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Il Manifesto – Appello per la ratifica del Trattato di proibizione delle armi nucleari

TPAN – Le ratifiche espresse dai vari paesi sono al momento nel numero di 59

 

Il Manifesto – Appello per la ratifica del Trattato di proibizione delle armi nucleari

 

Il 22 gennaio 2022 ricorre il primo anniversario della entrata in vigore del TPAN – Trattato per la proibizione delle armi nucleari adottato nel 2017 in una Conferenza ONU a New York anche grazie alla pressione dal basso di una rete internazionale comprendente oltre 500 organizzazioni pacifiste, insignite per questo loro contributo di un Premio Nobel per la pace.

di Laura Tussi, Antonia Sani, Alfonso Navarra

Fonte: Il Manifesto – https://ilmanifesto.it/lettere/appello-per-la-ratifica-del-trattato-di-proibizione-delle-armi-nucleari/

Il 22 gennaio 2022 ricorre il primo anniversario della entrata in vigore del TPAN – Trattato per la proibizione delle armi nucleari adottato nel 2017 in una Conferenza ONU a New York anche grazie alla pressione dal basso di una rete internazionale comprendente oltre 500 organizzazioni pacifiste, insignite per questo loro contributo di un Premio Nobel per la pace.

Le ratifiche espresse dai vari paesi sono al momento nel numero di 59, e continuano ad aggiungersi. Questo processo di allargamento avvicina sempre di più l’abolizione giuridica effettiva delle armi nucleari nel mondo, che accompagna e favorisce la loro eliminazione materiale.

Da subito il Trattato, valido solo per chi lo sottoscrive, produce un effetto culturale e politico globale di “stigmatizzazione” della deterrenza minandone la legittimità.

Come associazioni Wilpf Italia e Disarmisti esigenti, membri ICAN, impegnate da almeno 10 anni insieme nella campagna per la denuclearizzazione e per la ratifica del TPAN da parte del nostro paese, siamo oggi qui a prospettare la realtà imbarazzante e amara della nostra società politica. Sono centinaia i parlamentari che, nel corso degli anni, hanno sottoscritto il “Parliamentary Pledge” della Campagna ICAN in favore del trattato, ma continuiamo a registrare il rifiuto del Parlamento – nonostante le 10.000 firme raccolte e la mozione della senatrice De Petris – di presentare la richiesta di ratifica.

Alla vigilia della prima conferenza di revisione del TPAN, che si terrà dal 22 al 24 marzo di quest’anno a Vienna, sarebbe comunque importante che lo Stato italiano partecipasse almeno in veste di osservatore.

L’ombra della NATO imperversa e impedisce che l’Italia assuma una posizione autonoma, come una sorta di muro a fronte dei parlamentari firmatari che dichiararono le preoccupazioni espresse nel Preambolo del Trattato circa le catastrofiche conseguenze umanitarie che risulterebbero da un qualsiasi uso di armi nucleari.

Armi “totalmente disumane e ripugnanti”, che potrebbero portare all’estinzione della vita per un conflitto che potrebbe essere scatenato persino per errore.

Ci rivolgiamo in questo primo anniversario a tutto il popolo italiano affinché si renda conto del danno rappresentato dalla presenza di bombe nucleari in varie località del nostro paese (ufficialmente segrete).

Denunciamo l’indifferenza parlamentare in presenza della non ratifica, da parte del nostro Parlamento, che ci espone all’insaputa della maggior parte dei cittadini ai danni del ritorno dello stesso nucleare civile (da essi bocciato in due referendum, nel 1987 e nel 2011): si veda la vicenda in atto della proposta di inserire nella tassonomia UE delle fonti sostenibili anche il nucleare cosiddetto civile.

Con la presente ci rivolgiamo a deputati e senatori affinché la proposta di ratifica dello Stato italiano al Trattato di proibizione delle armi nucleari venga al più presto presentata e votata.

Questa adesione vorremmo fosse concepita anche come un impulso ad adottare, da parte dello Stato italiano, una efficace strategia complessiva che coinvolga gli stessi Stati dotati di armi nucleari in serie trattative per il disarmo in attuazione dell’articolo VI del Trattato di non proliferazione.

Disarmisti esigenti – Laura Tussi e Alfonso Navarra cell. 340-0736871  – WILPF Italia – Antonia Sani cell. 349-7865685

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Il conflitto in Ucraina e il ruolo del movimento per la pace

Un forum per promuovere un appello contro la guerra

Il conflitto in Ucraina e il ruolo del movimento per la pace

In questa pagina web riportiamo le voci di tutti coloro che stanno partecipando ai webinar di PeaceLink con lo scopo di definire una piattaforma comune di obiettivi finalizzati a evitare una degenerazione dell’aspro confronto in atto fra la Russia e la Nato
22 gennaio 2022

Redazione PeaceLink

Il 19 gennaio 2022 si è svolto il primo seminario online finalizzato a comprendere il conflitto in Ucraina.No alla guerra in Ucraina

Qui raccogliamo i materiali prodotti fino a ora. Tutti coloro che vorranno inviare o segnalare qualcosa di utile troveranno in questa pagina web un punto di raccolta e prima organizzazione dell’informazione relativa a questo complesso conflitto.

La relazione introduttiva di Alessandro Marescotti si è basata su alcune slides (cliccare qui) mentre la relazione di Domenico Gallo ha portato all’attenzione questioni di grande rilievo che sono state poi sistematizzate in un intervento scritto (cliccare qui).

Di particolare interesse è stata la relazione di padre Alex Zanotelli (dal minuto 22 del video incluso in questa pagina web) che ha messo in evidenza come il nodo di fondo della tensione in atto risieda nella richiesta dell’Ucraina di entrare nella Nato.

I materiali sull’Ucraina sono stati raccolti in un apposito dossier (cliccare qui).

Mercoledì 26 gennaio alle ore 21 vi sarà un nuovo appuntamento del forum con un webinar a più voci. Chi vuole prenotarsi può scrivere a questa email: a.marescotti@peacelink.org

Il link per connettersi online mercoledì prossimo è www.peacelink.it/riunione

Note: Per seguire le informazioni sull’Ucraina consigliamo di iscriversi alla mailing list pace cliccando qui https://lists.peacelink.it/pace/2022/01/maillist.html (seguire le istruzioni sulla sinistra)
E anche si cliccare sul tag #Ucraina di Sociale.network https://sociale.network/tags/Ucraina

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Il Giorno intervista Laura Tussi

Alessandro Crisafulli, giornalista de Il Giorno: una panoramica ‘Per non dimenticare’ l’accoglienza

Il Giorno intervista Laura Tussi

Dodici anni or sono Alessandro Crisafulli, giornalista del quotidiano Il Giorno, ha intervistato Laura Tussi sul progetto Per non dimenticare e sul concetto di Intercultura
15 gennaio 2022

Alessandro Crisafulli – Il Giorno

Il Giorno intervista Laura Tussi

Alessandro Crisafulli, giornalista de Il Giorno, in una panoramica ‘Per non dimenticare’ l’accoglienza

 

Dodici anni or sono Alessandro Crisafulli, giornalista del quotidiano Il Giorno, ha intervistato Laura Tussi sul progetto Per non dimenticare e sul concetto di Intercultura

 

di Alessandro Crisafulli – Il Giorno  

 

Laura e le sue cinque lauree sempre in prima linea per i diritti degli ultimi.

