Spot con le Videotestimonianze di Vittorio Agnoletto, Luigi Ciotti, Moni Ovadia, Gino Strada.
La disuguaglianza dei vaccini ha un profondo impatto sociale ed economico sui paesi con bassi tassi di vaccinazione. L’economia mondiale perderà trilioni di dollari, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito.
Il COVID-19 si diffonde a macchia d’olio. Le soluzioni devono diffondersi ancora più velocemente. Nessuno è al sicuro fino a che tutti non avranno accesso a cure e vaccini sicuri ed efficaci.
“Non si chiede – ha dichiarato la dott.ssa Bottazzi – alle multinazionali di cambiare il loro modo di lavorare, ma di pensare a come aiutare il resto del mondo, favorendo la decolonizzazione per lo sviluppo dei prodotti anche nei Paesi più poveri, lasciando da parte in questo momento il business”. Ma le sue parole sono cadute nel vuoto.
Raramente un’ingiustizia è stata così evidente. Né le dichiarazioni di Papa Francesco, né l’appello di oltre cento premi Nobel ed ex capi di stato hanno convinto l’Ue, l’Uk e la Svizzera a modificare la propria posizione contraria alla proposta di moratoria temporanea dei brevetti sui vaccini e i kit diagnostici per il Covid-19 e alla contemporanea richiesta di socializzare il know-how, proposte avanzate nell’ottobre 2020 da India, Sudafrica e sostenuta da oltre cento Paesi. Non è “solo” una questione di giustizia verso popoli lontani; i nostri governanti hanno il dovere di difendere la salute dei propri cittadini, anche facendo di tutto per evitare che si sviluppino delle varianti che potrebbero riportarci a nuovi lockdown e non solo.
Abbiamo tutti diritto a una cura.
Firma questa iniziativa dei cittadini europei per essere sicuri che la Commissione europea faccia tutto quanto in suo potere per rendere i vaccini e le cure anti-pandemiche un bene pubblico globale, accessibile gratuitamente a tutti e tutte.
Un video che in pochi secondi riassume le nostre ragioni. Un video da far girare ovunque possibile.
Appello congiunto di Moni Ovadia, Alfonso Navarra, Alex Zanotelli, Laura Tussi, Luigi Ciotti, Fabrizio Cracolici, Vittorio Agnoletto.
Trailer della Campagna “Siamo tutti premi nobel per la pace con Ican”: interventi dei relatori in ordine di comparizione nel filmato
A cura di Fabrizio Cracolici, Alfonso Navarra, Laura Tussi
Sono Moni Ovadia e sostengo ICAN (International Campaign to abolish nuclear weapons) campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari. A ICAN è stato conferito il premio Nobel per l’importanza del suo magistero di pace. Premio Nobel per la pace. Diventiamo tutti insieme a ICAN attivisti di pace, donne e uomini di pace. La questione in campo è assoluta: è la questione della vita. La differenza fra chi combatte per l’abolizione delle armi nucleari e chi invece non fa nulla e è indifferente, è il discrimine per chi vuole stare dalla parte della vita e chi invece accetta l’abbraccio della morte come condizione di esistenza. Dunque sostenete questa campagna: diventate attivisti della vita e non è difficile capire che cosa è in gioco. Siamo in gioco noi, ma sono in gioco i nostri figli, i nostri nipoti e i nostri pronipoti. Cominciamo dall’abolizione delle armi nucleari perché un giorno ci sia l’abolizione totale delle armi. di Moni Ovadia
Sono Alfonso Navarra dell’associazione Disarmisti Esigenti. “Svuotiamo gli arsenali, riempiamo i granai” questo motto lo dobbiamo al nostro grande presidente partigiano Sandro Pertini che, sicuramente, fosse ancora vivo, avrebbe gioito della notizia che il mondo sta per proibire le armi nucleari: con l’adozione di un trattato di proibizione delle armi nucleari nella conferenza Onu del 7 luglio 2017. Questo voto di 122 nazioni richiede un processo di ratifica. Questo trattato entrerà in vigore il giorno in cui il cinquantesimo stato avrà ratificato il testo del trattato Onu che è stato dovuto soprattutto alla spinta organizzativa della società civile internazionale che si è aggregata intorno alla campagna internazionale per l’abolizione degli armi necleari ICAN. ICAN in virtù di questo contributo nel 2017 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace. Quando questo premio Nobel per la Pace è stato ritirato a Oslo, la direttrice esecutiva della campagna ha riconosciuto che si tratta di un riconoscimento dovuto all’impegno antinucleare di tutti gli attivisti del mondo. E è stato fatto un invito a unire e allargare le forze per passare da questa proibizione delle armi nucleari con cui l’Italia deve essere tra i promotori che hanno già ratificato il trattato ONU. di Alfonso Navarra
Sono padre Alex Zanotelli missionario comboniano. Sono profondamente solidale con ICAN che ha ricevuto il premio Nobel per la pace per questa campagna per l’abolizione delle armi nucleari. Sono contro tutte le armi nucleari prima di tutto come credente nel Dio della vita che mi porta a impegnarmi contro ogni forma di morte e l’atomica è uno strumento di morte: di morte globale. Inoltre come missionario sono contro le armi nucleari, perché le armi nucleari proteggono la profonda ingiustizia, proteggono quel 10 per cento della popolazione mondiale che oggi consuma il 90 per cento dei beni di questo mondo. Non posso sopportare e accettare un disordine del genere. Ecco perché ritengo fondamentale questa campagna e chiedo che l’Italia ratifichi finalmente il trattato ONU per l’abolizione delle armi nucleari. di Alex Zanotelli
