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Nonviolenza in azione. Iniziative e protagonisti

Libro di Michele Boato

Recensione di Laura Tussi

Edizioni Gaia Ecoistituto del Veneto Alex Langer

L’ultimo libro di Gaia – Rivista dell’Ecoistituto Alex Langer e del suo Direttore Michele Boato dal titolo Nonviolenza in azione traccia accuratamente e in modalità molto pertinenti i ritratti di oltre un centinaio di persone che con le loro idee e soprattutto con le azioni concrete in cui si incarna la nonviolenza, dimostrano che anche le più difficili situazioni possono essere affrontate e risolte applicando metodi nonviolenti, con creatività, coraggio e coerenza.

Un libro che si può ben ricollegare al saggio Resistenza e Nonviolenza creativa (Mimesis Edizioni) come prosecuzione analitica diretta e ulteriore approfondimento.

La prima parte del libro di Michele Boato prevede la descrizione dell’emergere di azioni nonviolente dall’antichità ai nostri giorni, dove la trattazione comincia dalla storia di Hatshepsut, regina d’Egitto, che attiva trattati commerciali e non guerre nonostante i primi scioperi degli schiavi egizi, fino ad arrivare, con un salto storiografico, alla plebe romana che non collabora con il potere e agisce tramite la non collaborazione e compie uno scacco al predominio dei Patrizi. E i fratelli Gracchi con la riforma agraria e in seguito Gesù di Nazareth con la verità disarmata che vince la violenza. I primi cristiani che sono obiettori al servizio militare.

E ancora sono analizzate due figure emblematiche della nonviolenza attiva come Francesco e Chiara d’Assisi e poi da distanze storiche e spazio-temporali Bartolomeo de Las Casas e i gesuiti antirazzisti in Paraguay.

E ancora l’epopea dei quaccheri e la nonviolenza nei primi anni di lotta per l’indipendenza americana e gli scioperi operai dell’ottocento e quelli antifascisti e antinazisti e gli anni ‘70 in Italia e nel mondo.

Di seguito, nella seconda parte, un’intensa trattazione contro le guerre mondiali e le dittature nazifasciste: da Remigio Cuminetti con i testimoni di Geova quali primi obiettori, da Leone Tolstoj con la teoria della non resistenza a Rosa Luxemburg con il motto rimaniamo umani e Demoghela, il reggimento che non voleva combattere.

Di seguito, come proseguimento storiografico, Giacomo Matteotti un faro per la resistenza al fascismo e come approfondimento storico la resistenza nonviolenta in Norvegia fino all’occupazione nazista e alla resistenza nonviolenta in Danimarca.

Poi si giunge alla contemporaneità con Tina Anselmi una vita per la giustizia e la libertà e Tina Merlin Partigiana, giornalista e al fianco della gente.

Giorgio Perlasca è il giusto tra le nazioni.

Si analizza la figura di Simone Weil filosofa libertaria e operaia e partigiana, per poi trattare di Hanna Arendt contro ogni totalitarismo.

La terza parte vede un approfondimento contro la guerra nucleare e tutte le guerre da Bertrand Russell e Einstein con l’appello famoso e celebre contro l’ecatombe nucleare.

E in seguito Aldo Capitini dall’antifascismo alla nonviolenza con la prima marcia per la pace Perugia Assisi e poi ancora Pietro Pinna che apre le strade all’obiezione di coscienza.

Vengono menzionati inoltre i Nonviolenti in Italia: il MIR, Regis, Salio, i Marasso, il movimento nonviolento, Valpiana, Sini, Marescotti.

La trattazione poi si concentra su Carlo Cassola isolato dal mondo della Cultura e dall’establishment dell’epoca a causa della sua Lega per il disarmo unilaterale e Giorgio La Pira non solo ‘sindaco santo’. In seguito Lorenzo Milani e Ernesto Balducci per cui l’obbedienza non è più una virtù e la lunghissima lotta per la legge sull’obiezione di coscienza e ancora i beati i costruttori di pace  con Albino Bizotto, Lisa Clark, Alex Zanotelli. E Alex Langer, una vita per la convivenza dal sud Tirolo all’ex Jugoslavia.

Vengono menzionati i portuali di Genova e La Spezia che si rifiutano di imbarcare armi di sterminio e il colonnello sovietico Stanislav Petrov che salva il mondo dall’apocalisse nucleare negli anni ’80, in piena guerra fredda.

La quarta parte prevede la trattazione della nonviolenza nei paesi dell’Est, con il 1989, anno dell’abbattimento del muro di Berlino, crepa determinante nell’impero sovietico. E Gorbaciov, con la fine dell’Unione Sovietica, proiettato verso prospettive antitotalitarie e per il disarmo nucleare mondiale e universale.

La quinta parte vede la nonviolenza contro il colonialismo e il razzismo, da Gandhi per giungere al periodo contemporaneo e di stringente attualità dell’Italia antirazzista che vede, tra le altre e gli altri, le personalità più attive: Gino Strada e Carola Rakete.

In Italia Gino Strada ha posizioni critiche verso tutti i governi e la Nato con gli Stati Uniti per il loro sostegno alle guerre e addirittura per la partecipazione diretta in vari conflitti recenti – Afghanistan, Iraq, Serbia – e per l’aumento delle spese militari e le politiche sull’immigrazione con respingimenti al limite del crimine.

In particolare critica la partecipazione dell’Italia all’intervento Nato in Afghanistan valutata da Strada e da Emergency, che vi opera, come una barbarie contro la popolazione afghana in aperta violazione dell’articolo 11 della Costituzione italiana. Intervento spinto da interessi economici. La posizione di Gino Strada è un esempio di pacifismo radicale.

Con la sesta parte viene trattata dall’autore del libro la nonviolenza per i diritti civili, la democrazia e contro la mafia: da Peppino Impastato a Danilo Dolci il Gandhi italiano ad Angelo Vassallo a Rigoberta Menchù la pasionaria degli indios del Guatemala.

Questo saggio tratta di conflitti militari, politici, economici e sociali (nel prossimo volume, nel 2023, la difesa dell’ambiente), avvenimenti di grandissimo valore ma quasi sconosciuti, assenti o minimizzati da quasi tutti i libri di storia. Si parte da millenni fa per arrivare ai nostri giorni, con figure maschili e molte femminili, troppo spesso in ombra, cancellate dalla storia ufficiale, che ricorda quasi solo sovrani, condottieri, filosofi, politici e artisti maschi.