 

In tasca cinque lauree, non una. In testa mille idee, non una. Davanti, invece, un unico obiettivo: dare il suo contributo, piccolo o grande che sia, non importa, per un mondo almeno un po’ migliore. Non il fumo, bensì libri, eventi, pubblicazioni, video. Laura Tussi è un vulcano: una donna che è insieme docente, ricercatrice, scrittrice, giornalista, pedagogista.

“La sua determinazione e la sua tenacia sono davvero incredibili – racconta di lei l’amico Moni Ovadia – tutti sappiamo che senza santi in paradiso, nel campo dell’università, non c’è possibilità di fare strada se non sei amica del Barone o dell’amico: lei invece è uno dei rari esempi di chi crede ai valori della conoscenza, aldilà dei favori che si possono ricevere”. E questa grande conoscenza la mette al servizio di ciò in cui crede attraverso una serie di eventi sul territorio brianteo, promossi insieme al Comune di Nova Milanese e all’Istituto comprensivo via Prati Desio per il quale lavora.

Con un occhio puntato verso i più deboli, come ad esempio i tanti stranieri che arrivano in Brianza e fanno fatica a integrarsi, magari anche perché a volte incontrano ostacoli di vario tipo: “Gli episodi di crescente intolleranza e sfruttamento del lavoro degli immigrati e le umiliazioni dei giovani che devono dimostrare di essere degni del paese in cui sono giunti i loro padri, chiedono il coraggio della parola che sappia condannare le ingiustizie, le discriminazioni, lenire il silenzio degli oppressi, condannando la tracotanza degli oppressori, per cui sono necessari i programmi politici finalizzati al dialogo tra culture in cerca di soluzione ai problemi di sicurezza fisica dei migranti, gli spazi di libertà, di opportunità lavorative, dove il concetto di intercultura assume molteplici accezioni”.

Un concetto quello di intercultura che Laura cerca di mettere sempre nella sua vetrina personale: “Intercultura significa attenzione per il diverso, inteso come l’altro da noi, il più debole, il più umile, lo sconosciuto. E’ colui che non si vuol far conoscere.

Significa condividere con l’altro la propria interiorità, la passione, la sofferenza, il dolore di essere giudicati diversi”.

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Gli antinuclearisti disarmisti contro la Tassonomia Ue

Milano – Disarmisti Esigenti, con la LOC, Mondo senza guerre e senza violenza, Wilpf & Partners

Gli antinuclearisti disarmisti contro la Tassonomia Ue

Noi promotori VERSO UN COORDINAMENTO ANTINUCLEARE EUROPEO ci siamo trovati online in un incontro, introdotto da Alfonso Navarra, con la partecipazione di Moni Ovadia, Alex Zanotelli, i musicisti Renato Franchi e Marco Chiavistrelli e molti attivisti, con Radio Nuova Resistenza

Attivisti antinuclearisti in opposizione a Tassonomia Ue

Milano – Disarmisti Esigenti, con la LOC, Mondo senza guerre e senza violenza, Wilpf & Partners 

 

Le decisioni sul nucleare in Italia non si prendono rispettando i referendum del 1987 e 2011 che ci hanno visto vittoriosi contro il nucleare civile e per i beni comuni, ma in Italia Draghi e Cingolani decidono sul nucleare con la Francia, ascoltando Macron e non il popolo italiano.

 

Mercoledì 12 gennaio 2022 i Disarmisti esigenti, con la LOC e l’associazione mondo senza guerre e senza violenza si sono trovati a Milano sotto l’industria nucleare francese pro atomo in piazzale Cadorna dalle ore 13 alle ore 15.

 

In seguito i promotori del progetto VERSO UN COORDINAMENTO ANTINUCLEARE EUROPEO si sono trovati online in un incontro, introdotto dal portavoce dei Disarmisti esigenti Alfonso Navarra, con la partecipazione di Moni Ovadia, Alex Zanotelli, Fabrizio cracolici, i musicisti Renato Franchi e Marco Chiavistrelli e molti altri attivisti e con la registrazione di Radio Nuova Resistenza.

Sono intervenuti i coordinatori Ennio Cabiddu, Luigi Mosca, Daniele Barbi, e Rosa Amodei a nome di WILPF Italia.

Tutto questo per contrastare le lobby delle centrali nucleari che prendono i loro accordi generali condizionati dalla Francia che ha bisogno di finanziamenti per le sue centrali nucleari e ne vuole impiantare altre entro il 2037.

Questo accordo della Francia è preso con Draghi e Cingolani che è l’ex amministratore delegato di Leonardo Finmeccanica non certo un uomo di pace a favore della tutela ambientale.

In realtà l’Europa sta decidendo che il nucleare è la soluzione al problema climatico con i nostri soldi pubblici di cittadini europei.

Il potere economico e finanziario e militarizzato è rappresentato dal nucleare che produce essenzialmente la potenza geopolitica, l’elettricità è solo un sottoprodotto.

L’iniziativa di mercoledì 12 gennaio si è tenuta proprio in quel giorno perché scadeva il periodo che la commissione europea ha dato al comitato degli esperti e i governi per esprimere un parere sull’atto delegato nato dal regolamento 2020/852 che regola la tassonomia dell’Unione Europea per inserire il nucleare nell’elenco delle sostenibili.

In questo modo si sottraggono risorse all’utilizzo di fotovoltaico, idraulico, geotermico, eolico per un piano di rilancio energetico nazionale basato sulle rinnovabili tendenzialmente al 100%.

La data del 12 gennaio cioè di questa decisione del comitato degli esperti e dei governi è stata rinviata fortunatamente al giorno 21 gennaio perché il nuovo governo tedesco ha palesato il suo disaccordo.

Dopo il parere del comitato degli esperti e dei governi la Commissione UE pubblicherà il suo atto delegato in Gazzetta ufficiale e quindi si esprimerà il consiglio europeo intorno a marzo e poi il parlamento europeo.

Il parlamento europeo è un organo su cui abbiamo maggiori speranze perché il numero degli eurodeputati contro il nucleare è maggiore per bocciare l’atto delegato, ma c’è il problema che l’attuale “maggioranza Ursula” salti e si apra alla destra sovranista.

Questo è un problema molto delicato.

In dicembre ci siamo mobilitati con la Tenda antinucleare delle cittadine e dei cittadini davanti al MITE e così faremo anche nei prossimi mesi, non trascurando però di denunciare il ruolo dello Stato atomico francese.

