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L’impegno dell’umanità nell’era nucleare

L’impegno dell’umanità nell’era nucleare

Foto: Unsplash.com

Una possibile catastrofe, valutata tra le 6-10 volte più grave di quella di Chernobyl, è stata evitata con un intervento pur tardivo dei pompieri dell’impianto. Ad oggi pare incerta l’attribuzione dell’attacco attribuiti ora ai russi ora agli ucraini. Tuttavia, l’attribuzione di questo atto non ha rilevanza su quanto si vuole qui discutere sull’impegno dell’umanità nell’era nucleare, soprattutto perché non è nostra intenzione alimentare la frenesia bellica accreditando notizie sul nucleare che già in tempi di pace dovrebbero essere trattate con il massimo rigore informativo.

Il punto cardine è determinato dal fatto che è stata la prima volta che un impianto nucleare è stato preso di mira come elemento strategico di una guerra, fatto inaudito per le conseguenze terribili di morti e di impossibilità di vero controllo umano dopo l’innesco della fusione incontrollata. Una svolta cinica della guerra, da qualsiasi parte la si voglia leggere, che si aggiunge alle consuete informazioni propagandistiche delle nazioni belligeranti.

I fatti accaduti a Zaporizhzhia sembrano fortunosamente escludere un pericolo immediato, ma certo per calcolo o per errore umano si è sfiorata una catastrofe inimmaginabile. Il solo pensiero poi che le altre centrali nucleari ucraine possano essere obiettivi strategici del conflitto, pone il mondo intero in una condizione di ansia ed incredulità che condizionano qualsiasi intervento esterno non condiviso. Bisogna giungere ad un ragionamento differente e rispolverare il senso della pace globale o almeno del rispetto di smilitarizzazione delle zone a forte rischio atomico e radioattivo.

Emblematicamente vale la pena ricordare che Chernobyl ancora oggi è motivo di preoccupazione. Nel 2017 è stato installato un nuovo sarcofago protettivo sopra quello vecchio. Si tratta della più grande struttura mobile mai realizzata al mondo e di un’opera ingegneristica unica nel suo genere, ma che ha un ciclo vitale di 100 anni con interventi economici non piccoli e a cui dovranno partecipare molti Stati. Si ricorda, inoltre, che lo smaltimento di centrali nucleari dismesse è faccenda assai complessa e sostanzialmente irrisolta. Anche per gli Stati Uniti dove, giusto per fare un esempio, i piccoli reattori dei sottomarini nucleari dismessi sono ammassati nel deserto in attesa da anni di una collocazione definitiva (quando non sono stati fatti affondare in profonde fosse atlantiche).

Crisi Ucraina tra guerra e pace

Secondo la ferma posizione di Alex Zanotelli dobbiamo capire e leggere la realtà con gli occhi dell’altro. Non solo per Russia e Ucraina, ma per gli Stati di tutti i continenti perché essi stessi sono una parte non piccola del problema. È un invito a non leggere la realtà per noi stessi, ma cercare di capire l’altro.

Leggere la verità e la realtà non è facile, soprattutto non è facile leggerla con altri occhi a causa di elementi che offuscano il bene umano dal prevalere degli interessi di potere, da quelli militari a quelli del denaro. È una situazione tanto complessa e globale che non può che risolversi con la volontà di dialogo e di negoziato condotta in una tregua delle armi riconoscendo anche agli altri la loro verità purché non annulli la nostra.

Il punto importante consiste nell’allertare tutto il mondo per il dialogo e per la pace. Davanti al conflitto tutti i gruppi pacifisti e nonviolenti devono mettersi insieme: bisogna ritrovare l’unità tra gruppi pacifisti perché è il momento di agire per il dialogo.

Viviamo un drammatico momento della storia umana. Siamo fra due micidiali pericoli: davanti alla crisi ecologica che ci potrebbe portare all’estinzione tra un’estate incandescente per il clima e un inverno nucleare per la guerra nucleare. E’ in questione la sopravvivenza dell’umanità su questo pianeta. Ecco perché è fondamentale un lavoro di informazione per far conoscere a tutti la gravità del momento. Siamo sull’orlo oggi del baratro in particolare per la questione dell’Ucraina. Ma tra qualche mese arriverà l’altra grande questione fra Usa e Cina sull’isola di Taiwan. E avanti così. Basta nulla. Basta un incidente. Il problema è che le grandi potenze sono armate ad un livello straordinariamente e incomprensibilmente distruttivo.

Gli Stati Uniti hanno almeno 3000 bombe nucleari pronte al lancio. La Cina ne ha 200, ma entro il 2030 vuole arrivare almeno al migliaio. La Russia ne ha tante, ben oltre le 500 promesse in caso di guerra verso L’Europa. E vari altri Paesi che vogliono continuare a incrementare il loro armamentario nucleare. In Italia abbiamo una settantina di bombe atomiche a Ghedi vicino a Brescia e ad Aviano in provincia di Udine le quali verranno prossimamente rimpiazzate dalle nuove e sofisticate B 61-12.

E’ assurdo quello che sta avvenendo, perché è chiaro che basta un minimo incidente e salta ogni illusione di pace. É importante uscire da questo macabro gioco, basato sulla difesa per deterrenza del numero di armi nucleari, quando ne basterebbe una per scatenare una ritorsione fuori controllo. Oggi, purtroppo, sulla deterrenza atomica si basa gran parte dell’equilibrio mondiale: una deterrenza brutale che rifugge da qualsiasi negoziato e che viene consumata nello stretto riserbo dei ministeri per la difesa degli Stati con armi atomiche. Questo è un male al quale con terrore ci siamo abituati e non pensiamo che anche ogni centrale nucleare civile costruita nel mondo per la fornitura energetica sia di fatto un obiettivo militare strategico nello scatenarsi di qualsiasi guerra.

Se guardiamo ora all’Ucraina potremmo dire ottimisticamente che nessuno dei belligeranti sembra essere interessato a provocare danni agli impianti nucleari, ma la concatenazione di eventi potrebbe dar luogo a errori umani nell’ambito di lanci missilistici o di bombardamenti. Un rischio davvero fuori controllo che sta costringendo per necessità l’Europa a rivalutare il ruolo giocato dal nucleare civile.

Papa Francesco continua a dire che non solo l’uso della bomba atomica è immorale, ma anche il suo solo possesso. E questo tipo di informazione è fondamentale. E questo deve portare tutti a reagire. Per dire basta.

Purtroppo ancora oggi parlando di pace e pacifismo si finisce con l’essere intesi come idealisti e utopisti lontani dalla realtà. La guerra in Ucraina ha fatto capire quanto ci fossimo illusi chiudendo gli occhi ad un processo di potere che più o meno sottilmente ha coinvolto Russia e Europa su questo crinale. Per questo dobbiamo cercare di comunicare il significato della pace in modo attivo, capovolgendo il senso delle cose così come sino ad oggi sono state intese.

Oggi deve essere ben chiaro dai fatti dell’Ucraina, che costruire una centrale nucleare, ammesso che abbia senso ambientale, deve comprendere la consapevolezza che si sta costruendo un obiettivo strategico militare e un luogo di controllo manutentivo che costituirà un pericolo per molti decenni.

Il nucleare civile e il nucleare militare devono essere cancellati dalla storia dell’umanità.

Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell’ambito delle scienze della formazione e dell’educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN – Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui PressenzaPeacelinkIldialogoUnimondoAgoraVox ed ha ricevuto il premio per l’impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. – Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana – con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti.  Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: “Scuola e didattica” – Editrice La Scuola, “Mosaico di Pace”, “GAIA” – Ecoistituto del Veneto Alex Langer, “Rivista Anarchica”. Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.

