un uovo che rompendosi fa uscire un dado, vuole sottolineare però anche l’aspetto della sorpresa, della serendipità: trovare qualcosa di buono, di giocoso e di coinvolgente anche quando non lo stiamo cercando. Per questo coloro che gravitano attorno a GiocOvunque sono tutte persone attente a quello che succede intorno a loro e sempre pronte a trovare lo spunto che possa diventare progetto.

L’Associazione quindi non è e non è mai stata un circolo privato di giocatori: al contrario, è aperta alle sollecitazioni di chiunque voglia dare dignità al Gioco, come straordinario strumento di condivisione, di relazione fra le persone, di cultura e di vita.

Diffondere la Cultura del Gioco ovunque, a tutti i livelli, nelle famiglie e nelle amministrazioni pubbliche, nelle scuole e nelle comunità, nei gruppi professionali e nei gruppi informali, nelle aziende e nelle associazioni, nelle cooperative che svolgono servizi alla persona e nelle diverse forme di organizzazioni territoriali, nei locali, nei luoghi di ritrovo e nei centri di aggregazione, è quindi il fine principale di tutte le nostre azioni.

Abbiamo quindi sempre cercato di pensare contemporaneamente il Gioco sia come fine (anche a se stesso) sia come mezzo, strumento per il benessere delle persone.
In questi anni di attività GiocOvunque ha principalmente:

– organizzato occasioni di formazione per educatori, animatori, operatori di cooperative sociali sul Gioco come strumento di azione e di lavoro, adatto a tutte le diverse tipologie di utenza: bambini e bambine, giovani, diversamente abili, anziani;

– gestito spazi gioco per gli avventori di locali, pub, ritrovi e circoli, con progetti calendarizzati e continuati, credendo che giocare insieme sia il modo migliore per conoscersi e socializzare in modo sano;

– favorito la diffusione di giochi poco conosciuti, quali ad esempio i giochi di lancio, organizzando tornei, senza l’ansia di far diventare questi giochi sport o ingabbiandoli in sedicenti “federazioni”.

Proprio perché l’Associazione non si è mai considerata un club avulso dalla realtà sociale, negli ultimi anni GiocOvunque si è anche battuta per alcune importanti campagne di sensibilizzazione, ponendole spesso al centro della sua azione.

Ha partecipato all’iniziativa Mi azzardo a dirlo, che ha contribuito a limitare la comunicazione ingannevole prodotta dai media sul gioco d’azzardo, evidenziando la differenza fra Gioco e Azzardo.

Ha deciso di sostenere, fin dal suo lancio come gruppo Facebook, il movimento Basta Compiti, creato dal dirigente scolastico Maurizio Parodi, sulla problematica dei “compiti a casa”. Ha, proprio per rendere più ampia la diffusione delle idee del movimento, prodotto il film documentario BASTA COMPITI, un mediometraggio di 40 minuti, realizzato da Giovanni Lumini e Rossano Dalla Barba, con la supervisione di Parodi, che ha avuto la sua prima nazionale a Iglesias, nel maggio 2019.

Credendo che il Gioco a Scuola sia uno strumento indispensabile da usare per favorire l’apprendimento e renderlo piacevole e diretto, l’ultimo progetto in ordine di tempo che l’Associazione sta lanciando è quello dei Racconti GiocOvunque – Idee per una bella scuola, una ricerca videocinematografica in tutta Italia delle storie e delle realtà di scuola pubblica dove si riesce a praticare una didattica nuova, inclusiva, giocosa e nella quale sono le bambine e i bambini al “centro della scena”. Il progetto, prodotto da GiocOvunque e da Reservoir film, con la collaborazione del compositore Tiziano Fantappiè, si articola in episodi di 15/20 minuti e, nel settembre 2020, è uscito il primo episodio UNA GIORNATA DA BIMBISVEGLI, dedicato al progetto omonimo del maestro di Serravalle d’Asti, Giampiero Monaca.

 

Riferimenti e link
Sito

www.giocovunque.it

 

Canali Youtube

Basta Compiti – il film https://www.youtube.com/channel/UCvqRdse7h8iHSf8qQLvchRw

Racconti GiocOvunque https://www.youtube.com/channel/UCeuHB9TWFx1g0gu6Sxb3qpQ

Racconti GiocOvunque

Primo episodio UNA GIORNATA DA BIMBISVEGLI https://youtu.be/Q6o759U54wQ

 

Pagine Facebook

Basta Compiti – Il documentario https://www.facebook.com/bastacompitifilm

Racconti GiocOvunque https://www.facebook.com/raccontigiocovunque

 

Altri riferimenti

Sito per la campagna Mi Azzardo a Dirlo www.miazzardoadirlo.it

Sito internet Basta Compiti curato da Maurizio Parodi www.bastacompiti.it

Gruppo FB Basta Compiti curato da Maurizio Parodi https://www.facebook.com/groups/643743305723538/

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Rivista.eco – Educazione e Antifascismo sociale

Nell’educazione il contributo di un innovativo antifascismo sociale

Rivista.eco – Educazione e Antifascismo sociale

Dal mondo dei movimenti per la pace e il disarmo la proposta di una “educazione alla terrestrità”. Raccogliendo l’eredità di partigiani come Stéphane Hessel ed Edgar Morin, guarda a un futuro possibile, costruito grazie ai temi della pace, dell’ambiente, del disarmo e della giustizia sociale

Educazione e Antifascismo sociale

Nell’educazione il contributo di un innovativo antifascismo sociale

 

di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

Nell’ambito dell’incontro online del 13 giugno 2021 promosso da Disarmisti esigenti, Sardegna pulita, WILPF Italia, è stato presentato il Libro Memoria e futuro e la correlata Rete di Educazione alla terrestrità.

Memoria e futuro è lo strumento culturale, politico, scientifico atto a divulgare la rete di educazione alla terrestrità.

Questo libro contiene i contributi di Moni Ovadia, Alex Zanotelli, Vittorio Agnoletto e molti altri attivisti, con un saggio ben articolato e molto competente di Luigi Mosca.

