Pubblicato il Lascia un commento

L’informazione della libertà

I social network etici consentono un’informazione realmente universale e immediata nella popolazione

L’informazione della libertà

I manifesti, i volantini, i giornali murali, hanno svolto e svolgono una funzione propagandistica, informativa e organizzativa molto importante. Si pensi al ruolo durante la prima guerra e la seconda guerra mondiale o nella lotta della Resistenza.

Il ruolo dei manifesti nella storia. Dalla scuola per l'educazione alla pace

Negli ultimi decenni l’aumentata diffusione di giornali quotidiani e la presenza della radio, della televisione, e soprattutto delle nuove tecnologie, dei social network etici hanno consentito un’informazione realmente universale e immediata nelle masse della popolazione.

Fino alla fine del secolo scorso il manifesto o il giornale murale aveva un valore determinante nei rapporti di comunicazione tra dirigenti politici e le masse popolari.

Un grande fenomeno storico assai recente come la rivoluzione russa, vide un enorme uso di manifesti, manifestini, giornali murali per informare e mobilitare le masse rivoluzionarie. Negli anni del nostro Risorgimento e nell’Italia di allora, nella quale molta della popolazione era costituita da analfabeti, l’unico mezzo per comunicare decisioni importanti e talvolta di portata storica che venivano presi, erano i manifesti murali.

Questi erano letti da coloro che potevano farlo, come le persone colte o comunque appartenenti alla borghesia e i ceti più ricchi e le notizie venivano diffuse oralmente fra gli altri cittadini che non erano nemmeno nelle condizioni di leggere questi avvisi.

Le condizioni quindi della diffusione delle notizie erano talmente diverse da quelle dei nostri giorni e questo può essere il punto di partenza per avviare una riflessione sull’argomento soprattutto con i giovani studenti di storia. Si tenga conto che spesso nei volantini, negli avvisi e nei manifesti appaiono notizie che le costruzioni storiche successive hanno dimostrato non vere: essi erano evidentemente frutto di comunicazioni sbagliate ricevute da chi doveva redigere gli avvisi e ciò può far riflettere anche sulla maggiore possibilità di errori nelle informazioni dovute alle imprecisioni della trasmissione orale delle notizie.

Si pensi infatti che talvolta le informazioni sui risultati delle battaglie venivano comunicate da staffette a cavallo che riferivano in modo parziale e iniziati gli avvenimenti o magari giungevano a destinazione mentre sul campo di battaglia le sorti della lotta venivano modificate all’ultimo momento.

Visti in rapporto ai loro contenuti, i manifesti e i giornali murali sono storicamente importanti e interessanti, si riferiscono spesso a opinioni di parte e quindi contengono tutte le amplificazioni e le modificazioni dei fatti in senso positivo e negativo dettati dalla passione politica.

Questo consentirà perciò, quando si potranno offrire manifesti e documenti di parti avverse, un utile confronto che è lo stesso confronto al quale sono costantemente abituati gli storici nel loro lavoro.

E’ da esso che nasce la ricostruzione esatta dei fatti avvenuti.

Ma anche in tempi vicini a noi, anche in questi anni, i manifesti, i volantini, i giornali murali, hanno svolto e svolgono una funzione propagandistica, informativa e organizzativa molto importante.

Si pensi al ruolo durante la prima guerra e la seconda guerra mondiale o nella lotta della Resistenza.

Gli eserciti che si affrontavano sui più diversi e lontani campi di battaglia gettavano manifesti con gli aerei sulle città e villaggi del nemico per invitare alla diserzione, alla pace e alla resa, le truppe di occupazione comunicavano ordini perentori alla popolazione proprio con i manifesti murali.

Ogni lotta clandestina, dalla Resistenza antinazista e antifascista alla lotta per la libertà in Spagna o in Grecia, alla lotta di liberazione del Vietnam, ha avuto e aveva bisogno di manifesti murali di volantini, dei giornali clandestini per comunicare le notizie che gli occupanti e i dittatori non vogliono far circolare, per organizzare i gruppi di resistenza, per informare la gente comune, per non fare sentire soli coloro che sono oppressi e sperano in una migliore condizione umana e sociale. E le lotte sociali, le battaglie elettorali di oggi vedono anche esse un grande uso di manifesti di ogni tipo.

Essi divengono spesso l’espressione dell’opinione delle minoranze, degli esclusi, delle classi sociali subalterne che non possono diffondere le proprie opinioni attraverso i grandi canali di comunicazione: la stampa quotidiana legata al grande capitale, la radio e la televisione così come le nuove tecnologie e i nuovi mezzi di comunicazione.

Le lotte dei neri americani, degli studenti, degli operai vedono un grande uso dei manifesti.

L’altra America, l’altra Italia in genere l’altra umanità cioè i milioni di poveri, gli esclusi, i lavoratori che si battono per una società più libera, più uguale, trovano nei manifesti murali fogli che si diffondono fuori dalle fabbriche o dalle università o nei comizi uno strumento sempre attuale di informazione e di organizzazione.

Anzi la caratteristica della storia del manifesto degli ultimi 100 anni è proprio questa, che da mezzo di sola informazione è divenuto via via sempre più uno strumento fondamentale di organizzazione politica e sociale, quindi un elemento importante nella creazione dei fatti storici.

Crediamo perciò che i manifesti, gli avvisi, i giornali murali siano tra le testimonianze didatticamente più importanti che si possono offrire a coloro che studiano la storia. Esse non sono riservate ad atti di archivio nei quali derivano soltanto i fatti decisi nelle cancellerie o dai governi fra pochi uomini, fra coloro che dirigono le vicende umane, ma rappresentano la testimonianza più autentica del continuo contatto tra i gruppi dirigenti rivoluzionari, i conservatori, fra i capi quindi delle diverse parti in contesa e le moltitudini che ispiravano quelle lotte che dovevano seguire e subire gli interessi di ristretti ceti dominanti.

Infine, sui manifesti si può organizzare uno studio storico, soprattutto cercando di mettere in luce quali fossero appunto i rapporti tra le masse e i gruppi dirigenti, con essi si possono anche affrontare problemi linguistici considerando le caratteristiche della lingua italiana dei secoli scorsi e le speciali espressioni adoperate per chiarire dei particolari avvenimenti.

Ma, certamente, non sono soltanto i manifesti a documentare il passato lontano e recente, non si può credere che essi soltanto siano fonti della storia.

Così nell’offrire a scuola raccolte e riferimenti di manifesti, di avvisi, di volantini dedicati a avvenimenti importanti remoti o vicini, si possono completare, a livello didattico, con pagine di giornali, con documenti privati, con atti di archivio che possono così tutti insieme dare un’immagine la più ricca possibile di quell’epoca di quel momento della nostra storia.

L’importante è avere i dati per rivivere, in quei giorni, in quegli anni.

Dalla memoria dei materiali informativi del passato al futuro dei nuovi mezzi di comunicazione, l’informazione deve essere sempre libera e alla portata della maggioranza delle popolazioni.

Articoli correlati

  • Pace a colori

    PACE
    Illustrazioni, manifesti e disegni di dossier che trattano di conflitti e pace

    Pace a colori

    Proprio nel poter confrontare le innumerevoli soluzioni grafiche proposte nei vari dossier che trattano di conflitti e pace e guerre nel mondo è facile osservare subito alcuni fattori dominanti come il ricorso massiccio a simboli universalmente riconosciuti
    27 agosto 2021 – Laura Tussi
  • Giochi senza frontiere didattiche

    PACE
    L’Associazione GiocOvunque nasce dieci anni fa

    Giochi senza frontiere didattiche

    Il progetto, prodotto da GiocOvunque e da Reservoir film, con la collaborazione del compositore Tiziano Fantappiè, nel settembre 2020, è uscito con il primo episodio UNA GIORNATA DA BIMBISVEGLI, dedicato al progetto omonimo del maestro di Serravalle d’Asti, Giampiero Monaca
    24 agosto 2021 – Laura Tussi
  • "Il cortile degli oleandri"

    CULTURA
    Racconto antifascista di Rosaria Longoni

    “Il cortile degli oleandri”

    Questo è il nuovo racconto di Rosaria Longoni tratto dal suo ultimo romanzo Il cortile degli oleandri, che narra la storia di una famiglia, immigrata in Brianza durante la seconda guerra mondiale, solidale con Resistenti, Renitenti e Partigiani nel periodo nefasto dell’incubo nazifascista
    19 agosto 2021 – Laura Tussi
  • Canzone per Bimbisvegli

    PACE
    In un video e in una canzone il percorso di Bimbisvegli

    Canzone per Bimbisvegli

    Una canzone di Marco Chiavistrelli narra il metodo pedagogico Bimbisvegli del maestro Giampiero Monaca e un filmato accompagna le rime e le note della canzone
    9 agosto 2021 – Laura Tussi
Pubblicato il Lascia un commento

Giochi senza frontiere didattiche

L’Associazione GiocOvunque nasce dieci anni fa

Giochi senza frontiere didattiche

Il progetto, prodotto da GiocOvunque e da Reservoir film, con la collaborazione del compositore Tiziano Fantappiè, nel settembre 2020, è uscito con il primo episodio UNA GIORNATA DA BIMBISVEGLI, dedicato al progetto omonimo del maestro di Serravalle d’Asti, Giampiero Monaca

GiocOvunque...anche a scuola!