Sul nucleare in Italia non decide la politica, ma l’economia e la finanza e decide Macron con Draghi e i potentati dell’energia nucleare.

Noi ecologisti e antinuclearisti con i Disarmisti Esigenti vogliamo far rispettare il mandato antinucleare referendario.

I Disarmisti esigenti a quanto ci risulta sono stati gli unici in tutta Europa in piazza fisicamente in presenza – il giorno del 12 gennaio – contro la tassonomia ma in Germania nei giorni precedenti ci sono state mobilitazioni ad Amburgo.

In questo scenario in continua evoluzione a noi sembra che manchi, sopratutto in Italia, una chiara e definitiva opposizione al nucleare dei FFF.

Per questo abbiamo sentito la necessità, quasi l’urgenza, di scrivere una lettera aperta alla loro leader Greta Thunberg per non consentire alla potente lobby nuclearista di annoverare il grande movimento giovanile fra quelli che sarebbero favorevoli a considerare il nucleare come una fonte di energia utile alla transizione ecologica.

Qui la Lettera aperta a Greta Thunberg:

https://www.peacelink.it/ospiti/a/48936.html

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Greta Thunberg, unisciti a noi contro il nucleare civile e militare

Lettera aperta a Greta Thunberg: di Alfonso Navarra, Laura Tussi, Ennio Cabiddu

Greta Thunberg, unisciti a noi contro il nucleare civile e militare

Con il supporto di: Maurizio Acerbo, Vittorio Agnoletto, Giorgio Cremaschi, Fabrizio Cracolici, Paolo Ferrero, Mimmo Lucano, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Claudia Pinelli, Silvia Pinelli, Mario Salomone, Alex Zanotelli
Laura Tussi

Laura Tussi , Alfonso Navarra, Ennio Cabiddu

Lettera a Greta Thunberg di Alfonso Navarra, Laura Tussi, Ennio Cabiddu

Lettera aperta a Greta Thunberg: di Alfonso Navarra, Laura Tussi, Ennio Cabiddu

Con il supporto di: Maurizio Acerbo, Vittorio Agnoletto, Giorgio Cremaschi, Fabrizio Cracolici, Paolo Ferrero, Mimmo Lucano, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Claudia Pinelli, Silvia Pinelli, Mario Salomone, Alex Zanotelli

 

Cara Greta Thunberg

Siamo gli organizzatori di un appello già lanciato a fine novembre (si vada online su: notassonomianukerispettareferendum – Petizioni.com), forze ed esponenti ecologisti e pacifisti, fortemente critici sulla “transizione ecologica” così come viene delineata in Italia e in Europa dalle politiche governative e dalle politiche comunitarie: faremmo meglio anzi, se si fa un bilancio complessivo, a parlare di “non transizione ecologica”.

Ci rivolgiamo a te quale animatrice e promotrice dei Fridays for future, un movimento nuovo che mobilita con i global strike un ampio attivismo giovanile sull’emergenza climatica ed ambientale.

Ci accomuna anche la cittadinanza europea e vorremmo ricordarti che il tuo paese, la Svezia, vuole, allo stesso modo della Germania, lo Stato guida della UE, uscire dal nucleare: una decisione che valutiamo importante e positiva per tutti coloro che hanno a cuore la salute delle persone e del Pianeta.

La Commissione europea, che ha annunciato l’introduzione di gas e nucleare nella tassonomia delle fonti sostenibili, sta per varare l’atto delegato del regolamento 2020/852: ora dovrebbe riunirsi a metà gennaio per formalizzare una decisione che, per il contrasto di posizioni tra Paesi filonucleari e Paesi antinucleari, finora aveva sempre rinviato.

Nelle nostre speranze questa decisione pro-atomo (e pro-gas) l’Europa non dovrà assumerla mai e poi mai! Ed abbiamo molte probabilità che questo succeda; ed anche se la Commissione procedesse di fronte ad eventuali stop (quello dell’Italia sarebbe doveroso visto che il popolo si è pronunciato con un referendum), dovremmo considerare che il Parlamento europeo può opporsi alla entrata in vigore dell’atto delegato ed in esso le posizioni antinucleari sono di grande peso, forse quasi maggioritarie in partenza.

Ti rivolgiamo ora pubblicamente alcune domande e ci aspettiamo risposte che preferiremmo ci rendessi per il tramite della stampa: confidiamo che tu riesca, anche grazie al nostro stimolo, a mobilitare molte energie giovanili per una partita ecologicamente determinante che possiamo giocare con discrete possibilità di vincere!

La prima domanda è: sei, in quanto ecologista, radicalmente antinucleare? anche tu senti come noi – ecopacifisti di lunga data – l’appartenenza ad una posizione di coscienza, “identitaria” ma non ideologica, di rifiuto netto contro il nucleare nell’impegno per la giustizia sociale e ambientale?

La seconda domanda è: sei per la denuclearizzazione immediata senza se e senza ma? anche tu pensi che il nucleare, di qualsiasi forma e generazione, non possa fare parte in alcun modo, anche e soprattutto in condizioni di emergenza, della soluzione ai problemi della transizione energetica e della conversione ecologica della società?

Noi, auspicando che tu li condivida in buona parte, ti proponiamo i nostri motivi di opposizione alla tecnologia nucleare.  È nostra convinzione che essa:

non sia pulita, principalmente a causa delle scorie radioattive prodotte e da gestire e dello smantellamento dei reattori in fin di vita

non è rinnovabile, poiché fossile nel significato letterale originario; e comunque estrattiva e non rinnovabile (necessità di estrarre dalle rocce l’Uranio ed eventualmente il Torio)

non sia sicura, poiché non è possibile eliminare il rischio di incidenti, anche gravissimi, dovuti a possibili errori nella costruzione o nel corso del funzionamento dei reattori, ad eventuali attacchi terroristici (bombe, cyber-attacchi, etc), ad eventi di origine geologica (terremoti, tsunami, etc)ed anche semplicemente all’invecchiamento delle installazioni

favorisca la proliferazione del nucleare militare

il contributo alla riduzione del CO2 è attualmente marginale (≈2%) e rimarrebbe verosimilmente tale per parecchi anni, data l’età media (≈ 35 anni) dei reattori attuali (≈ 440), che dovranno quindi essere eliminati, smantellati ed (eventualmente) sostituiti.

infine il costo dell’energia nucleare è in continuo aumento, mentre quello delle energie rinnovabili (soprattutto il solare) è in continua diminuzione.