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Terrestrità: una canzone d’amore per il pianeta

di Laura Tussi (sito)

Il libro “Memoria e futuro” e le installazioni “I Love You Earth” di Yoko Ono: due modalità per risvegliare le coscienze al rispetto dell’ambiente

 

I love you, earth, you are beautiful

I love the way you are
I know I never said it to you
But I wanna say it now

I love the way you shine
I love your valleys, I love your mornings…
Over blue mountains, over green fields
I wanna scream about it now

Gli esseri umani appartengono alla Madre Terra, unico ecosistema globale di esseri viventi e non viventi. Questo fondamentale presupposto dovrebbe essere il punto di partenza per condurre uno stile di vita sostenibile e rispettoso dell’ambiente. E se i governi non danno risposte convincenti a questa esigenza, sono gli attivisti, ma anche gli artisti, che spesso si mobilitano per cercare di diffondere questo messaggio. Pensiamo al noto movimento giovanile Fridays for Future, ma anche, in ambito musicale, all’ultimo album “Karma Clima” dei Marlene Kuntz, in cui Cristiano Godano e soci hanno affrontato il tema del cambiamento climatico (link alla recensione: http://www.lisolachenoncera.it/rivista/recensioni/karma-clima/ )

Tra i molti esempi di campagne ed interventi di sensibilizzazione promossi in tempi recenti, vorrei citare due esempi relativi allo scorso anno ma che sono ancora di stringente attualità. Del resto, gli effetti del riscaldamento globale sono stati visibili nel corso di tutto questo 2022, con temperature notevolmente superiori alle medie stagionali; su un altro fronte, lo scoppio del conflitto russo-ucraino ha poi risvegliato i fantasmi della possibilità di una guerra nucleare, oltre alle pesanti ricadute sugli equilibri mondiali ed ambientali. Pertanto, ogni evento o azione a favore del disarmo e della tutela del pianeta merita di essere adeguatamente illustrato e valorizzato.

Il primo esempio è costituito dall’operato di un collettivo, composto da alcuni esponenti del gruppo “Disarmisti Esigenti” e da altri aderenti alla Campagna Internazionale per la messa al bando delle Armi Nucleari (ICAN). Essi hanno lanciato, tramite la pubblicazione del libro “Memoria e Futuro” edito da Mimesis e pubblicato nel marzo 2021, un appello per la costituzione di una Rete per l’Educazione alla Terrestrità. Promotore dell’iniziativa è stato Alfonso Navarra, che ha curato il volume insieme a Laura Tussi e Fabrizio Cracolici.

“Terrestrità” è un neologismo che esprime un semplice concetto: gli esseri umani sono tutti figli di una Grande Madre, la Terra, un super-organismo vivente, pertanto le loro scelte devono essere in armonia con essa, nell’ottica della protezione e dell’utilizzo consapevole delle sue risorse. Il libro è un’opera collettiva, uno strumento culturale militante in cui personaggi impegnati in diversi ambiti hanno voluto apportare il proprio contributo al complesso dibattito relativo alle problematiche ambientali. Lo spirito che lo anima affonda le sue radici nella memoria valorizzante l’esperienza della Resistenza, nell’ottica di un futuro in cui il rispetto verso il sistema complessivo della vita comporti anche la definitiva proibizione della produzione e dell’utilizzo degli ordigni atomici.

Buona parte del volume è dedicata alla questione del disarmo nucleare, rispetto alla quale il nostro Paese non ha preso, purtroppo, una posizione decisiva. Tra il 21 ed il 23 giugno scorso, infatti, a Vienna ha avuto luogo il primo incontro delle parti del Trattato per la Proibizione delle Armi Nuclear(TPAN). Quest’ultimo, entrato in vigore nel gennaio 2021, è il primo trattato internazionale il cui obiettivo è l’eliminazione totale di questo tipo di armi, partendo dal loro devastante impatto umanitario e ambientale. In qualità di membro della NATO, l’Italia non ha però partecipato alla conferenza di negoziazione del TPAN e si è allineata alla ferma opposizione dell’Alleanza atlantica nei confronti del Trattato. 

La restante parte dell’iniziativa editoriale è invece composta da una serie di riflessioni a sostegno della RET. Tra gli autori che hanno contribuito alla realizzazione del volume mediante una serie di articoli o interventi, oltre ai già citati Cracolici, Navarra e Tussi, possiamo menzionare Moni Ovadia, che si rivolge ai giovani in una lettera aperta (scritta a quattro mani con Navarra) affinché prendano posizione contro la guerra e l’emergenza climatica; padre Alex Zanotelli, che formula un invito a rivedere i nostri stili di vita all’insegna di una maggiore sostenibilità; Vittorio Agnoletto ed il suo auspicio nei confronti di un Servizio sanitario nazionale efficiente, libero e gratuito. E poi un ricordo di Stanislav Petrov, il giovane colonnello sovietico che nel 1983 sventò un attacco nucleare dell’URSS nei confronti degli USA; il riferimento a Papa Francesco e alla sua enciclica Laudato si’, alla quale lo stesso Moni Ovadia ha dedicato uno spettacolo (link alla recensione: https://marynowhere.com/2021/08/10/moni-ovadia-lutopia-e-possibile/); il lungo excursus, a firma di Luigi Mosca, del percorso compiuto dall’umanità “per uscire dalla barbarie”. Su tematiche analoghe, infine, si sono espressi anche Mario Agostinelli, Antonella Nappi, Rocco Altieri, Antonia Baraldi Sani, Giuseppe Farinella, Oliviero Sorbini, Nadia Scardeoni, Antonio Ciccioni, Mario di Padova, Pola Natali Cassola e i musicisti Renato Franchi, Gianfranco D’Adda e Agnese Ginocchio, che a vario titolo hanno aderito alla Rete per l’educazione alla Terrestrità. Significativo è infatti l’apporto che gli operatori culturali, sociali e gli educatori svolgono in questo senso, affinché avvenga il riconoscimento della Madre Terra come “l’albero vitale cui, come foglie, siamo indissolubilmente legati per la vita” (Luigi Mosca, p. 114).

A questa pubblicazione, che prende una posizione precisa in termini di impegno e militanza, vorrei accostare un’esperienza che appartiene all’ambito artistico, indubbiamente molto diversa nelle sue modalità, ma il cui scopo è il medesimo: risvegliare le coscienze passando per la parte emotiva degli individui, tramite il coinvolgimento dell’intero sistema percettivo, invitando chi osserva ad un coinvolgimento personale che possa indirizzarlo ad aderire, consciamente o inconsciamente, all’idea di “Terrestrità”. Lo scorso anno Yoko Ono, artista da sempre impegnata in prima linea nella diffusione della cultura della pace e nella difesa della causa ambientalista, ha realizzato un progetto denominato “I Love You Earth”, costituito da una serie di grandi poster sparsi per le strade d’Inghilterra.

Si tratta di una tipologia di intervento che ricorda i manifesti con la scritta “War Is Over” affissi nel 1969 per iniziativa di John Lennon e della stessa Yoko come invito a fermare la guerra del Vietnam. Concepita originariamente come titolo della traccia dell’album “Starpeace” (1985), poi ripubblicata in “Warzone” (2018), già utilizzata in una campagna del 2017, la frase “I Love You Earth” è stata tradotta in opera d’arte in occasione dell’Earth Day, per due settimane, nel mese di aprile 2021.Organizzata dalle Serpentine Galleries nell’ambito di “Back to Earth”, un progetto che invitava poeti, artisti, architetti e scienziati a offrire il loro contributo per un mondo migliore, la rassegna si è sviluppata “occupando” una serie di spazi pubblicitari all’aperto, convertendoli in grandi “vetrine” con slogan dedicati all’amore per il pianeta Terra.