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Noi non ci arruoliamo. Voci contro la guerra

Noi non ci arruoliamo. Voci contro la guerra

NOI NON CI ARRUOLIAMO Trasmissione Televisiva
Noi non ci arruoliamo. Voci contro la guerra
Report/sintesi di Laura Tussi
La società civile si sta mobilitando con tutti i mezzi per creare un tessuto sociale consapevole dei rischi che tutti noi stiamo attraversando.
Migliaia di persone scendono in piazza per dire NO a possibili escalations militari e quindi è importante discutere su cause e alternative a questa situazione di paura globale.
Questo di Contropiano uno dei tanti incontri online che stanno lavorando in tal senso per costruire la pace e quindi è importante darne massima evidenza.
Alessio Ramaccioni presenta il titolo del tema dello spazio di Contropiano sulla guerra analizzata dal punto di vista politico e dell’informazione e dell’economia da quando si respira un clima da interventismo sdoganato dai mezzi di comunicazione di massa.
Giorgio Cremaschi dice che siamo di fronte a una propaganda di guerra violenta per cui chi non è disposto a fare la guerra è schiavo del nuovo Hitler ossia Putin.
Ma la grande maggioranza del paese chiede misure politiche e compromessi di pace con Putin per fermare la guerra.
La nostra posizione è una spiegazione perché noi non siamo filo Putin.
Ma neanche con la Nato.
Questa invasione di Putin è l’ultimo capitolo di aggressione di Stati Uniti e Nato nei confronti di tutto il mondo.
Non ci sono buoni e cattivi nelle relazioni mondiali, ma il diritto e la legalità internazionali.
Tutte queste guerre imposte dalla Nato sono inaccettabili e la guerra dovrebbe essere cancellata come strumento delle relazioni internazionali.
Ci vorrebbe una corte internazionale contro i crimini di guerra.
Siamo di fronte al fatto che per la prima volta non è la Nato che decide i buoni e i cattivi, ma la Russia.
Adesso anche il governo russo ha sconvolto tutti questi equilibri. L’Italia è in una guerra che non impegna direttamente i nostri soldati, ma i mercenari, i volontari eccetera.
Un coinvolgimento anche perché mandiamo le armi e siamo coinvolti per una serie di escalations.
Il primo paese europeo che perseguita gli Lgbt ed è contro l’aborto è la Polonia che sta trascinando i paesi più riluttanti verso impegni militari più forti in alleanza con la Nato.
La Polonia è il primo stato violatore dei diritti umani in Europa.
È uno Stato fascista. Noi siamo contro le logiche di guerra, mentre tutte le autorità ci portano verso un’escalation militare. Vi è un modo per fermare la guerra? La sensazione è che le nostre autorità vanno verso la terza guerra mondiale.
Per fermare la violenza, occorre fermare le armi con trattative e negoziati di pace. La guerra genera guerra. Occorrono compromessi di pace.
Costantino Saporito: ho vissuto la guerra in Jugoslavia e noi abbiamo deciso di partire per dare assistenza ai profughi. Noi portiamo in salvo i profughi verso i luoghi sicuri e sempre per portarli fuori dalla guerra perché diciamo basta guerra: è tutto assurdo. A tutti chiediamo cosa volete e loro rispondono: la pace. La mia testimonianza di persona normale è quella di prendere i profughi, gli ultimi della terra e di un processo che è quello di distruzione che produce tanti profughi che hanno bisogno.
Bisogno di tutto.
Occorre un nuovo inizio di integrazione totale.
La mia è una testimonianza di viaggi per salvare i profughi.
Mi devo occupare di questo viaggio di salvezza.
Per salvare i profughi. Apriamo le porte delle case e del cuore a chi scappa dalla guerra in maniera totale globale.
Giorgio Beretta: l’Unione Europea vuole inviare armi in Ucraina che finiscono nelle mani del battaglione Azov di dichiarata ispirazione nazista.
Al contrario occorre portare le due parti al tavolo delle trattative. I nostri politici hanno abdicato al proprio ruolo diplomatico.
La richiesta di cessate il fuoco, di ritiro delle truppe dalla Russia e risarcimento all’Ucraina, il ritiro dei contingenti nato in est Europa che stanno continuando aumentare: questo noi chiediamo.
Altrimenti è una logica sbagliata. Chiediamo l’autonomia della Repubblica del DonBass sul modello del sud Tirolo e dell’Alto Adige.
L’Ucraina decide il proprio corso politico, ma deve dare autonomia a queste regioni.
L’autodeterminazione di un popolo non deve essere a discapito del popolo stesso né della sicurezza internazionale, ma la possibilità all’Ucraina di fare accordi commerciali con l’Europa bisogna darla. La questione commerciale bisogna tenerla aperta. L’altra questione dirimente è quella che occorre pensare a un modello di difesa europeo alternativo rispetto alla Nato che va sciolta. La Nato sta diventando un motivo di insicurezza a livello mondiale.
Vi sono molti interessi di lobby e di politici nell’industria militare.
È sempre più necessario un diverso modello di difesa europeo di tipo difensivo e sostenibile che contempli la difesa civile non armata e non violenta. Alex Langer diceva che è venuto il momento di mettere in campo i corpi civili di pace e di intermediazione e interposizione.
Invece i paesi europei continuano la rincorsa al riarmo. Bisogna ripensare il modello di difesa e sicurezza innovativo e alternativo.
Nicoletta Dosio: in valle sappiamo cosa significa occupazione militare. La nostra valle è occupata militarmente dai militari dal 2011. Anche il nostro paese è strumento e attore di una guerra con l’Europa di Maastricht del 1991 con la prima guerra del Golfo. Noi stiamo dalla parte di tutti i popoli che subiscono la guerra.
Rosa Luxemburg diceva che il militarismo e la guerra sono uno spreco enorme che avvantaggia solo le classi capitaliste. Brecht diceva che la guerra che verrà non è la prima e fra i vinti la povera gente fa la fame e tra i vincitori la fame la fa sempre la povera gente.
Dalla nostra valle che è luogo su cui si applica lotta penale al nemico diciamo no alla guerra.
La nostra valle è percorsa dai profughi che fuggono da guerre e fame.
La Polonia e l’Ungheria non lasciano passare i profughi. Siamo dalla parte di chi è contro la guerra.
Attuiamo la lotta contro la Nato: no alla Nato.
Mio nonno morì al fronte nella prima guerra mondiale per polmonite fulminante. Lui era contro la guerra. Non sparava avanti, ma solo in alto, perché non vedeva nemici davanti a sé, ma solo esseri umani.
Sergio Cararo: in questi giorni si tiene il vertice tra Nato e consiglio europeo. Vi è un forte incremento delle spese militari e l’aumento di fondi per l’esercito e per il complesso militare industriale europeo.
Draghi ha detto che il primo problema è quello dei Balcani. Non vorrei che il primo test della bussola strategica europea siano ancora i Balcani. È qualcosa di inquietante. L’informazione di guerra è colta però in contropiede dalle manifestazioni per la pace.
Le manifestazioni sul territorio di questioni popolari hanno fatto saltare il solito schema sui pacifisti. I manifestanti di Roma come a Pisa dove sono stati bloccati i voli carichi di armi verso l’Ucraina. Due pezzi di società mobilitati contro la guerra.
La società italiana non coincide con le scelte del governo e del parlamento. Vi è una divaricazione tra la società reale e la società politica.
La società non vuole inviare armi.
Conclusione di Giorgio Cremaschi: noi siamo di fronte a una feroce propaganda di guerra che lascia un vuoto che il popolo sta riempiendo trattando e manifestando per la pace. Sconfiggere la Russia significa la terza guerra mondiale e il governo pensa che la società non sia in grado di capire questo.
Occorre combattere la guerra e lo spirito guerrafondaio ricominciando a discutere come si fa la pace.
Noi abbiamo un’élite politica ed economica che vuole la terza guerra mondiale contro la volontà della maggioranza della popolazione italiana.

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LE MILLE VOCI DEL PACIFISMO E DELLA NONVIOLENZA A SOSTEGNO DELLA PROPOSTA DELLA “TREGUA PASQUALE”

DA PEPPE SINI, GIANCARLA CODRIGNANI AD ANTONELLA LITTA, DA ALESSANDRO MARESCOTTI AD ANTONIA SANI, DA MAO VALPIANA A PADRE ALEX ZANOTELLI: LE MILLE VOCI DEL PACIFISMO E DELLA NONVIOLENZA A SOSTEGNO DELLA PROPOSTA DELLA “TREGUA PASQUALE”

In tutta Italia personalita’ e movimenti impegnati per la pace, i diritti umani, la difesa della biosfera e la nonviolenza esprimono vivo sostegno alla proposta della “tregua pasquale” promossa da papa Francesco per fermare la guerra e le stragi in Ucraina.
Che questa voce sovrasti il mostruoso frastuono delle armi assassine e giunga alle orecchie e ai cuori dei governanti di tutti i paesi coinvolti nella guerra scatenata dal folle e criminale governo russo.
Tregua pasquale: tacciano le armi.
Tregua pasquale: cessino i massacri.
Tregua pasquale: si fermi la guerra e si aprano negoziati di pace.
Tregua pasquale: torniamo tutte e tutti a riconoscerci esseri umani, fratelli e sorelle di un’unica umana famiglia in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e’ il primo dovere.
*
In calce alleghiamo alcuni appelli a sostegno della tregua pasquale diffusi nei giorni scorsi.

Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo

Viterbo, 15 aprile 2022

Mittente: “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com
Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo e’ una struttura nonviolenta attiva dagli anni ’70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E’ la struttura nonviolenta che oltre trent’anni fa ha coordinato per l’Italia la piu’ ampia campagna di solidarieta’ con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza e’ in cammino”. Da alcuni mesi e’ particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l’illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell’intero mondo vivente, da 46 anni prigioniero innocente.

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Allegato 1. L’umanita’ intera sostenga la tregua pasquale proposta da papa Francesco e persuada ad accoglierla il governo russo aggressore, il governo ucraino e gli altri governi coinvolti nella guerra
La proposta di una “tregua pasquale”, formulata domenica 10 aprile da papa Francesco, trovi il consenso e il sostegno dell’umanita’ intera.
L’umanita’ intera faccia proprio questo appello a “una tregua pasquale; ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere, no!, una tregua per arrivare alla pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti, che vittoria sara’ quella che piantera’ una bandiera su un cumulo di macerie?”.
L’umanita’ intera faccia sentire la sua voce e persuada il governo russo aggressore, il governo ucraino e gli altri governi coinvolti nella guerra ad accogliere questo appello in nome del bene comune dell’umanita’. Ogni giorno in piu’ di guerra altri esseri umani vengono uccisi, ogni giorno in piu’ di guerra nuovi massacri e nuovi abomini vengono commessi, ogni giorno in piu’ di guerra avvicina il rischio della guerra nucleare che puo’ sterminare l’intera famiglia umana.
Cessino immediatamente tutte le uccisioni, le atrocita’, le devastazioni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e’ il primo dovere.

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Allegato 2. Tregua pasquale per fermare la guerra e salvare le vite
La tregua pasquale richiesta dal papa non e’ soltanto un grande appello religioso e morale, ma anche una concreta proposta politica e diplomatica che puo’ fermare la guerra e le stragi in Ucraina.
Ogni persona di volonta’ buona, ogni civile associazione, ogni istituzione democratica unisca la sua voce a quella del papa: si faccia un’immediata tregua pasquale.
Tutti i governi coinvolti nella guerra ascoltino la voce dell’umanita’: si faccia un’immediata tregua pasquale.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e’ il primo dovere.
Sosteniamo e diffondiamo ovunque la richiesta della tregua pasquale.
Chiediamo a tutti i parlamenti e i governi di pronunciarsi ed impegnarsi per la tregua pasquale.
Si cessi immediatamente di uccidere: siamo una sola famiglia umana.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e’ il primo dovere.

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Allegato 3. Fermare il massacro con la tregua pasquale
L’unica vera, adeguata, concreta e praticabile proposta di pace per fermare subito la guerra scatenata dal folle e criminale governo russo in Ucraina, l’ha formulata papa Francesco: la proposta di una “tregua pasquale” che facendo tacere le armi e cessare le stragi avvii un autentico negoziato che ponga fine a questo indicibile orrore.
Chiediamo a tutti gli esseri umani, a tutte le organizzazioni della societa’ civile, a tutte le istituzioni democratiche di sostenere la proposta della “tregua pasquale”.
Chiediamo a tutti i governi coinvolti nella guerra di fermare immediatamente il massacro accogliendo la proposta della “tregua pasquale”.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e’ il primo dovere.

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Allegato 4. Ucraina, Russia, Italia, unite per la pace. I nonviolenti per la tregua di Pasqua
Pacifisti ucraini, russi e italiani a sostegno della “tregua di Pasqua” di Papa Francesco.
I nonviolenti di Ucraina, Russia e Italia: I nostri tre popoli sono contro la guerra perche’ la conoscono. Siamo fratelli e sorelle.
Una dichiarazione congiunta: Ucraina, Russia e Italia unite per la pace: “Nessuna giustificazione alla guerra”. Si fermino le armi, subito la “tregua di Pasqua”.
I rappresentanti dei movimenti pacifisti e nonviolenti di Ucraina, Russia e Italia, lavorano insieme e si sono uniti per una dichiarazione congiunta, che viene diffusa in ucraino, russo, italiano e inglese, nei tre paesi. L’obiezione di coscienza e la resistenza nonviolenta sono le “armi” che possono segnare una svolta. Un segnale di pace, un passo per una trattativa dal basso, una diplomazia popolare. L’unica vera, adeguata, concreta e praticabile proposta di pace per fermare subito la guerra scatenata dal criminale governo russo in Ucraina, l’ha formulata papa Francesco: una “tregua pasquale” che facendo tacere le armi e cessare le stragi avvii un autentico negoziato che ponga fine a questo indicibile orrore. I nonviolenti sostengono la tregua di Pasqua di Papa Francesco con questo documento comune, rivolto ai tre governi e che parla ai tre popoli. La guerra, di aggressione e di difesa, sta distruggendo città e annientando vite, sta rendendo incerto il futuro dell’intera area, sta indebolendo l’Europa, spaccando l’opinione pubblica, sta impoverendo i popoli e arricchendo le industrie belliche. Dal Movimento pacifista ucraino, dal Movimento degli obiettori di coscienza russi e dal Movimento Nonviolento italiano, arriva un appello di unità, l’indicazione di una strategia comune, che vuole essere un primo elemento per costruire la Conferenza di Pace che dovrà sancire la fine della guerra e mettere le basi per un processo di ricostruzione e riconciliazione.
Movimento Nonviolento
14 aprile 2022
Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax: 0458009803, cell. 3482863190, siti: www.nonviolenti.orgwww.azionenonviolenta.it
*
Testo della Dichiarazione congiunta in italiano
I nonviolenti di Ucraina, Russia e Italia:
I nostri tre popoli sono contro la guerra perche’ la conoscono.
Siamo fratelli e sorelle.
Una dichiarazione congiunta
La guerra e’ il più grande crimine contro l’umanita’.
Non esiste guerra giusta. Ogni guerra e’ sacrilega.
Per questo siamo obiettori di coscienza, rifiutiamo le armi e gli eserciti che sono gli strumenti che rendono possibili le guerre.
Il conflitto tra Russia e Ucraina puo’ e deve essere risolto con mezzi pacifici, salvando cosi’ molte vite. Sappiamo che l’invasione russa in corso in Ucraina viola il diritto internazionale e che l’Ucraina ha il diritto di difendersi dall’aggressione armata, ma non possiamo accettare alcuna giustificazione della guerra, perche’ siamo persuasi che l’azione nonviolenta sia la migliore forma di autodifesa. Non possiamo accettare le narrazioni russe e ucraine che ritraggono questi due popoli come nemici esistenziali che devono essere fermati con la forza militare. Le vittime di questo conflitto, civili di diverse nazionalita’, muoiono e soffrono a causa delle azioni militari di tutti i combattenti. Ecco perche’ le armi e le voci dell’odio devono essere messe a tacere per cedere il passo alla verita’ e alla riconciliazione.
Facciamo parte dell’Internazionale dei Resistenti alla Guerra (W.R.I.) e dell’Ufficio Europeo per l’Obiezione di Coscienza (EBCO), e lavoriamo insieme in un unico grande movimento per la pace.
Ci rivolgiamo ai nostri governi (ucraino, russo, italiano) affinche’ attivino subito ogni strada diplomatica possibile per un tavolo delle trattative per il cessate il fuoco. I nostri popoli sono contro la guerra. I nostri popoli hanno gia’ subito l’immenso dramma della seconda guerra mondiale, hanno conosciuto i totalitarismi, e vogliono un futuro di pace per le nuove generazioni.
Siamo per il disarmo, siamo contro le spese militari; vogliamo che i nostri governanti usino i soldi del popolo per combattere la poverta’ e per il benessere di tutti, non per nuove armi.
Un inutile sforzo bellico non dovrebbe distrarci dalla risoluzione di urgenti problemi socioeconomici ed ecologici. Non possiamo permettere ai politici di gonfiare la loro popolarita’ e alle industrie militari di trarre profitto dall’infinito spargimento di sangue.
Conosciamo l’efficacia della nonviolenza come stile di vita e forza piu’ potente dell’ingiustizia, della violenza e della guerra. Stiamo lavorando sia per la resistenza nonviolenta alla guerra che per le trasformazioni sociali, sviluppando una cultura di pace che riportera’ i soldati ad essere civili e distruggera’ tutte le armi. Crediamo nella liberta’, nella democrazia, nei diritti umani e lavoriamo affinche’ i nostri paesi si rispettino a vicenda.
La coscienza individuale e’ una tutela contro la propaganda di guerra e puo’ salvaguardare dal coinvolgimento dei civili nella guerra. Faremo tutto il possibile per proteggere il diritto umano all’obiezione di coscienza al servizio militare nei nostri paesi.
Ci sentiamo come fratelli e sorelle, e siamo solidali con coloro che oggi soffrono a causa di questa guerra e di ogni altra guerra nel mondo.
Yurii Sheliazhenko, Ukrainian Pacifist Movement
Elena Popova, Russian Conscientious Objectors Movement
Mao Valpiana, Movimento Nonviolento italiano
Kiev, Sankt Peterburg, Verona, 14 aprile 2022
*
Comunicato stampa del Movimento Nonviolento, 14 aprile 2022
Ucraina, Russia e Italia unite per la pace:
“Nessuna giustificazione alla guerra”
Si fermino le armi, subito la “tregua di Pasqua”
I rappresentanti dei movimenti pacifisti e nonviolenti di Ucraina, Russia e Italia, lavorano insieme e si sono uniti per una dichiarazione congiunta, che viene diffusa in ucraino, russo, italiano e inglese, nei tre paesi. L’obiezione di coscienza e la resistenza nonviolenta sono le “armi” che possono segnare una svolta. Un segnale di pace, un passo per una trattativa dal basso, una diplomazia popolare.
L’unica vera, adeguata, concreta e praticabile proposta di pace per fermare subito la guerra scatenata dal criminale governo russo in Ucraina, l’ha formulata papa Francesco: una “tregua pasquale” che facendo tacere le armi e cessare le stragi avvii un autentico negoziato che ponga fine a questo indicibile orrore. I nonviolenti sostengono la tregua di Pasqua di Papa Francesco con questo documento comune, rivolto ai tre governi e che parla ai tre popoli.
La guerra, di aggressione e di difesa, sta distruggendo citta’ e annientando vite, sta rendendo incerto il futuro dell’intera area, sta indebolendo l’Europa, spaccando l’opinione pubblica, sta impoverendo i popoli e arricchendo le industrie belliche.
Dal Movimento pacifista ucraino, dal Movimento degli obiettori di coscienza russi e dal Movimento Nonviolento italiano, arriva un appello di unita’, l’indicazione di una strategia comune, che vuole essere un primo elemento per costruire la Conferenza di Pace che dovra’ sancire la fine della guerra e mettere le basi per un processo di ricostruzione e riconciliazione.
Movimento Nonviolento 14 aprile 2022