Un saluto di stima in attesa della tua risposta: pubblica, come è pubblico il nostro invito

Di Alfonso Navarra, Laura Tussi, Ennio Cabiddu – Disarmisti esigenti

con il supporto di: Maurizio Acerbo, Vittorio Agnoletto, Giorgio Cremaschi, Fabrizio Cracolici, Paolo Ferrero, Mimmo Lucano, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Claudia Pinelli, Silvia Pinelli, Mario Salomone, Alex Zanotelli

Nota bene: Noi, disarmisti esigenti, WILPF Italia, Laudato Si’ e partners, in collaborazione con personalità come Luciana Castellina, Edo Ronchi, Massimo Scalia, Guido Viale, Vittorio Bardi, Marco Bersani, Moni Ovadia e Alex Zanotelli, continuando l’esperienza della tenda antinucleare delle cittadine e dei cittadini a Roma, vantando coinvolgimenti dalla Germania, dalla Francia, dalla Svizzera, dalla Danimarca, dall’Inghilterra, ci siamo incontrati online per portare avanti la mobilitazione contro il rilancio del nucleare in Europa (e quindi in Italia).

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No Tassonomia Ue pro nucleare e pro gas. Rispettare i referendum sui beni comuni

Tutto procede silenziosamente e con la copertura di Cingolani e Draghi

No Tassonomia Ue pro nucleare e pro gas. Rispettare i referendum sui beni comuni

Rispettare i referendum sui beni comuni. Siamo ad un passaggio cruciale sulla transizione energetica. Le lobby del nucleare e del gas stanno imponendo a Bruxelles l’inserimento di investimenti nucleari e a metano nel novero degli elenchi da finanziare in varie modalità con i fondi pubblici
13 dicembre 2021

Alfonso Navarra

Il Manifesto - Siamo contro la tassonomia UE pro nucleare e pro gas

PREMESSA

Siamo ad un passaggio cruciale sulla transizione energetica. Le lobby del nucleare e del gas stanno imponendo a Bruxelles l’inserimento di investimenti nucleari e a metano nel novero degli elenchi da finanziare in varie modalità con i fondi pubblici, cioé con i nostri soldi. Tutto procede silenziosamente e con la copertura da noi di Cingolani e Draghi, schierati nel dibattito europeo con la parte più conservatrice e avversa all’ecologia sociale (“integrale” secondo Papa Francesco) e alla diffusione delle fonti rinnovabili. Dobbiamo avviare una campagna, di cui la mobilitazione del 15 dicembre è solo un primo passo, che possa far intervenire su una simile rottura, coinvolgendo le giovani generazioni di attivisti, l’opinione pubblica e le rappresentanze democratiche e del lavoro. Di qui la nostra proposta di condividere, sottoscrivendola,  la presa di posizione dei Disarmisti esigenti, di Wilpf Italia e dell’Osservatorio del lavoro, supportata da personalità autorevoli quali Moni Ovadia e Alex Zanotelli. E Luciana Castellina, Haidi Giuliani, Massimo Scalia e Guido Viale. Ed è utile – crediamo – essere a conoscenza del fatto che proprio il 15 dicembre l’Associazione italiana nucleare, con la partecipazione di esponenti di governo (il Ministro degli affari europei Vincenzo Amendola e la sottosegretaria al MITE Vannia Gava), tiene un convegno alla Camera dal titolo: “Il nucleare decisivo per la transizione energetica”.

Qui di seguito il testo della dichiarazione da sottoscrivere a supporto della campagna e poi riportato in basso, il comunicato di adesione dell’Osservatorio sul PNRR.

 

APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE UNITARIA IN VISTA DI BILANCIO 2022 E CONSIGLIO UE: UNICA LOTTA PER TAGLIO DEI SAD, POLITICA ECOLOGICA INDIPENDENTE, TASSONOMIA NO GAS E NO NUCLEARE

Il 15 dicembre al Senato il presidente del Consiglio Mario Draghi farà le sue comunicazioni ai parlamentari in vista del Consiglio Europeo che si terrà a Bruxelles il 16 e 17 dicembre. Sarà un vertice importante per l’Europa perché verranno discusse le priorità e gli indirizzi politici della UE e le prospettive del processo di integrazione dopo la chiusura dell’”era Merkel”.

Indichiamo proprio il 15 dicembre, nel pieno della discussione della legge di bilancio 2022, e alla vigilia dello sciopero generale del 16 dicembre indetto da CGIL e UIL, quale data per metterci insieme per la giustizia ambientale e sociale, a partire dal rispetto dei referendum del 2011, su acqua e nucleare, prefiguranti nel loro risultato inequivocabile un mandato popolare per un welfare che valorizzi i beni comuni e pubblici.

Siamo forze ed esponenti ecologisti e pacifisti, fortemente critici sulla “transizione ecologica” così come viene delineata dalle politiche governative: faremmo meglio anzi a parlare di “non transizione ecologica”, perché quello che costatiamo, nell’assemblaggio incoerente di politiche di bilancio, PNRR e prese di posizione in sede europea, è l’assenza di un qualsiasi serio disegno di attuazione, fondato su un ruolo trainante degli investimenti pubblici, di un Green New Deal degno di questo nome.

Quella che osserviamo con indignazione è la sudditanza, da parte del governo italiano, agli interessi dell’ENI nella politica energetica, ambientale e persino estera: in particolare il ministro Roberto Cingolani ci appare come l’esecutore di una deriva tecnocratica giustificata come “neutralità tecnologica”, espressa con il mito infondato del nucleare di quarta generazione e da fusione.

Riteniamo inaccettabile, ad esempio, anche da un punto di vista di moralità democratica e istituzionale (il voto popolare sui referendum non può essere disprezzato!) che, su questa linea, Cingolani, a Bruxelles, per conto del governo italiano, abbia dato il suo via libera all’inserimento di nucleare e gas nella cosiddetta “tassonomia UE” delle tecnologie da raccomandare e sostenere negli investimenti finanziari necessitanti di marchi certificati (e garantiti con soldi pubblici) di “sostenibilità”.

Il nostro giudizio è che, di questa deriva, il principale motore sia la dirigenza dell’ENI che non intende cambiare rotta rispetto alla centralità del gas nella sua politica e nella politica energetica dello Stato.

Pensiamo che, a questo punto, occorra mobilitarsi contro la volontà, taciuta, ma chiara nei fatti, del Governo di non toccare neanche un euro dei finanziamenti pubblici a favore dei fossili (e non dimentichiamo che il nucleare, nel suo significato letterale, è una energia fossile!).

Si tratta non solo dei finanziamenti al CCS, sui quali è acceso da tempo lo scontro, ma di quella marea di 19 miliardi destinati ai “Sussidi Ambientalmente Dannosi” (SAD), cioè per le tariffe agevolate per gli impieghi di idrocarburi di cui fruisce un’ampia platea di settori imprenditoriali.

Ci rivolgiamo – per riempire le piazze come oggi è necessario – con particolare speranza e fiducia ai giovani attivisti che in questi ultimi anni hanno dato vita a grandi manifestazioni per superare l’emergenza climatica e ambientale: nuove politiche orientate alla piena occupazione “verde”, in una società strutturalmente pacifica (energie rinnovabili e disarmo!), trovano radici proprio in quel cambiamento radicale di rotta che essi invocano nei loro “strikes” per evitare il collasso incombente della civilizzazione umana.