Pace, ambiente, disarmo nucleare e giustizia sociale alla base della nuova Resistenza

 

Memoria e futuro insieme alla rete di educazione alla terrestrità sono collocati nel settore dell’associazione Kronos Pro Natura nella coalizione Disarmisti esigenti, una delle associazioni che fanno parte della rete ICAN che ha vinto il premio Nobel per la pace 2017 e cui sono affiliate una decina di associazioni in Italia e più di 500 realtà associazionistiche e ONG in tutto il mondo.

La nostra missione parte dalla condivisione e dalla valorizzazione del patrimonio inestimabile della memoria storica della Resistenza al nazifascismo con lo sguardo rivolto a un futuro possibile, a un nuovo mondo possibile più che mai urgente e necessario, all’insegna della terrestrità collegata ai temi della pace, dell’ambiente, del disarmo nucleare e della giustizia sociale. Il presupposto della cultura della terrestrità è che l’essere umano appartiene alla terra e non la terra appartiene all’uomo: questo è un costrutto del pensiero ancestrale appartenente ai popoli indigeni. Questa impostazione di pensiero è composta di anatemi divini, narrazioni ancestrali, mitologemi arcaici dei racconti dei nativi d’America e dei popoli autoctoni di diverse etnie e parti del mondo.

Un’unica famiglia umana

Noi andiamo oltre la mitologia e ci rifacciamo ai presupposti scientifici dell’evoluzionismo darwiniano, dell’evoluzionismo della specie umana, animale, vivente e in generale terrestre. Da questo postulato scientifico, deduciamo che non siamo figli di un padre unico e onnipotente e creatore per cui la terra è nostra sorella come le altre creature, ma siamo figli di madre terra e non figli un Dio unico, onnipotente, sovrano. Siamo figli di una maternità terrestre e cosmicità femminile. In questo ereditiamo tutto il portato del pensiero laico e femminista che va contro la logica del patriarcato e del disegno divino.

Disponibile in varie lingue (italiano compreso) il testo di Morin è stato pubblicato dall’UNESCO nel 1999 e può essere scaricato gratuitamente in francese (https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000117740_fre).

Il diritto internazionale deve sancire la responsabilità dell’unica famiglia umana per la salvaguardia dell’ecosistema globale e universale in un nuovo internazionalismo, dove la nonviolenza efficace è legata alla memoria storica del portato valoriale della Resistenza al nazifascismo; il diritto alla pace è un futuro sviluppato in un unico ecopacifismo universale e in un antifascismo sociale che parte dalle nostre bussole e stelle polari intellettuali: i nostri partigiani, stelle della resistenza, da Stéphane Hessel a Edgar Morin.

Una piattaforma web per le scuole

Un innovativo antifascismo sociale, dove la solidarietà sia l’anticamera della giustizia sociale, per una costruzione terrena della pace che veda il superamento delle barriere e delle disuguaglianze sociali con la nazionalizzazione delle banche e delle industrie strategiche per creare lavoro e opportunità e non divisioni e settorialismi, anche ideologici fomentati dalla discriminazione e dalla persecuzione di capri espiatori inventati dal populismo e dal parafascismo.

Come rete di educazione alla terrestrità, abbiamo una piattaforma web per le scuole, rivolta anche al mondo dell’attivismo e ai ricercatori che si esplica in un canale video YouTube dal titolo “Siamo tutti i premi Nobel per la pace con Ican” creato dei Disarmisti esigenti: è uno strumento comunicativo con testimonianze sul progetto storico del diritto internazionale, vale a dire l’abolizione degli ordigni di distruzione di massa nucleari. Il titolo altisonante, ma concreto e coerente deriva dall’attribuzione del Premio Nobel a tutti gli attivisti a livello mondiale per il disarmo nucleare.

Materiali di archivi storici

Il canale video “Siamo tutti premi Nobel per la pace con Ican” è un progetto ambizioso per la didattica della memoria storica viva e articolata. È in collaborazione con il bollettino telematico Il Sole di Parigi.

Questo canale sta diventando una web TV con canali tematici che sviluppano gli argomenti della cultura della terrestrità con varie conversazioni disarmiste portate avanti e condotte da diverse personalità del mondo dell’attivismo antinucleare.

Un’altra sezione si ispira al modello sociale di Riace come modello universale di base per un co-sviluppo tra nord e sud del mondo per risolvere le emergenze che incombono sull’umanità. Poi abbiamo materiali di archivi storici come l’archivio Massimo Sani, come il progetto “Per non dimenticare” delle città di Nova Milanese e Bolzano di cui noi, Fabrizio Cracolici e Laura Tussi, siamo promotori e referenti e ancora l’archivio Genova 2001 in collaborazione con Vittorio Agnoletto. Poi è compresa una sezione di musica di impegno civile con i vari cantautori per la pace e la nonviolenza. Un altro settore è quello di pedagogia della memoria con centinaia di articoli pubblicati sul sito PeaceLink – Telematica per la pace con decine di libri editi perlopiù da Mimesis edizioni e locandine degli altri 450 eventi pubblici di presentazioni librarie e interventi svolti in questi ultimi dieci anni.

I principi della terrestrità

L’aggettivazione del concetto di terrestrità vede le premesse negli scritti giovanili di Marx che parlava a suo tempo di umanesimo naturalistico fino a spaziare al pensiero della complessità. Sussistono vari punti del concetto di terrestrità: l’internazionalismo, l’antifascismo sociale e la coscienza ecologica planetaria che sono il presupposto dell’unica umanità: unica, presente e futura umanità.

Questi punti vanno riconosciuti nel diritto internazionale e nel diritto alla pace con la nonviolenza efficace che vede le sue premesse e spunti nel grande lavoro per la pace del XXI secolo – e a cavallo tra i due secoli – di cui TPNW/TPAN, COP per il clima, Agenda Onu 2030, la Dichiarazione universale dei diritti umani e le costituzioni nate dall’antifascismo sono un tassello di questo grande lavoro mondiale per la pace. Inoltre, analizziamo tutto questo, con alcuni punti di vista, in cui verifichiamo le minacce che incombono sull’umanità:

economico – della disuguaglianza sociale dove il10% della popolazione detiene il restante 90% dei beni comuni dell’umanità;

ecologico – per i dissesti climatici causati dall’eccessiva emissione di gas serra di origine antropica nell’atmosfera;

pacifista – il disarmo nucleare, dove l’attività militare trova la sua massima espressione nella guerra nucleare;

di genere e ceto sociale – la violenza contro le donne, contro gli LGBT, contro i lavoratori e verso i più fragili del pianeta.