GiocOvunque: idee per una bella scuola

L’Associazione GiocOvunque nasce dieci anni fa, nel 2011, dall’azione di un gruppo di amici, a vario titolo professionisti e formatori nel campo dell’animazione e del gioco. L’idea è stata quella di avere uno strumento autonomo e indipendente, anche dalle proprie realtà lavorative, per la realizzazione di progetti, eventi, attività legate al gioco in tutte le sue forme e con l’obiettivo specifico di riuscire a portare il gioco ovunque.
Il logo dell’Associazione, un uovo che rompendosi fa uscire un dado, vuole sottolineare però anche l’aspetto della sorpresa, della serendipità: trovare qualcosa di buono, di giocoso e di coinvolgente anche quando non lo stiamo cercando. Per questo coloro che gravitano attorno a GiocOvunque sono tutte persone attente a quello che succede intorno a loro e sempre pronte a trovare lo spunto che possa diventare progetto.

L’Associazione quindi non è e non è mai stata un circolo privato di giocatori: al contrario, è aperta alle sollecitazioni di chiunque voglia dare dignità al Gioco, come straordinario strumento di condivisione, di relazione fra le persone, di cultura e di vita.

Diffondere la Cultura del Gioco ovunque, a tutti i livelli, nelle famiglie e nelle amministrazioni pubbliche, nelle scuole e nelle comunità, nei gruppi professionali e nei gruppi informali, nelle aziende e nelle associazioni, nelle cooperative che svolgono servizi alla persona e nelle diverse forme di organizzazioni territoriali, nei locali, nei luoghi di ritrovo e nei centri di aggregazione, è quindi il fine principale di tutte le nostre azioni.

Abbiamo quindi sempre cercato di pensare contemporaneamente il Gioco sia come fine (anche a se stesso) sia come mezzo, strumento per il benessere delle persone.
In questi anni di attività GiocOvunque ha principalmente:

– organizzato occasioni di formazione per educatori, animatori, operatori di cooperative sociali sul Gioco come strumento di azione e di lavoro, adatto a tutte le diverse tipologie di utenza: bambini e bambine, giovani, diversamente abili, anziani;

– gestito spazi gioco per gli avventori di locali, pub, ritrovi e circoli, con progetti calendarizzati e continuati, credendo che giocare insieme sia il modo migliore per conoscersi e socializzare in modo sano;

– favorito la diffusione di giochi poco conosciuti, quali ad esempio i giochi di lancio, organizzando tornei, senza l’ansia di far diventare questi giochi sport o ingabbiandoli in sedicenti “federazioni”.

Proprio perché l’Associazione non si è mai considerata un club avulso dalla realtà sociale, negli ultimi anni GiocOvunque si è anche battuta per alcune importanti campagne di sensibilizzazione, ponendole spesso al centro della sua azione.

Ha partecipato all’iniziativa Mi azzardo a dirlo, che ha contribuito a limitare la comunicazione ingannevole prodotta dai media sul gioco d’azzardo, evidenziando la differenza fra Gioco e Azzardo.

Ha deciso di sostenere, fin dal suo lancio come gruppo Facebook, il movimento Basta Compiti, creato dal dirigente scolastico Maurizio Parodi, sulla problematica dei “compiti a casa”. Ha, proprio per rendere più ampia la diffusione delle idee del movimento, prodotto il film documentario BASTA COMPITI, un mediometraggio di 40 minuti, realizzato da Giovanni Lumini e Rossano Dalla Barba, con la supervisione di Parodi, che ha avuto la sua prima nazionale a Iglesias, nel maggio 2019.

Credendo che il Gioco a Scuola sia uno strumento indispensabile da usare per favorire l’apprendimento e renderlo piacevole e diretto, l’ultimo progetto in ordine di tempo che l’Associazione sta lanciando è quello dei Racconti GiocOvunque – Idee per una bella scuola, una ricerca videocinematografica in tutta Italia delle storie e delle realtà di scuola pubblica dove si riesce a praticare una didattica nuova, inclusiva, giocosa e nella quale sono le bambine e i bambini al “centro della scena”. Il progetto, prodotto da GiocOvunque e da Reservoir film, con la collaborazione del compositore Tiziano Fantappiè, si articola in episodi di 15/20 minuti e, nel settembre 2020, è uscito il primo episodio UNA GIORNATA DA BIMBISVEGLI, dedicato al progetto omonimo del maestro di Serravalle d’Asti, Giampiero Monaca.

 

Riferimenti e link
Sito

www.giocovunque.it

 

Canali Youtube

Basta Compiti – il film https://www.youtube.com/channel/UCvqRdse7h8iHSf8qQLvchRw

Racconti GiocOvunque https://www.youtube.com/channel/UCeuHB9TWFx1g0gu6Sxb3qpQ

Racconti GiocOvunque

Primo episodio UNA GIORNATA DA BIMBISVEGLI https://youtu.be/Q6o759U54wQ

 

Pagine Facebook

Basta Compiti – Il documentario https://www.facebook.com/bastacompitifilm

Racconti GiocOvunque https://www.facebook.com/raccontigiocovunque

 

Altri riferimenti

Sito per la campagna Mi Azzardo a Dirlo www.miazzardoadirlo.it

Sito internet Basta Compiti curato da Maurizio Parodi www.bastacompiti.it

Gruppo FB Basta Compiti curato da Maurizio Parodi https://www.facebook.com/groups/643743305723538/

Articoli correlati

  • Pace a colori

    PACE
    Illustrazioni, manifesti e disegni di dossier che trattano di conflitti e pace

    Pace a colori

    Proprio nel poter confrontare le innumerevoli soluzioni grafiche proposte nei vari dossier che trattano di conflitti e pace e guerre nel mondo è facile osservare subito alcuni fattori dominanti come il ricorso massiccio a simboli universalmente riconosciuti
    27 agosto 2021 – Laura Tussi
  • "Il cortile degli oleandri"

    CULTURA
    Racconto antifascista di Rosaria Longoni

    “Il cortile degli oleandri”

    Questo è il nuovo racconto di Rosaria Longoni tratto dal suo ultimo romanzo Il cortile degli oleandri, che narra la storia di una famiglia, immigrata in Brianza durante la seconda guerra mondiale, solidale con Resistenti, Renitenti e Partigiani nel periodo nefasto dell’incubo nazifascista
    19 agosto 2021 – Laura Tussi
  • Canzone per Bimbisvegli

    PACE
    In un video e in una canzone il percorso di Bimbisvegli

    Canzone per Bimbisvegli

    Una canzone di Marco Chiavistrelli narra il metodo pedagogico Bimbisvegli del maestro Giampiero Monaca e un filmato accompagna le rime e le note della canzone
    9 agosto 2021 – Laura Tussi
  • Renato Accorinti per Bimbisvegli

    PACE
    Renato Accorinti sostiene Giampiero Monaca

    Renato Accorinti per Bimbisvegli

    Messaggio di Renato Accorinti, insegnante, già Sindaco di Messina in solidarietà con il metodo pedagogico Bimbisvegli del maestro Giampiero Monaca
    3 agosto 2021 – Laura Tussi
Pubblicato il Lascia un commento

Le biblioteche tra memoria e futuro

La conoscenza delle biblioteche scolastiche tra memoria e futuro

Le biblioteche tra memoria e futuro

Le biblioteche scolastiche purtroppo sono poco valorizzate e i progetti su di esse scarseggiano di risorse con i tagli economici da parte del ministero e con la politica sempre più lontana dalla possibilità di un loro potenziamento

Le biblioteche tra memoria e futuro

La conoscenza delle biblioteche scolastiche tra memoria e futuro.

Le biblioteche cosiddette scolastiche, ossia situate nelle scuole secondarie di primo grado, purtroppo sono poco valorizzate e i progetti su di esse scarseggiano di risorse con i tagli economici da parte del ministero e con la politica sempre più lontana dalla possibilità di un loro potenziamento. Come diceva Seneca: se hai una biblioteca e un orto possiedi tutto. Questo detto dovrebbe avere piena attuazione nelle scuole di ogni ordine e grado.

In molti istituti dove ho insegnato, esistono importanti biblioteche per la qualità dei contenuti librari.

Quasi ogni scuola possiede una biblioteca con molti volumi storici e collegati a percorsi storiografici degli eventi contemporanei del territorio e alle memorie storiche della resistenza e delle deportazioni, perlopiù nelle scuole dell’hinterland milanese e nella provincia di Monza e Brianza dove il fenomeno resistenziale è stato molto preponderante.

I libri delle biblioteche scolastiche potrebbero essere adeguatamente catalogati e posti in archivi online e in database fruibili da un’utenza che spazia dai docenti agli studenti, dai genitori al personale scolastico.

Inoltre ogni docente adibito alla gestione di queste biblioteche della memoria e del futuro potrebbe trasformare il proprio progetto in un “fiore all’occhiello” dell’istituto stesso, anche tramite partenariati con associazioni, patrocini di enti e patronati di istituzioni.

Si potrebbero organizzare attività di lettura ad alta voce e laboratori di scrittura creativa aperti a tutti, ricollegandosi alla memoria storica del tessuto territoriale, partendo dai temi ampi del pacifismo fino alla storia della Resistenza e delle Deportazioni tramite le narrazioni degli orrori del cosiddetto secolo breve.

Il docente incaricato potrebbe scrivere recensioni, schede didattiche, percorsi di lettura, trasposizioni teatrali, per ogni libro, fruibili dall’intera comunità scolastica e dal territorio. Inoltre si potrebbero organizzare incontri e convegni a tema con esperti, studiosi, giornalisti per ampliare e far emergere la consapevolezza della ricchezza di tali biblioteche.