La nostra proposta è di darci un primo appuntamento a Roma, dalle ore 15:00, in continuità con la Tenda antinucleare delle cittadine e dei cittadini, e di altre esperienze di attiva partecipazione sociale, sotto il Ministero dell’economia e delle finanze, in via XX Settembre, 97.

In collegamento con questa manifestazione, speriamo il più possibile partecipata, riteniamo utile organizzare un incontro on line alle 18:00 per commentare insieme il discorso di Mario Draghi, cioè il suo programma di candidato a perno “conservatore” per la gestione di nuovi equilibri neoliberisti in Europa.

Intendiamo proporre in alternativa, anche alle forze sindacali impegnate nello sciopero generale, soluzioni di conversione ecologica (bellissima espressione usata da Papa Francesco), che non ignorino le sfide epocali che siamo obbligati a fronteggiare: perché le ansie per “la fine del mese”, ce lo insegnano i giovani attivisti impegnati a spegnere l’incendio di una Terra che brucia, devono essere messe in relazione con la preoccupazione per la “fine del mondo” da scongiurare.

Moni Ovadia, Alex Zanotelli, Mario Agostinelli, Alfonso Navarra, Patrizia Sterpetti, Massimo Scalia, Marco Bersani, Luciana Castellina, Antonia Sani, Massimo Serafini, Haidi Gaggio Giuliani, (Fabio Amato), Vittorio Bardi, Ennio La Malfa, Renato Zanoli, Guido Viale

Ennio Cabiddu – Luigi Mosca – Oliviero Sorbini – Daniele Barbi – Fabrizio Cracolici – Laura Tussi – Andrea Bulgarini – Elio Pagani – Keivan Motavalli – Gian Piero Godio – Maurizio Bucchia – Antonella Nappi – Marco Zinno – Enrico Peyretti – Marco Palombo – Rocco Altieri – Mino Forleo – Vittorio Pallotti – Teresa Lapis – Renato Napoli – Angelo Gaccione – Giuseppe Natale

Coordinamento organizzativo:

Disarmisti esigenti – Alfonso Navarra cell. 340-0736871  email alfiononuke@gmail.com;

Wilpf Italia Patrizia Sterpetti  cell. 320-7825935 email patty.sterpetti@gmail.com;

Laudato Si’ – Mario Agostinelli  email agostinelli.mario@gmail.com;

Altre info su:

www.disarmistiesigenti.org

 

*******************************************************************

DA PARTE DI OSSERVATORIO SUL PNNR

(COORDINAMENTO PER LA DEMOCRAZIA COSTITIZIONALE – LAUDATO SI’ – NOSTRA!)

IL GOVERNO FERMI LA PROPOSTA DI INSERIRE NUCLEARE E GAS TRA LE ENERGIE VERDI IN EUROPA

Un conto è affermare che per realizzare gli obiettivi climatici c’è bisogno di un periodo di transizione a causa dei ritardi dei Governi europei nel realizzare gli obiettivi indispensabili per contenere la crescita della temperatura entro 1,5 gradi. Altro è spacciare nucleare e gas naturale per quello che non sono, cioè energie “verdi” come vento, sole, acqua, terra. Questo tentativo di alterare la verità punta a permettere ai paesi che hanno centrali nucleari di utilizzare i fondi europei per alleggerire i costi proibitivi del nucleare e ad altri di fingere di non sapere che il metano produce CO2, anche se in combustione meno del carbone, ed è molto inquinante nell’atmosfera per la dispersione derivante da estrazione e lavorazione.Il Governo italiano, in particolare il Ministro Cingolani, anziché mantenere una posizione limpidamente contraria ha appoggiato il pasticcio che l’Europa potrebbe approvare nei prossimi giorni, se i paesi ancora contrari non insisteranno per bloccare questo tentativo.Per di più i prezzi delle fonti fossili, soprattutto del gas naturale, sono esplosi, non tanto in rapporto con la ripresa post pandemia, quanto per un’enorme speculazione finanziaria che scommette sull’aumento dei prezzi di questi prodotti, usando come in passato i futures. Gli analisti non hanno spiegazioni per questi aumenti che non hanno fondamento economico ma puramente speculativo.La speculazione si batte solo se nel tempo più rapido possibile viene realizzato un piano di investimenti nelle fonti alternative, in coerenza con gli obiettivi europei per il 2030.  L’Italia ha l’obiettivo di 70 Giga Watt di fonti alternative al 2030, che al ritmo attuale non verrà mai raggiunto. Investimenti a ritmo incalzante e le indispensabili semplificazioni procedurali possono facilitare la realizzazione dell’obiettivo, ma il Governo pensa ad altro ed è in ritardo sugli stessi impegni presenti nel PNRR.In Germania il nuovo governo ammette di avere bisogno del gas nella transizione, ma conferma l’uscita dal nucleare entro il 2022, si impegna a dismettere il carbone entro il 2030, anziché il 2038, non pretende di fare passare il gas come fonte rinnovabile ma si impegna a realizzare centrali a gas solo per il periodo strettamente necessario.In Italia nulla di tutto questo. Né sincerità, né chiarezza, né un progetto sulle rinnovabili degno di questo nome. Anzi, attraverso Terna si continua con le aste per avere energia a disposizione per le fasi di carenza elettrica nella rete senza porre la condizione delle fonti di alimentazione e “dimenticando” che l’Italia ha la possibilità di usare i pompaggi dell’idroelettrico.Si parla di aste a 9 zeri i cui costi vengono scaricati sulle bollette elettriche, come del resto avviene con gli enormi costi dello smaltimento delle scorie nucleari.Per questo il Governo dovrebbe ripensarci, impegnando il Ministro Cingolani a cambiare strada. Il nucleare in Italia non è credibile, non ci sarebbe neppure il tempo entro il 2030 e in ogni caso dovremmo prima passare attraverso un referendum popolare che sconfessi quelli precedenti.Il Governo deve rendersi conto che sostenere il nucleare e il gas nella tassonomia verde comprometterebbe la sua credibilità in Italia e in Europa, costruita con impegni al G20 e alla Cop 26, e soprattutto confermerebbe che la spinta per la transizione ecologica erano solo parole, perché nei fatti prevalgono politiche a sostegno dell’uso delle fonti fossili climalteranti e dei gruppi economici e delle aziende che vogliono continuare a fare profitti scaricando le conseguenze su salute e ambiente. Sarebbe il fallimento della transizione ecologica di cui si parla nel PNRR e delle speranze che ha suscitato. Il PNRR diventerebbe solo uno strumento per spendere soldi allo scopo di finanziare i soliti gruppi economici e di potere.