Negli intenti di Ono, la campagna vuole agire come una “provocazione gentile”, stabilendo una relazione attiva tra artista e spettatore. “I Love You Earth” vuole infatti essere un “promemoria” per coloro che vedono i cartelli affinché possano chiedersi: “amo la Terra? Come sto esprimendo questo rapporto d’amore? Potrei fare di più?” In questo modo anche i semplici passanti sono incoraggiati a fermarsi un momento e riflettere sui propri sentimenti di responsabilità verso il pianeta. La pratica di Ono di usare semplici affermazioni, domande o istruzioni come un modo per “spostare “le percezioni, spesso profondamente, può essere fatta risalire alla fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta, quando in qualità di artista di avanguardia passò dal sollecitare il suo pubblico a interagire con le sue opere “fisiche” a presentare le “istruzioni” come atti artistici veri e propri. Il suo libro “Grapefruit”(1964) – (link alla recensione: https://marynowhere.com/2018/10/20/instructions-for-life-un-assaggio-di-grapefruit/), uno dei suoi lavori più influenti di sempre, che ispirò anche John Lennon nella composizione di Imagine, comprende una raccolta di inviti ed “istruzioni” al lettore, molti dei quali attirano l’attenzione sulla terra, il cielo, il vento e altri elementi naturali, coinvolgendolo attivamente nel processo creativo e alimentando la sua presa di coscienza nei confronti della Madre Terra. L’atto artistico, come sempre avviene nei lavori di Yoko, si realizza e si completa pertanto solo tramite l’interazione tra chi ha ideato l’opera e chi ne usufruisce. Un pensiero d’amore verso la Terra non è un gesto risolutivo, ma può portare ad una riflessione nell’ottica di raggiungere l’obiettivo della “terrestrità”.

Quello di “terrestrità” è un concetto fondamentale, che ognuno di noi è chiamato a fare proprio secondo le proprie possibilità, in qualità di attivista, artista, educatore, studente o cittadino. Perché non è la Terra ad appartenere all’uomo, ma è l’uomo ad appartenere alla Terra: pertanto è necessario, in tutti i modi possibili, alimentare la memoria storica, soprattutto quella del nostro passato recente, per costruire un futuro in cui la frase “I Love You Earth” non sia solo uno slogan, ma si realizzi in gesti, scelte e politiche concrete.

di Maria Macchia: https://marynowhere.com/2022/12/03/terrestrita-una-canzone-damore-per-il-pianeta/

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L’obiezione all’industria bellica

Laura Tussi

Il rifiuto della guerra è il filo che lega tante storie di singoli e di gruppi di lavoratori. L’obiezione professionale all’industria bellica è fatta di rallentamenti, sabotaggi, scioperi ma anche di progetti per la riconversione dell’industria bellica, osservatori sull’industria militare, proposte per la difesa civile nonviolenta. Abbiamo bisogno di recuperare la storia di chi, in tanti modi diversi, si è opposto e si oppone a eserciti, naia e guerre

Tratta da Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali

Mio nonno materno Luigi Belluschi è un esempio di obiezione professionale all’industria bellica. Durante il ventennio fascista e sotto l’occupazione nazifascista ha lavorato come operaio specializzato, ossia gruista sugli altiforni, presso la Breda di Sesto San Giovanni. Lavorava in produzione bellica per il regime nazifascista, ma da varie fonti, come l’archivio Aned di Sesto San Giovanni, è riemerso che veniva licenziato e in seguito riassunto più volte. Era infatti un sabotatore: rallentava la produzione bellica oltre a sabotare i tralicci del telefono con i suoi compagni. I fascisti venivano a cercarlo e mia nonna rispondeva che era in “produzione bellica”. Da varie fonti, da mia madre e da mio zio, risulta che non l’abbiano mai deportato nell’oltralpe e nei lager nazifascisti perché serviva a produrre le armi. Un lavoro estremamente faticoso e logorante sugli altiforni: lo hanno schiavizzato in Italia. Non lo hanno mai deportato, sebbene fosse comunista e avesse partecipato a Milano agli scioperi del 1943 e 1944. Era del 1904. Non apparteneva a formazioni partigiane, era un “cane sciolto”. Un Resistente e ha contribuito alla Resistenza antifascista.

Esempi di obiezione all’industria bellica

Caso significativo di obiezione all’industria bellica nel nostro Paese è quello degli 805 lavoratori delle officine Moncenisio di Condove vicino a Torino che il 24 settembre 1970 approvano all’unanimità in assemblea una mozione contro la produzione di armi dell’azienda. Il documento dice:

“I lavoratori delle officine Moncenisio, considerando che il problema della pace e del disarmo li chiama in causa come lavoratori coscienti e responsabili e che la pace è supremo interesse e massimo bene del genere umano, preoccupati dei conflitti armati che tuttora lacerano il mondo, diffidano la direzione della loro officina dall’assumere commesse di armi, proiettili, siluri o altro materiale destinato alla preparazione o all’esercizio della violenza armata di cui non possono e non vogliono farsi complici. Chiedono alle organizzazioni sindacali di appoggiare la loro strategia di pace. Invitano caldamente i lavoratori italiani in tutto il mondo a seguire il loro esempio di coerenti e attivi costruttori di pace”.

Un’iniziativa che ebbe larga eco e contribuì a dare nuovi impulsi alle lotte per le conversioni a fini pacifici delle industrie belliche.

I lavoratori pacifisti obiettori alla produzione di armi

Noti sono poi i casi di singoli lavoratori che si sono rifiutati di produrre armi: Maurizio Saggioro si rifiuta di produrre componenti per armi presso la Metalli Pressati Rinaldi di Bollate vicino a Milano. Nel gennaio 1981 chiede il trasferimento ad altro reparto, ma viene licenziato.

Nel 1983 Gianluigi Previtali si dimette dall’Aermacchi di Varese contro la produzione di armamenti.

Negli ultimi anni, i portuali del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (Calp) di Genova si sono più volte rifiutati di caricare le navi di armi.

E ancora dal comitato di riconversione RWM – azienda che produce ordigni bellici e bombe – in Sardegna è nata l’idea di ridare speranza al territorio attraverso un modello di impresa sostenibile, con un’economia pulita e posti di lavoro, dove la pace si mette in rete. Come l’operaio della RWM Giorgio Isulu che circa un anno fa ha iniziato il suo nuovo lavoro nell’azienda agricola “l’Agrumeto”.

L’antagonismo sindacale all’interno dell’Aermacchi di Varese

Intorno agli anni Ottanta del 1.900 nacque, nel contesto della Aermacchi di Varese, un gruppo di attivisti antimilitaristi grazie al sostegno della FLM in un primo momento e della Fim – Cisl in un secondo momento; un gruppo informale che promosse collette di solidarietà con popoli e movimenti vittime del fuoco delle armi italiane attraverso tecniche di conflittualità non convenzionali come scioperi, digiuni e collettivi di fabbrica per giungere nel 1986 alla disobbedienza civile attraverso l’aperta adesione di alcuni suoi componenti all’obiezione di coscienza congiunta all’uso del digiuno di cinque giorni contro gli euromissili, contro la corsa al riarmo e per denunciare nel 1988 l’Aermacchi in quanto industria violatrice degli embarghi Onu contro Iran e Iraq.