Purtroppo le potenti politiche alquanto miopi e completamente assenti e prive di lungimiranza non solo relativa al portato culturale bibliotecario, ma anche didattico e formativo, hanno impedito a molti docenti di accedere al ruolo nelle biblioteche delle scuole secondarie di primo grado che rappresentano un autentico patrimonio inestimabile per la didattica e le attività formative nel loro complesso.

Una biblioteca racchiude tutto il bene dell’umanità. È un patrimonio inestimabile.

Queste biblioteche diventano un luogo di ritrovo nell’ambito della cultura e custodiscono potenzialità di esercizio mentale complesso e multifunzionale, creativo, proprio per fare formazione e aprire le menti al valore del passato storico, della memoria degli eventi, per recuperare un ideale inestimabile e imprescindibile come quello della pace che è soprattutto un diritto inalienabile sancito dalle costituzioni e dal diritto internazionale.

È nostro dovere coltivare la pace ripercorrendo i contenuti delle costituzioni nate dall’antifascismo, sancite con il sacrificio di partigiani, di deportati, di resistenti e di tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione e costruzione di un altro futuro possibile all’insegna del cambiamento per porre fine alla guerra, per l’intera umanità martoriata dal secondo conflitto mondiale. Questo rappresenta un alto monito ideale di civiltà utile a tutte le cittadinanze e non solo.

Le biblioteche scolastiche si aprono al mondo, alla memoria del passato per un nuovo futuro possibile e quanto mai necessario, come possibile e necessario è il progetto di tante biblioteche sul territorio nazionale.

Dunque come fare per poter valorizzare e potenziare questo immenso patrimonio culturale e formativo non solo locale, ma anche nazionale?

Le politiche scellerate perpetrate di anno in anno con ingenti tagli di risorse economiche e di personale alle scuole pubbliche hanno praticamente distrutto i più meritevoli progetti.

Nel mondo antico le biblioteche rappresentavano autentiche ricchezze. Si pensi, ad esempio, alla sontuosa e mitologica biblioteca di Alessandria d’Egitto, dove le genti, gli intellettuali, confluivano da tutto il mondo per fare tesoro e attingere dagli incunaboli preziosi, dai manoscritti minuziosi fino alle pergamene elaborate dagli amanuensi presenti negli archivi bibliotecari.

La comparsa e l’incremento delle nuove tecnologie ha sminuito il ruolo delle biblioteche come centro di aggregazione, educazione e trasmissione didattica informativa e formativa del sapere. Per superare il deficit del fenomeno delle tecnologie e dei social network virtuali è necessario recuperare il significato della collettività, l’importanza dell’incontro interpersonale, il significato di ritrovarsi attraverso la lettura e lo studio che non sono solo una dimensione individuale della preparazione culturale, ma diventano simboli, sistemi, ambiti di recupero del vivere comunitario e collettivo, dell’apprendimento collegiale e plurale.

Le biblioteche nelle scuole devono essere valorizzate e il loro ruolo deve essere sancito nell’ambito della programmazione didattica per una formazione completa che coinvolga la cittadinanza attiva, la comunità intera, in un grande percorso di recupero anche del disagio esistenziale giovanile e in generale più complesso, che permea, nella nostra attualità, gran parte del tessuto sociale delle città e delle periferie.

Il sapere, lo studio e la dedizione culturale verso il conoscere tramite la lettura e la scrittura sono fattori importanti per la crescita di ogni persona, concepita nella propria complessità emotiva, culturale, psicologica, in ogni dimensione dell’essere della propria identità inserita in contesti molteplici e plurali, che formano tutti i soggetti, a partire dagli studenti a una innovativa cittadinanza attiva che ci vede non solo abitanti di questo mondo, ma soprattutto figlie e figli di un contesto universale.

Articoli correlati

  • La bicicletta di Giulio

    PACE
    Canzone e video per Giulio Regeni

    La bicicletta di Giulio

    Testo e musica di Marco Chiavistrelli noto compositore e cantautore che ha cantato con varie personalità del mondo dello spettacolo da Battiato a De Gregori, dai Nomadi agli Area, da Guccini a Bennato e è impegnato in movimenti alternativi con importanti lotte sociali
    29 luglio 2021 – Laura Tussi
  • Il cortile degli oleandri

    CULTURA
    Libro

    Il cortile degli oleandri

    È stata per noi una grande sorpresa e un immenso piacere, poter leggere “Il cortile degli oleandri”, opera della cara amica Rosaria Longoni. Un libro intenso, scritto con il cuore e con la consapevole volontà di tramandare una memoria importante: una memoria capace di trasmettere emozioni e valori
    23 luglio 2021 – Laura Tussi
  • Alex Zanotelli sostiene Giampiero Monaca

    PACE
    Bimbisvegli: scuola aperta e all’aperto

    Alex Zanotelli sostiene Giampiero Monaca

    Messaggio di Alex Zanotelli in solidarietà con il Maestro Giampiero Monaca per sostenere il diritto al metodo pedagogico “Bimbisvegli”
    20 luglio 2021 – Laura Tussi
  • Giampiero Monaca in digiuno per il diritto al metodo "Bimbisvegli"

    PACE
    Scuola

    Giampiero Monaca in digiuno per il diritto al metodo “Bimbisvegli”

    Da più di un mese il caro amico Giampiero Monaca è in digiuno, un digiuno di giustizia per affermare prima di tutto il diritto e dovere che ha un maestro di educare i suoi alunni secondo un metodo che pone le basi sull’insegnamento dei grandi maestri della pedagogia nonviolenta
    17 luglio 2021 – Laura Tussi
Pubblicato il Lascia un commento

Alex Zanotelli sostiene Giampiero Monaca

Bimbisvegli: scuola aperta e all’aperto

Alex Zanotelli sostiene Giampiero Monaca

Messaggio di Alex Zanotelli in solidarietà con il Maestro Giampiero Monaca per sostenere il diritto al metodo pedagogico “Bimbisvegli”

Messaggio di Alex Zanotelli

Bimbisvegli: scuola aperta e all’aperto

Messaggio di Alex Zanotelli in solidarietà con il Maestro Giampiero Monaca per sostenere il diritto al metodo pedagogico “Bimbisvegli”

A cura di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

Vorrei esprimere la mia totale solidarietà al maestro Giampiero Monaca, che adesso sta facendo lo sciopero della fame e della sete.

Totale solidarietà perché è un maestro come Don Milani.

Il suo metodo di fare scuola in maniera molto semplice, all’aperto, facendo stare i ragazzi insieme tutti attorno in cerchio, assomiglia molto alla pedagogia di Don Milani, della scuola di Barbiana.

Assomiglia al metodo di Freire.

È davvero un metodo pedagogico democratico che ha provocato tante difficoltà a Giampiero prima ad Asti e poi esiliato, come Don Milani esiliato a Barbiana, Giampiero Monaca è stato esiliato a Serravalle, una piccolissima frazione dove sta portando avanti questo tipo e metodo di fare scuola sostenuto dai genitori tra l’altro.

I genitori dei ragazzi sostengono questo suo metodo di fare scuola.

Ma Giampiero è sotto il tiro dell’autorità.

È minacciato anche di sanzioni disciplinari.

Alex Zanotelli sostiene il metodo pedagogico "Bimbisvegli"

Trovo tutto questo assurdo. Dovrebbe essere la scuola pubblica, la scuola di Stato a imparare che forse è meglio e più vicino a quello che la Costituzione vuole il metodo di Giampiero Monaca e non quello che abbiamo nelle scuole ufficiali che sono diventate purtroppo delle aule dove prepariamo i ragazzi a diventare quelle rotelline di un ingranaggio per fare andare avanti e perpetuare il sistema: un sistema che porta tutta l’umanità alla morte. Per cui la mia totale solidarietà a Giampiero Monaca in questo momento difficile.

E sono molto grato anche perché, non lo conoscevo prima, e ha aderito al digiuno che facciamo ogni mese a Roma davanti al parlamento: il Digiuno di Giustizia a favore e in solidarietà con i migranti. Grazie Giampiero Monaca che ti sei ricordato di noi.

Non mi dimenticherò più di te. E ti sarò a fianco in questo tuo impegno, in questa tua lotta per una scuola che sia molto più democratica e aiuti i ragazzi a imparare i veri valori che servono a vivere e a vivere bene.

Grazie di cuore,

Alex Zanotelli

Note: In seguito alle illuminanti parole di padre Alex Zanotelli, alcuni attivisti si sono mobilitati per avviare un digiuno a staffetta in solidarietà con il maestro Giampiero Monaca e il metodo educativo “Bimbisvegli”.
I primi aderenti al digiuno: Fabrizio Cracolici, Marinella Correggia, Marco Chiavistrelli, Linda Maggiori.
Per chi volesse sostenere questa lotta di giustizia con il digiuno scrivere a lauratussi.pace@gmail.com

Articoli correlati

  • Giampiero Monaca in digiuno per il diritto al metodo "Bimbisvegli"

    PACE
    Scuola

    Giampiero Monaca in digiuno per il diritto al metodo “Bimbisvegli”

    Da più di un mese il caro amico Giampiero Monaca è in digiuno, un digiuno di giustizia per affermare prima di tutto il diritto e dovere che ha un maestro di educare i suoi alunni secondo un metodo che pone le basi sull’insegnamento dei grandi maestri della pedagogia nonviolenta
    17 luglio 2021 – Laura Tussi
Pubblicato il Lascia un commento

Scuola: Giampiero Monaca in digiuno per il diritto al metodo “Bimbisvegli”

Scuola

Giampiero Monaca in digiuno per il diritto al metodo “Bimbisvegli”

Da più di un mese il caro amico Giampiero Monaca è in digiuno, un digiuno di giustizia per affermare prima di tutto il diritto e dovere che ha un maestro di educare i suoi alunni secondo un metodo che pone le basi sull’insegnamento dei grandi maestri della pedagogia nonviolenta

Il Maestro Giampiero Monaca e il metodo pedagogico "Bimbisvegli"

di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

Da più di un mese il caro amico Giampiero Monaca è in digiuno, un digiuno di giustizia per affermare prima di tutto il diritto e dovere che ha un maestro di educare i suoi alunni secondo un metodo che pone le basi sull’insegnamento dei grandi maestri della pedagogia nonviolenta: da Montessori a Freinet a Don Milani.