La nonviolenza efficace deve migliorare i trattati sul clima con il progresso del diritto internazionale: questo sul piano politico.

Nei trattati per il clima dobbiamo fare inserire l’istanza e il diritto del disarmo e questo avviene attraverso i voti degli Stati, gli appelli internazionali, le grandi manifestazioni di massa in un enorme lavoro politico di cui il retroterra culturale consiste nella rete di educazione alla terrestrità.

su Rivista.eco, diretta dal Professor Mario Salomone – Sociologo dell’ambiente, giornalista e scrittore, Mario Salomone dirige “.eco” dalla fondazione (1989), è autore di saggi, romanzi e racconti e di numerosi articoli su quotidiani e riviste. Già professore aggregato all’Università di Bergamo, è Segretario generale della rete mondiale di educazione ambientale WEEC, che realizza ogni due anni i congressi del settore.

https://rivistaeco.it/nelleducazione-il-contributo-di-un-innovativo-antifascismo-sociale/

 

https://rivistaeco.it/author/laura-tussi/

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La Rivista dell’Ecoistituto del Veneto Alex Langer, Gaia presenta:

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Nel novembre 2019, Fabio Fazio ha intervistato l’indiscusso protagonista della vicenda Riace, Mimmo Lucano su Rai2 a “Che tempo che fa” menzionando e presentando il libro Riace, musica per l’umanità e padre Alex Zanotelli che ha collaborato con altre 15 personalità alla sua stesura

Gaia, Rivista dell'Ecoistituto del Veneto Alex Langer, diretta da Michele Boato

Con un’intervista a Mimmo Lucano.

Riace. Musica per l’umanità

 

La presentazione del libro Riace, musica per l’umanità a Milano nell’ottobre 2019 è stata molto partecipata: la città ha risposto con oltre 1000 persone in sala.

Fabrizio Cracolici ha portato un appello alla comune umanità partendo dall’esempio dei nostri grandi maestri di vita.

Laura Tussi ha sviluppato il contenuto del libro inserendolo nell’ambito delle lotte sociali.

Giovanna Procacci presidente del comitato 11 giugno di Milano, che segue personalmente le fasi del processo a Mimmo Lucano, ha spiegato cosa sta succedendo.

Alfonso Navarra ha sottolineato l’importanza di unire le lotte sui diritti umani a quelle per la salvaguardia dell’ambiente, del clima e per la sicurezza del pianeta contro il rischio di guerre nucleari.

Vittorio Agnoletto ha fatto un excursus storico sul diritto alla mobilità dell’uomo.

E poi è stato il momento della testimonianza di Mimmo Lucano, un fiume in piena, con grande umanità e trasparenza, da una persona che sta dedicando la sua esistenza a una causa comune come quella del diritto alla vita di chi fugge dalle guerre per cercare un riscatto.

L’iniziativa è stata chiusa dall’intervento di Moni Ovadia che ha stimolato tutti ad un impegno collettivo.

Gli interventi sono stati intervallati dalla musica di impegno di Renato Franchi, Gianfranco D’Adda & Orchestrina del Suonatore Jones.

Per l’intera durata dell’incontro Giulio Peranzoni ha disegnato dal vivo i temi affrontati in questa presentazione.

Questo evento ha inaugurato la presentazione di un libro che è un mezzo a sostegno di una causa per il bene comune.

Durante questo incontro Mimesis Edizioni e gli Autori (Laura Tussi e Fabrizio Cracolici) hanno aperto una sottoscrizione a sostegno della fondazione Riace – E’ stato il vento e hanno donato a tutti i contribuenti il libro.

Successivamente, nel novembre 2019, Fabio Fazio ha intervistato l’indiscusso protagonista della vicenda Riace, Mimmo Lucano, su Rai2 a “Che tempo che fa” menzionando e presentando il libro Riace, musica per l’umanità e padre Alex Zanotelli che ha collaborato con altre 15 personalità alla sua stesura.

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Nostro dovere è tutelare e salvaguardare l’intera storia dell’umanità, i suoi progressi, le sue fasi storiche perché l’essere umano probabilmente è l’unico essere raziocinante che è ospitato dalle infinite galassie del cosmo e di questo trattava anche l’astrofisica Margherita Hack

Rete educazione alla terrestrità

Nostro dovere è tutelare e salvaguardare dalle minacce che incombono sul pianeta, l’intera storia dell’umanità, giusta o sbagliata che sia, i suoi progressi, le sue fasi storiche perché l’essere umano probabilmente è l’unico essere raziocinante che è ospitato dalle infinite galassie del cosmo e di questo trattava anche l’astrofisica Margherita Hack

COMMENTI

Il Manifesto: Ecopacifismo e terrestrità

Rete per l’educazione alla terrestrità promossa dai Disarmisti esigenti

Laura Tussi

EDIZIONE DEL 07.08.2021

La Terra non sarebbe “bene comune” dell’Umanità, al contrario l’Umanità verrebbe concepita come “bene comune della Terra”. La società sarebbe elemento vivo componente della complessità relazionale di cui è costituito l’unico ecosistema globale che ci ha originato e ci sostenta. Il “benicomunismo” sarebbe allora ribaltato nel significato e nel suo senso, se fosse valido l’assunto che il libro “Memoria e Futuro” pone alla base della rivoluzione culturale della “terrestrità”. Il concetto che l’Umanità appartiene alla Terra e non viceversa, nella sua nuova interpretazione, ben oltre il sentimento “antico come le montagne”, è dovuto a una intuizione, riprendente la concezione ancestrale dei popoli indigeni, del portavoce dei Disarmisti esigenti, Alfonso Navarra. In un certo senso, secondo Navarra, si tornerebbe alle tesi giovanili del Marx dei Manoscritti economico-filosofici del 1844: compito della Storia sarebbe un movimento comunista “per la piena umanizzazione della Natura, e per la piena naturalizzazione della società umana”.