Una proposta di legge per la riconversione dell’industria bellica

La reazione nel gennaio del 1991 del direttivo aziendale fu largamente prevedibile: l’attivazione della cassa integrazione della cellula di lavoratori antimilitaristi. Espulsioni che crearono condizioni per la nascita nel 1991 del comitato cassintegrati Aermacchi per la pace e il diritto al lavoro, il quale grazie ai preziosi contributi del MIR, della Cisl, delle Acli e del comitato contro la guerra del Golfo di Busto Arsizio riuscì a portare le proprie lagnanze fino alla 21ª commissione del lavoro del parlamento, attraverso una struttura a rete. E nel 1993 a formulare una proposta di legge regionale per la promozione della riconversione dell’industria bellica formalmente presentata da una coalizione politica trasversale di centro sinistra.

Anche a seguito di questa iniziativa, prese avvio l’osservatorio sull’industria militare. A distanza di breve tempo per evitare ulteriore incremento di licenziamenti, Aermacchi riuscì a esercitare una pressione uguale per intensità e contraria per la finalità sulle istituzioni politiche sindacali volte a favorire l’approvazione in tempi brevi del nuovo modello di difesa. L’operazione raggiunse l’auspicato obiettivo soprattutto grazie a pezzi di sindacato di FIM, Fiom e Uilm.

In ottemperanza al principio costituzionale del ripudio della guerra di cui all’art.11 e al fine di favorire l’adempimento dei doveri inderogabili di  difesa della patria di cui all’art. 52, per Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta opposta al Nuovo Modello di Difesa si intende uno strumento di difesa che non comporta l’uso delle armi e alternativo a quello militare.

L’alternativa nonviolenta al nuovo modello di difesa

In primo luogo, sotto il profilo ideologico, l’interpretazione data dagli attivisti contrari al nuovo modello di difesa è di tipo ecopacifista ed è suffragata dalle analisi dei periodici Giano, il manifesto, Metafora verde, dalla rivista Capitiniana Azione nonviolenta e infine dagli studi di Allegretti editi dall’edizione cultura della pace.

Quanto alle istituzioni politico culturali nel cui ambito si muovono gli attivisti, queste sono la FNM – Cisl, IRES e la rete di formazione non violenta e l’IPRI, mentre gli strumenti di comunicazione di massa attraverso i quali hanno promosso una strategia di controinformazione antimilitarista sono stati: Alfazeta, periodico ufficiale della CISL, Radio Popolare e Avvenimenti. In secondo luogo l’attivismo con Nanni Salio segretario dell’IPRI, propone un’alternativa radicale seguendo le indicazioni di Galtung e Sharp al modello di difesa tradizionale che agevolmente possiamo riassumere nel modo seguente: l’attuazione a livello politico della nonviolenza non solo costituisce un reale pericolo per il totalitarismo dell’est ma anche e soprattutto per il capitalismo occidentale.


Il movimento per la pace e la nonviolenza

Una reale comprensione della nonviolenza ci consentirà di comprendere la natura profondamente sovversiva che la connota; infatti è il movimento per la pace che si fa portavoce della nonviolenza e ha come suo principale scopo quello di costruire una società civile profondamente diversa da quella attuale perché in grado di risolvere le varie tipologie di conflitti in modo nonviolento. Contrariamente ai modelli di difesa tradizionali, adattare a livello politico la difesa nonviolenta, equivale a conferire alla società civile la possibilità di risolvere i conflitti dimostrando in tal modo quanto profondamente legata sia alla nonviolenza la democrazia partecipativa.

Proprio per queste motivazioni è opportuno che il modello dell’attivismo sia esteso e rafforzato così come è opportuno democratizzare l’ONU istituendo nel suo contesto forze di intervento nonviolento.

Un esempio in questa direzione ci viene offerta dalla presenza delle Peace Building International in zone di guerra come il Guatemala, lo Sri Lanka o delle organizzazioni come i volontari della pace.


Bibliografia
– Pagani Elio, Alcune riflessioni sull’obiezione professionale alla produzione militare, su Approfondimenti – Mosaico di pace online 
Bibliografia di approfondimento
– Bobbio Norberto, Il problema della guerra e le vie della pace, Il Mulino, Bologna 2009
– Mastrolilli Paolo, Lo specchio del mondo. Le ragioni della crisi dell’ONU, Laterza, Roma 2005
– Mini Fabio, Perché siamo così ipocriti sulla guerra? Un generale della Nato racconta, Chiarelettere, Milano 2012
– Pugliese Francesco, Abbasso la guerra. Persone e movimenti per la pace dall’800 a oggi, Grafiche futura, Mattarello – Trento
Fonti analitiche
– Gagliano Giuseppe, Studi politico-strategici. La conflittualità non convenzionale nel contesto delle ideologie e dei movimenti antagonisti del novecento, Vol. II, edizioni New Press – Como, I Edizione 2007
– La scelta dell’obiezione di coscienza. Tutelare chi si oppone alle armi. Avvenire 9 Dicembre 2022, Primo Piano.

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Mosaico di pace. Intervista alla Professoressa Daniela Buffoni, Presidente di Docenti Senza Frontiere

di Laura Tussi (sito)

Mosaico di pace: intervista alla Professoressa Daniela Buffoni, Presidente di Docenti Senza Frontiere. Una realtà educativa e di impegno sociale da sostenere.

Intervista di Laura Tussi

Docenti Senza Frontiere (DSF) un’organizzazione molto creativa e proficua nei contenuti che propone. Quali sono i vostri intenti, le vostre proposte e soprattutto la vostra mission?

DSF è un’Associazione formata da docenti che, all’interno di un patto

educativo con le famiglie, intendono impegnarsi a favore del diritto

all’istruzione e all’educazione in ambito locale e internazionale. Raccoglie

anche la partecipazione e l’adesione di tutti coloro che credono nella scuola e

nell’apprendimento permanente come strumenti per affrontare con ottica

globale i cambiamenti attuali e per imparare a vivere insieme. DSF nasce

dalla riflessione sull’incisività educativa dei progetti di cooperazione

internazionale e ne sostiene l’integrazione nei curricoli disciplinari per

promuovere competenze di Educazione alla Cittadinanza Globale (ECG). E’

un’associazione indipendente e apartitica, senza fini di lucro che si propone

di sostenere il cambiamento sociale attraverso il riconoscimento

professionale dei docenti e del ruolo della scuola come motore trasformativo

della società, riconoscendosi nel pensiero pedagogico di Paulo Freire.

La mission di DSF è sintetizzata dal suo motto: “Costruire conoscenza con la

solidarietà”

COSTRUIRE : DSF sostiene un sapere costruito e non semplicemente

trasmesso, un’idea di alunno come parte attiva del processo di

apprendimento, “testa ben fatta” e non “testa ben piena”

CONOSCENZA: DSF promuove un sapere contestualizzato, che ha un

senso, che serve per stare al mondo e per incidere in modo competente,

autonomo e responsabile nel contesto sociale globalizzato.

CON LA SOLIDARIETÀ: DSF implementa un sapere conseguito con il “fare

insieme”: lavorare per progetti di solidarietà internazionale, attraverso un

approccio transdisciplinare

2)Quali campagne conduce e porta avanti con impegno DSF?

Dsf è costantemente impegnata nel supportare il diritto all’istruzione in ambito

locale e internazionale, anche attraverso l’attivazione di borse di studio.

Stiamo collaborando con scuole e agenzie educative per supportare il

conseguimento degli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 nella consapevolezza

che l’educazione alla sostenibilità e alla partecipazione “sostenibile” ha

bisogno di una cultura che la fondi per costruire un nuovo rapporto tra locale

e globale.