Da parecchi anni Giampiero ha ideato e introdotto nella sua scuola il metodo educativo “Bimbisvegli”. Una pratica pedagogica che mette al centro il bambino come educatore di se stesso e cittadino attivo, evitando come sempre più avviene nella scuola di trasformare il ragazzo in un semplice contenitore da riempire di nozioni o in un fruitore passivo ed inconsapevole di informazioni, nozioni e messaggi commerciali.

Fino a pochi anni fa questo progetto all’avanguardia, che trae i suoi principi da grandi educatori come Maria Montessori e Don Milani, era menzionato addirittura nella scheda, sottoposta alle famiglie in fase di iscrizione, ora addirittura è stato messo al bando e sono stati messi in discussione i suoi principi cardine.

Noi ci chiediamo a questo punto:

Educare un giovane alla Pace e alla nonviolenza è un illecito educativo?

Far ragionare e ascoltare le esigenze di un alunno sono diventati un pericoloso momento diseducativo?

Per questo motivo abbiamo deciso di sostenere il digiuno di Giampiero.

Caro Giampiero siamo con te, non sei solo. Ci rivolgiamo a chi può fare qualcosa. Muoviamoci e mobilitiamoci perché questa è una lotta. Queste rivendicazioni condotte in modo coraggioso da Giampiero Monaca coinvolgono tutti i docenti e la loro libertà di educare che viene seriamente messa in discussione.

In allegato trovate la descrizione aggiornata del metodo educativo “Bimbisvegli” che invitiamo a leggere e a divulgare.

Allegati

Articoli correlati

  • I pacifisti e le missioni militari all’estero

    PACE
    Le proposte delle organizzazioni umanitarie, per la pace e la cooperazione internazionale

    I pacifisti e le missioni militari all’estero

    Oggi, in contemporanea con il dibattito parlamentare riguardante la Deliberazione governativa sull’impegno per il 2021 delle missioni militari all’estero, si terrà un confronto tra società civile, accademici e gli esponenti parlamentari direttamente coinvolti nell’iter in corso.
    12 luglio 2021 – Redazione PeaceLink
  • Anna Frank e la felicità

    PACE
    Oggi un amico mi ha donato una buona parola: felicità

    Anna Frank e la felicità

    Anna si ritrovava reclusa con una fanciullezza spezzata dalla guerra. La seconda guerra mondiale: la più spietata delle atrocità del cosiddetto secolo breve. Dai Lager, ai bombardamenti fino all’altrettanto crudele epilogo di Hiroshima e Nagasaki
    3 luglio 2021 – Laura Tussi
  • Le biblioteche tra memoria e futuro

    CULTURA
    La conoscenza delle biblioteche scolastiche tra memoria e futuro

    Le biblioteche tra memoria e futuro

    Le biblioteche scolastiche purtroppo sono poco valorizzate e i progetti su di esse scarseggiano di risorse con i tagli economici da parte del ministero e con la politica sempre più lontana dalla possibilità di un loro potenziamento
    25 giugno 2021 – Laura Tussi
  • Raccontarsi è bello

    LABORATORIO DI SCRITTURA
    Scrivere per sé, di sé e per gli altri è un atto bello

    Raccontarsi è bello

    Un tema che mi sta a cuore è la pace, perché da piccola sentivo in famiglia la storia di mio nonno che ha contribuito alla Resistenza antifascista, come personalità libertaria, come resistente, compiendo sabotaggi e partecipando in qualità di operaio della Breda agli scioperi del 1943 e 44
    24 giugno 2021 – Laura Tussi
Pubblicato il Lascia un commento

ChiAmaMilano – La violenza non è il mio destino

Evento

ChiAmaMilano – La violenza non è il mio destino

Tiziana Di Ruscio vive la violenza in un incubo tra vita e speranza, tra disagio e volontà di riscatto. Il riscatto dato dall’essere riuscita a denunciare. E soprattutto una emancipazione, una liberazione morale nello scrivere questo fondamentale libello per la sua esistenza.

Libro - La violenza non è il mio destino

EVENTO

ChiAmaMilano – La violenza non è il mio destino

20 maggio 2021

ore 18:00

Online Event ()

Laura Tussi e Fabrizio Cracolici presentano il libro
“La violenza non è il mio destino”

Partecipano:
– Tiziana Di Ruscio testimone e vittima di violenza
– Giorgio Cremaschi, sindacalista e militante politico
– Rita Trinchieri Anpi Pineto – Teramo

Musica e note di impegno civile e Resistenza di Marco Chiavistrelli e Renato Franchi

Per maggiori informazioni: evento su Facebook

 

Tiziana Di Ruscio vive la violenza in un incubo tra vita e speranza, tra disagio e volontà di riscatto. Il riscatto dato dall’essere riuscita a denunciare. E soprattutto una emancipazione, una liberazione morale nello scrivere questo fondamentale libello per la sua esistenza.

L’introduzione di Rita Trinchieri pone in evidenza la prima legge del 1996 che riconosce la violenza sessuale come reato contro la persona.

La prefazione di Laura Tussi e la postfazione di Fabrizio Cracolici denunciano l’atto della violenza sessuale tra le mura domestiche.

Le illustrazioni di Giulio Peranzoni, Mauro Biani e Francesca Quintilio rappresentano, in una cornice di verità narrativa, la sconcertante realtà. Inoltre conclude il racconto, il parere dell’esperta, la psicologa Mizar Specchio

 

La violenza non è il mio destino, Mimesis Edizioni

 

Prefazione di Laura Tussi

 

“Tiziana Di Ruscio, bambina, ragazza e adesso donna e madre.

La sua storia di vita, narrata in questo libro di drammatica verità, rasenta però l’incredibile e l’indicibile.

È un susseguirsi di eventi di violenza sia psicologica sia fisica sia sessuale che accomuna molte donne nel mondo e nella storia dell’umanità.

Donne che diventano succubi del potere e della violenza perpetrati dal sistema patriarcale, maschilista, misogino.

La prima legge innovativa sulla violenza sessuale è la numero 66 del febbraio 1996 dopo anni di lotte nell’ambito della tutela delle donne, come riporta nella sua introduzione l’amica Rita Trinchieri.

Rita, in stretta collaborazione con Tiziana, ha fondato l’associazione contro la violenza di genere “Il nastro rosa” e insieme con la ferma testimonianza, la forza della verità, la legge dell’amore propongono questa terribile narrazione, che rasenta l’inverosimile, in varie scuole per sviscerare e raccontare l’accaduto, senza preamboli, pudori, reticenze anche alle nuove generazioni.

Il titolo del libro è “La violenza non è il mio destino” .

Un titolo fortemente vissuto dall’autrice che subisce la violenza come un “baratro” esistenziale, un annientamento della vita, un annullamento della sua dignità e identità di donna.

Tiziana vive un nuovo “destino” una rinascita, dopo aver preso la sua vita in mano, dopo essersi riappropriata di se stessa, in seguito alla denuncia alle autorità e, scrivendo questo suo libro, denuncia i misfatti di violenza sessuale e fisica perpetrati e subiti da parte del marito. ‘Violenza’ e ‘Destino’ sono i due vissuti, i due archetipi ambivalenti e nettamente contrastanti che Tiziana descrive molto bene in questo racconto autobiografico…”

 

Postfazione di Fabrizio Cracolici

 

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Costituzione Italiana Art. 3

 

Ma che società è questa?

Una società da sempre basata sulla forza maschile e la sottomissione femminile.

L’uomo va alla guerra, la donna cresce figli per mandarli alla guerra.

Così è sempre stato e il sistema patriarcale non intende in nessun modo cambiare.

Leggi importanti sono state scritte a tutela della donna, ma il problema di fondo rimane, perché sono leggi troppo spesso pensate per cambiare tutto senza cambiare niente.

Prendiamo ad esempio le famose quote rosa. Stabilire per legge un minimo sindacale di rappresentanza femminile significa che comunque la quota maschile rimane predominante ma con la connotazione del politicamente corretto.

Ancora oggi esistono palesi disuguaglianze per esempio sul posto di lavoro, mansioni manuali e sottopagate alle donne e ruoli di responsabilità lautamente remunerati a uomini.

Che fare?

Come mutare radicalmente questo stato di cose?

È qui che tutti noi, assieme dobbiamo lavorare per costruire un tessuto sociale sano, capace di ripensarsi, una società equa, dove donna e uomo possano assieme sradicare completamente quel patriarcalismo e maschilismo che da troppo tempo è alla base di regole più o meno scritte che devono cambiare.

Tiziana, oltre ad aver avuto il coraggio di denunciare l’orrore che ha subito, senza romanzarlo, nella sua narrazione trasmette un grande insegnamento di vita: tenacemente bisogna riappropriarsi di ciò che naturalmente dovrebbe essere un diritto, il diritto alla felicità…” continua.