Sosteniamo la proposta di un primo appuntamento a Roma il 15 dicembre prossimo, dalle ore 15,00, sotto il Ministero dell’economia e delle finanze, in via XX Settembre 97, in continuità con la Tenda antinucleare delle cittadine e dei cittadini, e altre esperienze di attiva partecipazione sociale.

Mario Agostinelli, Alfiero Grandi,  Jacopo Ricci,  Massimo Scalia  11/12/2021

Note: Articolo pubblicato da Laura Tussi

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EquAgenda 2022: “La Terra è di tutti”

L’associazione ITA-NICA di Livorno si occupa di cooperazione e di scambi culturali con il Nicaragua

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EquAgenda 2022 nasce da una consolidata abitudine a lavorare insieme su progetti di solidarietà, scambi internazionali, inserimenti lavorativi, commercio alternativo e solidale e promozione di una finanza etica, interventi nelle scuole e itinerari didattici

EquAgenda 2022

L’associazione ITA-NICA di Livorno si occupa di cooperazione e di scambi culturali con il Nicaragua

EquAgenda 2022 nasce da una consolidata abitudine a lavorare insieme su progetti di solidarietà, scambi internazionali, inserimenti lavorativi, commercio alternativo e solidale e promozione di una finanza etica, interventi nelle scuole e itinerari didattici. Queste realtà sono animate dal lavoro volontario di donne e uomini interessati a costruire presidi di legalità e giustizia sociale.

L’associazione ITA-NICA di Livorno si occupa di cooperazione e di scambi culturali con il Nicaragua e cura ‘La bottega del mondo’ laboratorio della solidarietà a Livorno.

Quest’anno parliamo di terra con la T maiuscola.

Parliamo di animali, di piante e di acqua; di sole, luna e foreste; parliamo di semi, temporali, stagioni, fuoco, vento e umanità. La terra si prende cura di noi e noi dobbiamo reimparare a prenderci cura della terra.

Pachamama, in lingua quechua Madre Terra, chiede di tornare dentro alla vita degli esseri umani che la abitano, alla ricerca di una nuova e ristabilita armonia con il creato, nella quale gli esseri umani si sentono parte di un cosmo che li oltrepassa e li contiene.

Anche quest’anno stiamo lavorando alla pubblicazione per assicurarci una buona diffusione dell’EquAgenda che tutti gli anni garantisce un buon contributo alla cooperazione della nostra Associazione Italia – Nicaragua.

Abbiamo pensato di chiederti se puoi ordinare una o piú copie di Equagenda anche quest’anno per fare un bel regalo ad amici e/o parenti in occasione delle feste. E’ un bel regalo Equo! Il tema quest’anno è “La Terra è di tutti”. Abbiamo delle riflessioni brevi ma importanti sulla Madre Terra, la Pachamama, di diversi autori: Franco Arminio, Francesco d’Assisi, Jimmie Begay, Bertolt Brecht, Costituzione boliviana, Erri De Luca, Mariangela Gualtieri, Alex Langer, Petra, Antonietta Potente, Rodrigo Rivas, Gianni Rodari, Mattia Speranza, Wisława Szymborska Rabindranath, Tagore, Greta Thunberg, Bruno Tognolini, Adriana Zarri.

Pubblichiamo intanto la cover di EquAgenda perché possiate già avere una idea che ci ripromettiamo di riempire del contenuto entro la fine di novembre per poi dedicarci alle spedizioni che quest’anno speriamo piú celeri e tempestive. La maggior parte delle consegne sono state abbastanza puntuali ma altre no, purtroppo! Visto che la pandemia è comunque migliorata speriamo molto in una migliore efficienza del sistema!

Siamo in partenza per il Nicaragua per iniziare a realizzare un nuovo progetto sulla insufficienza renale cronica  finanziato dal ministero degli esteri. Visto il buon finanziamento e con l’apporto della nostra Associazione, estenderemo ad un territorio piú vasto il nostro lavoro per la prevenzione e cura della malattia con una prevalenza altissima lungo la costa pacifica del paese. A chi fosse interessato possiamo in seguito inviare piú dettagli.

Contrastiamo la globalizzazione dell’economia con LA GLOBALIZZAZIONE DELLA SOLIDARIETA’. Se non ci muoviamo noi dal basso, con tutti i popoli disponibili a salvare la Terra, i potenti di questo mondo non vogliono cambiare nulla!!!

Note: Ricordare che si può pagare per ricevere EquAgenda 2022 con un bonifico a Associazione Ita – Nica per la Cooperazione con IBAN: IT17W0501802800000011333622  e comunicare l’ordine per telefono cell. 3409675268 (con messaggio whatsapp) con l’indirizzo per farvela recapitare.

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Solidarietà e inclusione, diritti e benessere sono condizioni necessarie per un’idea positiva della pace, pace con diritti e con giustizia sociale

 

Il 20 Dicembre è la Giornata Internazionale della Solidarietà. Si tratta di una ricorrenza, spesso dimenticata, eppure importantissima, con la quale le Nazioni Unite invitano a costruire una prospettiva di inclusione e di amicizia tra i popoli, celebrare l’unità nella diversità, promuovere una più ampia consapevolezza, presso l’opinione pubblica internazionale, circa l’importanza e il valore della solidarietà nel nostro tempo, e per incoraggiare nuove iniziative per sradicare la povertà, promuovere i diritti umani e sviluppare l’agenda verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Per questo, solidarietà e inclusione, diritti e benessere sono condizioni necessarie per un’idea positiva della pace, pace con diritti e con giustizia sociale.

 

Intendiamo partire da tre recenti pubblicazioni, i cui contenuti faranno da spunto per una riflessione che desideriamo condividere con tutti e con tutte:

Riace. Musica per l’umanità – con intervista a Mimmo Lucano,

a cura di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici (Mimesis, Milano, 2019)

Di terra e di pietra. Forme estetiche negli spazi del conflitto, dalla Jugoslavia al presente,

di Gianmarco Pisa (Multimage, Firenze, 2021)

Memoria e futuro,

a cura di Alfonso Navarra, Laura Tussi e Fabrizio Cracolici (Mimesis, Milano, 2021).

 

Ne discuteremo insieme, in un dialogo a più voci, con:

Fabrizio Cracolici, Memoria e futuro

Gianmarco Pisa, saggista, operatore di pace

Laura Tussi, giornalista, attivista nonviolenta

Antonia Sani, già presidente WILPF (Women’s International League for Peace and Freedom) Italia

Con gli interventi musicali degli artisti

Marco Chiavistrelli

Renato Franchi

 

L’evento si terrà Lunedì 20 Dicembre 2021 alle ore 18.00

In diretta streaming online sulla piattaforma di ChiAmaMilano al link:

www.facebook.com/chiamamilano

 

Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/193046679686711?ref=newsfeed

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    23 novembre 2021 – Laura Tussi
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Tenda Antinucleare con Moni Ovadia e Alex Zanotelli

EVENTO

Tenda Antinucleare con Moni Ovadia e Alex Zanotelli

1 dicembre 2021

Esigiamo da Draghi e Cingolani il rispetto dei referendum sui beni comuni!