Con il libro Memoria e futuro, edito da Mimesis edizioni, curato da Alfonso Navarra, insieme a Fabrizio Cracolici e a chi scrive (Laura Tussi), con i contributi, tra molti altri, di Moni Ovadia, Vittorio Agnoletto, Alex Zanotelli, si sta dando vita a una vasta rete di attivismo ecopacifista con il progetto rivoluzionario di Educazione alla terrestrità che prende le mosse da associazioni affiliate a ICAN -campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari premio Nobel per la pace 2017.

In particolare collabora, con la capofila Disarmisti esigenti, WILPF Italia, insieme ad altre associazioni italiane, affiliate alla Carta della Terra UNESCO, per avviare, appunto, la “Rete di educazione alla terrestrità”. Si tratta di sviluppare il lavoro culturale, argomentando che l’Umanità è una sola e appartiene alla Terra, è un sistema vivente unico e integrato, nel fondamento al lavoro politico che faccia riconoscere pienamente tale verità dal diritto internazionale: ciò che può essere considerato la nonviolenza efficace.

Si parla, titolo del libro, di “Memoria e futuro”, perché dalla memoria del passato e dalla Resistenza partigiana antifascista, partendo dai moniti dei partigiani Hessel e Morin e dal pensiero della complessità, si arriva al “diritto alla pace”.

Il diritto alla pace consiste nei grandi progressi del diritto e nel lungo percorso dell’ordinamento internazionale che, a partire dalla dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 e dalle costituzioni nate dalla resistenza antifascista, arriva oggi al TPAN/TPNW – trattato Onu di proibizione delle armi nucleari, alle Cop per il clima, all’agenda ONU 2030.

Oggi in particolare l’obiettivo è di inserire il disarmo nel percorso delle COP per il clima ed un banco di prova di questo sforzo è quello che si riuscirà ad ottenere in questo senso alla conferenza ONU di Glasgow il prossimo novembre.

Chi scrive ha contribuito a Memoria e futuro con un intervento pedagogico ed uno etico. E’ mia ferma convinzione che siamo figli della cosmicità e delle stelle e questa nostra appartenenza a Madre Terra non deriva da basi mitologiche come nelle narrazioni degli antichi popoli indigeni, ma da presupposti scientifici contenuti nell’evoluzionismo delle specie di matrice darwiniana e da tutto l’impianto delle scienze della Natura. Per questo l’educazione alla terrestrità, a mio parere, è il nuovo ecopacifismo, in quanto come specie di esseri viventi raziocinanti e senzienti abbiamo una precisa responsabilità nell’infinità senza tempo dell’immenso universo cosmo.

Il nostro dovere assoluto è quello di tutelare Madre Terra dalla catastrofe e dall’apocalisse nucleare e dalle minacce ecologico-climatiche e dell’ingiustizia sociale.

Per questo il diritto internazionale deve dotarsi di un diritto alla pace e al disarmo per scongiurare la fine incombente del nostro esistere.

E il nostro dovere è tutelare e salvaguardare l’intera storia dell’umanità, giusta o sbagliata che sia, i suoi progressi, le sue fasi storiche perché l’essere umano probabilmente è l’unico essere raziocinante che è ospitato dalle infinite galassie del cosmo e di questo trattava anche l’astrofisica Margherita Hack di cui recentemente abbiamo ricordato l’anniversario della scomparsa.

Articolo su Il Manifesto:

https://ilmanifesto.it/ecopacifismo-e-terrestrita/

Note: Articolo su Il Manifesto:
https://ilmanifesto.it/ecopacifismo-e-terrestrita/

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Le biblioteche tra memoria e futuro

La conoscenza delle biblioteche scolastiche tra memoria e futuro

Le biblioteche tra memoria e futuro

Le biblioteche scolastiche purtroppo sono poco valorizzate e i progetti su di esse scarseggiano di risorse con i tagli economici da parte del ministero e con la politica sempre più lontana dalla possibilità di un loro potenziamento

Le biblioteche tra memoria e futuro

La conoscenza delle biblioteche scolastiche tra memoria e futuro.

Le biblioteche cosiddette scolastiche, ossia situate nelle scuole secondarie di primo grado, purtroppo sono poco valorizzate e i progetti su di esse scarseggiano di risorse con i tagli economici da parte del ministero e con la politica sempre più lontana dalla possibilità di un loro potenziamento. Come diceva Seneca: se hai una biblioteca e un orto possiedi tutto. Questo detto dovrebbe avere piena attuazione nelle scuole di ogni ordine e grado.

In molti istituti dove ho insegnato, esistono importanti biblioteche per la qualità dei contenuti librari.

Quasi ogni scuola possiede una biblioteca con molti volumi storici e collegati a percorsi storiografici degli eventi contemporanei del territorio e alle memorie storiche della resistenza e delle deportazioni, perlopiù nelle scuole dell’hinterland milanese e nella provincia di Monza e Brianza dove il fenomeno resistenziale è stato molto preponderante.

I libri delle biblioteche scolastiche potrebbero essere adeguatamente catalogati e posti in archivi online e in database fruibili da un’utenza che spazia dai docenti agli studenti, dai genitori al personale scolastico.

Inoltre ogni docente adibito alla gestione di queste biblioteche della memoria e del futuro potrebbe trasformare il proprio progetto in un “fiore all’occhiello” dell’istituto stesso, anche tramite partenariati con associazioni, patrocini di enti e patronati di istituzioni.

Si potrebbero organizzare attività di lettura ad alta voce e laboratori di scrittura creativa aperti a tutti, ricollegandosi alla memoria storica del tessuto territoriale, partendo dai temi ampi del pacifismo fino alla storia della Resistenza e delle Deportazioni tramite le narrazioni degli orrori del cosiddetto secolo breve.