Note: La violenza non è il mio destino intervista su “Il posto delle parole”
https://ilpostodelleparole.it/libri/tiziana-di-ruscio-la-violenza-non-e-il-mio-destino/

Parole chiave: educazionenonviolenzapacediritti umanieducazione alla pacedonnadonnelibrolibri

Articoli correlati

  • Il Premio Nobel per la pace per il futuro dell'umanità

    DISARMO
    Premio Nobel per la pace 2017 per il disarmo nucleare universale

    Il Premio Nobel per la pace per il futuro dell’umanità

    ICAN, una campagna per rafforzare l’impegno antinucleare, oggi sottovalutato e tralasciato, che è impegno per un mondo fondato sulla forza dei diritti umani e dell’umanità
    15 maggio 2021 – Laura Tussi
  • Per una nuova cultura di pace

    PACE
    La cultura di pace del XXI secolo si riassume nel motto “Prima l’umanità, prima le persone”

    Per una nuova cultura di pace

    Noi tutti amici della nonviolenza e del disarmo ci rendiamo sempre più conto di appartenere a un’unica razza e famiglia umana come sostenevano Einstein e il pacifista nonviolento Vittorio Arrigoni, barbaramente assassinato a Gaza in Palestina
    14 maggio 2021 – Laura Tussi
  • La nonviolenza efficace: nuova prassi educativa

    PACE
    Il diritto internazionale è la nonviolenza efficace

    La nonviolenza efficace: nuova prassi educativa

    La nonviolenza efficace è capace di risolvere in modo determinante i conflitti politici reali secondo una strategia che sa trasformare i gruppi umani “nemici” in gruppi umani “amici”
    3 maggio 2021 – Laura Tussi
  • L’informazione della libertà

    PACE
    I social network etici consentono un’informazione realmente universale e immediata nella popolazione

    L’informazione della libertà

    I manifesti, i volantini, i giornali murali, hanno svolto e svolgono una funzione propagandistica, informativa e organizzativa molto importante. Si pensi al ruolo durante la prima guerra e la seconda guerra mondiale o nella lotta della Resistenza.
    1 maggio 2021 – Laura Tussi
Pubblicato il Lascia un commento

Maria Montessori e il pacifismo

Donne coraggiose

Maria Montessori e il pacifismo

Maria Montessori continuò, durante l’esilio imposto dal fascismo, nelle sue conferenze a esprimere messaggi di pace e lanciare moniti per la nonviolenza, mentre in tutta Europa e nel mondo divampavano l’odio, la violenza e la seconda guerra mondiale, provocati dai regimi nazifascisti.

Maria Montessori: educazione e pace

Negli ultimi decenni molte discipline, dalla fisica alla sociologia, della pedagogia alla storia e alla psicanalisi si sono occupate di temi legati alla cultura della pace.

Tuttavia l’indagine storiografica ha ignorato interi filoni del pensiero pacifista e personaggi che si sono impegnata a lungo in favore della pace.

L’impegno per la pace, così come altre tematiche maturate all’interno dell’esperienza emancipazionista assume quasi sempre una connotazione pedagogica legata all’elaborazione di modelli culturali alternativi a quelli tradizionali.

Il rapporto tra educazione e pace è oggetto di trattazioni più specifiche come le riflessioni di Maria Montessori, una delle figure più significative del movimento Pacifista e emancipazionista italiano, laureata in medicina nel 1896 e nota soprattutto per la sua attività teorica e pratica di pedagogista.

E è proprio in quest’ambito che Maria Montessori dedica un’attenzione costante al tema della pace come momento centrale della formazione culturale delle nuove generazioni.

Nel definire la guerra come una malattia della vita morale dell’uomo, Maria Montessori denuncia i pericoli impliciti in ogni nazionalismo e pensa alla formazione di un uomo nuovo che possa essere considerato cittadino di un’umanità senza confini e guerre e conflitti armati. Pur non entrando nel merito di una valutazione complessiva della sua opera educativa, che presenta aspetti di notevole complessità, è interessante osservare che proprio il suo interesse pacifista costituisce una delle cause principali della sua emarginazione durante gli anni del regime fascista.

I suoi ideali si scontrano in quel periodo con il modello educativo dominante, fondato su una concezione pedagogica autoritaria, nazionalistica, maschilista e misogina. Basti pensare all’indottrinamento dei disvalori fascisti della gioventù balilla.

Il contributo di Maria Montessori rappresenta un elemento di congiunzione, nella discontinuità degli eventi, tra l’esperienza emancipazionista di fine secolo e i primi decenni del Novecento, travagliati da due conflitti mondiali.

Sono gli anni in cui il tema della pace assume connotazioni umanamente e politicamente drammatiche.

Proprio in questo contesto, Maria Montessori ne sottolinea provocatoriamente la dimensione culturale più profonda, che va oltre l’emergenza politica e che si lega a una più ampia prospettiva ideale di superamento di ogni oppressione materiale morale.

Nello scritto La Pace e l’educazione, pubblicato a Ginevra nel 1932, essa afferma, anticipando elaborazioni presenti nel pacifismo attuale, che la pace non è solamente assenza di guerra, ma, al contrario, è l’avvio di una nuova concezione dello sviluppo umano e sociale. Per Pace si intende generalmente la fine della guerra.

Ma questo concetto, puramente negativo, non è quello della pace. La pace vera, al contrario, fa pensare al trionfo della giustizia e dell’amore fra gli uomini: rivela l’esistenza di un mondo migliore dove regna l’armonia.

L’impegno delle donne per la pace si ricollega a una loro significativa, sebbene conflittuale, partecipazione concreta alla vita politica. Questa esperienza è stata spesso trascurata dagli storici, quasi che temi importanti come quelli della pace e della guerra, partendo appunto dal mondo della politica, fossero privi di connotazioni sessiste e estranei alle donne, soggetti spesso confinati, fino a poco tempo fa, anche dalla storiografia, nella parte tematica del privato. Maria Montessori fu dapprima vezzeggiata dal regime fascista, per la diffusione del suo metodo pedagogico e degli istituti e nelle scuole a esso ispirati. In seguito, quando il fascismo si rese conto del portato rivoluzionario del pensiero montessoriano, fu costretta all’esilio e continuò nelle sue conferenze a esprimere messaggi di pace e lanciare moniti per la nonviolenza all’intera umanità martoriata e in conflitto, mentre in tutta Europa e nel mondo divampavano l’odio, la violenza e la seconda guerra mondiale, provocati dai regimi nazifascisti.

Note: Bibliografia –

Laura Tussi, Educazione e pace, Mimesis 2012

Maria Montessori, La paix et l’éducation, Genève, Bureau International d’éducation, 1932

Articoli correlati

  • La nonviolenza efficace: nuova prassi educativa

    PACE
    Il diritto internazionale è la nonviolenza efficace

    La nonviolenza efficace: nuova prassi educativa

    La nonviolenza efficace è capace di risolvere in modo determinante i conflitti politici reali secondo una strategia che sa trasformare i gruppi umani “nemici” in gruppi umani “amici”
    3 maggio 2021 – Laura Tussi
  • Vademecum pace

    PACE
    Cosa possiamo fare per la pace?

    Vademecum pace

    Guida ai link dell’arcipelago pacifista. Un elenco di associazioni, coordinamenti, centri di ricerca e iniziative di pace. Questo è un vademecum per collaborare in rete ed elaborare competenze di cittadinanza per la costruzione di una società giusta che sia libera dalla paura e dalla violenza.
    4 maggio 2021 – Redazione PeaceLink
  • L’informazione della libertà

    PACE
    I social network etici consentono un’informazione realmente universale e immediata nella popolazione

    L’informazione della libertà

    I manifesti, i volantini, i giornali murali, hanno svolto e svolgono una funzione propagandistica, informativa e organizzativa molto importante. Si pensi al ruolo durante la prima guerra e la seconda guerra mondiale o nella lotta della Resistenza.
    1 maggio 2021 – Laura Tussi
  • Memoria e futuro

    CULTURA
    In tutte le librerie dal 6 maggio 2021

    Memoria e futuro

    Il libro Memoria e futuro di Alfonso Navarra, Luigi Mosca, Laura Tussi, Fabrizio Cracolici è frutto di un impegno collettivo portato avanti dai Disarmisti Esigenti con i contributi di Vittorio Agnoletto, Moni Ovadia, Alex Zanotelli e molti altri
    25 aprile 2021 – Laura Tussi
Pubblicato il Lascia un commento

Donna: l’impegno pacifista

La donna emancipata e pacifista nella cultura dell’Ottocento

Donna: l’impegno pacifista

L’asprezza del misoginismo ottocentesco si scontra con l’esperienza dei primi gruppi emancipazionisti. La donna emancipata e pacifista diviene allora il bersaglio da colpire, l’emblema di disordine e della sregolatezza morale.

Donna e pacifismo

Nella cultura dell’Ottocento, la rappresentazione ideale della figura femminile esprime un’attesa di salvezza dal sapore religioso che impregna la mentalità collettiva dell’epoca. La funzione pacificatrice della donna, motivo ricorrente nei manuali di allora, è spesso legata all’enfatizzazione di una naturale vocazione educativa e di una capacità di amore e di sacrificio carica di implicazioni morali.

L’attenzione sociale e culturale nei confronti della donna assume nell’Ottocento una dimensione molto ampia con un ricorso ad argomentazioni che esprimono un fine ideologico prima di allora inedito.