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Dal clima al nucleare. Pamphlet ecologico

Dal clima al nucleare

di Laura Tussi (sito)

Il pamphlet ecologico postumo di Virginio Bettini in libreria

Tutta l’umanità si trova coinvolta in un momento apicale per la transizione ecologica: molte nazioni del ricco occidente sono restie a diminuire e contenere le loro emissioni di gas serra, che foreste e suolo non riescono più ad assorbire. Qualche paese europeo ha preso delle misure molto poco incisive, mentre le sovvenzioni al settore delle energie fossili e fissili come il nucleare sono di molto aumentate negli ultimi anni. Tutti noi ecopacifisti e non solo ci aspettiamo dunque un certo impegno in profonde riforme delle politiche pubbliche e dell’economia ma, si trovano sempre molte difficoltà ulteriori a implementare nuovi progetti con efficacia a livello planetario: mondiale.

I rischi del nucleare civile e Fukushima.
Dobbiamo tenere ben presente il caso dell’ac­qua contaminata della centrale giapponese di Fukushima, la quale rischia di essere riversata nell’Oceano Pacifico: Tepco (gestore della cen­trale di Fukushima) ritiene che non esista altra soluzione che non sia lo sversamento delle ac­que radioattive nell’Oceano Pacifico. In effetti il problema si pone: il migliaio di cisterne – le quali contengono milioni di litri di acqua contaminata, a seguito del loro utilizzo per raffreddare i reattori danneggiati dal sisma e dal successivo Tsunami – costruite nel sito saranno praticamente colme nel 2022. Si pensa di costruirne di nuove, ma si valuta anche la possibilità di sversamento in mare (come era stato consigliato dall’agenzia in­ternazionale dell’energia atomica nel 2014): non si potrà immagazzinare più di una certa quanti­tà di acqua, quest’ultima pari a 1,37 milioni di tonnellate. Ogni giorno ne vengono utilizzati 200 m3, misura fondamentale per evitare che i reattori fondano e si verifichi un nuovo disastro ambien­tale (Pieranni 2019).
Sono temi su cui riflette questo saggio Pamphlet ecologico di Virginio Bettini scomparso nel 2020. Ecologo, ecologista, parlamentare europeo verde arcobaleno, docente universitario a Venezia, giornalista, pacifista, ha anche partecipato nel 1979 alla fondazione di Nuova Ecologia di cui è stato il primo direttore

Libro a cura di Maurizio Acerbo, Fabrizio Cracolici, Laura Tussi
Introduzione di Maurizio Acerbo
Intervento di Paolo Ferrero
Postfazione di Alfonso Navarra
Contributo di David Boldrin Weffortsu Blog ODISSEA

 

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Einstein e Russell contro la guerra

EINSTEIN E RUSSELL CONTRO LA GUERRA

Appello contro l’atomica: il rischio attuale di guerra nucleare.

B. Russell

Questo, dunque il problema che vi presentiamo, netto, terribile e inevitabile: dobbiamo porre fine alla razza umana oppure l’umanità dovrà rinunciare alla guerra?” È un passo dell’appello e manifesto contro il pericolo atomico lanciato nel 1955 da Bertrand Russell e Albert Einstein. È uno dei più forti e importanti documenti mai scritti sul pericolo nucleare per il genere umano. Purtroppo poco raccolto dalle cancellerie, ma ha avuto una vasta risonanza non solo nel mondo del pacifismo. Sin dal 1945 i due scienziati avevano denunciato al mondo i rischi incalcolabili dell’atomica. Negli anni ’50, la guerra fredda e la costruzione della bomba all’idrogeno, molte volte più distruttiva della bomba su Hiroshima, in possesso delle due superpotenze USA e Urss, rendevano la situazione internazionale altamente drammatica per l’umanità. Russell scrive ad Einstein proponendo che i più eminenti uomini di scienza avrebbero dovuto fare qualcosa di grande effetto per far comprendere alla gente e ai governi le catastrofi che potevano essere causate e che la guerra nucleare avrebbe potuto significare l’estinzione della vita sul pianeta. Einstein disse di concordare pienamente: era necessario fare qualcosa che lasciasse il segno, sia nella coscienza della gente comune che in quella dei leaders politici.
Russell scrisse allora una prima bozza del documento e lo inviò ad illustri scienziati per invitarli a firmarlo: non fu facile, le risposte positive non furono molte perché la guerra fredda colpiva ovunque.

Il manifesto appello contro il baratro nucleare.

A. Einstein

Einstein prima di morire scrisse una lettera a Russell in cui comunicò la sua firma. Altri grandi scienziati firmarono nei giorni successivi. Russell presentò in una conferenza a Londra il manifesto contro l’atomica. L’impatto delle azioni nel mondo fu positivo, oltre le aspettative del momento. Si attivarono altri scienziati e intellettuali. Ebbero impulsi positivi anche i movimenti pacifisti; si organizzarono in vari paesi movimenti per la messa al bando della bomba atomica. Prenderà il via una notevole campagna antinucleare. Tra l’altro un gruppo di 52 Nobel per la scienza firmerà la dichiarazione di Mainau con cui si chiede a tutti i paesi di rinunciare alla forza come soluzione decisiva per le controversie. Nel 1957, Russell con Rotblat fonda il movimento di Pugwash, dal nome del villaggio canadese sede delle riunioni iniziali degli scienziati pacifisti, che si proponeva di impegnare gli scienziati dei due schieramenti della guerra fredda a discutere e proporre vie per il disarmo.