DSF promuove fin dalla sua nascita la campagna per l’adozione nelle scuole

di quaderni neutri, cioè privi di pubblicità, solidali perché grazie alla loro

adozione si rende possibile l’attuazione di progetti idi cooperazione

internazionale in difesa del diritto all’istruzione e etici in quanto

contribuiscono a trasmettere la complessità e l’interdipendenza delle sfide

globali per poter agire consapevolmente nella vita quotidiana come cittadini

attivi. I quaderni sono strumento che promuove processi educativi trasversali:

l’obiettivo etico e solidale diventa elemento facilitante la continuità tra gradi

diversi del percorso scolastico, dalla Scuola Primaria alla Scuola Secondaria

di Secondo Grado. Gli studenti dei licei artistici per poter realizzare le

copertine dei quaderni indagano la dimensione globale dei problemi attuali

utilizzando le competenze disciplinari conseguite e sperimentano così un

sapere agito.

I quaderni inoltre contribuiscono a consolidare alleanza educativa tra scuola e

famiglie, coinvolgendo tutti coloro che a vario titolo hanno a cuore l’istruzione,

credono nella solidarietà e si impegnano per ridare significato alla scuola

come agenzia di cambiamento sociale.

3)Come è possibile aderire a DSF?

L’adesione alla campagna è online su

shop.docentisenzafrontiere.org/soci

4)Secondo voi in quali istanze consiste il ruolo della scuola attuale?E come

praticate l’educazione alla cittadinanza globale?

Il ruolo della scuola nel contesto globale e complesso attuale è indicato dai

documenti normativi : da un lato deve educare alla consapevolezza che

tutto ciò che accade nel mondo influenza la vita di ogni persona; dall’altro che

ogni persona tiene nelle sue stesse mani una responsabilità unica e

singolare nei confronti del futuro dell’umanità. In sintesi: imparare a d

apprendere e imparare a stare al mondo. Da ciò deriva l’impegno rilevante

dei docenti di educare al futuro agendo nel presente: la sfida si affronta

soprattutto a livello culturale, i nostri giovani hanno bisogno di nuove

competenze, di allenarsi ad una nuova cittadinanza, di una scuola di qualità

per affrontare in modo cooperativo le sfide della globalizzazione. DSF offre

formazione ai docenti per implementare l’educazione alla cittadinanza in

dimensione globale non attraverso un curricolo a sé ma come selettore

curricolare,vettore di sviluppo di competenze disciplinari, personali e sociali.

E’ evidente il diffuso disinvestimento nel campo della cultura e dell’istruzione,

ignorando il ruolo che la scuola ha nel superare il momento di crisi e nel

promuovere una società pacifica.

DSF ribadisce la necessità di investire nella scuola, nella professionalità dei

docenti se si vuole diffondere sempre più una nuova postura mentale, una

nuova mentalità per comprendere e gestire i cambiamenti veloci e le sfide

ambientali. Negli ultimi decenni la scuola ha assorbito i mutamenti piuttosto

che promuoverli, si è faticosamente adeguata piuttosto che proporre percorsi

alternativi manifestando incertezze nostalgiche verso modalità di

insegnamento trasmissivo complici le misure restrittive anticovid: è tempo

che prenda piede un pensiero pedagogico finalizzato a formare cittadini

consapevoli e responsabili verso se stessi, gli altri, il mondo.

5) Un messaggio di DSF ai giovani di Fridays For Future e di Extinction

rebellion che sacrificano giorni di scuola per denunciare il potere e i potenti

del mondo in quanto speculano sulla tutela del pianeta

Cari giovani di Fridays For Future e di Extinction rebellion condividiamo le

motivazioni che vi spingono a manifestare per combattere la crisi climatica.

E’ urgente esprimersi con forza in nome di una giustizia climatica, chiedendo

alle persone di agire puntando sul cambiamento personale ed esigendo

azioni politiche veloci e incisive non solo per una questione ambientale, ma

soprattutto per ridurre le disparità di sviluppo. Cogliamo nel vostro modo di

denunciare un grande desiderio di partecipazione attiva: volete esserci! State

purtroppo riempiendo un vuoto educativo e decisionale che dovrebbe

appartenere alla politica. Avvertiamo anche il rischio che la spettacolarità

delle azioni, alle volte anche l’aggressività di episodi di violenza, offuschino il

vero obiettivo delle manifestazioni, diventino spettacolo, togliendo valore al

messaggio perseguito. Per questo vorremmo invitarvi a valutare la possibilità

di reinventare le modalità di lotta scegliendo, accanto agli scioperi e ai raduni,

di approfondire le problematiche legate al clima, di studiare, per partecipare

preparati e competenti nelle organizzazioni democratiche, nelle assemblee

scolastiche, nelle consulte, nelle circoscrizioni e incidere proponendo azioni

concrete e sostenibili. Richiamare attenzione non frequentando la scuola può

essere una modalità di forte impatto, ma non sostenibile nel lungo periodo.

Vorremmo invitarvi a considerare un’altra forma di lotta, più sistematica,

“interna”alle istituzioni: lo studio, la ricerca per sostenere un pensiero

alternativo, supportato da argomentazioni valide, condivise attraverso il

dialogo . Vi proponiamo un nuovo impegno per la giustizia climatica: usare la

conoscenza come sapere agito, come service learning per diffondere in modo

intenzionale e consapevole un nuovo modo di pensare e quindi di affrontare

l’urgenza climatica. E da parte nostra un grande incoraggiamento: affinchè le

cose crescano è necessario seminare, attendere e poi raccogliere. Forza!

Salviamo insieme senza frontiere la Terra, partendo da noi, dal cambiare le

nostre abitudini!

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PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI

su ODISSEA: https://libertariam.blogspot.com/2022/11/pi-u-libri-pi-u-liberi-p-iulibri-piu.html?m=1
 
 
Più libri più liberi è la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria e si svolge a Roma nel mese di dicembre. Più libri è la prima fiera italiana dedicata esclusivamente all’editoria indipendente dove ogni anno circa 500 editori, provenienti da tutta Italia, presentano al pubblico le novità ed il proprio catalogo. Cinque giorni e oltre 650 eventi in cui incontrare gli autori, assistere a reading e performance musicali, ascoltare dibattiti sulle tematiche di settore.
 