La vastità del fenomeno è documentata tra l’altro dalla varietà delle voci impegnate in una corale definizione dei caratteri della femminilità più autentica. La discussione sulla missione sociale della donna, tratta da una visione piena di pregiudizi della sua natura biologica, coinvolge infatti, intellettuali di diverso orientamento, cattolici, laici, atei impegnati in svariati settori della vita culturale, educatori, pedagogisti, politici, teologi, letterati, medici e antropologi. Pestalozzi, Tommaseo, Mazzini, Lombroso, Mantegazza e tanti altri si sono cimentati in una elaborazione implicitamente prescrittiva delle caratteristiche culturali morali proprie del genere femminile. La scoperta sociale, maturata in quegli anni pur tra molte contraddizioni e zone d’ombra, sul valore dell’infanzia implica di per sé una maggiore attenzione al ruolo della madre educatrice, ma non basta solo a spiegare l’intensità di un’operazione pedagogica e culturale che, esaltando le qualità morali della donna, ne sancisce l’esclusione da una partecipazione attiva alla vita sociale.

Secondo il senso comune allora dominante, la donna, confinata non solo simbolicamente alla cerchia delle mura domestiche, deve svolgere una funzione di custode della moralità collettiva: è una dimensione che va oltre gli stretti confini della sfera familiare e che investe i destini dell’intera umanità.

In questo ambito la sua funzione pacificatrice rappresenta dunque un’estensione sociale di valori legati al ruolo materno.

Anche le professioni che generalmente vengono considerate più adatte alle donne ripropongono i valori del sacrificio, dell’assistenzialismo, della capacità di amore senza riserve.

Perfino il progresso e la pacifica convivenza fra gli uomini sembrano dipendere dalla generosità di questa educatrice virtuosa. Questo tipo di affermazioni è molto frequente nella vasta letteratura che tratta per tutto l’Ottocento il tema dell’educazione della donna.

Certamente non è casuale che l’esaltazione della bontà femminile venga predicata con toni sempre più accesi proprio negli ultimi decenni del secolo, quando una nuova mobilità sociale consentirà una diversa partecipazione delle donne al mondo del lavoro, degli studi e della politica.

La donna emancipata e pacifista diviene allora il bersaglio da colpire, l’emblema di disordine e della sregolatezza morale.

L’asprezza del misoginismo Ottocentesco si scontra con l’esperienza dei primi gruppi emancipazionisti e pacifisti al cui interno il maturare di un concreto impegno per la pace comporta innanzitutto per le donne impegnate nel movimento, un ribaltamento di quei valori che, proprio esaltando la funzione pacificatrice del genere femminile, ne contrasta una partecipazione reale agli eventi della società e della storia.

È impossibile scindere i motivi dell’impegno pacifista del movimento delle donne dai contenuti delle battaglie emancipazionistiche nella seconda metà dell’Ottocento. L’associazione internazionale delle Donne fondata a Berna nel 1866 è proprio la sezione femminile della Lega per la pace e la libertà che aveva come organo di stampa il Periodico Stati Uniti d’Europa.

Sussiste dunque un preciso legame fra le questioni della pace e le vicende dell’emancipazionismo femminile in Europa. Questo legame connesso anche con il contrastato rapporto con l’associazione internazionale dei lavoratori, mette in luce la specificità dell’interesse manifestato dalle donne del movimento per la pace nei confronti del pacifismo considerato spesso come un punto qualificante di un più vasto impegno verso una società egualitaria e non sessista.

Pace, giustizia e lotta contro l’oppressione femminile sono i temi che appaiono insieme negli scritti e nei discorsi ufficiali delle più impegnate emancipazioniste. Tuttavia la prima spinta psicologica a intervenire nelle questioni della pace e della guerra esprime anche motivazioni che possono apparire ambiguamente legate a una specificità femminile di tipo tradizionale in cui ciò che domina è ancora la preoccupazione materna. Ma i frequenti appelli in difesa degli uomini, mariti, figli, fidanzati, sottoposti al pericolo bellico e la lotta per la vita contro la morte non sono destinate a restare un richiamo solo emotivo e affettivo. Molte delle analisi di allora contengono considerazioni legate a motivi più esplicitamente politici e culturali.

Questa ideologia antifemminista e misogina è presente in modo particolare nel sapere scolastico, come risulta da un’analisi dei programmi dei libri di testo e dei modelli formativi destinati agli insegnanti a questi valori assai diffusi nel senso comune di allora. Anna Maria Mozzoni oppone una proposta culturale e politica coraggiosamente alternativa per sradicare lo stereotipo della cosiddetta missione della donna basata su un equivoco sociale scientifico.

In opposizione al clima risorgimentale Paola Shiff, una delle prime donne laureate nell’Italia post unitaria, definisce nel corso di una manifestazione pacifista tenutasi a Milano nel 1888, qualsiasi guerra “un avanzo di barbarie”.

Negli ultimi anni del secolo, l’interesse per i temi della pace trae un nuovo impulso dalle questioni sollevate dalla guerra d’Africa, che spinge il movimento di emancipazione delle donne insieme ad altri gruppi politici a una forma alta di mobilitazione per la pace.

Sono numerose le leghe femminili per la pace impegnate in questa campagna. Ne parla Franca Pieroni Bortolotti nei suoi scritti sull’emancipazionismo.

Le leghe femminili organizzano soprattutto nel nord molte manifestazioni popolari contro la guerra coloniale, tentando anche di impedire la partenza dei soldati.

La società per la donna si impegna a Roma in alcune iniziative pacifiste e anticoloniali di cui dà notizia la rivista La vita femminile.

Note: Bibliografia –

Maria Montessori, La paix et l’éducation, Genève, Bureau International d’éducation, 1932

Anna Maria Mozzoni, La liberazione della donna, a cura di F. Pieroni Bortolotti, Mazzotta, Milano.

Franca Pieroni Bortolotti, La donna, la pace, l’Europa, Franco Angeli, Milano

Articoli correlati

  • La nonviolenza efficace: nuova prassi educativa

    PACE
    Il diritto internazionale è la nonviolenza efficace

    La nonviolenza efficace: nuova prassi educativa

    La nonviolenza efficace è capace di risolvere in modo determinante i conflitti politici reali secondo una strategia che sa trasformare i gruppi umani “nemici” in gruppi umani “amici”
    3 maggio 2021 – Laura Tussi
  • Vademecum pace

    PACE
    Cosa possiamo fare per la pace?

    Vademecum pace

    Guida ai link dell’arcipelago pacifista. Un elenco di associazioni, coordinamenti, centri di ricerca e iniziative di pace. Questo è un vademecum per collaborare in rete ed elaborare competenze di cittadinanza per la costruzione di una società giusta che sia libera dalla paura e dalla violenza.
    4 maggio 2021 – Redazione PeaceLink
  • L’informazione della libertà

    PACE
    I social network etici consentono un’informazione realmente universale e immediata nella popolazione

    L’informazione della libertà

    I manifesti, i volantini, i giornali murali, hanno svolto e svolgono una funzione propagandistica, informativa e organizzativa molto importante. Si pensi al ruolo durante la prima guerra e la seconda guerra mondiale o nella lotta della Resistenza.
    1 maggio 2021 – Laura Tussi
  • Memoria e futuro

    CULTURA
    In tutte le librerie dal 6 maggio 2021

    Memoria e futuro

    Il libro Memoria e futuro di Alfonso Navarra, Luigi Mosca, Laura Tussi, Fabrizio Cracolici è frutto di un impegno collettivo portato avanti dai Disarmisti Esigenti con i contributi di Vittorio Agnoletto, Moni Ovadia, Alex Zanotelli e molti altri
    25 aprile 2021 – Laura Tussi
Pubblicato il Lascia un commento

Rivista.eco – Dalla memoria alla terrestrità

Razzismo, ecologia e pace insieme, “L’educazione come arma della pace”

Rivista.eco – Dalla memoria alla terrestrità

Come una ricercatrice sui problemi educativi, lavorando con i Disarmisti esigenti, è pervenuta, partendo dalla “Pedagogia della Resistenza”, ad affrontare i temi intrecciati del razzismo, dell’ecologia e della pace. Educazione alla pace e educazione ecologica sono intrecciate e interdipendenti

Maria Montessori "Educazione come arma della Pace" su Rivista.eco - organo ufficiale della rete mondiale di educazione all'ambiente diretta dal Professor Mario Salomone

In collaborazione con lo storico Fabrizio Cracolici, ANPI (Associazione nazionale partigiani d’Italia) e Alfonso Navarra, portavoce dell’associazione Disarmisti Esigenti oggi, ciascuno con le sue competenze, siamo pervenuti a trattare di Pedagogia della Resistenza e Educazione alla Terrestrità, di formazione e educazione.

In questo ambito, nei nostri libri e nelle nostre pubblicazioni, proponiamo un nuovo percorso di accompagnamento alla formazione e allo sviluppo della conoscenza dei diritti civili e dei diritti inalienabili della persona. La pace con la natura è condizione della giustizia sociale e educazione alla pace e educazione ecologica sono, nella nostra visione, intrecciate e interdipendenti.

Dobbiamo considerare il mondo umano come parte integrante del mondo naturale e una riconciliazione solo tra esseri umani, che prescinda dal ripristino di un rapporto armonico con gli equilibri ecologici, non ha basi per avanzare.

Una pedagogia del futuro, ripartendo dalla scuola

La nostra è una pedagogia del futuro collegata alla nuova cultura della pace del XXI secolo per la quale ricerchiamo, lavoriamo, sperimentiamo.