Organizzata per protesta contro l’eventualità che la UE consideri il nucleare, insieme a gas e CCS, tecnologia «verde» su cui investire. Davanti al MITE in via Cristoforo Colombo, organizzazione: Disarmisti esigenti, WILPF Italia, Missione Mediterraneo.
Con la collaborazione di Radio Nuova Resistenza

La settimana la concepiamo anche come una sorta di festival delle idee trasmissibili attraverso Radio Nuova Resistenza.
Ogni giorno un tema da sviluppare: a) come dibattiti attuati in trasmissioni radio; b) con eventi proposti tramite facebook.

1 dicembre (mercoledi) – la giustizia sociale e ambientale: il bilancio della COP26

Ore 17.00 – Un appello ai giovani dei Fridays e di XR – colloquio trasmesso per radio con Moni Ovadia. Introducono Alfonso Navarra, Patrizia Sterpetti e Ennio La Malfa, Ennio Cabiddu relaziona su Glasgow

Ore 18.00 – I rapporti tra nucleare civile e militare con Luigi Mosca da Parigi, coadiuvato da Alfonso Navarra. Antonia Sani relaziona sul TPAN. Elio Pagani sullo studio relativo alla legalità delle armi nucleari in Italia – Evento Fb

2 dicembre (giovedi)

Ore 17.00 –Una lotta unitaria sui referendum per i beni comuni- Interviene su banche armate e fossili Antonio De Lellis (ATTAC)

Ore 18.00 – l’impatto ambientale e territoriale delle attività militari – evento fb

3 dicembre (venerdi) – la lotta antimilitarista e nonviolenta delle donne

4 dicembre (sabato) – la tassonomia verde

Ore 17.00 – colloquio radiofonico con Fabio Amato della Sinistra al Parlamento Europeo: la partita è ancora aperta

Ore 18.00 – l’acqua è vita ed i referendum sui beni comuni vanno rispettati con Alex Zanotelli– evento fb

5 dicembre domenica – legge di bilancio e PNRR

Ore 17.00 – colloquio radiofonico con Massimo Scalia, Vittorio Bardi

 

Ore 18.00 – uno studio per un PNIEC alternativo illustrato da Keivan Motavalli – evento fb

6 dicembre (lunedi) – 100 per 100 rinnovabili anche nella tassonomia

Ore 17.00 – colloquio radiofonico con Giuseppe Farinella sulla situazione delle FER in Italia

Ore 18.00/19.30 – energia di pace e cultura della terrestrità – intervengono Antonella Nappi, Fabrizio Cracolici, Laura Tussi

7 dicembre martedi – per il clima fuori dal fossile (e dal nucleare anch’esso fossile)

Ore 17.00 – colloquio radiofonico con Mario Agostinelli ed esponenti di «PER IL CLIMA FUORI DAL FOSSILE»

Ore 18.00 – IL COORDINAMENTO ANTINUCLEARE EUROPEO evento fb Roma – Bruxelles – Parigi – Treviri (Luigi Mosca – Daniele Barbi – Alfonso Navarra, altri…)

CHI SIAMO

Siamo qui sotto il Ministero della transizione ecologica – MITE quali associazioni membre della Campagna ICAN (per la proibizione delle armi nucleari) nel mondo e in Europa, ma anche personalità (Moni OvadiaAlex Zanotelli) e organizzazioni ecopacifiste coerenti e conseguenti, consapevoli del legame indissolubile esistente tra nucleare civile e nucleare militare, interpreti della volontà antinucleare dei popoli: in modo inequivocabile di quello italiano che si è espresso in due voti referendari nel 1987 e nel 2011.

PER COSA PROTESTIAMO IN MODO PACIFICO

Siamo qui a protestare e digiunare: diciamo NO a ogni forma di “tassonomia” (le regole per classificare, una parola che dovremo abituarci ad usare perché tira in ballo migliaia di miliardi di dollari) che, tendendo all’obiettivo della decarbonizzazione contro il riscaldamento globale del Pianeta, includa la tecnologia “atomica”, comunque declinata, tra le energie “verdi”, o quasi “verdi” (“transizionali”, nella formula di compromesso che si sta prospettando tra Francia e Germania).

COSA VOGLIAMO DAL GOVERNO ITALIANO IN NOME DEI REFERENDUM

Cittadine/i che non amiamo essere prese/i per i fondelli, siamo indignati perché osserviamo il governo italiano non rispettare il mandato popolare e non darsi da fare affinché la Commissione Ue, in qualità di custode dei trattati e di promotore delle politiche di Green New Deal, si astenga il 7 dicembre dall’approvare un regolamento che giudichiamo funzionale ad un green washing di proporzioni colossali.

Cingolani dovrebbe incontrare una nostra delegazione e convenire con noi che non deve essere avallato un mistificatorio timbro di sostenibilità a fonti e tecnologie antiecologiche (non solo il nucleare, ma anche il gas e il CCS), permettendo che enormi flussi finanziari si indirizzino verso di esse con garanzia e sovvenzioni pubbliche, cioè con i nostri soldi di contribuenti.

Auspichiamo che, anche attraverso la pressione decisiva dell’opinione pubblica risvegliata, la transizione ecologica della UE, e con essa quella italiana, segua una strada coerente per la giustizia sociale e ambientale sulla base di una Pace effettiva con la Natura!

 

ADESIONI E INFO

Unitevi a Disarmisti esigenti, WILPF ItaliaMissione MediterraneoLaudato si’ & partners per il no al nucleare, sì al disarmo negli accordi di Parigi sul clima, sì alle rinnovabili:

https://www.petizioni.com/rispettarereferendum   – cell. 340-0736871

Per maggiori informazioni:
Alfonso Navarra
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Angelo Gaccione: il disarmo con Cassola e Turoldo

Intervista allo scrittore Angelo Gaccione

Angelo Gaccione: il disarmo con Cassola e Turoldo

Sono più di 50 anni che Angelo Gaccione si batte per il disarmo, la pace e la nonviolenza. Come scrittore continua a occuparsene attraverso giornali, riviste, incontri pubblici

Angelo Gaccione, tra i fondatori della LDU - Lega Disarmo Unilaterale con Carlo Cassola

Intervista allo scrittore Angelo Gaccione  

Tra i fondatore della LDU – Lega Disarmo Unilaterale

 

Tussi: Raccontaci le tappe più salienti del tuo percorso nonviolento e disarmista.