Il docente incaricato potrebbe scrivere recensioni, schede didattiche, percorsi di lettura, trasposizioni teatrali, per ogni libro, fruibili dall’intera comunità scolastica e dal territorio. Inoltre si potrebbero organizzare incontri e convegni a tema con esperti, studiosi, giornalisti per ampliare e far emergere la consapevolezza della ricchezza di tali biblioteche.

Purtroppo le potenti politiche alquanto miopi e completamente assenti e prive di lungimiranza non solo relativa al portato culturale bibliotecario, ma anche didattico e formativo, hanno impedito a molti docenti di accedere al ruolo nelle biblioteche delle scuole secondarie di primo grado che rappresentano un autentico patrimonio inestimabile per la didattica e le attività formative nel loro complesso.

Una biblioteca racchiude tutto il bene dell’umanità. È un patrimonio inestimabile.

Queste biblioteche diventano un luogo di ritrovo nell’ambito della cultura e custodiscono potenzialità di esercizio mentale complesso e multifunzionale, creativo, proprio per fare formazione e aprire le menti al valore del passato storico, della memoria degli eventi, per recuperare un ideale inestimabile e imprescindibile come quello della pace che è soprattutto un diritto inalienabile sancito dalle costituzioni e dal diritto internazionale.

È nostro dovere coltivare la pace ripercorrendo i contenuti delle costituzioni nate dall’antifascismo, sancite con il sacrificio di partigiani, di deportati, di resistenti e di tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione e costruzione di un altro futuro possibile all’insegna del cambiamento per porre fine alla guerra, per l’intera umanità martoriata dal secondo conflitto mondiale. Questo rappresenta un alto monito ideale di civiltà utile a tutte le cittadinanze e non solo.

Le biblioteche scolastiche si aprono al mondo, alla memoria del passato per un nuovo futuro possibile e quanto mai necessario, come possibile e necessario è il progetto di tante biblioteche sul territorio nazionale.

Dunque come fare per poter valorizzare e potenziare questo immenso patrimonio culturale e formativo non solo locale, ma anche nazionale?

Le politiche scellerate perpetrate di anno in anno con ingenti tagli di risorse economiche e di personale alle scuole pubbliche hanno praticamente distrutto i più meritevoli progetti.

Nel mondo antico le biblioteche rappresentavano autentiche ricchezze. Si pensi, ad esempio, alla sontuosa e mitologica biblioteca di Alessandria d’Egitto, dove le genti, gli intellettuali, confluivano da tutto il mondo per fare tesoro e attingere dagli incunaboli preziosi, dai manoscritti minuziosi fino alle pergamene elaborate dagli amanuensi presenti negli archivi bibliotecari.

La comparsa e l’incremento delle nuove tecnologie ha sminuito il ruolo delle biblioteche come centro di aggregazione, educazione e trasmissione didattica informativa e formativa del sapere. Per superare il deficit del fenomeno delle tecnologie e dei social network virtuali è necessario recuperare il significato della collettività, l’importanza dell’incontro interpersonale, il significato di ritrovarsi attraverso la lettura e lo studio che non sono solo una dimensione individuale della preparazione culturale, ma diventano simboli, sistemi, ambiti di recupero del vivere comunitario e collettivo, dell’apprendimento collegiale e plurale.

Le biblioteche nelle scuole devono essere valorizzate e il loro ruolo deve essere sancito nell’ambito della programmazione didattica per una formazione completa che coinvolga la cittadinanza attiva, la comunità intera, in un grande percorso di recupero anche del disagio esistenziale giovanile e in generale più complesso, che permea, nella nostra attualità, gran parte del tessuto sociale delle città e delle periferie.

Il sapere, lo studio e la dedizione culturale verso il conoscere tramite la lettura e la scrittura sono fattori importanti per la crescita di ogni persona, concepita nella propria complessità emotiva, culturale, psicologica, in ogni dimensione dell’essere della propria identità inserita in contesti molteplici e plurali, che formano tutti i soggetti, a partire dagli studenti a una innovativa cittadinanza attiva che ci vede non solo abitanti di questo mondo, ma soprattutto figlie e figli di un contesto universale.

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La comune e futura umanità

Noi, figli di Madre Terra

La comune e futura umanità

Proposta di collaborare a una sezione televisiva di formazione dei formatori per la rete ICAN, connessa alla Carta della Terra

Pace per l'umanità

Proposta di collaborare a una sezione televisiva di formazione dei formatori per la rete ICAN, connessa alla Carta della Terra  

Siamo tutti Premi Nobel per la Pace con ICAN

https://www.youtube.com/channel/UCFWikKgRr7k21bXHX3GzE9A

 

Come prima cosa dobbiamo fare chiarezza su un concetto fondamentale.

Facciamo parte, noi esseri umani, di un ecosistema terrestre come frutti di una evoluzione naturale, rami e foglie di un albero che costituiamo e che ci ha costituito, o ne siamo i dominatori in quanto abitanti estranei di un edificio che stiamo occupando?

Il concetto secondo cui siamo figli di Madre Terra evidenzia il fatto che è l’essere umano organizzato in società a trovarsi inserito in un organismo vivente più esteso e complesso e non relegabile alla sua unica, autonoma e separata presenza decisionale.

L’uomo, l’essere umano, fa parte di un complesso sistema mondo, una comunità di viventi ma anche di non viventi, e da tempi molto lontani si arroga però il diritto di dominarlo e decidere come attore unico e indipendente.

Questo è il punto di partenza per un ragionamento molto ampio su come agire partendo da alcuni principi cardine scritti in trattati e convenzioni mondiali.

L’essere umano “terrestre”, membro della comunità della vita, si deve fare artefice di un processo di riequilibrio del pianeta.

Forme viventi come piante e animali, che stanno in delicato equilibrio evolutivo, si trovano sempre più in pericolo a causa della società umana accumulatoria e predatoria, che le sfrutta per trarne un profitto.