Insomma, un percorso di sviluppo della democrazia, della cittadinanza attiva, della partecipazione. Per educare all’antifascismo, all’antirazzismo e alla nonviolenza, secondo il monito di Stéphane Hessel, il partigiano autore di “Indignatevi!”,  (“Indignatevi!” è il libro denuncia scritto da Hessel,  partigiano, novantatreenne, sui mali della nostra epoca)

occorre ripartire proprio dall’istituzione scuola. Noi non troviamo altra soluzione, perché la scuola, ancora prima della famiglia, rispecchia il pluralismo e la diversità impliciti nella società.

Pluralismo e diversità che si vengono a manifestare nel processo educativo: nel percorso didattico si scoprono le caratterialità, le criticità, le implicite diversità, le esigenze del singolo studente che mutua e assimila varie istanze e diverse forme di contenuto dal nucleo familiare di origine.

Le leggi razziali nazifasciste del 1938

La scuola, tra l’altro, in un passato che non dobbiamo dimenticare e archiviare, ha subito la discriminazione e l’intolleranza: basti pensare alle leggi razziali nazifasciste del 1938. E la scuola, pur con diversa entità ed intensità, continua ancora a discriminare e a prendere provvedimenti contro i più deboli. Anche il finanziamento pubblico alle scuole private è una forma di discriminazione. La riduzione degli insegnanti di sostegno ai bambini diversamente abili, la negazione della mensa ai meno abbienti sono forme di discriminazione.

I quesiti sono sempre aperti perché auspichiamo una scuola che si apra sempre più alle differenze, agli altri, e non solo da parte degli studenti, ma anche da parte degli insegnanti. Anche il mondo adulto viene messo in discussione nell’ambito e nell’ambiente scuola. Quindi una scuola più aperta. Una scuola che si apra alle implicite esigenze di ciascuno, ai caratteri di cui ognuno è portatore, alle difficoltà implicite che ciascuno presenta. È necessario costruire una scuola senza discriminazione, dove l’altro sia considerato depositario di un’autentica ricchezza da risocializzare e ripartecipare, una ricchezza da condividere nella convivenza del quotidiano secondo un impegno di responsabilità e di indignazione contro tutte le discriminazioni, contro l’intolleranza, il non rispetto e la violazione dei diritti umani.

Una nuova ricchezza sociale partecipativa che vada a incrementare un discorso di civiltà a misura di persona, per una comunità, per un assetto sociale e civile aperto alle differenze, alle divergenze, anche al conflitto, come sostiene il nostro amico Daniele Novara, direttore del Centro psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti. Infatti, il conflitto è implicito nell’educazione. Noi parliamo di nonviolenza, ma con questo concetto non intendiamo un’idea di passività, di remissività, di rassegnazione, di debolezza, di lassismo, di incoerenza, di menefreghismo; intendiamo nonviolenza, in senso stretto, come cooperazione, interdipendenza, interconnessione su quelli che sono i diritti umani.

Le strumentalizzazioni di Mussolini

È quello che già sosteneva la grande pedagogista, Maria Montessori, che fu perseguitata dal fascismo. Mentre in tutt’Italia, in Europa e nel mondo divampava la violenza del secondo conflitto mondiale, la Montessori portava nei suoi convegni messaggi di speranza e di pace per l’intera umanità, a partire dall’infanzia. Inizialmente fu vezzeggiata dal fascismo, perché Mussolini voleva strumentalizzare le sue scuole, ma l’impostazione di pensiero di Maria Montessori contrastava nettamente con l’ideologia fascista e l’indottrinamento del regime; basti pensare ai principi di istruzione su cui si fondavano i dettami fascisti per indottrinare la Gioventù Balilla, basati sull’individualismo, sulla competitività ad oltranza, sul disprezzo, sull’aggressività nei confronti dell’altro.

Disvalori fascisti che, anche secondo Stéphane Hessel, sono attualmente veicolati dai mezzi di comunicazione di massa: come la cultura dell’oblio, il consumismo sempre più esasperato, estetizzante e individualistico, la competizione di tutti contro tutti; in sostanza il pensiero unico, capitalista e neoliberista.

Tornando al concetto di nonviolenza, Maria Montessori ne era promotrice, e il suo celebre motto “L’educazione come arma della pace” è un importante ossimoro per sostenere che tutto si gioca a partire dall’educazione, a partire dalla scuola, per creare contesti di socialità e di solidarietà, per andare oltre le dittature, i totalitarismi, gli sciovinismi, i nazionalismi, proprio per costruire ambienti di pace nel quotidiano.

Il bambino è portatore di pace già nel suo contesto quotidiano, a livello microsociale: e questa è una leva per arrivare, in ultima analisi, a un livello di costruzione della pace universale e globale.

Note: Rivista.eco, organo ufficiale della rete mondiale di educazione all’ambiente, diretta dal Professor Mario Salomone:
https://rivistaeco.it/dalla-memoria-alla-terrestrita-razzismo-ecologia-e-pace-insieme-leducazione-come-arma-della-pace/

Articoli correlati

  • La nonviolenza efficace: nuova prassi educativa

    PACE
    Il diritto internazionale è la nonviolenza efficace

    La nonviolenza efficace: nuova prassi educativa

    La nonviolenza efficace è capace di risolvere in modo determinante i conflitti politici reali secondo una strategia che sa trasformare i gruppi umani “nemici” in gruppi umani “amici”
    3 maggio 2021 – Laura Tussi
  • L’informazione della libertà

    PACE
    I social network etici consentono un’informazione realmente universale e immediata nella popolazione

    L’informazione della libertà

    I manifesti, i volantini, i giornali murali, hanno svolto e svolgono una funzione propagandistica, informativa e organizzativa molto importante. Si pensi al ruolo durante la prima guerra e la seconda guerra mondiale o nella lotta della Resistenza.
    1 maggio 2021 – Laura Tussi
  • Memoria e futuro

    CULTURA
    In tutte le librerie dal 6 maggio 2021

    Memoria e futuro

    Il libro Memoria e futuro di Alfonso Navarra, Luigi Mosca, Laura Tussi, Fabrizio Cracolici è frutto di un impegno collettivo portato avanti dai Disarmisti Esigenti con i contributi di Vittorio Agnoletto, Moni Ovadia, Alex Zanotelli e molti altri
    25 aprile 2021 – Laura Tussi
  • Che cosa è il pacifismo?

    PACE
    Una guida per capire

    Che cosa è il pacifismo?

    Un vademecum per comprendere il pacifismo e la nonviolenza, orientandosi sulle questioni che spaziano dall’educazione alla pace, all’obiezione di coscienza e al disarmo. Vengono date informazioni su associazioni e campagne pacifiste. Sono trattati anche gli aspetti controversi del pacifismo.
    Alessandro Marescotti
Pubblicato il Lascia un commento

La Voce: i libri di Tiziana Di Ruscio

Il Giornale La Voce presenta i libri di Tiziana Di Ruscio

La Voce: i libri di Tiziana Di Ruscio

La violenza non è il mio destino e Bruco blu sono libri/testimonianza scritti per contrastare ogni violenza e trasmettere gli ideali della nonviolenza alle nuove generazioni

La violenza non è il mio destino

Il Giornale La Voce presenta i libri di Tiziana Di Ruscio

****

La prima legge innovativa sulla violenza sessuale è la numero 66 del febbraio 1996

La violenza non è il mio destino

La storia di vita di Tiziana Di Ruscio, vittima di violenza, sopravvissuta al femminicidio, narrata in questo libro di drammatica verità, rasenta però l’incredibile e l’indicibile.
Libro in tutte le librerie dal 4 Marzo 2021

 

Libro in tutte le librerie dal 4 Marzo 2021

 

Libro di Tiziana Di Ruscio. Introduzione di Rita Trinchieri. Prefazione di Laura Tussi. Contributo di Mizar Specchio. Illustrazioni di Mauro Biani, Giulio Peranzoni, Francesca Quintilio. Postfazione di Fabrizio Cracolici.

Mimesis Edizioni

Prefazione al Libro “La violenza non è il mio destino”, Mimesis Edizioni

Tiziana Di Ruscio, bambina, ragazza e adesso donna e madre.

La sua storia di vita, narrata in questo libro di drammatica verità, rasenta però l’incredibile e l’indicibile.

È un susseguirsi di eventi di violenza sia psicologica sia fisica sia sessuale che accomuna molte donne nel mondo e nella storia dell’umanità.

Donne che diventano succubi del potere e della violenza perpetrati dal sistema patriarcale, maschilista, misogino.

La prima legge innovativa sulla violenza sessuale è la numero 66 del febbraio 1996 dopo anni di lotte nell’ambito della tutela delle donne, come riporta nella sua introduzione l’amica Rita Trinchieri.

Rita Trinchieri, in stretta collaborazione con Tiziana, ha fondato l’associazione contro la violenza di genere “Il nastro rosa” e insieme con la ferma testimonianza, la forza della verità, la legge dell’amore propongono questa terribile narrazione, che rasenta l’inverosimile, in varie scuole per sviscerare e raccontare l’accaduto, senza preamboli, pudori, reticenze anche alle nuove generazioni.

Il titolo del libro è “La violenza non è il mio destino” .

Un titolo fortemente vissuto dall’autrice che subisce la violenza come un “baratro” esistenziale, un annientamento della vita, un annullamento della sua dignità e identità di donna.

Tiziana vive un nuovo “destino” una rinascita, dopo aver preso la sua vita in mano, dopo essersi riappropriata di se stessa, in seguito alla denuncia alle autorità e, scrivendo questo suo libro, denuncia i misfatti di violenza sessuale e fisica perpetrati e subiti da parte del marito. ‘Violenza’ e ‘Destino’ sono i due vissuti, i due archetipi ambivalenti e nettamente contrastanti che Tiziana descrive molto bene in questo racconto autobiografico.