Attualmente – corre l’anno 2022 – è in atto un appello di pace per tutti i popoli e rivolto a tutti i potenti per commemorare il baratro nucleare a partire da Fukushima e in seguito la guerra in corso in Ucraina. Fermiamo con l’unione dei movimenti ecopacifisti europei russi e ucraini la guerra militare in Ucraina e fermiamo la guerra economica energetica che sta montando a livello globale. Dobbiamo chiudere in tutta Europa i reattori nucleari e gli impianti nucleari, senza tassonomia. Per finanziare il nucleare esigiamo il disarmo a partire dalle armi nucleari già proibite dal trattato ONU – TPAN. Lavoriamo insieme per il modello energetico rinnovabile: la pace con la natura sarà la strada per consolidare la pace tra gli esseri umani.
Il ricordo di Fukushima ci deve spronare a uscire dalla minaccia nucleare evidenziata dalla guerra.

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Together for peace

Istituto Comprensivo Nicolini Di Giacomo

Plesso Severino – Napoli

Nome del progetto: Together for peace

 

Finalità

L’obiettivo di questa esperienza è quella di aiutare gli alunni a comprendere e a conoscere la triste realtà della guerra così attuale e vicina a loro. Agli alunni saranno proposti esempi di vita e di scelte di vita per dire no alla guerra attraverso comportamenti ed azioni che mirano al bene comune e al rispetto delle regole fra stati, fra popoli, fra le persone di una città, fra compagni di scuola.

Partecipanti: Gli alunni delle classi quinte.

Questa iniziativa nasce in merito alla settimana di studio e di riflessione sul ruolo della donna nel contributo alla pace nel mondo. Ogni classe ha conosciuto ed approfondito una figura femminile che nel passato ha lavorato per la pace. Per le classi quinte le docenti hanno proposto di approfondire una figura femminile contemporanea che si impegna quotidianamente per la difesa della pace nel mondo e la tutela ambientale del nostro pianeta, la giornalista Laura Tussi.

Attraverso una mail è iniziato uno scambio relazionale di opinioni ed è stato proposto alla giornalista un’intervista online nella quale si rende disponibile, insieme a Fabrizio Cracolici, di rispondere alle domande che proporranno gli alunni.

  • delle classi quinte

Svolgimento

L’intervista avverrà il giorno 25 marzo dalle ore 12 alle ore 13 in modalità virtuale.

Gli alunni delle classi quinte somministreranno le domande ai due interlocutori in modo tale da interagire e creare un clima collaborativo ed attivo con i piccoli partecipanti. Poiché gli argomenti sono molto ampi ed abbracciano tante aree, una quinta si è concentrata sulla macroarea guerra/pace, l’altra sugli aspetti ecologici che comporta una guerra.

1)Con quali parole convincerebbe Putin a deporre le armi?

2)Sappiamo che in molte piazze d’Italia e d’Europa si stanno organizzando marce e manifestazioni per la pace, secondo lei servono davvero?

4)A noi bambini questa situazione preoccupa molto, quali sono gli scenari possibili per un futuro di pace?

5)Ma la guerra esiste solo tra Russia ed Ucraina?

6)Secondo lei, il bullismo e il cyberbullismo sono atti di guerra?

7)Abbiamo saputo che l’associazione “ICAN”, vincitrice del premio Nobel nel 2017, si interessa del disarmo nucleare, è un’associazione ancora attiva?

8) Quale ruolo hanno le associazioni per il disarmo nelle trattative diplomatiche?

9)In che modo questa energia nucleare “cattiva”, queste armi di distruzione di massa possono essere convertite in energia “buona” per l’uomo?

10)Gli attivisti per l’ambiente, come Greta Thumberg, ultimamente sembrano tacere in un momento in cui sarebbe stato importante sentire la loro voce. come mai? Cosa ne pensa?

Conclusione

Dall’intervista i ragazzi potranno imparare tanto… non solo da ciò che verrà loro trasmesso e condiviso ma sarà data loro la possibilità di vedere come vivere scegliendo comportamenti responsabili ed attivi per la pacenel mondo a partire dal loro quotidiano, nel loro ambiente familiare, tra i loro amici: stare bene con se stessi e con gli altri rispettando chi c’è accanto e le regole del vivere e del convivere per un mondo di Pace…

DATA

LE DOCENTI

17/03/2022

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Accendi la Pace

Brano musicale della cantautrice, Testimonial di Pace, Agnese Ginocchio 

Accendi la Pace 

L’ultimo brano di Pace contro la guerra in Ucraina e nel mondo dedicato alla storia della “Fiaccola della Pace”

 

di Laura Tussi

 

Guerra in Ucraina, e non solo… “Fermiamo la guerra, Accendiamo la Pace”.

E’ uscito, proprio in un momento così drammatico che il mondo sta vivendo, l’ultimo brano della cantautrice per la Pace Agnese Ginocchio, dal titolo “Accendi la Pace”, dedicato alle vittime di guerra.

Nel meraviglioso e emblematico videoclip a corredo, in cui viene descritta la storia della Fiaccola della Pace, alcuni fotogrammi delle infinite tappe che hanno segnato l’incessante attivismo di una delle donne impegnate sul cammino di Pace della nostra terra.

Agnese Ginocchio, musicista, compositrice, attivista, testimonial, Presidente del Movimento Internazionale per la Pace e la Salvaguardia del Creato III Millennio,  è la seminatrice della nostra terra che sparge la Pace ovunque. E’ icona delle battaglie per la giustizia sociale, esempio incrollabile di educatrice dei popoli al rispetto della natura e dell’umanità. Con in mano una chitarra che traduce in musica la sua arte di pensare, con l’impegno personale speso direttamente sul campo, tra i giovani e tra gli adulti, ha costruito negli anni , un percorso fatto di amore, di solidarietà, di amicizia, di disponibilità ad offrire, dove ogni momento ed ogni iniziativa spinge l’umanità a lottare contro i soprusi, l’arroganza e la prepotenza nella speranza di un mondo dove non ci siano odio, discriminazioni, guerre. Formata alla scuola di padre Raffaele Nogaro Vescovo, di don Tonino Bello, don Lorenzo MIlani, di padre Alex Zanotelli.  Nel linguaggio che usa Agnese per cantare, per parlare, per comunicare, “Pace” non è mai una semplice parola, ma è sentimento, coscienza, necessità, che diventa virtù. Non esiste giorno senza la sua presenza nelle strade, nelle scuole, nelle città, nei borghi, tra la gente. Non vi è giorno in cui non venga impiantato un “albero della Pace” sul lunghissimo sentiero della Pace costruito tra i comuni della nostra massacrata terra. Di Agnese mi inebria il suo modo genuinamente tenace di insistere in un mondo che tende a scoraggiarsi e a deporre le armi, in un’epoca squallidamente vuota di princìpi morali, in un contesto sociale che non tollera le “ripetizioni” e che si scoccia di parlare di ideali. Agnese ripete all’infinito che le ingiustizie sociali dominano questa maltrattata terra. Non vibra corda o non urla parola se non per richiamare l’Umanità a rendersi conto che tutto potrebbe finire da un momento all’altro se non facciamo qualcosa, se non cambiamo, se i capi del mondo non si fanno l’esame di coscienza. Agnese è contro il silenzio che oscura tutti i mali che esistono sul pianeta. Agnese ama un mondo che non vuole amarsi, il mondo che stiamo perdendo, il mondo che sta svanendo tra crimini ambientali, nelle ingiustizie sociali, consumando violenze contro gli indifesi, i poveri e gli onesti. Tutte le gesta di Agnese, in tutti i campi in cui si offre da decenni volontariamente, sono autentici capolavori di umanità, generosi atti di partecipazione, attestazioni di incrollabile impegno.