Buonasera sono Laura Tussi faccio parte dell’associazione ecopacifista PeaceLink – telematica per la pace e sono promotrice e portavoce dell’associazione Disarmisti Esigenti – associazioni affiliate a ICAN – e per questo faccio parte della rete internazionale ICAN per il disarmo nucleare universale che è stata insignita Premio Nobel per la Pace 2017 per promuovere il progetto storico del diritto internazionale: l’abolizione degli ordini di distruzione di massa nucleari. Il governo italiano non ho ancora approvato e ratificato il trattato ONU del 7 luglio 2017 che è valso il Premio Nobel per la Pace e che è stato approvato a New York a palazzo di vetro con 122 nazioni e con la società civile organizzata in ICAN. Il trattato ONU del 7 luglio 2017 supera il vecchio TNP trattato di non proliferazione delle armi nucleari che legittima il nucleare per alcuni Stati e superpotenze e approva invece l’innovativo TPAN il trattato per l’abolizione degli ordigni nucleari. di Laura Tussi
Ciao sono Luigi Ciotti di Libera e del Gruppo Abele e sostengo anch’io la campagna “Siamo tutti premi Nobel per la Pace con ICAN” per l’abolizione delle armi nucleari e la sostengo con convinzione oggi più che mai perchè tocchiamo con mano tanti conflitti e tante guerre. Sono 47 ufficialmente i Paesi coinvolti in questi conflitti. Sono migliaia le armi nucleari operative. Sono milioni i profughi: si parla del 90/95% la percentuale di civili fra le vittime. Il doppio delle precedenti guerre mondiali. Sono circa 357 milioni i bambini – uno su sei – che vivono attualmente in zone colpite da conflitti, esattamente 75% in più rispetto a 25 anni fa. Allora perché l’Occidente continua ad ignorare, quando non a favorire, guerre feroci che trasformano tanti Paesi in un mattatoio e in uno scenario niente affatto di Pace e poi in gran parte taciuto e ignorato e censurato data l’enormità degli interessi in gioco? Credo che si debba dire vergogna alla spesa militare mondiale. L’anno scorso ha toccato una cifra impressionante: 1.739 – dato ufficiale – miliardi di dollari. E’ una vergogna. L’Italia occupa l’ottavo posto nell’esportazione di armi. Armi che vende anche a Paesi colpevoli di gravi violazioni dei diritti umani in deroga ha una legge che metteva i paletti: la legge 185 del 1990. Aspetto più indecente del problema allora la commistione tra le guerre e l’economia del profitto. Guerre combattute con armi, ma anche con armi economiche: per questo l’abolizione delle guerre e delle armi deve passare per la costruzione di giustizia, di un nuovo rinnovamento culturale, ma deve tutto questo calarsi in un più ampio discorso di promozione dei diritti umani, sociali e civili e nell’impegno per la dignità e la libertà delle persone. Dobbiamo ripartire per costruire la pace, consapevoli di dover procedere uniti, perché solo insieme, il desiderio di cambiamento diventa forza di cambiamento. di Luigi Ciotti
Sono Fabrizio Cracolici, Presidente ANPI Associazione Nazionale Partigiani d’Italia della sezione Emilio Bacio Capuzzo di Nova Milanese. Anch’io sostengo ICAN campagna per il disarmo nucleare universale che ha ottenuto il Premio Nobel per la Pace per il suo impegno sul grande tema di importanza fondamentale che è quello dell’abolizione degli ordigni nucleari e del disarmo nucleare universale. Oggi assistiamo a un imbarbarimento e a una continua presa di forza nei confronti dei più deboli, dei più diseredati e la prepotenza del potere sta sempre più contrastando i diritti di ogni cittadino. Per questo noi oggi siamo qui a testimoniare a sostegno di una campagna internazionale per il disarmo nucleare. Noi facciamo questo perché non vogliamo più che avvengano quegli eventi orribili avvenuti in passato e prima fra tutti la seconda guerra mondiale e poi il fascismo e il nazismo che hanno portato all’umanità odio, distruzione e morte e proprio per questo noi oggi contrastiamo chi vuole, con la deterrenza delle armi nucleari, imporre il terrore nel mondo. di Fabrizio Cracolici
Sono Vittorio Agnoletto e sostengo la campagna ICAN contro le armi nucleari. Credo che aver ottenuto il Premio Nobel per la Pace sia stato un risultato importantissimo, intanto perché si è dimostrato che anche nell’epoca della globalizzazione grandi movimenti sociali universali organizzati in tutto il mondo possono ottenere un risultato. Un risultato importante perché è in discussione il futuro dell’umanità. E noi italiani abbiamo anche obiettivi molto concreti. Primo: far si’ che l’Italia ratifica il trattato ONU. Secondo: ottenere che sul nostro territorio non vi sia più nessun ordigno nucleare e invece abbiamo ordigni nucleari della NATO e degli Stati Uniti. Terzo: uscire dalla Nato che è un’alleanza puramente offensiva.
Ma essere contro le armi nucleari significa anche prima di tutto battersi per la pace e noi sappiamo che non ci può essere pace senza giustizia sociale e sappiamo che si comincia a costruire la pace lavorando con i bambini, con i ragazzi, facendo formazione e educazione nelle scuole, formazione alla multiculturalità, formazione alla solidarietà e formazione ai grandi valori della vita, perché non dimentichiamo che la terra è il più grande bene comune di cui noi disponiamo. di Vittorio Agnoletto