La storia di Tiziana è da lei descritta in modalità narrative crude e dirette perchè “la violenza non deve essere romanzata”, la violenza non va edulcorata con parole che potrebbero renderla più accettabile e giustificabile: la violenza deve essere solo e esclusivamente denunciata.

Un grido di dolore scaturisce da queste pagine che comunque lasciano, alla fine, trapelare un nuovo “destino”, un cambio di rotta, una speranza nel futuro. Un futuro di pace e nonviolenza, all’interno della famiglia con i suoi figli, nel rapporto con le persone, con gli amici, con tutti coloro che possono aiutare Tiziana a uscire dal baratro della violenza.

Da queste pagine trapela un senso profondo di fiducia nel futuro, nel destino, nell’intima bontà dell’essere umano, per apportare un significativo contributo di pace, nonviolenza e serenità che dovrebbero prendere spazio nel nostro tessuto sociale, nel mondo, a partire dalla famiglia, che spesso, al contrario si trasforma in una gabbia, in una prigione psicologica dove vengono perpetrate violenze di ogni tipo, a partire dalla violenza sessuale.

Tiziana ha vissuto gli anni che dovevano essere i più belli e spensierati della sua esistenza, la sua età giovanile, sotto tortura, sotto minaccia, concependo ben tre figli che sono diventati per lei il frutto positivo di una nuova vita, di una bella speranza in un futuro di rinascita.

Un destino senza violenza: perchè, come sostiene l’autrice “La violenza non è il mio destino” e non deve essere nemmeno il passato, il presente e il futuro per tutte le donne che sono i pilastri della nostra martoriata umanità.

Tiziana dopo vent’anni di soprusi psicologici e violenze fisiche e sessuali prende coraggio e riesce a denunciare e in seguito a testimoniare anche attraverso la scrittura che diventa per lei un atto liberatorio, un’azione di libertà. Tiziana ha scritto questo libro. Il suo libro. Una vera liberazione.

Parole chiave: culturalibrinonviolenzadiritti umanipaceeducazioneeducazione alla pacelibromimesismimesis edizioniscuola

Bruco Blu: una favola contro ogni violenza

Recensione alla favola di Tiziana Di Ruscio

Bruco blu: una favola contro la violenza

L’autrice è sopravvissuta al femminicidio e in questa favola racconta una storia semplice ma didascalica per trasmettere alle nuove generazioni un messaggio contro la violenza in tutte le sue forme

 

Favola di Tiziana Di Ruscio. Recensione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici. Masciulli Edizioni

 

Bruco blu coltiva il sogno di creare una bellissima famiglia, ma improvvisamente precipita in un baratro oscuro a causa del camaleonte dai toni cupi.

Il camaleonte impedisce alle ali di bruco blu di spuntare. Il camaleonte impedisce a bruco blu di spiccare il volo verso la libertà con i suoi tre figlioletti.

Quella narrata da Tiziana Di Ruscio è una semplice, ma didascalica favola per bambini.

Certo è una favola, ma non una favoletta.

Una narrazione essenziale, ma efficace che contiene altissimi e nobili messaggi da tramandare e trasmettere alle nuove generazioni contro la violenza in tutte le sue forme.

Inclusa la violenza esercitata dagli esseri umani sulla Natura. E non a caso nelle favole per bambini i protagonisti sono per lo più animali, a testimonianza del fatto che la condizione infantile sente spontaneamente la vicinanza e l’affinità con gli altri esseri viventi, che poi l’educazione ad un certo tipo di civiltà tecnologica porta a perdere persino come percezione elementare.

Bruco è blu perché soffocato tra le mura domestiche, un’autentica prigione, a causa del colore prevalente del camaleonte che incute terrore e perpetra violenza. Ma bruco blu non serba alcun rancore. Non trasmette odio ai figlioletti. Vuole che anche il camaleonte si riscatti dal grigiore e dal blu della sua condizione. Bruco blu semplicemente un giorno, con i suoi tre piccoli, riesce a fuggire nel bosco.

Incontra un grande albero e uno scoiattolo che indicano una nuova casa, un alloggio per la famiglia.

Una nuova famiglia che in realtà è portatrice dei colori dell’arcobaleno.

I colori della pace. Le tinte vivaci della vita che colorano un mondo senza violenza, senza odio, senza guerre, senza rancore. Dove bisogna impedire al più forte di imporre la propria forza, prepotenza e supremazia contro gli ultimi, i più fragili, contro tutti coloro che sono costretti e imprigionati tra grigie mura domestiche.

Nelle case dell’orrore.

Che si trasformano in prigioni per le vittime.

Questo è l’alto messaggio di Tiziana Di Ruscio, che nella favola riesce a svincolarsi dal camaleonte, ossia dai colori spenti, grigi, lugubri della violenza e di tutto ciò che essa comporta per l’intera umanità martoriata.

La favola di Tiziana Di Ruscio rappresenta un alto messaggio di pace e nonviolenza, che va oltre la retorica e le banalità, per estendersi  a ogni tipo di violenza nel quotidiano di cui è impregnato questo nostro mondo di guerre e questa nostra umanità martoriata di cui la donna è sempre succube ed è la prima vittima nei conflitti armati e non solo. In tutte le guerre, lo stupro è sempre utilizzato come arma micidiale, letale contro il nemico.

Il costo della brutalità militarista imposta dall’uomo forte, dal maschio, dal dittatore di turno è sempre scontato dal genere femminile, dall’infanzia alle categorie più fragili dell’umanità intera.

E non dimentichiamo i più deboli tra i deboli: i nostri fratelli animali e le nostre sorelle piante. Dobbiamo rispettarli non solo nei racconti per i più piccoli.

L’arcobaleno delle ali di una farfalla che bambina e donna trasformerà l’umanità in una grande e unica famiglia di pace e nonviolenza: perché questo è il grande messaggio, il nobile monito di Tiziana, che sorvola, con le ali di farfalla città e paesi e nazioni, in un autentico e sentito messaggio internazionale e mondiale per la pace tra genti, popoli, minoranze. Un mondo senza discriminazioni, senza guerre, senza violenze: questo è il nostro sogno.

Perché tutti noi abbiamo un sogno.

E anche se il cammino della nonviolenza è in salita, è impervio e pieno di ostacoli e conflitti di ogni sorta, noi attivisti e testimoni di pace apriremo le nostre case con i colori dell’arcobaleno a bruco blu perché sempre possa, ogni volta, trasformarsi in farfalla, nel suo destino di riscatto e liberazione.

Tiziana è sopravvissuta al femminicidio. È testimone di Pace insieme a tutti noi amici della nonviolenza.

È ora di dire basta al militarismo, al riarmo, alla corsa agli armamenti, a tutte le guerre e le violenze sempre perpetrate dall’ideologia patriarcale, misogina e maschilista: fondamentalmente antiumana ed ecocida.

Dobbiamo dispiegare le nostre ali arcobaleno e coinvolgere l’umanità intera per mettere pace tra i potenti della terra, per porre fine a genocidi, massacri, femminicidi, a tutte le guerre: alla violenza in tutte le sue forme. Perché l’essere umano e la donna, in particolare, in tutte le parti del mondo si impegnino per questo nobile e supremo ideale: la pace.

Note: Il libro è Edito da Masciulli e lo potete prenotare a questo indirizzo:
https://www.masciulliedizioni.com/prodotto/bruco-blu/?fbclid=IwAR2Afqg0f6tEgPci1DnVZUrNmW5xTWoAjHvzhivnK3z3Tvc6w22IRFv-kq0

Parole chiave: librilibrorecensionenonviolenzaeducazione alla pacepace

Articoli correlati

  • Gli amici e l’accoglienza

    LABORATORIO DI SCRITTURA
    L’amicizia è un dono. Coltivare relazioni giova all’umanità

    Gli amici e l’accoglienza

    Le interazioni amicali si moltiplicano tramite i vari risvolti dell’impegno civile per la pace, la memoria, l’ambiente, il disarmo. Le amicizie vicine e lontane si consolidano nella solidarietà e nell’accoglienza
    4 marzo 2021 – Laura Tussi
  • Che cosa è la nonviolenza e come può essere efficace

    PACE
    Video e documentazione

    Che cosa è la nonviolenza e come può essere efficace

    Si dice che l’azione nonviolenta sia debole o che rifiuti il conflitto. Al contrario, l’azione nonviolenta apre e gestisce i conflitti. Cammina nel conflitto, sfida l’ingiustizia e lavora per il cambiamento. Assume su di sè dolore o situazioni spiacevoli senza infliggerli ad altri.
    Redazione PeaceLink
  • Honduras, uno scenario complicato

    LATINA
    Due consultazioni elettorali in nove mesi

    Honduras, uno scenario complicato

    Attualmente l’Honduras si colloca tra i peggiori paesi latinoamericani per disuguaglianza economica, con il 62% della popolazione che vive in condizioni di povertà e quasi il 40% in miseria. L’impatto della pandemia e degli uragani acuirà ulteriormente le disuguaglianze.
    16 febbraio 2021 – Giorgio Trucchi
  • La violenza non è il mio destino

    CULTURA
    La prima legge innovativa sulla violenza sessuale è la numero 66 del febbraio 1996

    La violenza non è il mio destino

    La storia di vita di Tiziana Di Ruscio, vittima di violenza, sopravvissuta al femminicidio, narrata in questo libro di drammatica verità, rasenta però l’incredibile e l’indicibile.
    Libro in tutte le librerie dal 4 Marzo 2021
    20 febbraio 2021 – Laura Tussi