I Libri per la pace
Mimesis Edizioni sarà presente con gli ultimi libri di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici scritti in collaborazione con molte altre personalità del mondo della cultura, della politica, dello spettacolo, dell’attivismo sempre in prima linea per la pace e i diritti umani e contro ogni guerra e prevaricazione imperialista.
I principali titoli presentati da Mimesis Edizioni sono Riace. Musica per l’umanità, il celebre libro con intervista a Mimmo Lucano che è stato presentato in RAI da Fabio Fazio nella molto seguita trasmissione Che Tempo che fa. Poi sarà esposto Memoria e Futuro un autentico manuale di nonviolenza attiva con gli scritti di grandi uomini di Pace da Moni Ovadia a Alex Zanotelli a Vittorio Agnoletto. E non ultimo il libello Resistenza e Nonviolenza creativa che rappresenta una analisi descrittiva di azioni di donne e uomini più o meno celebri portatori di impegno contro la dittatura nazifascista, ma anche in epoca contemporanea, che hanno dato il loro piccolo e grande contributo per la pace, per i diritti umani e per un mondo libero da totalitarismi e ingiustizie e prevaricazioni sociali.
Pamphlet Ecologico è il libro postumo di Virginio Bettini a cura di Laura Tussi, Fabrizio Cracolici e Maurizio Acerbo con scritti di Paolo Ferrero e del giovane accademico e ricercatore di professione in un istituto universitario in Scozia David Boldrin Weffort che fin da piccolo ha conosciuto e si è formato sui saggi e i libri del noto ecologista di fama mondiale Virginio Bettini. Bettini sempre inserito nelle commissioni di inchiesta a livello mondiale contro il nucleare, insieme a Laura Conti, Barry Commoner, Alex Langer e Giorgio Nebbia. Saggio fondamentale. La follia del nucleare: come uscirne con la rete ICAN, campagna per il disarmo nucleare universale insignita del Premio Nobel per la pace 2017 di cui tutti noi attivisti per la pace e la nonviolenza siamo testimoni e instancabili promotori.
dulcis in fundo un Romanzo di Oliviero Sorbini dal titolo Le Rivelazioni. Un suggestivo racconto di narrazione che presenta una metempsicosi di vite e di ideali tra più protagonisti che rappresentano la molteplicità di noi attivisti che lottiamo contro le estreme minacce che incombono sull’umanità: la guerra e il nucleare, i dissesti climatici, la disuguaglianza sociale globale e per comprendere il tutto, la violenza strutturale contro i più fragili del pianeta.
 
Il progetto: Più libri più liberi. 
L’obiettivo è quello di offrire al maggior numero possibile di case editrici uno spazio per portare in primo piano la propria produzione, spesso “oscurata” da quella delle imprese più grandi, garantendogli la vetrina che meritano. Una vetrina d’eccezione nella capitale. Il vero cuore della fiera è il programma culturale: incontri con autori, reading, dibattiti su temi di attualità, iniziative per la promozione della lettura, musica e performance live scandiscono le cinque giornate della manifestazione in una successione continua di eventi.
[L. T.]

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BookCity 2022 – Resistenza e Nonviolenza creativa: un libro per la pace

di Laura Tussi (sito)

BookCity 2022 – Resistenza e Nonviolenza creativa: un libro per la pace

Libro di Laura Tussi

Prefazione di Alex Zanotelli

MIMESIS Edizioni

con scritti di Giorgio Cremaschi, Fabrizio Cracolici, Paolo Ferrero e altri attivisti

Un libro a più voci, sulle orme dei partigiani, per una nuova resistenza contro le minacce militare-nucleare, ecologico-climatica e della diseguaglianza sociale, con la forza della nonviolenza e gli strumenti della creatività.

In Italia abbiamo una settantina di bombe atomiche a Ghedi vicino a Brescia e ad Aviano in provincia di Udine e verranno adesso rimpiazzate dalle nuove e più terribili e sofisticate e mortifere bombe nucleari: le B 61-12.

E dobbiamo reagire non con la violenza, ma con la “nonviolenza creativa” cioè una nonviolenza che trova gli strumenti per dire no.

Per dire basta.

Significa disobbedienza civile, manifestazioni, e trovare tutte le strade che abbiamo per forzare tutti i poteri forti oggi a smetterla con questo pericolo nucleare. Ecco il lavoro che tocca a noi fare.

Resistenza e nonviolenza creativa: presentazione a Book City 2022

Libro di Laura Tussi, Mimesis Edizioni. Con Fabrizio Cracolici, Daniele Barbi, Gianmarco Pisa e con un messaggio di pace da Tiziana Pesce. Musica: Renato Franchi.

In collegamento con BookCity e Mondo Senza Guerre e Senza Violenza – Argonauti per la Pace

Forum Umanista Internazionale 2022

“Rendiamo reali le utopie, questo è il futuro!”

Sabato 19 Novembre 2022 ore 18

In STREAMING su Facebook @MSGSVFoppette 

Link di BookCity

Link Diretta Facebook

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La Pace salvata dalle bambine e dai bambini

La paix sauvée par les filles et les garçons

Peace saved by girls and boysPaz salvada por niñas y niños

La Pace salvata dalle bambine e dai bambini

I Bambini della pace

La storia dimostra che la guerra non risolve nessuna controversia internazionale e porta morte, distruzione, sofferenza, spostamenti di massa e crisi economica. Il rischio oggi, rispetto al passato, di utilizzare armi nucleari con il loro potenziale distruttivo per l’intera umanità è molto forte. Nonostante questo  ancora nessuno ha deciso di intraprendere una decisa azione per la Pace. Ecco perché c’è ancora bisogno che le scuole facciano la loro parte e che i bambini ed i ragazzi si mobilitino per salvare l’umanità dall’orrore della guerra. Accogliendo l’invito del Ministro dell’Istruzione che, con la circolare del 24/02/22, invitava a riflettere sul tema della Pace, ci siamo fatti promotori  di una proposta rivolta alle scuole di ogni ordine e grado di tutta l’Italia che ha poi ottenuto ampia condivisione. Un Flash Mob per la Pace che ha ottenuto tante adesioni in tutte le scuole. Permane tuttavia la necessità che le scuole parlino con i loro alunni e le loro alunne di Pace e Guerra. Per questo invitiamo tutte e tutti le/gli insegnanti a prevedere nella propria Programmazione Scolastica per tutto l’anno, l’ educazione alla Pace e alla Cittadinanza.

Un Ringraziamento particolare a Fabrizio Cracolici e a Laura Tussi per aver curato e realizzato questo video che potete  trovare  sulla  pagina di Youtube  https://youtu.be/besY2_BzS5ge . Per questo video sono state  utilizzate le immagini inviate dalle scuole italiane che il 4 aprile 2022 hanno partecipato al Flash Mob “La Pace sempre”,

Sulla Pagina facebook   https://www.facebook.com/Per-la-Pace-MCE-104530715563147  potete trovare tutti i materiali prodotti, anche quelli che non hanno trovato spazio nel video.

Ci scusiamo con l’Istituto Comprensivo di Cerea (VR)

che non compare, per un nostro errore, tra i partecipanti nei titoli di coda del video, ma ha partecipato attivamente con la Scuola dell’Infanzia di San Vito (VR). Ci scusiamo inoltre con l’Amministrazione Comunale e le Istituzioni Scolastiche di Soave, che si trova in provincia di Verona e non di Venezia, come indicato sempre per errore.

 

Movimento di Cooperazione Educativa – Gruppo Territoriale di Piacenza

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I BAMBINI DELLA PACE

“La Pace sempre”

Proposta di un Flash Mob internazionale “LA PACE SEMPRE”

I bambini della Pace

Vi segnaliamo con gioia il video – che potete  trovare  sulla  pagina di Youtube https://youtu.be/besY2_BzS5ge – che gli amici Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, hanno realizzato. Per questo video sono state  utilizzate le immagini inviate dalle scuole italiane che il 4 aprile 2022 hanno partecipato al Flash Mob “La Pace sempre”. Al Flash Mob hanno aderito il  MCE – Movimento di Cooperazione Educativa e la Fimem – Federazione Internazionale dei Movimenti di Scuola Moderna.