La sua ultima canzone, “Accendi la PACE” dedicata alle vittime di guerra, (musica e testo di Agnese Ginocchio, arrangiamento del Maestro Niki Saggiomo) corredata di un video, in questo momento drammatico della storia che stiamo vivendo, fondatrice e presidente della sezione provinciale del “Movimento Internazionale per la Pace e la Salvaguardia del Creato Terzo Millennio” vuole essere, in ogni passo delle sue mirabili intenzioni, la voce e l’inno dei tanti giovani protagonisti della grande mobilitazione della Fiaccola della Pace, la grande Marcia itinerante con a capo la Fiaccola, dedicata ai percorsi della memoria storica dei 100 anni della grande guerra.
Una “memoria” che ha attraversato in tanti anni tantissimi comuni, dal più grande al più piccolo, di Terra di Lavoro e anche della Campania, coinvolgendo scuole e alunni, unendoli nel grido della Pace. ”Così esordisce il giornalista Nicola Ciaramella, direttore del Corriere di S. Nicola che alla cantautrice ha dedicato articoli e pagine intere del suo percorso impegnato:”Nel video-documentario che accompagna il brano, sono state riportate alcune delle Marce con la Fiaccola della Pace svolte in questi anni. “Impossibile riportarle tutte, -scrive Agnese Ginocchio in un suo post su facebook- mai basterebbe un solo brano. Durante il lavoro di montaggio mi son accorta che mancavano ancora tante scene, così ho deciso di allungarlo a oltre 15 minuti inserendo un altro mio brano composto anni or sono, ma tuttora attuale: si tratta di “Bandiere di Pace”, eseguito proprio alcuni giorni fa dagli alunni del plesso della primaria don Milani di Brezza dell’IC di Grazzanise, una delle nostre “Scuole di Pace”, durante la manifestazione della Pace “No War” contro la guerra in Ucraina. In realtà, “Bandiere di Pace” completa “Accendi la Pace”, proprio perché dedicato alla storia delle “Marce per la Pace”. I brani sono stati arrangiati dal maestro polistrumentista Niki Saggiomo di Napoli, che ringrazio per la pazienza dimostrata (a causa delle norme anticovid ha lavorato parecchio; infatti abbiamo dovuto inserire le parti del coro e le seconde voci rafforzate “a distanza” comunicando via whatsapp”), come ringrazio il coro Gospel africano della comunità dei missionari comboniani di Castel Volturno (le scene riprese sono presso la Chiesa del Centro Fernandez dove il coro si incontra). Ringrazio, infine, la rappresentanza simbolica degli alunni di scuole aderenti alla mobilitazione della Fiaccola della Pace e Rete Pangea di Scampia dove abbiamo girato un’altra scena presso il Giardino della Nonviolenza e dei Cinque Continenti, con i giovani di “Dignità e Bellezza” e con la famiglia di Stefania Formicola, il cui figlioletto ”Mario” ha partecipato alla parte di una strofa”. Per tutte le didascalie che compongono il video collegarsi alla pagina fb della cantautrice per la Pace ( link: https://fb.watch/bSTHf9Yyuy/ )  da dove si può accedere al video che accompagna il brano: Questo invece il link del brano su youtube:

 

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Un dibattito pacifista: la guerra nucleare è follia

Un dibattito pacifista: Marescotti e Novara

Il Centro psicopedagogico per la pace, l’educazione e la gestione dei conflitti

Un dibattito pacifista: Marescotti e Novara

La guerra nucleare è follia

di Laura Tussi

Introduzione: l’impegno pacifista e nonviolento.

Come giornalista, scrittrice e attivista per la pace, per l’antifascismo e la nonviolenza sono molto motivata a relazionare i seminari online proposti da PeaceLink per il loro alto livello di idealità inerente i temi di cui tutti insieme noi pacifisti ci occupiamo e in cui soprattutto crediamo.

Nell’ambito di un webinar di PeaceLink condotto da Alessandro Marescotti, Daniele Novara, noto pacifista e pedagogista, tratta degli argomenti in questione con una posizione netta inerente il problema della guerra in campo pubblico e sull’impatto della guerra nel mondo della scuola.

Quale può essere il ruolo del mondo educativo in questo difficile momento dove stiamo proiettando dentro di noi e introiettando psicologicamente narrazioni di guerra “giusta” che lascia segni nell’immaginario e nell’inconscio personali e segni e cicatrici di inquietudine nell’immaginario collettivo e nella coscienza collettiva? Uno dei primi libri di Daniele Novara, Educazione al disarmo, del 1984 nella collana Scegliere la Pace, apre la strada a molti altri studi sulla pace e sulla gestione dei conflitti.

Alessandro Marescotti, che conduce il dibattito, chiede come è nato il Centro psicopedagogico per la pace, l’educazione e la gestione dei conflitti che per noi pacifisti è stato e sarà sempre un punto di riferimento e lo è tuttora.

Daniele Novara ha sempre voluto scegliere fortemente e in modo molto motivato di fare il pedagogista.

Alla sua epoca si doveva decidere per il servizio militare o per l’obiezione di coscienza e lui ovviamente scelse l’obiezione per la sua idealità forte e con una ferma decisione nata e derivante dalla lettura e dall’esperienza formatasi sui libri di Milani, Dolci, e soprattutto Silone per il suo fervente Antifascismo.

 

Le scelte dettate dalle idealità.

Daniele Novara ha avuto la fortuna e l’onore di frequentare e conoscere Danilo Dolci che considera il suo maestro e che attuò tecniche gandhiane in tutta Italia.

Dolci lo coinvolse nella collaborazione per un progetto educativo alla pace e per creare un centro permanente e fu incoraggiato da ambienti pacifisti negli anni ‘80 che erano contro gli euromissili stoccati e stanziati anche a Comiso. Nel 1989, con la caduta del muro di Berlino, il Centro psicopedagogico per la pace, l’educazione e la gestione dei conflitti è cresciuto, tra moltissime esperienze e studi pratici, attivi e teorici, perchè la pace non è una questione di buoni sentimenti, ma significa sapere gestire i conflitti, ossia essere attivi e intelligenti nelle situazioni di contrarietà non solo nei microsistemi, ma anche nei macrosistemi soprattutto tramite la nonviolenza gandhiana.

È necessario attivare la resistenza nonviolenta perché combattere la violenza con la violenza e la guerra con la guerra non è assolutamente la soluzione.

Gandhi, come Mandela, King e tanti promotori di movimenti nonviolenti nel mondo attuarono questo sistema.

Anche con la caduta della guerra fredda, in Europa furono attuate tecniche nonviolente.

L’Ucraina non ha scelto la nonviolenza e rischia di finire in un massacro, in una vera e propria carneficina, portando il mondo verso l’ecatombe.

 

E’ sempre più necessario imparare a gestire i conflitti anche a livello microsociale.

Alessandro Marescotti, Presidente di PeaceLink, chiede a Daniele Novara come si è evoluta l’idea del Centro psicopedagogico per la pace, l’educazione e la gestione dei conflitti.

Novara risponde che sono stati attivati tanti corsi a tema e oggi questa realtà è diventata un istituto pedagogico che opera nelle situazioni di conflittualità, nella radice dei conflitti da cui si parte sempre per costruire relazioni e comportamenti di comunicazione a partire da una buona gestione dei conflitti.

“Questa è un’area di lavoro ed impegno che nasce dal mio essere obiettore di coscienza. La mia speranza è fare solo il pedagogista e mi ritrovo a fare sempre il pacifista in questo mondo eterno di guerre” sostiene Novara.

Marescotti dice che sulla rivista Vita ha letto che nella guerra in Ucraina non conta chi ha ragione. E questo ovviamente è dettato dall’incubo dell’escalation nucleare che prevede la morte totale, l’ecatombe umana, la fine di tutto. E quindi tutti noi ci chiediamo se la scuola ha consapevolezza dell’ecatombe nucleare? Di cosa significa inverno e guerra nucleare? Ci sono cose che a scuola sono attuate e messe subito in pratica per l’emergenza educativa, cercando di individuare proposte educative e pedagogiche di nonviolenza, basate sulla nonviolenza attiva.

 

La guerra nucleare è follia: la scuola deve aiutare a imparare a pensare.

La scuola deve educare ad essere attivi.

Un’educazione alla pace per fare imparare a pensare, ad aprire il dibattito, a portare il confronto tra ragazzi che devono parlare anche a tavolino, devono trovare la forza per contestare e dire no e basta e ribellarsi a un destino che toglie loro il futuro. Un destino di guerra, di disuguaglianza sociale, di catastrofe climatica, di violenza strutturale.

La guerra è ormai in un immaginario molto pericoloso.

Non vi è più speranza e le armi alimentano la guerra.

Occorrono il confronto e il dialogo e la solidarietà e la cooperazione perché si tratta della nostra vita, dei nostri figli, dei nostri bambini. Alimentare la speranza nella “pedagogia della speranza” come sosteneva e praticava Freire.

 

La dimensione della speranza contro le guerre, per opporci al delirio nucleare.