Ma questo processo, di cui una ristretta élite dell’1% è più responsabile della massa passiva ad essa assoggettata, porta a segare il ramo su cui siamo seduti dall’albero della vita, essendo noi stessi foglie di quel ramo e di quell’albero!

Ragionare con in mente il concetto di essere figli di Madre Terra significa proiettare azioni concrete come tasselli in un mosaico che raccoglie le istanze globali, azioni rivoluzionarie che guardino a un’ecologia nuova, base di un’economia nuova, di una società che fa pace con la Natura, la società del nuovo millennio che porterà anche vera libertà e vera giustizia.

Da quando l’essere umano, organizzato gerarchicamente nell’esaltazione degli antagonismi sociali, si è reso attore unico e decisionale del pianeta si sono avviati processi che hanno portato ad uno sconvolgimento inesorabile dell’equilibrio naturale.

Di questo sconvolgimento ne è prova il fatto che da molti secoli l’élite al potere promuove guerre e è pronta a distruggere l’intera umanità per detenere il controllo del pianeta.

Quale strada allora percorrere?

Dopo momenti che hanno visto seriamente il rischio della morte dell’umanità (due guerre mondiali), abbiamo avuto un afflato di dignità che ci ha permesso di scrivere carte del diritto internazionale, ma anche costituzioni nazionali, che contengono principi imprescindibili in grado di ricondurci su strade di Pace: la pace tra noi esseri umani e con il pianeta tutto che ha diritto di vivere a prescindere dalla nostra stessa esistenza.

Altri processi si sono avviati nella storia e, anche se in modalità ridotta, hanno stabilito presupposti praticabili, strade da percorrere per arrivare a un cambiamento vero e duraturo nel rapporto tra l’uomo e la Natura all’insegna della cultura di Madre Terra.

Spesso vengono messe in discussione le agenzie mondiali (ONU, UNESCO) perché non incisive, ma questo è un limite che va superato con passi in avanti nella governance globale, sicuramente non facendo il passo del gambero.

Lo troviamo già scritto in “Antifascismo e nonviolenza”, che vede tra gli autori alcuni di noi, tra cui Alfonso Navarra e Laura Tussi: una cattiva legge è meglio di nessuna legge, a maggior ragione a livello giuridico internazionale, perché lavoriamo alla forza del diritto che deve subentrare al diritto della forza armata.

Questa è la nonviolenza efficace.

Stabilire a livello globale l’illegalità e l’immoralità di un agire, ad esempio la proibizione giuridica delle armi nucleari, oggi sul punto di essere incardinata può e deve essere un passo che può condurci ad un cambiamento rivoluzionario: spetta ai grandi movimenti globali lottare per la sua attuazione.

Se nel mondo esistono ancora ingiustizie, guerre e sfruttamento, se una oligarchia di 10.000 persone riesce a schiacciarne oltre 7 miliardi, se il nostro modo di produrre e consumare sta erodendo le basi stesse della vita, questo non vuole dire che la carta internazionale dei diritti umani, da estendere ai diritti dell’umanità e ai diritti della Natura, debba essere stracciata perché non rispettata.

Il nuovo trattato TPAN per la proibizione giuridica delle armi nucleari rappresenta un passo in avanti del pacifismo mondiale, della pace tra umanità e natura, anche se non sarà una soluzione definitiva al problema della deterrenza nucleare, che costituisce una emergenza mortale al pari di quella climatica ad essa intrecciata.

L’essere umano organizzato nel sistema gerarchico e patriarcale deve smettere di essere antropocentrico e deve stabilire un “patto biocentrico del Nuovo Millennio”: cessare la guerra contro il pianeta, quindi contro sé stesso.

Vi proponiamo, con la educazione alla cultura di Madre Terra un cammino di formazione e interazione tra associazioni, attivisti e cittadini al fine di condurre percorsi condivisi che abbiano come comune denominatore la vita da difendere, rispettare e valorizzare. Questo percorso prevede, con la collaborazione di soggetti impegnati in progetti analoghi, la realizzazione, nell’immediato, di un canale televisivo specializzato su YouTube; e nel medio e lungo periodo, la collaborazione con la scuola di Pace a livello globale già promossa dall’Iniziativa della Carta della Terra, che ha il suo segretariato nell’Università della Pace in Costa Rica.

Noi vorremmo essere l’aggiunta che indirizza con più decisione il lavoro dei già formatori ed educatori interessati ad approfondire la ricerca culturale della terrestrità nei suoi vari aspetti, e su come tradurla nei percorsi formativi delle scuole e del mondo culturale e sociale.

Testimonianze, contributi e dibattiti, provenienti da varie fonti, verranno messi su YouTube in una cornice adeguatamente predisposta come materiale fruibile liberamente dalla rete per una condivisione e una riflessione globale.

Intendiamo, ripetiamolo ancora, collaborare con analoghe iniziative in corso focalizzandoci, da parte nostra su questo problema, più consono al tipo di attività che stiamo svolgendo: come costruire le categorie giuridiche e culturali che esprimano l’appartenenza dell’essere umano alla Terra, e non della Terra all’uomo?

 

Siamo tutti Premi Nobel per la Pace con ICAN

https://www.youtube.com/channel/UCFWikKgRr7k21bXHX3GzE9A

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Bimbisvegli: scuola aperta e all’aperto

Messaggio di Alex Zanotelli in solidarietà con il Maestro Giampiero Monaca per sostenere il diritto al metodo pedagogico “Bimbisvegli”

A cura di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

Vorrei esprimere la mia totale solidarietà al maestro Giampiero Monaca, che adesso sta facendo lo sciopero della fame e della sete.

Totale solidarietà perché è un maestro come Don Milani.

Il suo metodo di fare scuola in maniera molto semplice, all’aperto, facendo stare i ragazzi insieme tutti attorno in cerchio, assomiglia molto alla pedagogia di Don Milani, della scuola di Barbiana.

Assomiglia al metodo di Freire.

È davvero un metodo pedagogico democratico che ha provocato tante difficoltà a Giampiero prima ad Asti e poi esiliato, come Don Milani esiliato a Barbiana, Giampiero Monaca è stato esiliato a Serravalle, una piccolissima frazione dove sta portando avanti questo tipo e metodo di fare scuola sostenuto dai genitori tra l’altro.