Sulla Pagina facebook   https://www.facebook.com/Per-la-Pace-MCE-104530715563147  potete trovare tutti i materiali prodotti, anche quelli che non hanno trovato spazio nel video.

Di Pace c’è molto bisogno. Da alcuni mesi la guerra in Ucraina non dà tregua e ci sono tante vittime, soprattutto civili, che sono coloro i quali più soffrono per questo orrore. Muoiono militari di entrambi gli eserciti, donne e bambini sotto i bombardamenti e altri vittime di attentati.  Nonostante questo sembra che ancora nessuno abbia deciso di intraprendere una decisa azione per la Pace. Per questo c’è ancora bisogno che le scuole facciano la loro parte e che i bambini ed i ragazzi si mobilitino per salvare l’umanità dall’orrore della guerra. Per questo invitiamo tutte le scuole a caratterizzare con proprie iniziative didattiche, la giornata di Mercoledì 21 settembre, “Giornata internazionale della pace” promossa dall’Onu.  Da parte nostra proponiamo e lavoreremo per arrivare ad organizzare nei prossimi mesi  un Flash Mob per la Pace, coinvolgendo scuole di tutta l’Europa e del Mondo intero, chiedendo la partecipazione dei Movimenti di insegnanti aderenti alla Federazione dei Movimenti di Scuola Moderna (Fimem – Federation Internationale des Mouvements d’Ecole Moderne) presente in tutti i continenti.

 

Roberto Lovattini

Movimento di Cooperazione Educativa – Gruppo Territoriale di Piacenza

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Together for peace

Istituto Comprensivo Nicolini Di Giacomo

Plesso Severino – Napoli

Nome del progetto: Together for peace

 

Finalità

L’obiettivo di questa esperienza è quella di aiutare gli alunni a comprendere e a conoscere la triste realtà della guerra così attuale e vicina a loro. Agli alunni saranno proposti esempi di vita e di scelte di vita per dire no alla guerra attraverso comportamenti ed azioni che mirano al bene comune e al rispetto delle regole fra stati, fra popoli, fra le persone di una città, fra compagni di scuola.

Partecipanti: Gli alunni delle classi quinte.

Questa iniziativa nasce in merito alla settimana di studio e di riflessione sul ruolo della donna nel contributo alla pace nel mondo. Ogni classe ha conosciuto ed approfondito una figura femminile che nel passato ha lavorato per la pace. Per le classi quinte le docenti hanno proposto di approfondire una figura femminile contemporanea che si impegna quotidianamente per la difesa della pace nel mondo e la tutela ambientale del nostro pianeta, la giornalista Laura Tussi.

Attraverso una mail è iniziato uno scambio relazionale di opinioni ed è stato proposto alla giornalista un’intervista online nella quale si rende disponibile, insieme a Fabrizio Cracolici, di rispondere alle domande che proporranno gli alunni.

  • delle classi quinte

Svolgimento

L’intervista avverrà il giorno 25 marzo dalle ore 12 alle ore 13 in modalità virtuale.

Gli alunni delle classi quinte somministreranno le domande ai due interlocutori in modo tale da interagire e creare un clima collaborativo ed attivo con i piccoli partecipanti. Poiché gli argomenti sono molto ampi ed abbracciano tante aree, una quinta si è concentrata sulla macroarea guerra/pace, l’altra sugli aspetti ecologici che comporta una guerra.

1)Con quali parole convincerebbe Putin a deporre le armi?

2)Sappiamo che in molte piazze d’Italia e d’Europa si stanno organizzando marce e manifestazioni per la pace, secondo lei servono davvero?

4)A noi bambini questa situazione preoccupa molto, quali sono gli scenari possibili per un futuro di pace?

5)Ma la guerra esiste solo tra Russia ed Ucraina?

6)Secondo lei, il bullismo e il cyberbullismo sono atti di guerra?

7)Abbiamo saputo che l’associazione “ICAN”, vincitrice del premio Nobel nel 2017, si interessa del disarmo nucleare, è un’associazione ancora attiva?

8) Quale ruolo hanno le associazioni per il disarmo nelle trattative diplomatiche?

9)In che modo questa energia nucleare “cattiva”, queste armi di distruzione di massa possono essere convertite in energia “buona” per l’uomo?

10)Gli attivisti per l’ambiente, come Greta Thumberg, ultimamente sembrano tacere in un momento in cui sarebbe stato importante sentire la loro voce. come mai? Cosa ne pensa?

Conclusione

Dall’intervista i ragazzi potranno imparare tanto… non solo da ciò che verrà loro trasmesso e condiviso ma sarà data loro la possibilità di vedere come vivere scegliendo comportamenti responsabili ed attivi per la pacenel mondo a partire dal loro quotidiano, nel loro ambiente familiare, tra i loro amici: stare bene con se stessi e con gli altri rispettando chi c’è accanto e le regole del vivere e del convivere per un mondo di Pace…

DATA

LE DOCENTI

17/03/2022

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Il maestro Bimbisvegli

Il maestro Bimbisvegli

Un maestro per fare scuola dal basso che fa rima con pace e Nonviolenza.
Intervista a Giampiero Monaca con il progetto Bimbisvegli

Giampiero Monaca, il maestro attivista che si ispira a Montessori, Don Milani, Freinet, Freire e molti altri illustri pedagogisti della storia dell’educazione per condurre e portare avanti un progetto condiviso da genitori e alunni e di impronta pedagogica ed educativa dal titolo Bimbisvegli che purtroppo ha incontrato il lassismo e il menefreghismo di alcune istituzioni.
Ma ne parlerà il maestro Monaca in questa intervista inedita e esclusiva per fare il punto della situazione sul progetto Bimbisvegli.

Un progetto in grado di smuovere in tutti i sensi le coscienze di grandi e piccoli sulla necessità di fare scuola dal basso e con i mezzi a disposizione.
Quando questi mezzi non vengono investiti nella guerra e per le spese militari e l’addestramento militaresco dei più piccoli, come in epoca fascista.
Giampiero, quali motivazioni ti hanno portato a seguire le orme dei grandi della pedagogia? 

Tutto l’avventuroso percorso con le bimbe e i bimbisvegli è nato dalla costante osservazione grata e meravigliata, dei meravigliosi “scatti cognitivi” cui siamo testimoni e in parte artefici insieme alle nostre alunne ed alunni, in classe, quasi quotidianamente. Come maestro ed adulto accompagnatore di questi “cuccioli d’uomo e donna” che crescono, non smetto mai di restare affascinato quando una di loro sviluppa il primo pensiero logico astratto, o uno di loro impara in modo definitivo il valore delle quantità o il senso del tempo. Questo camminare insieme, mi ha portato, sin da subito, a osservare quali e quanto profondi possano essere i pensieri dei bambini su temi sociali o umani, a volte la loro schiettezza disarmata e disarmante ha bisogno solo di piccole rimodulazioni per diventare un progetto o un ideale applicabile alla società, in grado di rendere il mondo un po’ più bello e giusto. Dice spesso Francesco Tonucci “una società a misura di bambino è migliore per tutti”. Ecco Bimbisvegli è quello spazio intellettuale e fisico, emotivo, cooperativo, aperto, nonviolento, solidale in cui i piccoli sono incentivati a progettare azioni per una società migliore per tutti.
Il termine stesso Bimbisvegli racchiude in sé i due pilastri su cui si incardina l’intero intervento educativo.
Bimbi: si sostengono negli alunni tutti i diritti basilari dell’infanzia, tutte le caratteristiche delle tappe evolutive che ognuno di loro attraversa, ponendo in essere attività prevalentemente basate su un approccio empatico, affascinante, coinvolgente, sensoriale.