Come possiamo portare nella scuola la dimensione della speranza? La dimensione della resistenza nonviolenta è basata sulla non collaborazione e il boicottaggio che consistono in parte nella resistenza gandhiana.

Il parlamento italiano decide di mandare armi in Ucraina, alimentando la guerra e questo è letteralmente disgustoso e segnala la mancanza di senso politico. Una classe politica estremamente ignorante e che non conosce la Storia. L’Ucraina non ha nessuna possibilità sulla Russia. L’Ucraina è un paese povero e spera che la Nato intervenga con la terza guerra mondiale, ma convintamente non possiamo permettere che divampi la terza guerra mondiale perché sfocerebbe nella guerra nucleare. Nella conflagrazione finale. Il discorso della speranza: come possiamo portare la speranza progettuale a scuola? Restituire attivismo e restituendo progettualità ai ragazzi. Il covid è stato una situazione tragica e stantia. La guerra incupisce ancora di più questo periodo, questo clima di odio e di nazionalismo esacerbato.

Occorre applicare l’articolo 11 della Costituzione italiana che ripudia la guerra e i temi della nonviolenza, della pace e argomenti pedagogici, di alto pensiero e non gli argomenti dell’epicalità bellica.

 

Il clima di pressione che fomenta la terza guerra mondiale e il baratro nucleare.

Sta subentrando un clima di pressione che fomenta la terza guerra mondiale. Ma gli italiani sono consultati per la volontà di entrare in guerra? L’Italia manda armi in Ucraina e entra in gioco una dinamica in cui il confine di guerra contro la Russia è molto labile. Molta manipolazione dell’opinione pubblica da entrambe le parti. Ci sarà l’inverno nucleare? La scuola ormai è in uno stato letargico. Freire spronava a prendere coscienza e non a subire: subiamo purtroppo l’idea della guerra nucleare. Franco Fornari negli anni ‘60 scrisse un libro con un personaggio che aveva un grave delirio psicotico per cui voleva la guerra nucleare a ogni costo. E così l’informazione, pur di fare audience, strumentalizza.

Al contrario di tutto questo, subentra il bisogno di costruire la ricomposizione e la cooperazione e spingere i belligeranti a parlare tra loro e a fare mediazione e a non aizzare la guerra nucleare. La guerra è una via senza ritorno, una strage efferatissima. Porterà solo all’estinzione del genere umano e alla fine della nostra storia. L’adolescente ha performances cognitive migliori dell’adulto, ma deve avere accesso a informazioni corrette e reali. Come si vince la guerra nucleare? Nella guerra nucleare perdono tutti. Solo con il primo colpo. Non c’è un tempo. La Nato è in grado di difendere l’Europa? E’ una falsità. Non esiste la difesa nucleare. La deterrenza è un concetto di non utilizzo assoluto delle armi nucleari.

La guerra nucleare è follia. Il conflitto ha a che fare con le nostre relazioni, dal verbo latino cum-fligere ed è diverso dalla guerra che è drammatica e significa disperazione e comporta distruzione. Conflitto e guerra non sono sinonimi, secondo la pedagogia di Novara.

 

Alessandro Marescotti presenta il progetto SUPERPACE.

Alessandro Marescotti presenta il grande e ambizioso progetto SUperPace, le scuole e le università per la pace con gli studenti e gli insegnanti per dare vita a un dibattito di coscientizzazione contro la guerra con SUperPace.

Come collaborare e promuovere una scuola a una presa di coscienza sulla pace? SUperPace è una rete di collegamento, è un raccordo tra realtà che praticano educazione alla pace. Un database di docenti, insegnanti, studenti, ricercatori per far emergere la positività della scuola. È un progetto che punta a una ricerca/azione educativa.

Il progetto SUperPace ha come riferimenti normativi l’articolo 11 della Costituzione repubblicana, l’Agenda ONU 2030 nell’obiettivo 16 che riguarda la pace e le istituzioni solide e l’obiettivo quattro sull’educazione alla nonviolenza.

Altri obiettivi sono la dichiarazione ONU sul diritto alla pace, all’educazione e al disarmo promossa dall’ONU nel 2002; nella progettualità didattica e educativa vi è un interscambio tra scuola e territorio di arricchimento reciproco per sviluppare l’educazione alla pace attraverso collegamenti con la piattaforma educativa Indire in una ricerca – condivisione – cooperazione che sono i cardini del progetto SUperPace.

È infatti necessario essere responsabili e aiutare alla consapevolezza per uscire dall’idea dello scontro. È necessario sviluppare un approccio potente con idealità, idee e ideali. Ogni scuola dovrebbe esporre la bandiera della pace. Infatti chi è impegnato nell’educazione è impegnato in politica e nella politica della pace. Il fascismo voleva impartire una diseducazione, un indottrinamento distorto e imporre nei militanti il militarismo. Anche con l’imposizione ai balilla dei disvalori dell’efferatezza violenta, della competizione a oltranza. Poi anche la scuola si è ribellata.

Come proclamava Maria Montessori, perseguitata dal fascismo: “Tutti parlano di pace, ma nessuno educa alla pace. A questo mondo, si educa per la competizione e la competizione è l’inizio di ogni guerra. Quando si educherà per la cooperazione, e per offrirci l’un l’altro solidarietà, quel giorno si starà educando per la pace “.

Per approfondire:

https://www.peacelink.it/pace/a/49042.html

Dialogo fra Alessandro Marescotti e Daniele Novara

Contro la cultura della guerra educa alla pace

Nel webinar è stato presentato il progetto SUPERPACE (Scuole e Università per la Pace), un database online per collegare le esperienze di educazione alla pace e per favorire la cooperazione educativa.

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Il maestro Bimbisvegli

Il maestro Bimbisvegli

Un maestro per fare scuola dal basso che fa rima con pace e Nonviolenza.
Intervista a Giampiero Monaca con il progetto Bimbisvegli

Giampiero Monaca, il maestro attivista che si ispira a Montessori, Don Milani, Freinet, Freire e molti altri illustri pedagogisti della storia dell’educazione per condurre e portare avanti un progetto condiviso da genitori e alunni e di impronta pedagogica ed educativa dal titolo Bimbisvegli che purtroppo ha incontrato il lassismo e il menefreghismo di alcune istituzioni.
Ma ne parlerà il maestro Monaca in questa intervista inedita e esclusiva per fare il punto della situazione sul progetto Bimbisvegli.

Un progetto in grado di smuovere in tutti i sensi le coscienze di grandi e piccoli sulla necessità di fare scuola dal basso e con i mezzi a disposizione.
Quando questi mezzi non vengono investiti nella guerra e per le spese militari e l’addestramento militaresco dei più piccoli, come in epoca fascista.
Giampiero, quali motivazioni ti hanno portato a seguire le orme dei grandi della pedagogia? 

Tutto l’avventuroso percorso con le bimbe e i bimbisvegli è nato dalla costante osservazione grata e meravigliata, dei meravigliosi “scatti cognitivi” cui siamo testimoni e in parte artefici insieme alle nostre alunne ed alunni, in classe, quasi quotidianamente. Come maestro ed adulto accompagnatore di questi “cuccioli d’uomo e donna” che crescono, non smetto mai di restare affascinato quando una di loro sviluppa il primo pensiero logico astratto, o uno di loro impara in modo definitivo il valore delle quantità o il senso del tempo. Questo camminare insieme, mi ha portato, sin da subito, a osservare quali e quanto profondi possano essere i pensieri dei bambini su temi sociali o umani, a volte la loro schiettezza disarmata e disarmante ha bisogno solo di piccole rimodulazioni per diventare un progetto o un ideale applicabile alla società, in grado di rendere il mondo un po’ più bello e giusto. Dice spesso Francesco Tonucci “una società a misura di bambino è migliore per tutti”. Ecco Bimbisvegli è quello spazio intellettuale e fisico, emotivo, cooperativo, aperto, nonviolento, solidale in cui i piccoli sono incentivati a progettare azioni per una società migliore per tutti.
Il termine stesso Bimbisvegli racchiude in sé i due pilastri su cui si incardina l’intero intervento educativo.
Bimbi: si sostengono negli alunni tutti i diritti basilari dell’infanzia, tutte le caratteristiche delle tappe evolutive che ognuno di loro attraversa, ponendo in essere attività prevalentemente basate su un approccio empatico, affascinante, coinvolgente, sensoriale.

Ricordandoci del delicato momento evolutivo in cui si trovano i bambini di età 6-11 anni, molte attività saranno introdotte con il gioco: fare tutto con il gioco, ma niente per gioco.