 

Gaccione: Il mio rifiuto delle armi è cominciato prestissimo. Già da ragazzino provavo avversione verso i cacciatori del mio quartiere che mostravano doppiette, cartucciere, cani aggressivi e grappoli di piccoli uccelli abbattuti. Li legavano alle cinture per esibirli come trofei. Detestavo questa pratica violenta come detestavo quanti si recavano ai poligoni a sparare “per sport”. Strano sport quello di mirare al cuore o alla testa di una sagoma umana, seppure di cartone. Quanto ad eserciti e guerre mi bastarono i racconti di alcuni anziani che la guerra l’avevano subita sulla loro pelle e ne erano rimasti segnati per sempre, e la lettura di qualche libro. Da giovane ritenevo intollerabile che si potesse bombardare una città assassinando alla cieca anziani, bambini, malati e devastando bellezze che il genio umano aveva lasciato a noi in eredità. Sono sempre sceso in piazza contro eserciti e guerra e non mi sono mai fatto sedurre da quanti cercavano di convincermi che “in certi casi è necessaria”. È la più grande aberrazione che una mente umana possa concepire.

 

Tussi: Puoi raccontare della tua conoscenza con Carlo Cassola, lo scrittore disarmista?

 

Gaccione: Erano gli anni Settanta e avevo letto sulla terza pagina del quotidiano milanese “Corriere della Sera” diversi suoi elzeviri disarmisti. Eravamo in piena guerra fredda, com’è noto, ed i pericoli di una catastrofe nucleare erano altissimi. La sua richiesta perentoria di abolire gli eserciti e farla finita con la stupidità della corsa agli armamenti che ci impoveriva e minacciava il mondo di sterminio, mi convinse a scrivergli per proporgli una battaglia comune. In seguito ci incontrammo e poi prese avvio l’idea di una Lega per il disarmo. Una lega che proponesse il disarmo unilaterale del nostro bellissimo e amato Paese; che si facesse capofila, che mettesse in pratica il primo gesto di disarmo senza contropartite affinché questo grande gesto di civiltà fosse imitato da altre nazioni di buona volontà. Ritenevamo che per la storia culturale che l’Italia può vantare, dovesse dare un esempio luminoso a tutto il mondo. Sarebbe stato il primo passo per rompere la catena e finirla una volta per tutte con quella assurda e anacronistica divisione tra Patto di Varsavia e Nato. Quelle idee e quel messaggio sono di un’attualità estrema, soprattutto ora che disastri climatici, pandemie e armi di sterminio di massa sono divenuti cogenti e così maledettamente ultimativi.

Angelo Gaccione e i suoi libri con Carlo Cassola, lo scrittore disarmista

 

Tussi: Parlaci della tua esperienza nella LDU – Lega Disarmo Unilaterale e dell’incontro con padre David Maria Turoldo.

 

Gaccione: Non si è dispersa del tutto quella esperienza, e non è venuta meno nemmeno con la morte di Cassola. Alcune intelligenze irriducibili hanno continuato ad agitare e diffondere quelle idee. Si è irrobustito il movimento nonviolento e i gruppi disarmisti – dai Disarmisti esigenti a tutti gli altri gruppi italiani e stranieri fino all’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons insignita nel 2017 del Premio Nobel per la Pace, alle prese di posizione del papa e di prestigiose figure della cultura scientifica – e numerosi sono gli Stati che hanno sottoscritto l’impegno a non produrre e ospitare ordigni nucleari sul loro territorio. Quello che lascia sconcertati è invece la scarsa presenza in letteratura di questa consapevolezza. Turoldo fu tra i rarissimi uomini di chiesa in quegli anni a ribadire senza ambiguità, come facevamo io, Cassola e i tanti amici disarmisti e obiettori, il disarmo unilaterale. Uscire dalla logica di morte era un imperativo morale e concreto anche per lui. Negli incontri che abbiamo fatto assieme, non arretrava di un passo davanti ai pavidi e agli opportunisti. Sono contentissimo a distanza di diversi anni dalla sua morte, di aver creato un Comitato di Odissea per fargli dedicare un giardino qui a Milano.

 

Tussi: Quali sono le personalità che più ti hanno influenzato nel corso della tua storia di vita?

 

Gaccione: Ho imparato più dalle durezze della vita che dai libri. Da uomini e donne che la povertà non è riuscita a rendere malvagi. Dall’esempio di alcune vite esemplari e dalla coerenza che le ha contraddistinte. Ma non sono stato insensibile a certe preziose e luminose idee libertarie che mi hanno chiarito molte cose. Sono sempre stato istintivamente avversario del potere, di tutti i poteri, quelle idee hanno reso consapevole quell’istinto.

Angelo Gaccione e il carteggio con Carlo Cassola, autore del libro La Rivoluzione Disarmista

 

Tussi: Come nasce la rivista Odissea?

 

Gaccione: L’ho raccontato nell’introduzione al libro Satyricon in cui abbiamo raccolto tutti gli scritti che lo scrittore Giuseppe Bonura aveva pubblicato su “Odissea”. Li raccogliemmo in occasione del Convegno che si è tenuto su di lui a Fano e della targa ricordo che è stata messa in sua memoria. In sintesi potrei dirti che si era reso oramai necessario avere un organo di stampa raccogliendo attorno al suo progetto intellettuale uomini e donne che si erano tirati fuori disgustati dall’andazzo politico e morale del nostro Paese. Per prendere posizione, tornare a parlare, produrre idee e metterle in circolazione. Avrei dovuto dirigere questo giornale due anni, e invece, fra i 10 anni di edizione cartacea e i 9 in Rete, di anni ne sono passati 19.

 

Tussi: Vorrei che chiudessi questa conversazione con un messaggio alle nuove generazioni tra memoria e futuro.

 

Gaccione: Speriamo che le generazioni future abbiano davvero un avvenire. Guasti climatici e armi nucleari pongono una tragica ipoteca su tutti noi e sul futuro. Occorre battersi ora, in prima persona e senza delegare. Il futuro si costruisce agendo nel presente. Lo so, si è spesso sconfortati e le difficoltà ci abbattono. Quando sono sconfortato, io cerco di tenere presente i versi del poeta partigiano Egidio Ferrero che ho letto a Spotorno sul cippo ai partigiani caduti: “Se lungo la strada / uno è stanco, si chieda: / – Ce n’è un’altra più dritta?”. E non dimentico le parole dello scrittore Giorgio Pressburger: “Senza solidarietà non esiste umanità”.

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    Mussolini scrisse: “Il fascismo respinge il pacifismo che nasconde una rinuncia alla lotta, una viltà, di fronte al sacrificio. Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le esigenze umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla”
    9 novembre 2021 – Laura Tussi
  • Abolizione nucleare e diritto alla pace: l'attivismo in piazza

    ECOLOGIA
    Cop26 Glasgow, respingiamo l’innaturale alleanza nucleare-rinnovabili

    Abolizione nucleare e diritto alla pace: l’attivismo in piazza

    E’ molto grave la dichiarazione della presidente della Commissione UE, al termine del vertice del 23 ottobre: “Il nucleare serve all’Europa per fare i conti con la crisi energetica”.
    30 ottobre 2021 – Laura Tussi