I genitori dei ragazzi sostengono questo suo metodo di fare scuola.

Ma Giampiero è sotto il tiro dell’autorità.

È minacciato anche di sanzioni disciplinari.

Alex Zanotelli sostiene il metodo pedagogico "Bimbisvegli"

Trovo tutto questo assurdo. Dovrebbe essere la scuola pubblica, la scuola di Stato a imparare che forse è meglio e più vicino a quello che la Costituzione vuole il metodo di Giampiero Monaca e non quello che abbiamo nelle scuole ufficiali che sono diventate purtroppo delle aule dove prepariamo i ragazzi a diventare quelle rotelline di un ingranaggio per fare andare avanti e perpetuare il sistema: un sistema che porta tutta l’umanità alla morte. Per cui la mia totale solidarietà a Giampiero Monaca in questo momento difficile.

E sono molto grato anche perché, non lo conoscevo prima, e ha aderito al digiuno che facciamo ogni mese a Roma davanti al parlamento: il Digiuno di Giustizia a favore e in solidarietà con i migranti. Grazie Giampiero Monaca che ti sei ricordato di noi.

Non mi dimenticherò più di te. E ti sarò a fianco in questo tuo impegno, in questa tua lotta per una scuola che sia molto più democratica e aiuti i ragazzi a imparare i veri valori che servono a vivere e a vivere bene.

Grazie di cuore,

Alex Zanotelli

Note: In seguito alle illuminanti parole di padre Alex Zanotelli, alcuni attivisti si sono mobilitati per avviare un digiuno a staffetta in solidarietà con il maestro Giampiero Monaca e il metodo educativo “Bimbisvegli”.
I primi aderenti al digiuno: Fabrizio Cracolici, Marinella Correggia, Marco Chiavistrelli, Linda Maggiori.
Per chi volesse sostenere questa lotta di giustizia con il digiuno scrivere a lauratussi.pace@gmail.com

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Da più di un mese il caro amico Giampiero Monaca è in digiuno, un digiuno di giustizia per affermare prima di tutto il diritto e dovere che ha un maestro di educare i suoi alunni secondo un metodo che pone le basi sull’insegnamento dei grandi maestri della pedagogia nonviolenta

Il Maestro Giampiero Monaca e il metodo pedagogico "Bimbisvegli"

di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

Da più di un mese il caro amico Giampiero Monaca è in digiuno, un digiuno di giustizia per affermare prima di tutto il diritto e dovere che ha un maestro di educare i suoi alunni secondo un metodo che pone le basi sull’insegnamento dei grandi maestri della pedagogia nonviolenta: da Montessori a Freinet a Don Milani.

Da parecchi anni Giampiero ha ideato e introdotto nella sua scuola il metodo educativo “Bimbisvegli”. Una pratica pedagogica che mette al centro il bambino come educatore di se stesso e cittadino attivo, evitando come sempre più avviene nella scuola di trasformare il ragazzo in un semplice contenitore da riempire di nozioni o in un fruitore passivo ed inconsapevole di informazioni, nozioni e messaggi commerciali.

Fino a pochi anni fa questo progetto all’avanguardia, che trae i suoi principi da grandi educatori come Maria Montessori e Don Milani, era menzionato addirittura nella scheda, sottoposta alle famiglie in fase di iscrizione, ora addirittura è stato messo al bando e sono stati messi in discussione i suoi principi cardine.

Noi ci chiediamo a questo punto:

Educare un giovane alla Pace e alla nonviolenza è un illecito educativo?

Far ragionare e ascoltare le esigenze di un alunno sono diventati un pericoloso momento diseducativo?

Per questo motivo abbiamo deciso di sostenere il digiuno di Giampiero.

Caro Giampiero siamo con te, non sei solo. Ci rivolgiamo a chi può fare qualcosa. Muoviamoci e mobilitiamoci perché questa è una lotta. Queste rivendicazioni condotte in modo coraggioso da Giampiero Monaca coinvolgono tutti i docenti e la loro libertà di educare che viene seriamente messa in discussione.

In allegato trovate la descrizione aggiornata del metodo educativo “Bimbisvegli” che invitiamo a leggere e a divulgare.

Allegati

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La cultura di pace del XXI secolo si riassume nel motto “Prima l’umanità, prima le persone”

Per una nuova cultura di pace

Noi tutti amici della nonviolenza e del disarmo ci rendiamo sempre più conto di appartenere a un’unica razza e famiglia umana come sostenevano Einstein e il pacifista nonviolento Vittorio Arrigoni, barbaramente assassinato a Gaza in Palestina

Prima l'umanità, prima le persone !

La cultura di pace del XXI secolo si riassume nel motto “Prima l’umanità, prima le persone”

Lo slogan positivo della cultura di pace del XXI secolo si riassume nel motto “Prima l’umanità, prima le persone”. Questo adagio, nella nostra interpretazione, applicata specialmente all’Italia, ma con un’ottica globale, contrappone la nuova cultura della pace del XXI secolo al rischio di una subcultura parafascista, suprematista e sovranista, dove i parafascisti, a partire dall’ex presidente americano Trump, impongono uno slogan negativo e contrapposto al nostro: prima gli americani, prima i francesi, prima gli italiani, prima i padani, eccetera. Invece nel comune villaggio globale, nel nostro sistema mondo, nell’universale afflato di mondialità che accomuna tutti noi, i popoli e l’umanità comune e solidale, ci rendiamo sempre più conto di appartenere a un’unica razza e famiglia umana come sostenevano Einstein e il pacifista nonviolento Vittorio Arrigoni, barbaramente assassinato a Gaza dai poteri forti.

Una comune umanità che è minacciata da “bombe”, che incombono come una spada di Damocle sulla sua incolumità. Le minacce di cui tratta anche il comboniano padre Alex Zanotelli:

– l’attività militare che trova la sua massima espressione nella guerra nucleare;

– la bomba climatica che comporta quotidiani disastri e dissesti climatici per le emissioni eccessive di gas serra di origine antropica nell’atmosfera;

– la bomba dell’ingiustizia sociale e della disuguaglianza globale dove l’1% dei ricchi detiene risorse pari a quelle controllate dal restante 99% dell’umanità.