I bambini, piccoli individui in formazione, vengono accolti nel loro bisogno di esprimere la loro fantasia, emotività, corporeità, empatia.

Svegli: si riconosce ai bambini, futuri adulti, cittadini del mondo che sarà, importanza e diritto a osservare il mondo, porsi domande, trovare e proporre soluzioni: esprimersi con la consapevolezza di essere ascoltati.
Per sostenere e favorire questa inclinazione a coinvolgersi per il bene comune e diventare futuri cittadini, solidali, critici e attivi, si coinvolgono i bambini nella maggior parte delle decisioni di classe: si leggono notizie d’attualità, si presentano personaggi del passato e del presente, che con il loro esempio e con il coraggio di scelte coerenti hanno saputo illuminare e rendere il mondo più bello e giusto.
Siamo tutti “nani su spalle di giganti”, i nostri bambini che imparano grazie a noi a guardare un po’ più in là, ma anche noi insegnanti, io per primo non posso che riconoscere con gratitudine che l’esempio e le competenze professionali dei miei genitori (mamma super maestra montessoriana, papà educatore e sociologo) alle esperienze ed all’approfondimento del metodo scout e alle lezioni di pedagogia del professor Remo Fornaca e di psicologia dell’età evolutiva dei professor Rocco Quaglia ed Aldo Bertinetti, hanno rappresentato per me un substrato di metariflessione e di formazione assai fertile.

Bimbisvegli, tra l’altro, è un progetto molto flessibile e può essere praticato in città come in contesto rurale e, praticamente a costo zero, fatto questo non da poco data le ristrettezze dei finanziamenti e la tendenza a sospingere principalmente progetti patrocinati da enti bancari e benefattori che in cambio richiedono, quasi sempre, una qualche complicità con il sistema capitalistico o finanziario.

Bimbisvegli no, è un progetto praticato da persone libere, che mira alla formazione di persone libere, sin da piccoli.

l’Italia spende quotidianamente 98 milioni di euro per sovvenzionare l’intero apparato militare del nostro Paese. Quando ricordo questo dato a scuola, solitamente gli adulti sono increduli, i bambini si indignano fortemente.

Grazie all’esercizio della “matematica con i numeri giusti” è facile impostare problemi che evidenziano quanti serramenti isolanti per le nostre scuole, o quante palestre, o addirittura quante scuole o ospedali in paesi poveri si rinuncia a finanziare. Ogni settimana, sopra le nostre teste passano due caccia militari da addestramento che dall’aeroporto di Cameri vanno a quello di Pisa. Con i bambini e le bambine, ricordiamo che solo di carburante viene bruciato il valore di 80000 dosi di vaccino o di 25 apparecchiature di ventilazione o lo stipendio annuo di 10 infermieri e 5 medici.

 

Il modello scolastico Bimbisvegli può definirsi un progetto disarmista, antimilitarista, nonviolento e per la pace? 

Certamente lo è nel quotidiano, come si può desumere dagli esempi qui sopra, ma anche grazie ad alcuni strumenti specifici come, ad esempio la “linea del tempo dei disobbedienti che han reso il mondo più bello e in ogni aula è presente una linea del tempo sulla quale vengono inseriti personaggi significativi dei quali via via, la classe prende consapevolezza.

Ogni evoluzione, ogni scoperta, sia a livello storico/sociale, che bio/fisiologico avviene per divergenza dalla norma e dalle consuetudine. Il coraggio di cambiare idea, di scegliere la propria strada, di essere originali con l’obiettivo di trovare soluzioni a situazioni di ingiustizia per rendere il mondo migliore e la società più equa, viene presentato grazie a personaggi del passato ed attuali che lo hanno incarnato: da Antigone a Don Milani, da Yehoshua Ben Youssef a Montessori, da Ipazia a Vittorio Arrigoni, da Luther King a Renato Accorinti, da Greta Thunberg a David Grassi, da Falcone e Borsellino a Peppino Impastato. Tutti trovano il proprio posto, sotto forma di figurine disegnate dai bimbi e poste in questa semplice linea del tempo (posta al di sopra della lavagna), via via che se ne parla in classe, diventando una specie di “pantheon laico” che contemporaneamente permette a tutti di avere continuamente un riferimento etico e storico temporale.

In quale personaggio della nonviolenza ti rispecchi maggiormente?

Non oso accostarmi ad uno o una nello specifico, certamente Rosa Parks e Danilo Dolci, Peppino Impastato, Vittorio Arrigoni…come ho scritto nella dedica del film Antigone, girato insieme ai nostri alunni e visibile su youtube, a noi spetta soprattutto trovare il nostro personale equilibrio tra il coraggio di ardere, illuminando la strada agli altri e la forza di sopravvivere per raccontare la storia raccogliendo il testimone. Tra Antigone e tra Peppino e Giovanni Impastato, tra M.L.K e Rosa Parks. Una anticipazione: stiamo sottotitolando il film Antigone in ebraico e palestinese, affiancando i titoli in ogni scena, rendendo simbolicamente possibile la visione del film da una platea mista, in una notte di tregua tra fratelli in guerra. E’ quasi il succo della scuola stessa: imparare la storia passata per riconoscere ed evitare qualche errore futuro.

 

Come trovi la forza di continuare nonostante il menefreghismo e il lassismo delle istituzioni?

“Due strade incontrai nel bosco ed io ho scelto quella meno battuta, questo ha fatto tutta la differenza” sarò idealista, ma quando ho ascoltato questi versi di Frost da Robin Williams in “L’attimo fuggente” mi è cambiata profondamente la vita, ed ancora oggi, in tutta questa vicenda di confronto con le scelte di colei che percepisce lo stipendio da dirigente della mia scuola, mi sono reso conto che da sempre ogni mia scelta personale e professionale è sempre stata in qualche modo diretta verso strade alternative, forse per spirito di esplorazione o per creatività, senza giudizio per chi sceglie altri percorsi, sono fatto così.
In un futuro prossimo potremo attivare una innovativa collaborazione che sposa le nostre cause comuni tramite le presentazioni dei libri che trattano di Resistenza e Nonviolenza creativa, dal Premio Nobel per la pace per il disarmo nucleare universale con note di Resistenza tra Memoria e futuro per una nuova umanità?

Speriamo davvero, il mondo ha sempre bisogno di costruttori di pace, lo dimostrano, se mai ci fosse stato bisogno di una conferma, gli eventi di crisi internazionale. La pace vera, basata su libertà e giustizia, deve essere sperimentata vissuta, introiettata, con occhi aperti come bimbe e bimbisvegli, che imparano sin da piccoli come funziona il mondo ed imparano per essere cittadini critici ed affidabili, persone felici e solidali, impegnate a rendere il mondo un po’ più bello e giusto.

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La violenza non è il mio destino – Testimonianze da Pineto, Teramo

PRESENTAZIONE

La violenza non è il mio destino – Testimonianze da Pineto, Teramo

Sabato 12 marzo 2022

ore 17:00

Sabato 12 marzo alle 17 l’associazione il Nastro Rosa presenterà “la violenza non è il mio destino” nella sala teatro polifunzionale a Pineto. L’evento nasce con la finalità di trattare un fenomeno purtroppo ancora oggi più che presente: la violenza contro le donne. “Come associazione lavoriamo da anni sul territorio per contrastare questo fenomeno e sopratutto per sdoganarlo affinché la conoscenza dello stesso possa aprire nuove strade e promuovere una nuova coscienza basata prima di tutto sul supporto alle vittime, affinché nessuna donna si senta abbandonata, non solo da un punto di vista giuridico ma anche umano. Ogni giorno molte donne vivono una guerra invisibile ed è necessario affrontare questa piaga con costanza affinché non sia relegata solo a poche date convenzionali. Ringraziamo anticipatamente le testimonianze che avremo modo di ascoltare e che promuoveranno l’importanza del racconto di chi ha vissuto e vive determinate situazioni”. L’evento inizierà con i saluti istituzionali e sarà accompagnato da un intermezzo musicale e moderato dal giornalista Braccilli. A completamento delle testimonianze sarà dato spazio a una tavola rotonda. Verrà proiettato un video a tema inerente la presentazione del libro LA VIOLENZA NON è IL MIO DESTINO, a cura di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici – PeaceLink

Per maggiori informazioni:

Tiziana Di Ruscio