Ricordandoci del delicato momento evolutivo in cui si trovano i bambini di età 6-11 anni, molte attività saranno introdotte con il gioco: fare tutto con il gioco, ma niente per gioco.

I bambini, piccoli individui in formazione, vengono accolti nel loro bisogno di esprimere la loro fantasia, emotività, corporeità, empatia.

Svegli: si riconosce ai bambini, futuri adulti, cittadini del mondo che sarà, importanza e diritto a osservare il mondo, porsi domande, trovare e proporre soluzioni: esprimersi con la consapevolezza di essere ascoltati.
Per sostenere e favorire questa inclinazione a coinvolgersi per il bene comune e diventare futuri cittadini, solidali, critici e attivi, si coinvolgono i bambini nella maggior parte delle decisioni di classe: si leggono notizie d’attualità, si presentano personaggi del passato e del presente, che con il loro esempio e con il coraggio di scelte coerenti hanno saputo illuminare e rendere il mondo più bello e giusto.
Siamo tutti “nani su spalle di giganti”, i nostri bambini che imparano grazie a noi a guardare un po’ più in là, ma anche noi insegnanti, io per primo non posso che riconoscere con gratitudine che l’esempio e le competenze professionali dei miei genitori (mamma super maestra montessoriana, papà educatore e sociologo) alle esperienze ed all’approfondimento del metodo scout e alle lezioni di pedagogia del professor Remo Fornaca e di psicologia dell’età evolutiva dei professor Rocco Quaglia ed Aldo Bertinetti, hanno rappresentato per me un substrato di metariflessione e di formazione assai fertile.

Bimbisvegli, tra l’altro, è un progetto molto flessibile e può essere praticato in città come in contesto rurale e, praticamente a costo zero, fatto questo non da poco data le ristrettezze dei finanziamenti e la tendenza a sospingere principalmente progetti patrocinati da enti bancari e benefattori che in cambio richiedono, quasi sempre, una qualche complicità con il sistema capitalistico o finanziario.

Bimbisvegli no, è un progetto praticato da persone libere, che mira alla formazione di persone libere, sin da piccoli.

l’Italia spende quotidianamente 98 milioni di euro per sovvenzionare l’intero apparato militare del nostro Paese. Quando ricordo questo dato a scuola, solitamente gli adulti sono increduli, i bambini si indignano fortemente.

Grazie all’esercizio della “matematica con i numeri giusti” è facile impostare problemi che evidenziano quanti serramenti isolanti per le nostre scuole, o quante palestre, o addirittura quante scuole o ospedali in paesi poveri si rinuncia a finanziare. Ogni settimana, sopra le nostre teste passano due caccia militari da addestramento che dall’aeroporto di Cameri vanno a quello di Pisa. Con i bambini e le bambine, ricordiamo che solo di carburante viene bruciato il valore di 80000 dosi di vaccino o di 25 apparecchiature di ventilazione o lo stipendio annuo di 10 infermieri e 5 medici.

 

Il modello scolastico Bimbisvegli può definirsi un progetto disarmista, antimilitarista, nonviolento e per la pace? 

Certamente lo è nel quotidiano, come si può desumere dagli esempi qui sopra, ma anche grazie ad alcuni strumenti specifici come, ad esempio la “linea del tempo dei disobbedienti che han reso il mondo più bello e in ogni aula è presente una linea del tempo sulla quale vengono inseriti personaggi significativi dei quali via via, la classe prende consapevolezza.

Ogni evoluzione, ogni scoperta, sia a livello storico/sociale, che bio/fisiologico avviene per divergenza dalla norma e dalle consuetudine. Il coraggio di cambiare idea, di scegliere la propria strada, di essere originali con l’obiettivo di trovare soluzioni a situazioni di ingiustizia per rendere il mondo migliore e la società più equa, viene presentato grazie a personaggi del passato ed attuali che lo hanno incarnato: da Antigone a Don Milani, da Yehoshua Ben Youssef a Montessori, da Ipazia a Vittorio Arrigoni, da Luther King a Renato Accorinti, da Greta Thunberg a David Grassi, da Falcone e Borsellino a Peppino Impastato. Tutti trovano il proprio posto, sotto forma di figurine disegnate dai bimbi e poste in questa semplice linea del tempo (posta al di sopra della lavagna), via via che se ne parla in classe, diventando una specie di “pantheon laico” che contemporaneamente permette a tutti di avere continuamente un riferimento etico e storico temporale.

In quale personaggio della nonviolenza ti rispecchi maggiormente?

Non oso accostarmi ad uno o una nello specifico, certamente Rosa Parks e Danilo Dolci, Peppino Impastato, Vittorio Arrigoni…come ho scritto nella dedica del film Antigone, girato insieme ai nostri alunni e visibile su youtube, a noi spetta soprattutto trovare il nostro personale equilibrio tra il coraggio di ardere, illuminando la strada agli altri e la forza di sopravvivere per raccontare la storia raccogliendo il testimone. Tra Antigone e tra Peppino e Giovanni Impastato, tra M.L.K e Rosa Parks. Una anticipazione: stiamo sottotitolando il film Antigone in ebraico e palestinese, affiancando i titoli in ogni scena, rendendo simbolicamente possibile la visione del film da una platea mista, in una notte di tregua tra fratelli in guerra. E’ quasi il succo della scuola stessa: imparare la storia passata per riconoscere ed evitare qualche errore futuro.

 

Come trovi la forza di continuare nonostante il menefreghismo e il lassismo delle istituzioni?

“Due strade incontrai nel bosco ed io ho scelto quella meno battuta, questo ha fatto tutta la differenza” sarò idealista, ma quando ho ascoltato questi versi di Frost da Robin Williams in “L’attimo fuggente” mi è cambiata profondamente la vita, ed ancora oggi, in tutta questa vicenda di confronto con le scelte di colei che percepisce lo stipendio da dirigente della mia scuola, mi sono reso conto che da sempre ogni mia scelta personale e professionale è sempre stata in qualche modo diretta verso strade alternative, forse per spirito di esplorazione o per creatività, senza giudizio per chi sceglie altri percorsi, sono fatto così.
In un futuro prossimo potremo attivare una innovativa collaborazione che sposa le nostre cause comuni tramite le presentazioni dei libri che trattano di Resistenza e Nonviolenza creativa, dal Premio Nobel per la pace per il disarmo nucleare universale con note di Resistenza tra Memoria e futuro per una nuova umanità?

Speriamo davvero, il mondo ha sempre bisogno di costruttori di pace, lo dimostrano, se mai ci fosse stato bisogno di una conferma, gli eventi di crisi internazionale. La pace vera, basata su libertà e giustizia, deve essere sperimentata vissuta, introiettata, con occhi aperti come bimbe e bimbisvegli, che imparano sin da piccoli come funziona il mondo ed imparano per essere cittadini critici ed affidabili, persone felici e solidali, impegnate a rendere il mondo un po’ più bello e giusto.

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