– La minaccia della violenza contro i più fragili della terra come i migranti e la violenza di genere contro i “diversi” e le donne

Per questo facciamo nostri i moniti e gli appelli del partigiano Stéphane Hessel, deportato a Buchenwald, padre costituente della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, presidente del tribunale Russell sulla Palestina. Il suo saggio Indignatevi! ha venduto milioni di copie in tutto il mondo e ha ispirato il movimento degli indignati e di Occupy Wall Street. Un autentico uomo di pace: una speranza di futuro, un ponte intergenerazionale tra il passato antifascista e le alternative per il futuro, per le nuove generazioni, per una rivoluzione ecologista, pacifista, disarmista e femminista. Per un’utopia realizzabile di pace e solidarietà, perché per dare risposte di sinistra alla crisi strutturale e al revanscismo delle nuove destre estreme e dei populismi occorrono soluzioni democratiche e civili. Stéphane Hessel, nell’appello scritto con i resistenti francesi nel 1944 e pubblicato nel saggio Indignatevi!, suggerisce delle soluzioni alla crisi economica e di valori che attualmente sta stritolando e destrutturando il pianeta. La soluzione prevede la nazionalizzazione delle banche e delle industrie strategiche con un’economia al servizio delle persone, tramite investimenti pubblici per creare lavoro e per livellare la disuguaglianza globale e sociale per evitare la miseria dei ceti più deboli che ingenera risposte razziste e capri espiatori.

 

La campagna ONU per il disarmo nucleare universale con la rete ICAN e le COP ONU per il clima costituisce un impegno globale tramite cui costruire una nuova internazionale dei diritti, delle persone, dei popoli, dell’umanità. Infatti la dipendenza dai combustibili fossili e dal nucleare è alla base di un modello sociale predatorio di accumulazione insostenibile che è causa principale di guerre e conflitti nel mondo. Per questo motivo il nostro attivismo, l’impegno di noi “alter-glocalisti” è volto a salvare il clima e la pace, per costruire una conversione ecologica fondata su un nuovo e alternativo modello energetico, decarbonizzato, denuclearizzato, rinnovabile al 100%, ossia pulito, democratico e socialmente giusto.

La divisione dell’umanità in tutte le sue forme, dal razzismo al fascismo, dalla xenofobia ai nazionalismi e agli etnicismi, contrasta nettamente con il concetto culturale e giuridico di unica famiglia umana proclamato dalla dichiarazione ONU del 1948, che deriva dall’immane tragedia della Seconda guerra mondiale con 65 milioni di morti: interi paesi in macerie, bombardamenti a tappeto e poi i drammi di Dresda, Auschwitz e Hiroshima. Da questo immane trauma nasce un sussulto positivo come la dichiarazione ONU e le costituzioni antifasciste nate dalla Resistenza partigiana. La banca d’affari mondiali J.P. Morgan di recente ha attaccato pesantemente le costituzioni antifasciste e le dichiarazioni a favore dello sviluppo dell’umanità e della tutela dei diritti umani, perché considerate troppo democratiche e ostacolo al progresso e alla risoluzione della crisi strutturale, in quanto volte alla tutela della dignità umana. Il nostro slogan positivo “Prima l’umanità, prima le persone” vuole contrastare la disuguaglianza globale strutturata con muri, frontiere, ghetti nazionalistici, etnicismi. Con questi presupposti, le nazioni europee sbarrano le porte ai migranti: vecchi, giovani, donne, bambini, che fuggono da guerre, persecuzioni, terrorismo, disastri ambientali, manovre economiche, sfruttamento e che vorrebbero trovare, in modo legale e sicuro, solidarietà, assistenza, accoglienza sulle nostre sponde, nei nostri territori. Invece l’Occidente risponde con una politica guerrafondaia di riarmo, per cui le spese militari nel mondo sono in continuo incremento e provocano pericoli e miserie per l’umanità, come il rischio di un inverno e di un’apocalisse nucleare: così i diritti e la dignità umana vengono sempre negati e calpestati. Nelle congiunture attuali assistiamo al precipitare di ampi settori della popolazione italiana e non solo, sotto l’influenza di ideologie xenofobe, razziste, fasciste, che esaltano il cattivismo e il qualunquismo antiegualitario e contrastano nettamente con i principi della nostra Costituzione. Per far fronte a questa deriva anche l’ANPI nazionale potrebbe aderire alla rete ICAN, Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, e alla coalizione per il clima e per la conversione ecologica e rinnovabile della nostra economia e del nostro modo di vivere e di pensare.

Occorre creare ponti di memoria, ponti di dialogo, reti di relazioni, legami di pace per evitare la supremazia dei potentati dei signori dell’atomo, del petrolio, della guerra e dell’acciaio, detentori del rischio dell’apocalisse nucleare. La forza della nonviolenza e della disobbedienza civile consiste nella volontà di far prevalere la verità, il confronto politico, la pace nei contesti plurali e multiculturali. La democrazia e la forza della verità devono prevalere sull’egoismo, sulla logica del neoliberismo finanziario, sul potere che impone di mercificare tutto con le lobby e le multinazionali del libero mercato che disprezzano l’ambiente, la persona, i diritti umani e travalicano il significato di bene comune. Occorre riappropriarci dei beni comuni per tutelarli dalla privatizzazione mercificatoria in favore della vita e dell’appartenenza a molteplici culture.

I nostri beni comuni come la pace, l’antifascismo, il disarmo nucleare, per superare i pregiudizi, per prevenire, gestire e trascendere i conflitti, per stemperare paure e ostilità, per una laicità aperta, inclusiva, relazionale, per il diritto alla pace e a vivere senza la paura dello sterminio nucleare. Questo il messaggio profondo dei nostri libri che è nella matrice, nel DNA delle culture antifasciste, antitotalitarie, antidogmatiche, oggi delle culture nonviolente.

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